Schramm • 2/08/22 17:35
Scrivano - 7813 interventi >>>Ma infatti non ho mai detto che non ci sono idee a fronte visivo/stilistico, tutt'altro. Se mai la parte visiva e stilistica è l'unica che c'è ..ah, beh, di nuovo, m'hai detto proprio pulviscolo: praticamente è uno sbaragliamento e deragliamento continuo su tutto quel che si può reinventare con uno o più stili e facendo fare tanto di straordinari (e mai parola potrebbe essere più oculata) alla parte destra del cervello, però se proprio vogliamo attardarci sui temi portanti anziché dare all'inventiva ciò che è dell'inventiva (che sottotesti e sottotemi li tiene parecchio sotto o a lato), ok:
>>>concettualmente si fa un gran panegirico sulle questioni dei multiversi per arrivare a una morale scontata e semplicistica: "comunque sia andata o sarebbe potuta andare, nel bene e nel male, amo la mia vita e la mia famiglia così com'è". Alla stessa maniera in cui Swiss Army Man si concludeva con una sorta di "ah che brutta la solitudine. Nessuno dovrebbe essere solo e tutti dovrebbero essere amati" (...) sembra fare grandi ragionamenti attorno a quelle che sono in fondo banalità esistenziali di ogni giorno. A parte che ricordavo tutt'altre coordinate contenutistiche in
swiss e anche solo su un fronte quantitativo non mi pare un film riducibile a quelle tue sole due righe, così come mi pare ingeneroso elementarizzare questo film a briciole di simili semplicismi morali (ma a ciascuno le proprie divinazioni, immagino), a me anche sottraendoli al film e isolandoli in sé e per sé non paiono neanche così irrimediabilmente dati. È cioè mica scontato che uno possa amare la propria famiglia quale che sia il tempo lo spazio e il contesto in cui questa si forma, anzi di norma siamo in molti a non amarla già con un tempo e uno spazio soli, allo stesso modo in cui il mondo tracima di viventi differenze tra essere solitari ed essere soli (non mi parve il centro nodale di
swiss, o comunque non il solo, ma vabè), quindi se mai anche solo perciò EEAAO mi sembra in netta controtendenza con lo spirito nichilista dei tempi come anche (che se non sbaglio è quanto gli rimproveri) con il mediasettaro sentimentalismo più ricattatorio e strappalacrime (che anche a me non è che rubi ogni favore e simpatia eh) e lo dimostra il fatto che questo non è un film per tutti i palati come neanche, in un certo senso, per tutte le età (senza contare che di film che mettono in crisi il solo concetto di famiglia tracima il cinema, e proprio per quest'appartenenza a un grande gruppo dovremmo trovarli ordinari). Ma di nuovo, quella che rilanci è una sineddoche che sfasa tutto, un falso problema: a me il gioco sembra essere del tutto rovesciato, e i daniels li vedo assai più interessati a servirsi di quella che tu chiami morale per accentuare la favola (non il contrario) dando cioè ogni possibile potere ed elevazione a potenza all'immaginazione e a quello che puoi permetterti di ricavarci nei limiti della tecnica e del sistema narrativo-rappresentativo. Poi la cosa piace non piace annoia esaspera irrita, tutte possibilità validissime e credo messe in conto. Ma se si sposa col tuo intendimento di quella cosa chiamata fantasia, col tuo immaginario, con quello che dovrebbe secondo te essere capace di fare e dare il cinema sono orgasmi innumerevoli. E in tal senso non posso che ripetere che mi spiace che tu non te lo sia goduto senza filtri e scudi emotivi o resistenze intellettive.. sarà anche che a me è capitato senza sapere anticipatamente una sillaba di trama, per cui mi son sentito la testa il cuore i nervi whatthefuckare a ogni minuto, e al termine è stato un eccezionale bilancio tra risate lacrime delirio stupefazione adrenalina. Chissene dunque della morale, quella anzi mi è proprio volata alta chilometri sopra la testa, non ne ho avvertito neanche la scia chimica o il rombo...
