Shining - Miniserie TV (1997)

V
Shining (miniserie tv)
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MMJ Davinotti jr
Durata: 3 episodi
Titolo originale: Stephen King's Shining
Anno: 1997
Genere: fiction (colore)
Note: Aka "The Shining".

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Undying 11/07/07 21:01 - 3807 commenti

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Fotocopia sbiadita di un capolavoro, destinata al pubblico televisivo: i suoi limiti sono tutti dovuti alla divergenza di un cast poco fedele ai talenti del predecessore. Lungo oltre il sostenibile (oltre 4 ore e mezzo, ripartite su 4 episodi) non riesce comunque a condensare, come fece in maniera esemplare Kubrick, il succo del romanzo vergato dalla mano del prolisso scrittore del Maine. Si distingue solo la De Mornay. La cosa curiosa è che lo stesso King ha sancito definitivamente un legame con Garris, criticando più volte la regia di Kubrick.

Hackett 7/04/08 20:47 - 1867 commenti

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Con questo maxi film Garris cerca di ricreare al cinema la vera storia scritta da King, stravolta da Kubrick nel suo bellissimo lungometraggio. Lo stesso King aveva espresso malumore per la mancanza di attinenza del precedente film con il suo romanzo e la lezione sembrava essere stata capita dal buon Garris. Dico "sembrava" perché dopo tre quarti di film praticamente uguale al libro (e non disprezzabile), il regista rovina tutto il lavoro fatto. Le scene conclusive, buoniste e posticce, non c'entrano con il libro né con il buon gusto.

Galbo 20/07/08 20:17 - 12392 commenti

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Benchè Stephen King abbia in parte disconosciuto il film di Kubrick tratto dal suo celebre lavoro letterario e curato personalmente questa trasposizione televisiva, bisogna ammettere che ci si trova di fronte ad un lavoro alquanto mediocre di chiaro ed evidente stampo televisivo e in cui il paragone con la versione cinematografica è impietoso in modo particolare per la prolissità eccessiva del racconto e per lo scarso spessore degli interpreti (il protagonita in particolare).

Herrkinski 17/07/08 23:04 - 8112 commenti

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Trasposizione dal libro di King curata dallo stesso scrittore, presentata originariamente in 4 episodi. Visto tutto d'un fiato il film è pesante (seppur più aderente al romanzo originale) e gli interpreti non possiedono minimamente lo spessore recitativo di quelli del film di Kubrick; in particolare Weber ha un volto molto anonimo e non comunica l'inquietudine dovuta. Il finale viene reso più simile a quello del libro, rispetto allo stravolgimento kubrickiano, ma non basta a risollevare un film non disdicevole ma dall'impianto televisivo.

Ciavazzaro 8/12/08 11:07 - 4770 commenti

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Brutto oltremodo. Se non fosse per la Mornay sarebbe inguardabile. Del romanzo originale di King rimane poco e niente, la miniserie è eccessivamente lunga e tediosa, le interpretazioni sono abbastanze penose (Weber è davvero improponibile). C'è Pat Hingle, ma il risultato è patetico. Anche gli interni dell'Overlook hotel non sono ben fatti.

Smoker85 27/07/10 23:32 - 487 commenti

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Fare un remake su un film di Kubrick è già un'impresa che nasce disperata. C'è da dire però che questa miniserie non è da buttare. Certo non può essere all'altezza del film con Jack Nicholson; non solo per demeriti intrinseci (il cast kubrickiano era ovviamente pregno di una qualità che non si può pretendere dalla De Mornay e da Weber) ma soprattutto perché c'è una maggiore fedeltà al libro, che per me è un difetto. Miniserie gradevole.

Mdmaster 13/09/10 19:20 - 802 commenti

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Mi sfugge il motivo per cui sia così facile la comparazione tra la miniserie diretta da Garris e curata da King con il film di Kubrick. Sono palesemente due cose nate con intenti diversi e, per quanto originati dalla stessa fonte, andrebbero trattate in modo separato. Qui King resta fedelissimo al libro, ai suoi dialoghi, ai suoi personaggi. Non è aiutato dal cast, né tantomeno dal soporifero doppiaggio italiano, ma il lavoro è di discreta fattura. Almeno la computer grafica poteva lasciarla a casa. Bravo Steven Weber, da uccidere il bimbo.
MEMORABILE: La de Mornay che guarda un inquietante vecchio film in televisione.

Von Leppe 29/11/11 19:03 - 1262 commenti

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Serie televisiva tratta dal romanzo di King, che parte bene ma nel finale perde colpi, allungando il brodo del sentimentalismo. C'è una bella atmosfera nell'hotel tra i monti, molto più americana rispetto al precedente film di Kubrick (che non si può fare a meno di citare e confrontare). Gli attori non sono male (escluso il bambino, che purtroppo non è il massimo) e devo dire che qui Jack Torrance sembra sin dall'inizio più pazzo di Nicholson (senza fare paragoni), mostrando i suoi trascorsi da alcolista e con una faccia da brav'uomo.
MEMORABILE: I volti putrefatti e Torrance che picchia Wendy con la mazza.

