Vai alla scheda Sei nel forum Discussioni di

Discussioni su Mio caro assassino - Film (1972) | Pagina 4

DISCUSSIONE GENERALE

103 post
  • Funesto • 15/09/10 13:35
    Fotocopista - 1414 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Ah Funesto,sei uno di quelli con cui ho più affinità,assieme a Daidae e ad Hackett,e ti dò pienamente ragione per Sette note in nero,che è un capolavoro,ma per questo film siamo proprio agli antipodi.E ho sempre apprezzato molto Hilton e Randone,ma già quando lo registrai sul passaggio televisivo della Rai il 2 ottobre del'99 non mi piacque.E ti dico che avevo appena comprato I COLORI DEL BUIO di Luca Rea ed ero riuscito a NON leggere la trama ma a leggere solo il rigo finale"Uno dei migliori nel suo genere"e quindi l'acquolina in bocca era tanta.Eppure...FAUNO

    Eh... questione di gusti!
    Non sapevo di avere una grande affinità con te... ora vedo la percentuale!
    Sette Note in Nero è stato un film che m'ha davvero sorpreso. Dalla trama mi pareva davvero ben poco interessante e l'ho visto solo per completezza verso la filmografia del caro Fulci e perchè ne parlano assai bene. Sicuramente il film più bello che abbia mai visto in vita mia, mai era capitato che la storia di un film mi coinvolgesse tanto.
    Già mi iniziava a piacere nella prima metà, quando poi c'è stato il colpo di genio di Marc Porel che dice che

    SPOILER!

    gli eventi visti da Virginia, incongruenti con la realtà, non erano già accaduti, ma dovevano ancora accadere

    FINE SPOILER

    sono rimasto senza forze per lo stupore nei confronti della rivelazione. Il finale, poi, è amaro e ottimo... grandissimo film!
    L'ho visto solo due/tre volte per non stufarmi di esso e fare possibili ripensamenti su alcune cose.
    Geniale, Coinvolgente, tecnicamente pregevole. Ripeto, per me è il film più bello dalla nascita della cinematografia.
    Ultima modifica: 15/09/10 13:37 da Funesto
  • B. Legnani • 15/09/10 21:35
    Pianificazione e progetti - 15256 interventi
    Funesto ebbe a dire:
    Grazie. Era per vedere qual era il limite di punteggio che dai ad un film per reputarlo "uno dei migliori gialli all'italiana". Anche a Cosa Avete Fatto a Solange ? avevi dato 3* se non erro...
    Pura curiosità ;-) .


    Solange? Ora non ricordo: o *** o **½
  • Funesto • 24/11/10 23:14
    Fotocopista - 1414 interventi
    Comunque, Dandi, è un ossimoro dire "assoluto relativamente", perchè dal latino assoluto vuol dire "sciolto" (dal contesto). Se è avulso da qualsiasi contesto (genere, anno, etc.) allora non può essere assoluto "relativamente"...
  • Il Dandi • 25/11/10 01:32
    Segretario - 1486 interventi
    L'ossimoro è una figura retorica, non un errore.

    Ossimoro infatti, dall'etimologia greca, vuol dire "acuto+/ottuso". In questo caso ho scritto un commento volutamente ironico (cosa che di solito non faccio), per questo ho sottolineato la frase "assoluto RELATIVAMENTE al genere" usando il carattere maiuscolo.

    p.s.
    Lo so che per te è un capolavoro, spero tu non me ne voglia... del resto mica l'ho stroncato del tutto! :)
    Ultima modifica: 25/11/10 01:35 da Il Dandi
  • Funesto • 25/11/10 13:29
    Fotocopista - 1414 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    L'ossimoro è una figura retorica, non un errore.

    Ossimoro infatti, dall'etimologia greca, vuol dire "acuto+/ottuso". In questo caso ho scritto un commento volutamente ironico (cosa che di solito non faccio), per questo ho sottolineato la frase "assoluto RELATIVAMENTE al genere" usando il carattere maiuscolo.

    p.s.
    Lo so che per te è un capolavoro, spero tu non me ne voglia... del resto mica l'ho stroncato del tutto! :)


    So bene che non è un errore e che ha etimologia greca, ci mancherebbe, e avevo intuito anche l'ironia del commento.
    Non sono poi così bambino da volertene per ca**ate del genere :-), nè tantomeno ti ho chiesto questa delucidazione per farti ricredere sul film :-) (che hai premiato con 3 bei pallini)...
  • Il Dandi • 25/11/10 15:00
    Segretario - 1486 interventi
    Funesto ebbe a dire:

    So bene che non è un errore e che ha etimologia greca, ci mancherebbe, e avevo intuito anche l'ironia del commento(...)nè tantomeno ti ho chiesto questa delucidazione per farti ricredere sul film


