Sinceramente rimango basito dall'altissima media che questa terrificante boiata è riuscita a raggiungere.Una sequela di caratterizzazioni così cartaveliniche e fitte di clichè faccio fatica a ricordarla. Pessimo oltre ogni limite. Mi fermo, perchè potrei parlarne male per ore ed ore. Spero di cancellarlo al più presto.
Zender • 29/09/14 10:01 Capo scrivano - 49330 interventi
Rammaricati del fatto che è appena stato scelto per rappresentare l'Italia agli Oscar allora :)
Didda23 ebbe a dire: Farà la fine dell'inter post-triplete. Sinceramente che possibilità ha?
Probabilmente nessuna, ma questo film ha una cosa che manca alla gran parte delle produzioni italiane (anche "oscarizzate") degli ultimi anni: una sceneggiatura
Se dovessi scegliere una sceneggiatura italiana veramente riuscita, farei l'esempio di "Smetto quando voglio". Qui, si potrebbe discutere. Caratterizzare così pedestramente i personaggi utilizzando clichè triti e ritriti non mi è parsa una gran scelta. Per non parlare del piattume della storia... La costruzione ad incastro era già vecchia quando la utilizzavano Arriga ed Inarritu 15 anni fa.. (però almeno loro la utilizzava con risultati decisamente migliori).
Didda23 ebbe a dire: Se dovessi scegliere una sceneggiatura italiana veramente riuscita, farei l'esempio di "Smetto quando voglio". Qui, si potrebbe discutere. Caratterizzare così pedestramente i personaggi utilizzando clichè triti e ritriti non mi è parsa una gran scelta. Per non parlare del piattume della storia... La costruzione ad incastro era già vecchia quando la utilizzavano Arriga ed Inarritu 15 anni fa.. (però almeno loro la utilizzava con risultati decisamente migliori).
Su Smetto quando voglio sono perfettamente d'accordo con te, infatti a mio parere insieme al film di Virzi' è la migliore opera italiana dello scorso anno. Forse n'è Il capitale umano i cliché abbondano ma a mio giudizio sono perfettamente funzionali alla storia che il regista vuole raccontare.....
Ruber ebbe a dire: All'Oscar dovevano mandare "Un matrimonio da favola " dei Vanzina :))
quello avrebbe vinto sicuramente ;)
Zender • 29/09/14 18:46 Capo scrivano - 49330 interventi
Ovvio che non vincerà mai, è impossibile. Personalmente avrei preferito che avesse vinto questo e non Sorrentino, ma è troppo tardi. Dice bene Galbo, qui c'è una sceneggiatura (e c'è un soggetto), nessun autocompiacimento felliniano (deve sicuramente molto di più Sorrentino a Fellini che Virzì a Inarritu voglio dire) e certo, il ricorso a cliché che però rispecchiano molto bene il mondo che si vuole raccontare e che esiste. Quanto a Inarritu è come dire che tutti i finti documentari son copiati da Blair Witch. Ormai sono semplicemente diventati modi di raccontare che rispecchiano l'interattività e intercambiabilità del mondo in cui viviamo, la necessità di trovare forme filmico-narrative diverse per tentare di scardinare in qualche modo una linearità inevitabilmente un po' consunta, dopo anni e anni e anni di cinema.
E scrivere tirando i fili di una storia così intrecciata e complessa non è proprio cosa di tutti i giorni. Se poi lo fai trovando gli interpreti giusti, aggiungendoci tracce da commedia pura (d'altra parte Virzì da lì proviene) che in film del genere si incrociano assai di rado, senza aver paura di finire anche nella caricatura, il film per quamnto mi riguarda può dirsi riuscito e
soprattutto godibile.
Zender ebbe a dire: Ovvio che non vincerà mai, è impossibile. Personalmente avrei preferito che avesse vinto questo e non Sorrentino, ma è troppo tardi. Dice bene Galbo, qui c'è una sceneggiatura (e c'è un soggetto), nessun autocompiacimento felliniano (deve sicuramente molto di più Sorrentino a Fellini che Virzì a Inarritu voglio dire) e certo, il ricorso a cliché che però rispecchiano molto bene il mondo che si vuole raccontare e che esiste. Quanto a Inarritu è come dire che tutti i finti documentari son copiati da Blair Witch. Ormai sono semplicemente diventati modi di raccontare che rispecchiano l'interattività e intercambiabilità del mondo in cui viviamo, la necessità di trovare forme filmico-narrative diverse per tentare di scardinare in qualche modo una linearità inevitabilmente un po' consunta, dopo anni e anni e anni di cinema.
