Gugly • 2/04/10 18:44
Archivista in seconda - 4712 interventiE' fermo da circa 15 anni il processo di beatificazione di Padre Puglisi.
I motivi?
dal sito
www.padrepinopuglisi.diocesipa.it
"Dal '94, per volontà del cardinale Salvatore Pappalardo, l'anno diocesano a Palermo si apre il 15 settembre nel nome di don Puglisi, in modo che il giorno della sua morte non sia simbolo di sconfitta ma momento dell'incontro con il Cristo-vita, attimo simbolico del futuro "kairòs", il tempo della liberazione e della salvezza.
Durante l'omelia per il primo anniversario Pappalardo sottolineò come "in un contesto mafioso la dignità e la libertà umane vengono ignorate e calpestate, mentre don Puglisi, in nome del Vangelo e della missione educatrice da esso affidatagli, cercava di ottenere che ciascuno comprendesse la necessità di sottrarsi ad ogni pesante giogo e di disporre della propria esistenza senza umilianti asservimenti. Per diventare, da schiavi, uomini liberi".
Nell'autunno dell'anno successivo ('95) lo stesso cardinale in Cattedrale, a conclusione delle commemorazioni, invitò a iniziare una raccolta di tutte le testimonianze su "3P".
Dal '96 al '97 già si susseguirono raccolte di firme per chiedere l'apertura del processo di beatificazione.
Nel maggio ‘96 il nuovo arcivescovo di Palermo, Salvatore De Giorgi, mostrò subito di ben conoscere la storia e l'itinerario di don Puglisi: nel primo messaggio, inviato alla città subito dopo la nomina, citò il parroco di Brancaccio additandolo a "esempio per tutta la nostra comunità". Nel settembre '97 in Cattedrale lo accomunò a Madre Teresa di Calcutta, da poco scomparsa, e li definì entrambi "testimoni credibili e coraggiosi della speranza che non delude".
Le ultime parole di don Pino, infatti, - "me l'aspettavo" - "rivelano la consapevolezza di questo sacerdote di andare incontro al proprio martirio proprio perché fedele al suo ministero di evangelizzatore".
L'anno dopo (1998) si compiono i cinque anni dalla morte, termine minimo per l'avvio delle procedure canoniche. E il cardinale De Giorgi dà l'annuncio della decisione presa nel corso dell'omelia per il 25° anniversario della sua ordinazione episcopale (29 dicembre '98). Il 22 febbraio '99 nomina la commissione diocesana e il 15 luglio - durante la processione per Santa Rosalia - comunica ai fedeli di aver chiesto alla Santa Sede il nulla osta all'avvio ufficiale del "processo". Nulla osta che arriva pochi giorni prima del sesto anniversario.
Il 15 settembre 1999 si insedia il Tribunale ecclesiastico. I componenti del Tribunale sono: don Giorgio Scimeca (delegato arcivescovile), mons. Domenico Mogavero (postulatore), don Vincenzo Talluto (promotore di giustizia), Agostina Ajello (notaio).
I componenti della Commissione diocesana per l'istruttoria preliminare sono: mons. Salvatore Di Cristina, don Francesco Michele Stabile, mons. Francesco Pizzo, don Francesco Conigliaro, don Mario Golesano, mons. Carmelo Cuttitta, don Giorgio Scimeca, Agostina Ajello e Francesco Deliziosi.
Le commemorazioni in Cattedrale sono state proseguite dall’attuale arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, che ad ogni 15 settembre e anche in altre svariate occasioni ha voluto ricordare don Puglisi con affetto e ammirazione additandolo come “esempio per ogni presbitero di impegno evangelizzatore nella società“.
Ha collaborato alla stesura della Positio, inviata in Vaticano nel 2001 con l’incartamento della causa, don Mario Torcivia, che così scrive in uno suo recente studio:
“Don Pino non è stato ucciso solo per l’amore per Cristo, la testimonianza presbiterale resa nella parrocchia di Brancaccio, lo stretto legame instaurato tra evangelizzazione e promozione umana, l’affermazione della radicalità dei valori evangelici e della coerenza tra annuncio evangelico e testimonianza di vita, la donazione totale della vita per il Signore e i fratelli, l’impegno di educatore delle coscienze, specie quelle delle giovani generazioni, la franchezza nel dire la verità, l’attività di promozione sociale, la “provocazione” allo stile malavitoso del quartiere Brancaccio, il deciso impegno per la dignità e la promozione dell’uomo, ma è stato ucciso dall’organizzazione criminale mafiosa “in odium fidei” anche per due motivi alti:
Primo perché, uccidendo don Puglisi, la mafia ha voluto colpire l’intera Chiesa italiana.
Secondo, motivo più profondo, perché la mafia in quanto forma di ateismo pratico, nonostante la parvenza religiosa, è e si mostra avversa alla fede cristiana."
Ho assistito alla presentazione del libro di Don Torcivia sull'argomento: in pratica, il processo di beatificazione è ancora fermo perchè Don Puglisi non è stato ammazzato da gente pagana (così si configurerebbe il c.d. "odium fidei"), ma da gente sì mafiosa, ma regolarmente in seno alla Chiesa ( battezzata, cresimata, ecc.) Alla mia diretta domanda su quanto contasse la famosa scomunica fatta da Giovanni Paolo II nella valle dei templi ("Convertitevi"), mi ha risposto che purtroppo si tratta di una questione tecnica molto delicata e sottile, perchè la scomunica riguarda sempre gente che è dentro, e non fuori dal cattolicesimo.
Luchi78, Daidae
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