    Scusa ma non ho capito io: quale delucidazione? Se ti era tutto chiaro, forse volevi solo verificare che lo fosse anche per me? :)
  • Funesto • 25/11/10 17:04
    Fotocopista - 1414 interventi
    Il Dandi ebbe a dire:
    Funesto ebbe a dire:

    So bene che non è un errore e che ha etimologia greca, ci mancherebbe, e avevo intuito anche l'ironia del commento(...)nè tantomeno ti ho chiesto questa delucidazione per farti ricredere sul film


    Scusa ma non ho capito io: quale delucidazione? Se ti era tutto chiaro, forse volevi solo verificare che lo fosse anche per me? :)


    Sì ;-) .
    Evito di fare il latinista, ma assoluto (da solutus se non erro) vuol dire sciolto. Dire "assoluto relativamente a" mi suonava un controsenso, ecco tutto.
  • Fauno • 19/06/12 10:11
    Formatore stagisti - 2766 interventi
    Ciao Nipo,

    volevo solo dirti BENTORNATO con la speranza stavolta di una lunga permanenza.
    Colgo l'occasione per dirti che nonostante il numero esiguo di commenti, sei uno dei due utenti da me preferiti in assoluto per tutto, sia per stile di commentare, che, ancora di più, per la franchezza e l'onestà che hai dimostrato quando sei intervenuto. Ogni tuo commento da me sarà sempre letto. Ti rinnovo la mia stima altrettanto sincera.


    FAUNO
  • Nipo • 19/06/12 23:56
    Galoppino - 112 interventi
    Fauno ebbe a dire:
    Ciao Nipo,

    volevo solo dirti BENTORNATO con la speranza stavolta di una lunga permanenza.
    Colgo l'occasione per dirti che nonostante il numero esiguo di commenti, sei uno dei due utenti da me preferiti in assoluto per tutto, sia per stile di commentare, che, ancora di più, per la franchezza e l'onestà che hai dimostrato quando sei intervenuto. Ogni tuo commento da me sarà sempre letto. Ti rinnovo la mia stima altrettanto sincera.


    FAUNO

    Grazie! Troppo buono. Cerco solo di essere il più possibile realista nei miei commenti, anche se certe volte la passione mi travolge e non riesco molto a distaccarmi... Ma alla fine credo che sia proprio la passione a farci scrivere, cos'altro sennò? Quindi si, lasciamoci trasportare! ;)
  • Lòpe • 27/09/13 15:45
    Galoppino - 185 interventi
    Segnalo il sito
    http://www.hydromac.it/
    Dove si possono trovare le caratteristiche dell'escavatore H7, usato nelle scene iniziali decapita il detective Paradisi.
  • Zender • 27/09/13 15:57
    Capo scrivano - 49235 interventi
    Ahah divertente questa Lòpe :)
  • B. Legnani • 14/04/15 21:16
    Pianificazione e progetti - 15256 interventi
    per Markus
    Scrivi "palesa la mancanza di un carattere passionale (che il nostro cinema "popolare" Anni Settanta spesso esige)".
    ---
    A mio parere ciò vale per la seconda parte del decennio, molto meno per la prima.
  • Markus • 18/04/15 10:14
    Scrivano - 4771 interventi
    B. Legnani ebbe a dire:
    per Markus
    Scrivi "palesa la mancanza di un carattere passionale (che il nostro cinema "popolare" anni Settanta spesso esige)".
    ---
    A mio parere ciò vale per la seconda parte del decennio, molto meno per la prima.


    Scusa caro Buono se ti rispondo solo ora, ma mi era totalmente sfuggito questo tuo post.
    Che dire, personalmente non riesco a fare un distinguo tra prima e seconda metà dei Settanta in questo mio concetto che, nel caso specifico, si riferisce al ruolo di "commissario" nei vari gialli argentiani. Hilton, per quanto bravo, mi è parso un po' distaccato, freddo, così poco italiano (intendo dire nel ruolo a lui affibbiato perché so che è straniero).
  • B. Legnani • 18/04/15 20:16
    Pianificazione e progetti - 15256 interventi
    Markus ebbe a dire:
    B. Legnani ebbe a dire:
    per Markus
    Scrivi "palesa la mancanza di un carattere passionale (che il nostro cinema "popolare" anni Settanta spesso esige)".
    ---
    A mio parere ciò vale per la seconda parte del decennio, molto meno per la prima.


    Scusa caro Buono se ti rispondo solo ora, ma mi era totalmente sfuggito questo tuo post.
    Che dire, personalmente non riesco a fare un distinguo tra prima e seconda metà dei Settanta in questo mio concetto che, nel caso specifico, si riferisce al ruolo di "commissario" nei vari gialli argentiani. Hilton, per quanto bravo, mi è parso un po' distaccato, freddo, così poco italiano (intendo dire nel ruolo a lui affibbiato perché so che è straniero).