>>>ma semplicemente non vedevo l'originalità concettuale e tutta la gamma emozionale che sento da varie parti associare ai due film degli autori. forse tutto l'ambaradan di multi-meta-NOverso fresco fresco di fabbrica non è, ma non riconoscere originale come viene survoltato sparigliato e moltiplicato senza risparmio dai daniels mi sembra volergli dare addosso a tutti i costi solo per aprioristiche antipatie contenutistiche personali (i concetti espressi: come si fa in un vortice simile a restare piallati sui
concetti? La partita è un'altra e i concetti hanno l'ultima parola solo dopo, non prima o
invece che), alle quali tra poco torniamo. Ma mi rendo pur conto che c'è chi la fantasia la vuole e quasi pretende moderata e mansueta, circoscritta e disciplinata, regolamentata e legata al totem della ratio con una catena che non sia troppo corta ma neanche troppo lunga e non apprezza chi si vede offrire troppo, e anzi recalcitra davanti a troppa generosità. E ci sta: credo però che questo sia un problema di singolo approccio spettatoriale, non dell'opera o dell'autore, che scavalca la diversità di gusti.
>>>wokismo all over - essendo caratteristiche presenti in entrambi i film, un po' sospetta la cosa lo è ...scusa ma sospetto rispetto a che? A una tua presa di posizione ideologica, il cui negativo addebiti a loro? A me di questo pare proprio che ai daniels non possa fregare di meno. Mi chiedi che “utilità aveva mettere la figlia lesbica e sovrappeso (entrambe cose che vengono rimarcate più volte)”. La risposta è semplicissima: narrativa. Stop. Si chiamano funzioni narrative e credo tu non le avesti comunque mandate giù a prescindere dal tipo di minoranza incarnata dalla co-protagonista (non trascurerei comunque che la sua cattivissima antagonista ne incarna e sfrutta a proprio vantaggio anche la diversità, godendone e traendone facilitazioni distruttive – e parliamo della distruzione del mondo intero e di ogni sua dimensione parallela, altro che wokismo). E non è per le pretestuosità che gli imputi che il film commuove (..a tal proposito, sarebbe forse il caso di specificare che la commozione è spesso inconoscibile e inspiegabile, non sempre fa capo a un calcolato e retorico ricatto sentimentale).. Ma facciamo anche finta che sia così ed esattamente come dici, che debba soddisfare un'hollywoodiana politica aziendale di pensiero unico: è davvero tutto quel che andando a stringere ti è arrivato da un caterpillar simile?! Mi rifiuto di crederci.
>>>Per tutta la mia antipatia verso questo fenomeno in generale, ti avevo inizialmente risposto qui ma la spiegazione te la rimando come messaggio privato sul davibook perchè non mi va di fomentare discussioni infinite sul tema, uscendo magari dal contesto del film o del cinema in generale. Si già ne lessi qui la prima versione prima che tu la dirottassi sul davibook e dico in buona sostanza che il dente avvelenato contro il wokismo è un tuo approccio alle cose, una tua idiosincrasia che è facilmente applicabile laddove la storia o i personaggi presentano una qualsiasi appartenenza a una minoranza - ne basta, come tu stesso dici, il sospetto; ma occorre stare attenti a dove questo è
davvero applicato in un modo che zavorra il film impedendogli ogni manovra di decollo e come sopra, non mi pare proprio che i daniels abbiano fatto questo film per abbracciare una prowokeazione ravvisabile, se si vuole e crede, potenzialmente ovunque vi sia una diversità discriminata o una questione faziosamente spaccata in due.
Ma poi che c'è di così sbagliato e nefasto se un film come questo si serve anche del woking come grimaldello che forza le saracinesche dell'estro e della fantasia? Ben venga il pretesto, se i risultati creativi devono essere questi! tutto va bene se va tutto bene! tutto fa dado e brodo e cucchiaio e apparato digerente. Il fine dell'inventiva mi giustifica ogni mezzuccio. Ricordiamo che in operazioni come questa (come idealmente ovunque in arte) l'estetica viene avanti a tutto, che è quest'ultima che genera etica e non viceversa, perché viceversa parleremmo appunto di ideologia, di politica e di costume e non di cinema che pure si nutre a suo modo di tutte queste cose (ma rendendole in casi simili universali e inattuali: tra 100 anni il film non verrà riletto nell'ottica woke che gli contesti, e potendolo portare indietro di 30 o 40 anni meno ancora).