E scrivere tirando i fili di una storia così intrecciata e complessa non è proprio cosa di tutti i giorni. Se poi lo fai trovando gli interpreti giusti, aggiungendoci tracce da commedia pura (d'altra parte Virzì da lì proviene) che in film del genere si incrociano assai di rado, senza aver paura di finire anche nella caricatura, il film per quamnto mi riguarda può dirsi riuscito e
soprattutto godibile.
Anche secondo me Il capitale umano meriterebbe l'Oscar ben più de La grande bellezza (anche se comunque sarebbe premio esagerato). Non ho visto molti film italiani recenti, ma sicuramente quello di Virzì è il migliore tra quelli da me visionati. Come già sottolineato c'è una signora sceneggiatura e i personaggi rispecchiano una realtà (purtroppo) esistente.
Caesars ebbe a dire: Anche secondo me Il capitale umano meriterebbe l'Oscar ben più de La grande bellezza (anche se comunque sarebbe premio esagerato). Non ho visto molti film italiani recenti, ma sicuramente quello di Virzì è il migliore tra quelli da me visionati. Come già sottolineato c'è una signora sceneggiatura e i personaggi rispecchiano una realtà (purtroppo) esistente.
Tra l'altro Il capitale umano parla molto di più dell'Italia odierna rispetto al film di Sorrentino
Per come l'ho recepito io, il film di Sorrentino non ha la pretesa di raccontare l'Italia moderna con i suoi vizi e con le sue virtù per farne una critica. La Roma bene è un pretesto per raccontare la fine di un periodo (l'adolescenza) ricco di sogni e illusioni ( fatto sta che Jep ricorda ancora la portentosa forza creatrice dell'amore).
Credere che il film di Sorrentino sia solo una critica ai festini è fuorviante e forse anche un pò superficiale.
Ho trovato una chiave di lettura forse anche troppo personale, cosa che invece non mi ha dato per niente il film di Virzì.
Per quanto riguarda i clichè li posso tollerare financo apprezzare se mi trovo d'innanzi ad una commedia più o meno caciarona, non di certo in un film fighetto che ha la baldanzosa pretesa di raccontare un certo tipo di italianità.
Coraggio, non è che dopo Sorrentino si potesse ricorrere alla carta Fellini o giocarci quella De Sica. Avevamo quella Virzì che, nella partita preliminare giocata presso l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences, si è rivelata un due di picche.
In illo tempore, noi italiani vincevamo un anno l'Oscar e l'altro...pure.
Adesso, se lo vinciamo una volta ogni dieci anni è tutto grasso che cola...
Chissà perché mi sconfiffera molto il nuovo film di Salvatores di imminente uscita, Il bambino invisibile.
Sarà sicuramente un film originale, magari l'anno prossimo vinceremo l'Oscar con questo...
Zender • 20/12/14 08:54 Capo scrivano - 49330 interventi
Ma sì, era impensabile fare una doppietta, per il nostro cinema. Ormai vinciamo solo celebrando i nostri paesaggi o il nostro carattere, mostrando il volto dell'Italia che tutti vogliono vedere. Per questo secondo me va rivalutata la vittoria di Benigni. Quello almeno era un film universale, non necessariamente catalogabile come italiano. Virzì era senza speranze, Salvatores ne ha anche meno della metà di Virzì, secondo me.
Negli anni 60 avevamo piazzato un paio di autorevoli dopppiette ma era un contesto diverso, meno competitor e americani che avevano piu' di un motivo per amare Roma.
E Hollywood si faceva pochi problemi a premiare lo stesso paese due volte consecutive.
In seguito piazzare la doppietta e' successo solo due volte, alla Francia negli anni 70 e alla Danimarca sul finire anni 80.
sto a metà tra chi lo stronca impietosamente -benché non abbia tutti i torti fuori posto- e chi ne è rimasto ammiratissimo -benché non con tutte le ragioni in quadro. personalmente la cosa che ho trovato più irritante e imperdonabile di tutte è stato l'uso ancillare e speculativo che virzì ha fatto dei grandissimi del teatro italiano (castellucci in primis, bene) per denunciare in maniera spicciola e dozzinale la morte del teatro (anche se poi è vero che nei comuni quando c'è da stilare le stagioni annuali si sentono davvero discorsi non dissimili da quelli fatti a quel tavolo). della raffaello sanzio viene liquidato uno spettacolo del 1992, da allora ne hanno fatti una buona altra sessantina, senza contare che sono ancora floridamente attivi. vengono nominati del tutto a sproposito e in maniera tutt'altro che funzionale al discorso. nostra signora dei turchi a far da sfondo all'amplesso tra la bruni tedeschi e lo cascio è probabilmente la vetta più scult e culturalmente criminale del cinema nostrano da 20 anni a oggi...
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 18/01/14
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