    Francamente i commissari argentiani nei primi Anni Settanta (pensa a Salerno o a Capponi) mi paiono parimenti composti. La virata avviene con Pagni, appunto nel 1975. E la trama, con svelamento finale alla Christie, corrobbora questa scelta, a mio avviso.
    Ultima modifica: 18/04/15 20:17 da B. Legnani
  • Graf • 18/04/15 20:53
    Fotocopista - 902 interventi
    Sono d’accordo con voi sul ruolo circoscritto se non marginale degli ufficiali e sottufficiali delle Forze dell’Ordine nei thriller italiani degli anni ’70…Sono i cosiddetti cittadini della strada che spesso risolvono i casi più assurdi…
    Però con due notevoli eccezioni: il commissario Morosini (un autorevole Enrico Maria Salerno) nel film d’esordio di Argento e il commissario Giordani (un indimenticabile Enzo Cerusico) nel film televisivo Il tram sempre di Argento.
    Nelle rispettive trame hanno un ruolo assolutamente decisivo.
    Ultima modifica: 18/04/15 23:53 da Graf
  • Il Dandi • 19/04/15 00:31
    Segretario - 1486 interventi
    Il Cerusico del Tram in qualche modo "è" Morosini, nel senso che quel film tv riprendeva, ampiandolo, un episodio tagliato dalla sceneggiatura dell'Uccello dalle piume di cristallo.

    Però lo stesso Morosini, a mio avviso, è sì un personaggio memorabile del film, ma dopotutto non così "decisivo" nella soluzione dell'intreccio.

    Di commissari che affrontassero veramente da protagonisti assoluti un giallo degli anni '70 ce ne sono pochissimi, oltre a Mio caro assassino ricordo solo Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile e La tarantola dal ventre nero.
  • Graf • 19/04/15 01:49
    Fotocopista - 902 interventi
    Di questa questione ne avevo scritto in modo più problematico in un altro post e Zender mi aveva fornito una risposta chiarificatrice facendomi notare che se "un privato cittadino" si occupa di un caso poliziesco, concede più spazio alla fantasia dello sceneggiatore e del regista per imbastire una trama maggiormente interessante senza ricorrere agli schemi prestabiliti delle indagini giudiziarie...
    La prova del nove della giustezza di quanto affermato da Zender è dato dall'esame del contemporaneo genere poliziottesco: inchieste più o meno sulla stessa falsariga, rigorosamente condotte da poliziotti integerrimi e tutto d’un pezzo, danno vita a film che nella memoria si confondono l’un con l’altro: sembrano essere tutti uguali, tutti girati con lo stesso cliché.
    Da questa indeterminatezza si affrancano poche pellicole: La polizia ringrazia perché è la capostipite ed è diretta con classe da un certo Steno, Il cittadino si ribella del grande Enzo G. Castellari (questo film Martin Scorsese deve averselo studiato a puntino…magari di nascosto...) che si giova, guarda caso, dell’effetto uomo della strada che si fa giustizia da solo…e qualche altra…
    Difficile, invece, confondere i thrilling nazionali: anche il più scombiccherato ha degli aspetti di singolarità che li distingue da tutti gli altri. Sono tutti dei pezzi unici e l’originalità delle dimensione psicologica dei protagonisti, quasi tutti dei cittadini con una propria identità anagrafica e un tipico e riconoscibile ruolo sociale, imprime un sigillo riconoscibile su ogni pellicola e la rende irripetibile.

    @ Il Dandi.
    (Ritengo che il commissario Morosini sia decisivo nel film L'uccello dalle piume di cristallo perché salva Sam Dalmas da una morte sicura per mano dell'assassino che si è visto smascherato...)
    Ultima modifica: 19/04/15 14:28 da Graf
  • Il Dandi • 19/04/15 04:14
    Segretario - 1486 interventi
    Graf ebbe a dire:
    ...nell'esame del contemporaneo genere poliziottesco: inchieste più o meno sulla stessa falsariga, rigorosamente condotte da poliziotti integerrimi e tutto d’un pezzo, danno vita a film che nella memoria si confondono l’un con l’altro: sembrano essere tutti uguali, girati tutti con lo stesso cliché.

    [...]

    Difficile, invece, confondere i thrilling nazionali: anche il più scombiccherato ha degli aspetti di singolarità che li distingue da tutti gli altri. Sono tutti dei pezzi unici e l’originalità delle dimensione psicologica dei protagonisti, quasi tutti dei cittadini con una propria identità anagrafica e un riconoscibile ruolo sociale, imprime un sigillo riconoscibile su ogni pellicola e la rende irripetibile.




