Collateral beauty - Film (2016)

Collateral beauty
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Ormai la moda di Hollywood impone che nelle opere più ambiziose lo spettatore, terminato il film, rimanga lì a interrogare se stesso e chi ha vicino sulla corretta interpretazione da dare a quanto appena visto. Per farlo gli autori devono ovviamente ingegnarsi nel costruire una storia che lasci più spazio possibile alla soggettività, che non chiuda mai definitivamente la porta alle diverse teorie sostenibili. COLLATERAL BEAUTY rientra a pieno titolo nell'ambito, fors'anche per farci dimenticare quanto poco pregnante sia il film se deprivato del simpatico quiz al quale si rischia di far caso solo grazie all'ultima scena, in cui la suggestione si esplicita definitivamente. La storia prende l'avvio...Leggi tutto dalla crisi che travolge Howard (Smith) dopo la morte della figlia: da fondatore e capo carismatico di una grande azienda pubblicitaria di successo si riduce a larva umana con conseguente tracollo dell'azienda stessa, ormai sul punto di farsi acquistare da terzi. Almeno questa è l'idea di tre manager importanti che vi lavorano (Winslet, Norton, Peña), che capiscono come senza l'apporto del boss i clienti fuggano. Howard però è contrario alla vendita e i tre si decidono a farlo pedinare per capirlo meglio e cercare di sbloccare in qualche modo la situazione. Dopo aver scoperto che questi ha scritto tre lettere indirizzate alla Morte, al Tempo e all'Amore, i manager contattano tre attori (rispettivamente Mirren, Latimore, Knightley) per far loro impersonare i tre "concetti astratti" e ridare al boss, attraverso una sorta di sedute psicanalitiche “on the road”, un minimo di reattività. L'idea pare funzionare e nel frattempo Howard comincia a frequentare una donna (Harris) incontrata a una riunione di genitori che hanno perso i figli. Il film prosegue quindi su un doppio binario che tiene al centro Will Smith, cardine attorno al quale ruota ogni vicenda. Nessuna di esse tuttavia riesce a convincere: da una parte l'interazione tra manager e attori ingaggiati si perde in evanescenti lungaggini fondate su dialoghi velleitari e divagazioni superflue, dall'altra la relazione tra Howard e la donna che si trova nelle sue stesse condizioni vive di scambi altrettanto banali costruiti su concetti che si vorrebbero profondi ma che, specie se affrontati con piglio quasi da soap opera, sembrano solo patetici spunti da lacrima-movie (con i due perennemente sull'orlo del pianto e comunque immalinconiti). Eppure è in quest'ultimo segmento che nasce il colpo di scena più sorprendente e azzeccato, che riesce quasi a rivalutare quanto visto fin lì. Al contrario quello legato all'altra vicenda, quello cioè che dovrebbe animare i dibattiti post proiezione, risulta forzato, incongruente e artificioso. E' comunque soprattutto la regia di Frankel a fiaccare la narrazione, prigioniera di un clima quasi new age (valorizzato se non altro dalla bella colonna sonora) che non rende giustizia ai grandi nomi impiegati. Di interessante insomma c'è poco, di autentico ancor meno. Fortunatamente la bravura di Smith, il fascino della Knightley, la professionalità di Norton e della Mirren danno un minimo di consistenza all'insieme, che altrimenti rischierebbe di farsi ricordare soprattutto per i gran percorsi di domino costruiti con migliaia di tessere dal protagonista.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 5/01/17 DAL BENEMERITO RYO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 7/01/17
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Saintgifts 23/01/17 11:22 - 4098 commenti

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La bellezza collaterale che c'è, o che può sorgere, anche nelle situazioni più disgraziate, è (poteva essere) un tema molto stimolante, ma anche molto pericoloso, da sondare per farne un film. In questo caso tutti i pericoli non solo non sono stati evitati, ma l'impressione è che siano stati cercati e trovati naturalmente, a bella posta. Ne vien fuori un lavoro indecifrabile che non suscita nessuna emozione che non sia la noia assoluta. Il notevole cast ci conferma che nessuno può salvare il film in tempo, e con amore, dalla morte.
MEMORABILE: L'incipit, che tira fuori forzosamente le tre "parole-protagoniste" del film.