Buiomega71 1/02/13 01:00 - 2910 commenti

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Lo spettro del capolavoro kubrickiano incombe, ma Garris fa un ottimo lavoro. Prima parte che vira decisamente al drammatico, tra problemi familiari e l'incubo dell'alcolismo, molto lenta e dialogata ma comunque interessante. La seconda sfocia nell'horror, tra putridi fantasmi, grottesche feste ectoplasmatiche e Torrence/Weber che prende a mazzate Wendy (qui molto più crudo e feroce del capostipite di Kubrick). Eccetto le ridicole siepi a forma di animali e il pre-finale buonista, la miniserie garrisiana regala momenti mozzafiato e qualche sano brivido.
MEMORABILE: La colorata e grottesca festa dei fantasmi, con Stephen King direttore d'orchestra; Il ghigno malefico di Jack, stile Sonny Montelli in Amityville possession.

Werebadger 12/02/15 15:24 - 270 commenti

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Il contrario del film di Kubrick: se da una parte si ha una maggiore fedeltà alle vicende del libro, va detto che il pur bravo Garris non ha un decimo della professionalità di Kubrick e le interpretazioni non sono certo all'altezza di Nicholson, Duvall ecc. Ne risulta un prodotto discreto, non privo di bei momenti ma nulla più. Weber non è Nicholson, ma se la cava più che bene. Doppiaggio italiano discreto.
MEMORABILE: Jack rompe il braccio al piccolo Danny gridando: "Ti sistemo io piccola canaglia!"

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Pesten 25/06/17 11:07 - 790 commenti

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King ha sempre criticato il lavoro di Kubrick dando invece pieno appoggio a questa versione televisiva del suo libro. Già questo faceva presagire un risultato di basso livello, dato che reputo intoccabile il film di Stanley. Film/miniserie lunga e tediosa, con una recitazione spesso approssimativa e poco credibile, che per forza di cose viene sempre messa a confronto con il suo famoso predecessore. Curioso da vedere una volta per cercare differenze e cose simili, ma niente di più.

Rambo90 29/03/19 03:04 - 7697 commenti

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I fan di King gradiranno questa versione fedele e completa del romanzo. Si arriva al culmine spiegando bene i vari passaggi e la figura di Torrance non appare solo come quella di un alcolizzato pazzoide. I fantasmi fanno il loro come è giusto che sia e la confezione televisiva non limita la tensione e la paura, verso la fine davvero palpabili. Weber non è Nicholson ma se la cava molto bene, mentre sono preferibili la De Mornay e Van Peebles ai loro corrispettivi cinematografici. Notevole.

Taxius 13/01/20 16:43 - 1656 commenti

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Non male questa miniserie tv che purtroppo sconta un ingiusto confronto col capolavoro di Kubrick, con cui in realtà non ha nulla ha che spartire. La storia segue molto fedelmente il libro di King, di conseguenza è molto diversa dalla sua controparte cinematografica. I ritmi sono dilatati, a tratti anche troppo, ma soprattutto nella seconda parte ci si diverte grazie alla presenza di qualche bella scena horror. Orribili gli ultimi cinque minuti (il diploma), ma nonostante questo è un prodotto televisivo più che dignitoso.
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  • Discussione Rebis • 5/02/13 23:39
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    @Schramm: mi hai fatto venire una voglia di rimettere mani e occhi sui libri ormai comprati e sconsolatamente abbandonati sullo scaffale che non ti so dire :)

