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Ehm...di solito aspetto almeno la metà della serie per commentare una fiction, ma stasera non riesco a tacere una battuta dopo aver visto le prime due puntate de "Il tredicesimo apostolo- il prescelto" con Claudio Gioè e Claudia Pandolfi (e anche Glen Blakhall, amico e collega di mio fratello che ho conosciuto personalmente ai tempi della scuola di teatro):
"X-Files in salsa Dan Brown"
Claudio Gioè e la Pandolfi sono bravi attori, ci sono Diberti e Bertorelli (che comparirà la prossima puntata), ma i rimandi sono davvero evidenti, e già c'è stato il bacio tra la psicologa ed il sacerdote (invidia)!
Vediamo come va: niente da dire sulle scene thriller, la levitazione e l'assalto delle api erano efficaci ma...sapevano di già visto.
Trashata non direi, almeno per quello che ho visto sinora...sapete che sono abbastanza severa soprattutto con certi generi: la fotografia è curata, gli interpreti non sono dei cani...certo rimangono dei limiti, come la condanna larvata alla religione come superstizione ma non troppo, sia mai che qualche cattolico si metta a protestare.
Il discorso sarebbe lungo...qualche fiction italica di qualità ogni tanto appare, e in ogni caso sembra il genere televisivo di consumo che oramai va per la maggiore.
Io da quattro anni che vedo solo Rai Uno di fiction fatte come si deve non me ne ricordo una (oddio forse quella su Rino Gaetano e nemmeno tutta)...al contrario mi ricordo Paura di amare, quella con la Hassler in Toscana, le varie morti di Fiorellino (che almeno è capace di riderci sopra) e l'immarcescibile Don Matteo, solo per citarne qualcuna.
Lungi da me l'idea di fare quello che guarda nel giardino degli altri per vedere che l'erba è sempre più verde, ma nelle Fiandre (non in California), accanto a delle schifezze mostruose come FC de Kampioenen, fanno delle fiction lontane anni luce da quelle della (fu) rete ammiraglia: quelle nostrane sono storie che non esistono nella realtà che si nutrono di stereotipi (il prete, il maresciallo, il buonissimo, il cattivissimo) girate come nemmeno un film di propaganda polacco mentre quelle di qui raccontano vicende verosimili cosa che favorisce l'immedesimazione.
A prescindere dalla qualità tecnica, che credo essere discreta in Italia, devo dire che Jandileida introduce un confronto interessante sui contenuti.
Da noi sono ripetitivi, c'è poco coraggio, ma perchè? Perchè rispecchiano la cultura media di un popolo che è molto più tradizionalista di quanto sembri. In tutti i campi, sigh.
Secondo me puntano solo sul mercarto molto over. Nessun mio amico ha mai visto una fiction italiana. Manco io che sono vecchio dentro!
In casa mia segue fiction solo mia nonna.
Io dovrei perdere tempo a vedere questi prodottini quando posso vedermi le grandi produzioni americane?
Se provassero ad innovare e a puntare su un pubblico eterogeneo il discorso sarebbe diverso.
Io associo la fistion italica alla casalinga senza pretese e alla figura della nonna (senza offesa, sia chiaro).
Markus • 5/01/12 16:24 Scrivano - 4768 interventi
Beh dai, le fiction poliziesche e “carabinieresche” sono viste da molti trenta - quarantenni (i più giovani escono tutte le sere e fanno bene, ma temo di cadere nel mio solito cliché settoriale ahahah). Gli sceneggiati di ambientazione storica, invece, sono sicuramente destinati al vasto pubblico della mezza e terza età (l'Italia è un Paese di vecchi…). Ah! Io non guardo quasi mai fiction (mi è capitato di recente di vedere per sbaglio quello di “Via Poma”), dunque se aspettano me stanno freschi… (sono rimasto ancora agli sceneggiati di trent'anni fa e al massimo dei primi anni '90).
Ho trovato nella rubrica di Aldo Grasso TeleVisioni una lettera molto simpatica di un lettore che riassume un po' il pensiero di tutti:
gio.capor Giovedì, 05 Gennaio 2012
Il XIII Apostolo - A qualcuna piace prete
Le festività di inizio anno non sono ancora finite ma in tivù ci stanno già servendo le ricette fatte con gli avanzi dei bagordi natalizi. Non sto parlando dei menu della Parodi. Mi riferisco alla teo-fiction in salsa horror-per famiglie andata in onda ieri sera su Canale 5: Il tredicesimo Apostolo - Il Prescelto (purtroppo anche da me). Titolone promettente, per quanto anch'esso preso in prestito da tutta la narrativa esplosa dopo i tormentoni di Dan Brown. Qui, per adesso, non si sono viste grandi teorie rivoluzionarie sulla relazione tra Gesù e la Maddalena. Di eversivo c'era solo il bacio tra la Pandolfi, assistente sociale materialista, e il sacerdote protagonista, di cui si invaghisce fin dal primo incontro. Un giovane teologo bonazzo, interessato ai fenomeni paranormali e professore (a tempo perso e con orari ancora da stabilire) in una fantomatica università vaticana, frequentata da secchioni dal birignao insopportabile, soprattutto quando devono fornire fantasiose e dotte spiegazioni scientifiche. Un vero polpettone, questo XIII Apostolo, ottenuto impastando una quantità indescrivibile di avanzi e ritagli di ogni tipo, dai classici del cinema horror alle più recenti serie televisive a sfondo paranormale, tutti sapientemente omogeneizzati col minipimer ma ancora ben riconoscibili. A rendere indigesto il tutto, però, non è la poca freschezza degli ingredienti di base, ma l'inverosimiglianza di ogni contesto, dal cascinale di campagna del primo episodio al collegio a cinque stelle per figlie antipatiche del secondo. Neppure l'aula universitaria dove il teobonazzo tiene lezione è credibile: ti aspetti sempre che uno studente deconcentrato non ci veda più dalla fame e tiri fuori un tronky o una fiesta... E vabbè, di cosa ci dobbiamo scandalizzare?
Siamo o non siamo arrivati alla vigilia della Happyfania?![i][/i]
Sono sincero, lo ammetto! L'unica fiction italica che mi sono guardato in tutte le sue stagioni (con mano al vcr per registrarmi gli episodi causa lavoro) è stato Il bello delle donne, con punta massima di stracult nell'episodio con Eva Robbins.
Nicola81
Gugly
Toporosso