Rambo90 16/01/17 23:37 - 7659 commenti

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Più che un film sembra un insieme di frasi da bacio Perugina, tanto la sceneggiatura è puerile e banale nell'affrontare temi dolorosi e importanti come la morte e l'elaborazione del lutto. Quasi mai si resta coinvolti; colpa anche di una regia incolore e di una confezione in generale troppo patinata e "scintillante" per dare anche solo una parvenza di realismo. Smith si impegna a fondo (grazie a lui ogni tanto si resuscita dalla calma piatta), ma lo stesso non si può dire del blasonato cast di contorno. Evitare con cura.

Ryo 5/01/17 02:29 - 2169 commenti

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Un Will Smith spettacolare in un ruolo carico di dolore: basta solo il suo sguardo triste per avvertire un pugno nello stomaco. Originale la trama, che per certi versi ricorda un po' la redenzione di Scrooge nel canto di Natale dickensiano, ma qui non vi sono elementi di fantasia (o sì?). Un viaggio psicologico e alla ricerca della forza dell'accettazione, in tutte le varie forme. Un bellissimo film, commovente e decisamente motivazionale.
MEMORABILE: Le prime incursioni degli attori nella vita di Howard; Howard pronuncia il nome di sua figlia; L'egocentrismo di Brigitte (morte).

Markus 8/01/17 21:22 - 3680 commenti

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Tra melodramma, suggestione e qualche ambizione corroborata da un ambientazione asettica newyorchese, il film di Frankel non convince nonostante un grande parterre di attori a disposizione. Novantasei minuti di scene logorroiche alternate a facili lacrime, che appaiono sin da subito stucchevoli e fini a stesse. Un esercizio inutile, in cui certamente Will Smith ci mette del suo per la riuscita della pellicola ma che fallisce nel tentativo di salvarla dalla mediocrità. Alla fine del film resta l'amaro in bocca.

Zio bacco 15/01/17 14:43 - 240 commenti

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Il sentimentalismo Usa impera ancora, ma qui si rivela controproducente. Con un corposo budget Frankel allestisce un ottimo cast per una trama che naufraga senza sconti. I surreali binari proposti alla lunga non reggono e il dramma del protagonista si banalizza senza veri sussulti, mentre miglior risalto avrebbero meritato le parallele vicende dei tre amici-manager. La sceneggiatura crolla alla distanza e le lacrime fungono da banale riempitivo. Scarso: di moine e bimbi che insegnano ai genitori come essere tali se ne può fare realmente a meno.

Galbo 31/03/17 06:55 - 12372 commenti

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Frasi da baci di cioccolato? Forse. Spicciola filosofia new age? Probabile. Lacrima movie 2.0 ? Quasi certamente. Una possibile risposta filmica alla sempiterna domanda delle modalità di elaborazione del lutto in un film patinato, con alcuni difetti, che riesce però ad "agganciare" lo spettatore, non mollando la presa fino al pseudo colpo di scena finale. Cast di lusso ben utilizzato, con partecipazioni prestigiose anche un piccoli ruoli. Non male.

Ilpiccio75 21/04/19 18:23 - 11 commenti

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Una tragedia cambia per sempre la vita di un uomo e di sua moglie. Il registra propone i loro due modi opposti di affrontare il lutto: disfattista uno, operosa, se vogliamo, l'altra. Le due visioni collimano come un puzzle nel finale, intenso quanto imprevedibile. Film talmente ben congegnato che alla fine insinua un inquietante mistero sulla reale esistenza dei tre attori: perché li vede solo lui sul ponte? Siamo noi stessi, forse, la sola nostra medicina? Raro, infine, vedere colleghi di lavoro che si dimostrano amici. Fa pensare.