>>>Ho solo detto che è più interessante il viaggio che il punto a cui arriva, il nocciolo della storia, la morale finale...e qui ti volevo.
ma vedi che a giostra ferma sei tu stesso a riconoscerlo:
ma chissene della morale finale!! :D ;) le cose fondamentali di un colpo di cinema di questo rango sono tutt'altre e tutt'altro che ancillari alla morale. E possono certo non piacere (e ripeto, non mi stupisce che una cosa soggettiva come un dato tipo di umorismo sposato a una forsennata ipercinesi non piaccia), ma impossibile non riconoscerne pesi dimensioni misure abnormi (tanto più che chi l'ha finora ridimensionato comunque lo sigilla con **!)
>>>Matrix; mi sembra che il trivia di imdb, pur pertinente, funzioni davvero a spintoni. Chiaro che qua e là qualcosa lo richiama (anche solo alcuni cenni coreografici, gli fanno dichiaratamente il verso, ma di nuovo siamo più dalle parti dell'affettuoso sfottò che della ossequiosa e pedissequa riverenza), ma del tutto epidermicamente tanto più che a meno di avere una conoscenza e una memoria genetica del primo
matrix cose come quelle nel trivia, proiettili scansati a parte, non fai manco in tempo a notarle che già nel metro di pellicola successivo stanno accadendo mille altri finimondi. Sono cose (proiettili?) che vengono e vanno, non determinano tutto l'insieme né lo precedono. Al più ne potenziano l'organicità. Poi volendo proprio fare le pulci all'amatrixiana, evelyn non deve decidere tra pillola rossa o blu, deve optare per l'oceano aperto e in continua burrasca delle innumerevoli opzioni che l'irrazionalità e il nonsense offrono. Non deve scegliere tra due pillole, ma tra ennemila. Di più, deve inventarsele lei sul momento, senza nemmeno starci a pensare troppo. Mi sembra, di nuovo, ben altra olimpiade.
>>>Ma quando uscì L'Armata delle Tenebre di Raimi o Splatters di Jackson (per non parlare di Creature del cielo), tu avresti detto che sarebbero finiti a fare certi blockbuster super-bombastici pochi anni dopo? ;-) non credo l'avrebbero detto loro stessi in primis, ma non è questo quanto intendevo: posso aver bisogno di un antiemetico davanti a un
signore degli anelli (poi dipende anche sempre da chi me lo sforna: se è bakshi, ad esempio, riparliamone), ma il rischio del cinema fracassone marvel dei supereroi cgi non è più un rischio, è una realtà da vent'anni e passa ormai. Quel che io intendevo è che occorre stare attenti a non infilare nel medesimo snobismo tutto un certo modo di fare cinema solo perché blockbustereggia (a parte che questo dei daniels è un modo abbastanza aristocratico di darsi al blockbustering come nolan lo è stato per i DCcomics, lo comprova il fatto che non mette tutti d'accordo e che anzi molto probabilmente farà storcere il labbro a quanti hanno amato l'avenger saga più che hark chan e matrix). Altrimenti si creano intolleranze discriminando cosa può o non può emozionare al cinema a seconda del franchise, e in base a questo precludere anche a sé stessi la possibilità di emozionarsi con praticamente tutto. E invece una corrente non esclude l'altra. Per diversi motivi,
l'armata delle tenebre e
superman (ma senza andare lontanissimo, già
darkman era fracassone eh) di raimi possono emozionarmi pari merito. E soprattutto, c'è sempre fracassone e fracassone: prima ancora delle etichette e delle antinomie indie-majors esistono gli stili le idee le prospettive dei realizzatori: ecco perché la fracassoneria dei daniels può sommuovermi l'anima e la fracassoneria di d'esposito o innman mi sposta poco se non niente. Pensa se un domani a essere fracassoni parlandoci di multiversi fossero carpenter, cronemberg o lynch (cosa che poi in un certo senso hanno sempre fatto ;D ): sarebbe proprio da urlare
vade retro?!
e rovesciando la domanda: chi può dire che invece la prossima mossa dei daniels non sarà la caduta in una lentissima carburazione e fortissima introspezione? pensaci, perché così a occhio non mi sembrano due tipetti che amano bagnarsi due volte nella stessa stagnante pozza.
Ultima modifica: 3/08/22 12:01 da
Schramm
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