    Non sono d'accordo. Se rispetto ai gialli i poliziotteschi sembrano tutti uguali, ritengo più probabile che che chi lo dice semplicemente non ami troppo il poliziottesco e prediliga il genere thrilling (come potrebbe accadere il contrario), ma obiettivamente non riscontro tra i due generi il dislivello oggettivo che descrivi.
    Trovo anzi che il protagonista-tipo dei gialli degli anni '70 abbia caratteristiche altrettanto ben riconoscibili.
    Ripassiamone alcune credenziali:

    L'uccello dalle piume di cristallo: scrittore straniero squattrinato
    Il gatto a nove code: giornalista + enigmista cieco
    Una farfalla dalle ali insanguinate: pianista depresso
    4 mosche di velluto grigio: batterista di successo in crisi matrimoniale
    Non si sevizia un paperino: giornalista forestiero
    La corta notte delle bambole di vetro: giornalista straniero
    Chi l'ha vista morire: scultore di successo in crisi matrimoniale
    Cosa avete fatto a Solange: prof. di lettere in crisi matrimoniale
    Giornata nera per l'ariete: giornalista alcolizzato divorziato
    L'etrusco uccide ancora: archeologo alcolizzato
    Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer: fotografo di moda emofobico
    7 scialli di seta gialla: pianista cieco
    La morte accarezza a mezzanotte: giornalista scalcinato
    La polizia brancola nel buio: giornalista
    Profondo rosso: pianista straniero
    Il gatto dagli occhi di giada: ingegnere del suono
    La casa dalle finestre che ridono: restauratore di quadri forestiero.


    La notevole ricorrenza di giornalisti (mestiere d'inchiesta) e di musicisti (o artisti di altro genere) mi pare sufficiente per tracciare l'identikit di un tipo ricorrente, costretto suo malgrado a improvvisarsi investigatore senza averne la preparazione e/o i mezzi, curioso, colto, dotato di estro e fantasia, spesso afflitto da una crisi personale, non di rado addirittura sospettato (dalla polizia o da altri personaggi) di essere lui stesso l'assassino.

    Se ne capiscono bene i motivi: il protagonista dei gialli ha il vantaggio (rispetto a un poliziotto) di essere immediatamente più simpatico, di poter sguazzare liberamente ovunque (tra giovani sbandati o tra famiglie esclusive e ricchissime), di poter avere un look più casual e di abitare in una casa dall'arredamento più moderno.
    Ma da qui a parlare di "pezzi unici" e di "originalità della dimensione psicologica" secondo me ce ne corre.
  • Zender • 19/04/15 08:25
    Capo scrivano - 49235 interventi
    Io posso solo ripetere quanto detto allora, anche perché a me i polizieschi comunque piacciono, a dir la verità. Un poliziotto segue di solito indagini più schematiche rispetto al cittadino qualunque, che ha tutt'altro approccio al caso e in cui solitamente finisce casualmente (già il modo in cui ci finisce è un passo in più rispetto al poliziotto, che ci deve indagare per mestiere). Di conseguenza anch'io trovo molto più facile ricordare i protagonisti dei vari thriller rispetto a quelli dei polizieschi, destinati a comportarsi quasi sempre allo stesso modo visto che le qualità di un poliziesco poggiano spesso più sull'azione che sull'intreccio.
  • Graf • 20/04/15 02:21
    Fotocopista - 902 interventi
    Dandi, interessantissima questa tua lista!

    Se si interroga uno spettatore che non li vede da venti anni (anche spettatore appassionato, non voglio negare...) sui film della seconda metà degli anni '70 nei quali Maurizio Merli interpreta un poliziotto, molto difficilmente riuscirà a ricordarne uno in particolare e a distinguere un titolo da un altro...
    Invece:
    giornalista forestiero di Non si sevizia un paperino;
    giornalista mezzo imbranato de Il gatto a nove code:
    giornalista scalcinato de La morte accarezza a mezzanotte;
    giornalista alcolizzato e divorziato de Giornata nera per l'ariete,
    si scolpiscono indelebilmente nella memoria per il loro diverso e originale profilo caratteriale e per la diversa sensibilità umana con la quale affrontano il caso poliziesco nel quale si sono occasionalmente imbattuti, nonostante dovrebbero teoricamente essere stati resi conformi nei comportamenti dall'esercitare la stessa professione...
    La cura dettagliata nel disegnare il profilo psicologico dei protagonisti di questi film è uno dei motivi fondamentali della loro unicità ed irripetibilità.
    Impossibile confondere, nel ricordo, Profondo Rosso con Non si sevizia un paperino...oppure Quattro mosche di velluto grigio con La casa dalle finestre che ridono...
    Ultima modifica: 20/04/15 03:28 da Graf