Urraghe 16/02/20 22:38 - 78 commenti

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Come si può aiutare un amico depresso che ha perso un figlio. Come si può elaborare un lutto. Che cosa diremmo all’amore, al tempo e alla morte. Trama impegnativa un po' lasca, ma se ci si lascia andare il film fa godere dell’incontro di otto personaggi/attori con dialoghi teatrali e continui primi piani per enfatizzare le espressioni di Kate Winslet, Michael Peña, Keira Knightley e Helen Mirren in buona forma. Dal regista di Io & Marley un film valido ricco di buoni sentimenti. Dopo la visione si sta meglio, e questo non sempre succede.
MEMORABILE: "Posso baciarti senza andare sul sessuale. Ho fatto anche sesso senza andare sul sessuale"; "Magari erano solo stronzate... stavo solo recitando".

Pinhead80 4/04/20 15:48 - 4715 commenti

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La vita di un uomo in carriera è sconvolta dalla morte della figlia di appena sei anni. I suoi amici e colleghi di lavoro ingaggeranno attori che dimostrino che lui non è più in grado di prendere decisioni. Amore, tempo e morte in questo film non sono solo parole ma diventano carne e ossa pronti a facilitare in qualche modo il processo di elaborazione del lutto. C'è un alone magico attorno a questo film che lo rende poetico e allo stesso tempo dannatamente drammatico. Fantasia e realtà si confondono in un finale emozionante.
MEMORABILE: Le rivelazioni finali.

Lou 17/04/20 17:26 - 1119 commenti

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Manca la misura in questo americanissimo film che prova a indagare in modo insolito il dolore di un top-manager per la perdita della figlia di sei anni: tono molto melodrammatico, teatralità eccessiva, forzature e banalizzazioni nel trattare di Amore, Tempo, Morte. Eppure si arriva fino in fondo, avendo modo di apprezzare la buona confezione e la prova del cast.

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Capannelle 18/04/20 00:09 - 4394 commenti

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Non è un'occasione sprecata perché è nato proprio male, oon interazioni strampalate e una sceneggiatura che punta in alto ma si sgretola regolarmente nonostante sia sempre lì a cercare il colpo ricattatorio, la frase ambiziosa, ma con scarso successo. Winslet, Pena e Norton relegati in ruoli infimi, Smith che affiora solo nel secondo tempo e la Knightley potabile. E' brutto assistere a tale spreco di attori ma anche vedere quanto facilmente i lacrima movie possano diventare delle parodie.

Katullo 12/11/21 12:44 - 325 commenti

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Anche se a Smith rimane ancora ben poco da dimostrare e il resto del ricco cast fa di tutto per equilibrare la sua bravura, c'è solo da chiedersi a chi sia diretta davvero la morale. Almeno di questi tempi, in cui i legami soffrono sia l'Amore che il Tempo, finendo col Morire su tappeti ben meno drammatici e strazianti. Il film dunque coglie nel segno del cinema, niente da ridire, anche quando sembra arenarsi e non lo fa. (Ben) Altra cosa è quel quiz con cui giustamente ci si interrogherebbe leggendo i titoli di coda: la risposta non può essere così esatta come si rischia di dare.
MEMORABILE: Howard che azzittisce prima il Tempo, sulla strada, e poi la Morte, nella metro. L' Amore no, quello pare destinato a fregarti in eterno.
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  • Discussione Raremirko • 14/02/17 22:30
    Call center Davinotti - 3862 interventi
    A me è discretamente piaciuto; certo, è formale ed ipersentimentale, ma si lascia vedere e qualche spunto riflessivo lo tira fuori.

    Finale semiaperto, discreto Smith (anche se il suo stile recitativo è a volte rufffiano), bel cast di contorno e l'opera finisce per risultare abbastanza sincera.

    Sottovalutato.
  • Discussione Capannelle • 18/04/20 00:25
    Scrivano - 3471 interventi
    Preso a pomodori (14% di gradimento), affossato dalla critica (23% su Metacritic) direi che il mio voto non farà eccezione.
    E devo trovare subito un film con E. Norton per non darlo perso, qui ha toccato il fondo.
  • Discussione Didda23 • 18/04/20 01:25
    Contatti col mondo - 5798 interventi
    Questo,credo.
    https://www.davinotti.com/film/motherless-brooklyn-i-segreti-di-una-citta/47443