Non una delle puntate più memorabili, nella lunga serie, ma nemmeno qualcosa d’invedibile. Al di là dell’inusitatezza apparente data dalle persone con cui si relaziona il tenente per risolvere un caso d’omicidio avvenuto nella sede dell’ambasciata suariana (arabi vestiti con caffetani et similia), il plot scritto da Lou Shaw partendo da un soggetto di James Menzies si può definire piuttosto standard. Subentra l’ostacolo inedito dell’immunità diplomatica, dal momento che il colpevole è il Primo Segretario (Hector Elizondo) della delegazione suariana a Los Angeles, ma tutto sommato non cambia poi molto rispetto a quando Colombo si trova a dover incastrare alti papaveri protetti da conoscenze...Leggi tutto molto influenti. Ted Post, già regista di un paio di film con Eastwood tra i quali il sopravvalutato UNA 44 MAGNUM PER L’ISPETTORE CALLAGHAN, dimostra di trovarsi abbastanza a suo agio tra i gangli di una sceneggiatura ben scritta ma denota una staticità nel ritmo che finisce per annoiare lo spettatore occasionale, addivenendo poi ad un finale semplicistico che non convince e in cui le prove schiaccianti latitano. Ad ogni modo le indagini rivelano un gran numero di indizi e la puntata, grazie a questo, recupera in interesse. Ci sono un paio di gag deboli (Colombo calpesta, strappandola, la veste di Elizondo e rischia più volte di far cadere in trerra oggetti preziosi), pochissimo spazio per intermezzi privati (d’altronde la durata è di solo 1h10’) e un Elizondo viscido quanto placido e perfetto nella parte. Sottofondo musicale arabeggiante.
Colombo arriva in ritardo alla riunione, disturba e strappa la veste pestandogliela al diplomatico arabo. Nella confusione, dopo l’omicidio, è l’unico a seguire gli indizi. L’episodio, purtroppo, proprio non decolla. E’ piuttosto lento, non tutto incentrato sull’indagine; e nonostante il tenente dissemini qua e là qualche perla (il paragone di un gioiello inestimabile con un suo soprammobile, la raffica di domande, il cartello in mano) si tende quasi a sbadigliare. Poco pepe nei faccia a faccia (l'assassino è mono espressivo, quasi una statua). Vedibile e nulla più.
Una sceneggiatura di ferro, molto ben calibrata e ricca di interessanti indizi raccolti. Curioso che questi ultimi portino a un finale insolito, che però testimonia di una effettiva difficoltà nell'agire all'interno di un "campo minato" come quello diplomatico. Ambientazione inusuale per un Peter Falk molto convincente e spesso divertente come si conviene (quando assaggia le escargot convinto che si tratti di manzo, ad esempio) pur senza esagerare. Ted Post dirige ottimamente un episodio ingiustamente poco considerato.
Deliziosa e sottovalutata "puntatina". Qui il plot poliziesco di detection lascia quasi totalmente spazio al confronto/scontro tra due culture (araba e americana) e al contempo allo scontro interno nella comunità stessa araba, con un re progressista e un funzionario legato ai valori tradizionali (cui tuttavia farà a meno nel momento dell'arresto...). Anzi, si può dire che qui Colombo gioca volutamente a carte scoperte (ci fa capire che lui comunque sa già da subito chi è il colpevole) per renderci noto il meccanismo di finzione dello spettacolo.
MEMORABILE: L'entrata di Colombo alla riunione; il suo ficcanasare tra gli oggetti arabi; il party con l'abito da cameriere; la sountrack adeguata al tema.
Ottimo episodio: il duello tra Helizondo e Colombo è molto interessante, dal momento che l'assassino fino all'ultimo minuto (grazie alla sua immunità diplomatica) sembra davvero intoccabile. Tema musicale arabbegiante di Bernardo Segall, buon cast di carrateristi.
Colombo simpaticissimo nel suo impaccio vero e/o presunto di fronte alle usanze arabe, ma l'episodio non è da considerare fra i migliori. Colpa di una trama un po' troppo arzigogolata (gli omicidi sono due) e soprattutto di un antagonista piuttosto antipatico ma poco espressivo, per cui hanno meno gusto i classici scambi di battute con il tenente. Anche il sistema con cui viene indotto a confessare è scontato, forse era l'unico sistema data l'immunità diplomatica, però sa di finale moscio.