    @Zender: non so, non credo che ogni scrittore desideri un adattamento cinematografico a misura delle proprie opere. Significherebbe quantomeno considerare il cinema sullo stesso livello della letteratura, se non addirittura superiore. Ma non sono una un surrogato dell'altra, sono proprio due cose diverse. Penso che un grande scrittore si possa sentire risolto e appagato dai suoi libri e dal successo che hanno ottenuto senza bisogno di goffe emulazioni con la settima arte. Non mi sembra che i registi desiderino una versione romanzesca dei loro film... Lasciare ad altri la libertà di adattare un proprio libro equivale a lasciare ad ogni lettore la libertà di immaginarsi personaggi, paesaggi, eventi come gli aggrada. Mi sembra un'ingerenza, un'invasione di campo, un'incapacità di lasciare libere le sue opere... Poi, certo, da lettore affezionato lo capisco eccome, ma, come dire, sarei più "orgoglioso" di lui se avesse lasciato perdere la questione...
    Ultima modifica: 5/02/13 23:43 da Rebis
  • Discussione Zender • 6/02/13 08:52
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    @Zender: non so, non credo che ogni scrittore desideri un adattamento cinematografico a misura delle proprie opere. Significherebbe quantomeno considerare il cinema sullo stesso livello della letteratura, se non addirittura superiore. Ma non sono una un surrogato dell'altra, sono proprio due cose diverse. Penso che un grande scrittore si possa sentire risolto e appagato dai suoi libri e dal successo che hanno ottenuto senza bisogno di goffe emulazioni con la settima arte. Non mi sembra che i registi desiderino una versione romanzesca dei loro film... Lasciare ad altri la libertà di adattare un proprio libro equivale a lasciare ad ogni lettore la libertà di immaginarsi personaggi, paesaggi, eventi come gli aggrada. Mi sembra un'ingerenza, un'invasione di campo, un'incapacità di lasciare libere le sue opere... Poi, certo, da lettore affezionato lo capisco eccome, ma, come dire, sarei più "orgoglioso" di lui se avesse lasciato perdere la questione...
    Non ho detto che ogni scrittore lo desideri, ci mancherebbe, sicuramente c'è chi si sentirà realizzato anche senza, naturalmente, nazi per la stragrande maggioranza di scrittori è certamente così. Sono due campi diversi, certo, ma il cinema aggiunge l'immagine a una cosa che non ce l'ha, e quindi è un passo molto oltre rispetto al romanzo, mentre il romanzo è un "passo indietro" rispetto al cinema (non in termini artistici, sia chiaro), perché toglie l'immagine che, se il romanzo viene da un film, preesisteva. Per cui è chiaro che a un regista non interesserà mai o quasi una versione in romanzo del suo film, e la stessa ha infinitamente meno valore rispetto al percorso inverso, in termini artistici e commerciali (pochissimi i libri da ricordare tratti da film di successo, infiniti i film da ricordare tratti da romanzi di successo).

    King, ripeto, è autore particolare, molto "visuale" (gliel'han sempre riconosciuto tutti), quindi io penso che lui "veda" le scene prima di scriverle, e quindi se le vede fatte da un altro capisco che possa provare una strana sensazione, di "intromissione" nel suo mondo. Non che lui necessariamente non apprezzi i film tratti dai suoi libri (Shining e Carrie, per dire, li cataloga tra i migliori cento horror di sempre), ma prova legittimamente il desiderio di riportarli alla loro versione più "reale". Anche perché parliamo di bestseller che han venduto milioni di copie, e che in moltissimi hanno già conosciuto prima come romanzi e che quindi è convinto potrebbero essere apprezzati di nuovo se trasposti più fedelmente.
  • Discussione Rebis • 6/02/13 09:27
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Ripeto: comprendo questo impulso da parte di King, ma non lo condivido, soprattutto nei risultati e nell'ostinazione. Un discorso è provarci (e lo aveva già fatto con Brivido: ci siamo divertiti, va bene, ma nessuno ha urlato "bis!") un altro insistere con metodo impiegatizio, quando poi i risultati sono assai discutibili. Non sono d'accordo invece sul fatto che "il cinema aggiunge l'immagine a una cosa che non ce l'ha, e quindi è un passo molto oltre rispetto al romanzo" : i romanzi non hanno immagini oggettive, certo, ma - in particolare, come dici, quelli di King - generano immagini soggettive potenti con le quali bisogna fare i conti, e quando l'autore del libro si cimenta con la trasposizione cinematografica compie, secondo me, un atto di prepotenza verso il lettore. Quante volte un adattamento cinematografico non ci è piaciuto perché "non è così che l'avevamo immaginato"? Qui è come se lo scrittore dicesse: nella mia testa l'ho immaginato così e siccome io sono l'autore del libro è questo quello dovrebbe essere se il romanzo fosse immagine e non parola scritta. Ma per me la bellezza della letteratura sta proprio nella capacità di evocare, dischiudere mondi interiori che vanno rispettati. Per questo dico meglio le riletture, le reinterpretazioni d'autore, perché sono a loro volta nuovi mondi che non chiedono necessariamente un confronto con la pagina scritta, non agiscono in base al rigore filologico o alla fedeltà narrativa. Il passaggio da una forma all'altra è eventuale non necessario, non so se mi spiego, mentre per King - a un certo punto della sua carriera - è diventato come un passaggio conseguente, un voler avere l'ultima parola in merito.
  • Discussione Zender • 6/02/13 09:57
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Mi spiego meglio: i romanzi di King generano immagini soggettive, certo, come tutti i romanzi, tuttavia sono spesso talmente ben descritte che sfiorano l'oggettività. E quello che lui ha fatto nella maggior parte dei casi è trasformare in miniserie romanzi che lui riteneva in un'ora e mezzo o giù di lì non potessero essere adeguatamente spiegati.

