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TITOLO INSERITO IL GIORNO 12/10/15 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 12/10/15 05:17 - 8052 commenti

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L'idea di base, con i protagonisti che entrano nello schermo del cinema e finiscono catapultati nel film che stanno guardando, si è già vista altre volte; ma il lavoro metacinematografico del talentuoso Schulson è qui sorprendente. Al tempo stesso omaggio e spoof degli slasher-movies d'inizio anni '80 (su tutti la serie di Venerdì 13), il film dosa sapientemente gli elementi tra commedia, horror e dramma; è girato benissimo, con un lavoro di mdp spettacolare, una fotografia colorata e vivida, ottimi SPFX e un cast efficace. Da vedere di corsa!
MEMORABILE: L'incidente; Lo struggente dialogo e l'addio con la madre/attrice sulle note di "Bette Davis Eyes"; Il finale.

Dusso 22/11/15 11:33 - 1565 commenti

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Un'idea abbastanza originale, anche se con diversi errori cronologici. A parte questo il film (dotato di un'ottima fotografia) è forse meno divertente di quello che ci si poteva aspettare e punta anche molto sulla commozione (il rapporto tra madre morta e figlia). Il finale arriva interrompendo la vicenda, che mi sarebbe invece piaciuto fosse andata avanti.

Pumpkh75 24/11/15 17:33 - 1736 commenti

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Forse gli manca quel pizzico di sangue in più e la maschera del novello Jason è invero bruttarella, ma per il resto è pregevole: parodizza il genere con intelligenza evitando scurrili scemenze, evidenzia una regia ispirata e inventiva (le scritte in rilievo ne sono esempio) e rivela l’ardire di offrire persino momenti di riflessione emozionale senza “sdolcinarci” alla nausea. Ha una sua cifra anche nell’abbondare con il metacinema e poi un horror che apre con Kim Carnes e chiude con le Bananarama merita il mio plauso incondizionato. Sorpresa.

Cotola 12/12/15 18:54 - 8998 commenti

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Simpatica comedy-horror che ricorda molto Scream non solo per l'aspetto metacineatografico ma anche per come analizza e cerca di destrutturare il genere. Di sicuro non siamo su livelli altissimi, ma il divertimento non manca così come pure le risate. Il miglior modo per goderselo è staccare il cervello e non pensare a nulla. Chi ama il genere, specie le pellicole anni Ottanta, potrà gradire anche di più.

Daniela 14/12/15 07:53 - 12606 commenti

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Per sfuggire alle fiamme che hanno invaso il cinema dove veniva proiettato uno slasher simil Venerdì 13, 5 ragazzi squarciano lo schermo e si ritrovano dentro il film, alle prese con un maniaco mascherato che potrà essere sconfitto solo da una vergine... Il filone destrutturante ipercitazionista alla Scream ogni tanto sforna piacevoli sorprese, ma qui si rimane a livello di buone intenzioni: le idee carine non mancano ma l'aver innestato la tematica del rapporto madre/figlia invece di donare un maggior spessore finisce per appesantire il racconto, rendendolo meno scorrevole.
MEMORABILE: Il flashback in bianco e nero; Il copri-tette rinforzato per la più zoccoletta della compagnia

Almicione 23/09/17 17:42 - 764 commenti

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L'espediente per entrare nella storia è futile, ma ci può stare per un film di questa foggia. Quello che davvero non riesco a comprendere è il bisogno di infilarci la madre morta e quindi tutti dialoghi drammatici che stonano con il resto; cioè, davvero si voleva dare un taglio drammatico oltre che comico? Gradevole invece l'idea generale e quella sorta di parodia/omaggio nei confronti del genere slasher.

Jena 9/02/19 19:01 - 1547 commenti

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Uno dei migliori omaggi al cinema horror degli anni 80. Non è una parodia, ma quasi una reinvenzione fantastica, con un tuffo nel passato e un inedito confronto tra cinema di oggi e di ieri. In perfetto equilibrio tra comedy (prevalente) e horror, con invenzioni e gusto dell'immagine, diverte dall'inizio alla fine e propone anche un commovente e sorprendente rapporto madre figlia che ci parla del distacco e della morte. Brava la Farmiga, imbambolato il "vichingo" Ludwig, la quarantenne Akerman convince poco in un ruolo di ventenne.
MEMORABILE: L'incendio nel cinema dei fan horror; Il tipo arrapato in puro stile eighties; La magnifica scena dell'addio tra madre e figlia; Il duello finale.

Anthonyvm 24/06/19 15:14 - 5615 commenti

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Poteva essere un cult dello slasher auto-riflessivo (à la Scream e Behind the mask), ma ci sono due problemi: la logica dell'illogico (in questo caso un universo parallelo dove un film horror anni '80 è la realtà) non è sempre rispettata, tanto che le regole interne all'universo metafisico sembrano trascurate o create sul momento; l'altro problema è la paura di osare sia nel sangue sia nelle nudità, che avrebbero giovato senz'altro a un omaggio così ispirato al sottogenere. Peccato, perché tecnicamente è molto valido. Con uno script solido...
MEMORABILE: Il confronto tra la madre e l'assassino: un tripudio di colori, musica (Bette Davis Eyes) e saette, da brividi; Il finale a sorpresa.

Pinhead80 26/07/19 23:56 - 4715 commenti

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A tutti gli effetti un film nel film quello che vivranno i nostri protagonisti alle prese con un feroce killer armato di machete in stile Jason. L'opera risulta essere una parodia intelligente del genere slasher perché gioca con i suoi stilemi dosando nella maniera corretta sangue e risate. Le parti meno convincenti sono quelle legate ai dialoghi melensi tra madre e figlia, mentre quelle più riuscite riguardano i flashback.