La puntata parte bene: un arrogante e ammaliante ambasciatore arabo (Hector Elizondo) si macchia di un infame duplice omicidio, dunque le indagini del nostro tenente che però sono mal gestite dalla regia che appesantisce la messa in scena con lunghe divagazioni arzigogolate e prive di mordente che appesantiscono l'episodio (soprattutto nella parte centrale). Finale a sorpresa che spiazza e, nel contempo, rende felice lo spettatore nel veder incastrare un assassino questa volta davvero spocchioso.
Episodio sottostimato a causa di un'ambientazione poco attraente e di un duplice omicidio poco incline, come movente, alla cultura occidentale. Ma in sé il film è ottimo, ben diretto e sceneggiato, con un Colombo meno caratterizzato come personaggio ma intraprendente, acuto e piacevolmente pratico. Gli indizi raccolti sono tanti e ben articolati tra loro come un puzzle che pian piano il tenente snoda. Furba e riuscita la trappola finale di Colombo, con una ammissione del colpevole forse affrettata. Bene il ruolo dell'omicida.
Un episodio bello quanto sottovalutato. Hector Elizondo si dimostra un ottimo assassino addirittura pluriomicida; il piano delittuoso e l'alibi sono ricercati ma decisamente imperfetti e l'indagine risulta ricca di indizi e abbastanza interessante. La regia di Ted Post è buona ma la storia un po' surreale (Colombo con il re...), in più non si ravvisano molte gag (a parte quelle del cartello e della vestaglia strappata). Colombo è in forma, la prova finale è invece piuttosto inverosimile.
MEMORABILE: Colombo che entra alla riunione combinando un disastro.
Uno tra gli episodi meno riusciti delle prime stagioni di Colombo, complice uno sviluppo della vicenda poco dinamico e un assassino (Elizondo) poco espressivo e scarsamente propenso agli storici scontri Tenente/assassino. Colombo è in forma, ma ciò che lo circonda (gli arabi, l'immunità diplomatica ecc) non gli permettono di svolgere le indagini in maniera consueta. Il finale è comunque soddisfacente. Non male, dopotutto.
Puntata non particolarmente fresca. La sceneggiatura è solida, con indizi interessanti e ben spesi, ma la regia molto statica dà una sensazione di lentezza che annoia un po'. Non aiutano poi i costumi: ricordano un simil-peplum che, contrariamente alla consueta cura nei dettagli, stona molto; così come la colonna sonora arabeggiante. Deboli anche gli intermezzi (pochi) umoristici. Peccato poi aver relegato Sal Mineo (in uno degli ultimi lavori, prima della tragica morte) a un ruolo secondario e poco approfondito psicologicamente. Finale debole.
MEMORABILE: Colombo al ricevimento ufficiale del Re, con l'abito da cameriere del cognato...
Di nuovo un Colombo elegante per una puntata decisamente atipica, in cui se la vede con l'ambasciata suariana e i suoi ufficiali, creando anche un caso diplomatico, quasi un Bond declinato alla Colombo. Pagano dazio i consueti duetti e la puntata attraversa anche alcuni momenti di stanca, per giungere a un finale con trappola che pare un pelino tirato. Forse, però, il suo punto debole è proprio l'antagonista, fastidioso sì ma non molto ben abbinato al nostro tenente.
Episodio non eccelso ma del tutto scorrevole, soprattutto grazie alle imbranataggini seriali dell'amato tenente, che rischia di mandare in frantumi vasi antichissimi e spilluzzica inavvertitamente pietanze destinate al re. Il villain, interpretato da Hector Elizondo a un passo dalla prova da protagonista in Diary of the dead, è adeguatamente freddo, ma non così carismatico e il trucchetto architettato da Colombo per incastrarlo, sebbene non sia campato per aria, appare un po' troppo comodo e lontano dalle sorprendenti astuzie cui il pubblico è abituato. Dirige il noto Ted Post.
MEMORABILE: Colombo calpesta l'abito dell'assassino; L'auto che sfonda il cancello; Le lenti a contatto traditrici; L'incontro col re; La firma della confessione.
Puntata sottostimata ma abbastanza insolita, perché Colombo indaga all'interno dell'ambasciata di un paese arabo (immancabili le musiche a tema), con tutte le limitazioni del caso. L'intreccio, se rapportato alla durata breve, è piuttosto complesso (i delitti sono due), e il tenente raccoglie molti indizi interessanti, smascherando il colpevole con uno stratagemma magari discutibile, ma che in fondo era l'unico modo per superare l'immunità diplomatica, e che comunque diverte parecchio. Bravo un Elizondo viscido ma compassato, sprecato Mineo in una delle sue ultime apparizioni.