    Direi che centri bene il punto dicendo: "Quante volte un adattamento cinematografico non ci è piaciuto perché "non è così che l'avevamo immaginato"?.
    Ecco, quello che lui dice è: io posso aiutarvi a ritrovare molto di più quello che avete immaginato perché so quello che ho scritto e so cos'avevo in testa molto meglio di chiunque abbia preso in mano il soggetto. Di conseguenza è molto probabile che quanto da voi immaginato si avvicini molto di più ai "miei" film che non a quelli girati da altri a partire da miei romanzi.

    Per questo io condivido direi in gran parte quello che dici (compreso il discorso sulla bellezza della letteratura, ma allora qualsiasi film "distrugge" ciò che il lettore ha evocato nella sua testa, che sia o meno di King) ma trovo i rifacimenti kinghiani spesso una divertente appendice ai film "ufficiali", come a dire: d'accordo, il film era così, ma io ora vi do la chiave "corretta" e vi spiego cosa ho scritto. A voi scegliere quale delle due è meglio.

    In definitiva non lo trovo un voler avere per forza l'ultima parola ma l'attuazione di un desiderio che sicuramente avrebbero molti degli scrittori che amano visceralmente il cinema come lui (perché questo non va dimenticato, lui il cinema horror lo conosce indubbiamente molto bene, il legame ra immagine e parola per lui è fortissimo). E siccome la cosa almeno commercialmente gli riesce, perché non continuare a farlo?
  • Discussione Rebis • 6/02/13 12:46
    Compilatore d’emergenza - 4420 interventi
    Guarda Zender, non so il mio, ma il tuo di punto di vista mi sembra limpido e cristallino :) così come la logica che ti porta, diciamo, ad assolvere il King regista. Per carità, King può continuare a fare adattamenti dei suoi romanzi ad libitum, chi gli lo impedisce? Ma per me il suo - come lo definisci tu - "aiuto" rimane non richiesto, superfluo e persino nocivo, perché se le immagine soggettive che il libro mi ha generato sono potenti e sanguigne, quelle oggettive del telefilm sono piatte, anemiche e a stento illustrative. Perdonami, ma dovendo fare una scelta tra le due non ho dubbi. Allo stesso modo, la sua miniserie sarà anche autorevole e fedele al racconto e l'adattamento di Kubrick "scorretto", ma la prima è evanescente a pochi giorni dalla visione, il secondo ti rimane incastonato nel cervello per tutta la vita :)

    Da parte mia continuerò a leggere i suoi romanzi e non guardare i suoi adattamenti per il piccolo schermo, spero che la cosa non dispiaccia a nessuno ;)
  • Discussione Zender • 6/02/13 15:12
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Rebis ebbe a dire:
    Da parte mia continuerò a leggere i suoi romanzi e non guardare i suoi adattamenti per il piccolo schermo, spero che la cosa non dispiaccia a nessuno ;)
    Ah ah, a me no di certo. Né mi sognerei mai di dire che non sia giusto preferire una cosa all'altra; tutto il mio intervento era teso alla semplice solidarietà nei confronti di un autore che ha il legittimo desiderio di vedere trasposti su pellicola i suoi "sogni" e che - personalmente - non credo lo faccia per avere l'ultima parola ma solo per poter consegnare alla storia cinematografica (o televisiva che sia) quella che è la sua visione dei propri "sogni". Insomma, una cosa che son convinto molti scrittori con uno spiccato amore per il cinema come lui vorrebbero fare.

    Che uno poi li trovi orrendi è un altro discorso e in buona parte mi trovo anche d'accordo.
  • Discussione Raremirko • 6/02/13 21:50
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    Bellissimi questi discorsi; aggiungo solo che L'acchiappasogni lo trovai buono (sia libro che film) come dice anche, incredibilmente, King stesso negli extra del dvd ("L'acchiappasogni è bello").
  • Discussione Zender • 7/02/13 08:06
    Capo scrivano - 47786 interventi
    Raremirko ebbe a dire:
    Bellissimi questi discorsi; aggiungo solo che L'acchiappasogni lo trovai buono (sia libro che film) come dice anche, incredibilmente, King stesso negli extra del dvd ("L'acchiappasogni è bello").
    Ecco, a me non piacque. Confermo il fatto che il gusto di King è in realtà molto differente dal mio.
  • Discussione Buiomega71 • 23/09/21 05:30
    Consigliere - 25998 interventi
    È mancato Melvin Van Peebles
  • Discussione Caesars • 23/09/21 09:16
    Scrivano - 16811 interventi
    Buiomega71 ebbe a dire:
    È mancato Melvin Van Peebles
    Spiace molto. Lo ricorderò sempre come regista de L'uomo caffelatte