Gabigol 11/09/19 09:00 - 569 commenti

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Assodato che Craven, con il suo metacinema verso lo slasher, abbia già omaggiato e ucciso il sottogenere, rimane la buona fattura di questo horror-comedy con più di una freccia al proprio arco. Ogni stilema, dai personaggi stereotipati sino alle dinamiche telefonate, è rispettato; la confezione tecnica si propone ben al di sopra della media (la fotografia, in particolare, dà un valore aggiunto tra flashback-spiegoni, ambienti resi quasi favolistici e fasi epiche sul finale). Poca exploitation; più romantico e ottimista del previsto.
MEMORABILE: I flashback del 1958; Il tizio nerboruto che non capisce nulla; L'eletta Paula; La ragazza disinibita con il giubbotto gonfiabile; Il duello finale.

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Viccrowley 19/09/19 22:42 - 814 commenti

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Che sollucchero, che gaudio. Cortocircuito totale e atto d'amore verso lo slasher più classico e le sue dinamiche. Prendere la materia stessa del sottogenere e cannibalizzarla, portarla al ridicolo per poi tesserne le lodi. A partire dal villain, incrocio horribilis tra Jason e Cropsy di The burning, per arrivare al meta-gioco del film nel film, tutto è scritto con mano appassionata, capace di scavare negli stilemi più radicati dell'horror che vive di adolescenti in calore e ragazze vergini pronte ad abbattere l'Uomo Nero. Dicevamo, che gaudio...
MEMORABILE: Le sagome in controluce dell'assassino e della final girl prima dello scontro finale.

Lupus73 10/08/20 11:56 - 1485 commenti

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Craven diede l'avvio al genere post-slasher che gioca con se stesso, i cliché e i personaggi ottantiani. Questa pellicola di metacinema segue l'insegnamento di Scream (come il recente Quella casa nel bosco) andando oltre: gli spettatori entrano nel film horror degli '80 (un camp-slasher alla Venerdì 13) e ne vive con tanta ironia le dinamiche, il contrasto temporale, costatandone anche le ingenuità e i dialoghi "spiccioli", cambiandone le sorti e sottolineando l'immortalità del cinema. Confezione sgargiante (colori da cartoon), intrattenimento brillante ed esperimento riuscito.
MEMORABILE: "Qui è tutto finto dovevo capirlo, avevi mai visto un campeggio dove ci sono letti ad acqua?"; Il finale con citazione di Il signore della morte.
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  • Discussione Herrkinski • 14/10/15 01:17
    Consigliere avanzato - 2629 interventi
    Zendy, non per fare il rompiballe, ma perchè mi hai corretto "slasher movies" in "slasher movie"? E' plurale.. Se no avrei dovuto scrivere "omaggio e spoof DELLO slasher-movie" inteso come genere.
    Ultima modifica: 14/10/15 01:25 da Herrkinski
  • Discussione Zender • 14/10/15 07:45
    Capo scrivano - 47698 interventi
    Perché le parole inglesi ormai utilizzatissime in italiano perdono il plurale e si considerano "italianizzate". Quando scriviamo movie per identificare un genere o un tipo di film (che siano anche più di uno) ormai si può anche togliere il plurale pure se in inglese c'è. Nessuno, per dire, scrive più films anche se sono tanti (ma gli esempi sono infiniti). Di solito fan tutti così, comunque te l'ho rimesso.
  • Homevideo Buiomega71 • 14/10/15 19:19
    Consigliere - 25892 interventi
    In dvd per Sony Pictures, disponibile dal 11/11/2015

    http://www.amazon.it/Final-Girls-Malin-Akerman/dp/B0158TDTLO/ref=sr_1_1?s=dvd&ie=UTF8&qid=1444843120&sr=1-1&keywords=the+final+girls
  • Curiosità Daniela • 14/12/15 08:18
    Gran Burattinaio - 5925 interventi
    La "final girl" è un termine coniato da Carol J. Clover nel libro Men, Women and Chainsaws, saggio dedicato al cinema slasher pubblicato nel 1992.
    Come noto, sta ad indicare la ragazza destinata, per caratteristiche fisiche e caratteriali, a sopravvivere fino allo scontro finale con il maniaco di turno. Generalmente riesce ad averne la meglio, a patto che sia il primo film dedicato al personaggio (dal secondo in poi, se non scomparsa nel frattempo, corre comunque a rischio maggiore) ma la salvezza non è garantita (vedi la disquisizione in proposito in Quella casa nel bosco).
    Una delle caratteristiche fondamentali è il fatto che sia una ragazza "seria", ossia, secondo la morale sessuofobica che permea questo tipo di film, sia vergine.
    Sull'importanza della verginità si insiste in un gustoso passaggio in Behind the Mask: The Rise of Leslie Vernon, fake doc del 2006.
    Verso la fine del film, la presunta vergine viene scoperta a cavalcare il suo boy-friend, in che impone la frettolosa ricerca di un'altra illibata che possa fermare il serial killer mascherato in azione.
    Certo i tempi cambiano, come è costretta ad ammettere la direttrice Sigourney Weaver alla protagonista della già citata Quella casa nel bosco che aveva espresso perplessità circa il possesso di questo requisito: "Beh, ci accontentiamo di quel che troviamo".
    Nel 2015, oltre a questo Final Girls è uscito un altro film horror con un titolo simile: si tratta di The Final Girl con Abigail Breslin e Wes Bentley.

    La prima final girl accreditata come tale si trova in Non aprite quella porta del 1974, mentre ci sono pochi dubbi nell'individuare quella più famosa: Jamie Lee Curtis in Halloween - La notte delle streghe (1978).