In una legazione araba, il segretario, fanatico integralista, uccide una guardia, sospettata di sovvertire le tradizioni patrie. Si avvale di un complice, che elimina a sua volta. E’ una caso complesso per Colombo, nel quale sono importantissimi tutti i dettagli: posizione dei soggetti, tempi, azioni... Tuttavia, grazie al suo acume e alla sua tenacia, il tenente incastrerà come sempre il colpevole.
MEMORABILE: Colombo che calpesta più volte, strappandola, la lunga veste dell’arabo.
Episodio ben scritto, con una buona regia alle spalle (movimenti di macchina eleganti e mai indaventi rendono poco invasivi i limiti del mezzo televisivo), una notevole cura per i dettagli e un paio di momenti (il secondo delitto, le "carte in tavola" al commissariato) che rilanciano una narrazione altrimenti sin troppo lineare. Falk perfetto nei suoi momenti di finta ingenuità, mentre l'antagonista, pur non memorabile, risulta odioso quanto basta. Finale riuscito, con una resa dei conti decisamente non convenzionale.
Primo segretario arabo fa fuori l'avversario politico con l'aiuto di un complice simulando una rapina finita male. Non memorabile ma spassoso episodio (vedere le espressioni facciali di Salah ogni volta che si imbatte in Colombo per credere), con un assassino che si reputa fino, ma commette una serie di grossolani errori (tanto che, caso rarissimo all'interno della serie, il Nostro dichiara apertamente il nome del colpevole a mezz'ora dalla fine). Ha anche vari momenti umoristici inseriti come riempitivo di una sceneggiatura a tratti lacunosa e sin troppo lineare. Non male, comunque.
MEMORABILE: Gli occhiali; In cucina; Gli incontri casuali sempre con lo stesso manifestante; Il tenente buttato a terra come un barbone.
La cosa che salta più all'occhio è la strana ambientazione arabeggiante che vede come protagonista una delegazione suariana negli Stati Uniti. Tra gli episodi di Colombo questo è uno dei più deboli, sia per quanto concerne la sceneggiatura, sia per quanto riguarda la messa in scena che gioca sull'esotismo e su qualche intermezzo che vede il buon Tenente più impacciato che mai alle prese con alti funzionari e con oggetti dal valore inestimabile sempre a rischio di caduta. Il duplice omicidio e le prove annesse passano quasi in secondo piano. Episodio fiacco ma sempre sufficiente.
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Dunque se ben ricordo la centrale di polizia si vede in moltissimi altri episodi, cito Un amico da salvare (l'omicida è il commisario capo, quindi !), l'episodio con ray milland, l'illusionista, candidato per il crimine e molti altri.
Idem la serie moderna, cito : Qualcuno ha ingannato il tenente colombo.
Per "episodio con Ray Milland" intendevi Una Trappola di Colombo..? Vero?!
L'ho guardato per caso e, secondo me, la scena è ambientata in un obitorio: a parte un poliziotto in divisa, si vedono degli 'uomini in camice'!
Nella precedente risposta, Io avevo inteso quello con lui con il parrucchino (Il Terzo Proiettile). L'ho riguardato a 'velocità avanzata' e, difatti, l'unica similitudine che ha con "quello dell'illusionista" è il Sergente Wilson: in questo si vedono i cassettoni del comando di polizia mentre Colombo li fa il gioco "scegli un numero".
P.S.: In Candidato per il Crimine si vedono sì il palazzo e i corridoi..però, in TV! ;)
Siska, una curiosità. Scrivi "sceneggiatura a tratti lacunosa e sin troppo lineare". Se da un lato è troppo lineare, in che senso è anche lacunosa? Grazie in anticipo.
Siska, una curiosità. Scrivi "sceneggiatura a tratti lacunosa e sin troppo lineare". Se da un lato è troppo lineare, in che senso è anche lacunosa? Grazie in anticipo.
Intendevo dire che questo episodio non riserva particolari enigmi al pari di altri della serie, e proprio per questo si tira avanti grazie ai siparietti comici del tenente perché ben poco c'è da raccontare. Probabilmente, mi sono espressa male, mi spiace.