Buiomega71 • 2/11/24 10:32
Consigliere - 26702 interventi Green rincara la dose, soprattutto per quanto riguarda il gore e lo splatter (stupisce l'alto tasso di brutalità e crudeltà offerto dalla Blumhouse), dove Christopher Nelson si sbizzarrisce in SFX prostetici tomsaviniani: teste e facce spappolate, trucidissimi eye violence, gole squarciate e giuglulari recise con fiotti ematici abbondanti (tra cui un'omaggio al Dario Argento di
Inferno, quando Michael usa la vetrata per sgozzare il signore anziano in stile Irene Miracle), feroci coltellate, corpi che si sfracellano al suolo spezzandosi gli arti con fuoriuscite cerebrali (il povero "Massimo Boldi" scambiato grottescamente per Michael Myers).
A parte lo straordinario flashback nel 1978 che si ricollega al finale del capostipite
carpenteriano (non solo Gordon Green crea un'atmosfera settantiana pressochè perfetta, ma sceglie volti tipici di quegli anni-i ragazzini- e adopera lo stesso, identico Michael Myers di Carpenter. E non ultimo ricrea il dottor Loomis di Donald Plesence al computer, con impressionante iperrealismo), la continuity sembra un pò ricalcare gli stilemi del
precedente, con il solito body count, la resurrezione tra le fiamme (ingnorante e esteticamente poco riuscito il massacro dei pompieri dai riverberi action), una reunion si nostalgica (Tommy Doyle, l'infermiera, Lindsey) che sa un pò di
Texasville e Laurie Strode (una sempre intensa Jamie Lee Curtis), vera forza e motore di
Halloween 2018, confinata, dolorante, su un letto di ospedale (l'omaggio a
Rick Rosenthal non è puramente casuale)
Non manca l'imperante politicamente corretto (la coppia interraziale, la coppia di colore, la coppia gay-comunque deliziosa nel suo dandysmo, che abita casa Myers e che nella notte di ognissanti si guarda, snobisticamente,
Cassavetes-) e una ripetizione degli eventi che pare andare con il pilota automatico.
Ma il film si impenna all'arrivo di "Massimo Boldi" in ospedale, dove il male portato da Michael Myers scatena un'impressionante e folle pandemia che si allarga a macchia d'olio, trasformando le persone in rabbiosi "infetti" assetati di vendetta. L'apocalisse
romeriana virale ha inizio, il contagio di Michael Myers si estende su Haddonfield, fino ad un'esaltante, selvaggio e ansiogeno linciaggio in stile
La caccia di Arthur Penn.
E qui che Gordon Green prende la sua strada personale (un pò come fece Rob Zombie), mettendo in scena qualcosa che non ha precedenti nella saga o nello slasher in generale: il male portato dal boogeyman di turno che diventa pandemia virale da "contagion movie".
Funziona molto meno quello che succede dopo:
SPOILERMichael, novello Lazzaro sputato dall'inferno, ri-resuscita per l'ennesima volta, e massacra i suoi carnefici che nemmeno in un wuxia splatter di Tsui Hark, non rinunciando alla pacchianeria del ralenti.
FINE SPOILERFino ad una chiusa aperta per il definitivo regolamento di conti tra Michael e Laurie.
Difficile dire se sia migliore questo o
Halloween 2018, tutti e due si compensano, hanno entrambi momenti notevoli e idee ficcanti che mandano in cantina tutti i sequel della saga carpenteriana, nel bene e nel male.
Visivamente affascinante (tutto si può dire di Gordon Green, ma non che non sia un gran regista, il resto è solo aria fritta da lesa maestà), come quando Karen, la figlia di Laurie, vede Michael Myers bambino, travestito da clown nella notte in cui massacrò la sorella a coltellate, che la guarda dalla finestra o lo stesso Michael che riflette la maschera davanti al vetro assumendo i tratti di un simil-teschio (il signore della morte).
Visto nella versione estesa del blu ray della
Universal, che ha qualche dettaglio gore di una manciata di secondi in più e una chiusa alla
Kill Bill dove Laurie Strode (dopo la telefonata muta e il respiro di Michael dall'altro capo) prende la sua determinata decisione.
Un plauso a Gordon Green per aver rinverdito i fasti di una saga che, in passato, mostrava il fiato cortissimo già dal quarto capitolo (ma il colpo di scena finale era agghiacciante). Soprattutto la passione e la competenza di un regista non avvezzo al genere, che dimostra di amare e conoscere perfettamente tutti i meccanismi del diamante grezzo carpenteriano.
POI DAVINOTTATO IL GIORNO 25/01/22
Rebis, Teddy
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Herrkinski, Jena, Anthonyvm
Lupus73, Caveman, Puppigallo, Cotola, Marcel M.J. Davinotti jr.
Tomastich