Cambio di regia e anche di direzione per il secondo assolo di Wolverine. Mangold infatti decide di approfondire di più l'animo del protagonista e giocare sul suo desiderio di mortalità, piuttosto che passare semplicemente da un combattimento all'altro. L'ambientazione giapponese è accattivante, il finale molto bello, ma c'è pur sempre qualcosa che non fila liscio, a partire da qualche lentezza di troppo nella parte centrale. In fin dei conti è un action godibile come il precedente, nulla di più.
Secondo episodio su Wolverine degli X Men alle prese con la... morte! Il personaggio "buca" per la personalità drammatica e il carattere (nei film è un clone di Clint Eastwood). Questo secondo episodio paga sempre il prezzo della serialità ma diverte più del primo. È molto simile a certi 007 e funziona meglio. Peccato per il finale, un po' Atlas Ufo Robot, con la nostra vecchia conoscenza Yamanouchi dentro un robottone di adamantio. Comunque diverte e appassiona se si accettano i limiti. Khodchenkova è una Viper mozzafiato. Passabile.
MEMORABILE: La lotta sul tetto del treno; L'incontro col grizzly e conseguenze al bar; Il letto di chiodi.
Wolverine si conferma personaggio di punta della Marvel anche al cinema: la sua tormentata personalità, la sua umanità, nonostante sia disumano, permettono uno spessore narrativo precluso ad altri “supercolleghi”. Il film si svolge nello streotipato Giappone ipertecnologico e tradizionale, le parti action sono notevoli e ben dosate, mentre ho trovato eccessivo e fastidioso il commento sonoro nello scontro finale. Dopo le Bond girl penso si possa parlare delle W. girl.
MEMORABILE: Lo sgancio dell’atomica; La lotta sul tetto del treno; Il lettino a pistoni del giapponese agonizzante.
Il personaggio in sè è interessante, perchè l'immortalità sembra pesargli molto, avendo perso chi amava e non riuscendo più a trovare una ragione di vita. Ma ciò che manca a questa pellicola è un vero cattivo (nemesi) all'altezza del buono; e non bastano certo, una sibilante biondona e un voglioso di eternità a tappare il buco. Tutto sommato, sembra più un action con gangster, ninja e qualche scena spettacolare (all'esterno del treno ultraveloce). Nel complesso non è male, grazie alla performance del protagonista e a un discreto ritmo, ma ci voleva di più, soprattutto visivamente.
MEMORABILE: L'orso e Wolverine marcano il territorio; Al ministro, beccato da Wolverine in un bordello: "Fai il duro con me con le mutande rosse addosso?".
Con un sottotitolo italiano degno di Highlander, torna Wolverine con una nuova avventura solitaria, dopo Le origini, di Gavin Hood. Hugh Jackman torna più selvaggio, artigliato e muscoloso che mai, stavolta diretto dal regista di Copland, ed è l'unica cosa che veramente funziona in questo film. Certo, la pellicola non è brutta, anzi si lascia vedere, ma al di là del b-movie di buona fattura non va. Suggetive le ambientazioni giapponesi, bello il Silver Samurai corazzato ma, davvero, quattro donne per Wolverine sono troppe, in un solo film.
Spero che sia solo un passo falso da parte di Marvel perché questo capitolo della saga è a dir poco mediocre. Trama insulsa e mancanza di ritmo hanno trasformato un film atteso in uno sbadiglio unico. La cosa che più mi infastidisce è che Wolverine è pure tra i miei personaggi preferiti del mondo Marvel. Occasione mancata.
Avventura pressoché slegata dal filone degli X-Men, con Wolverine coinvolto nei complotti di una potente famiglia giapponese che potrebbe aver risolto il mistero della sua immortalità. Diverso dagli altri film della saga, è un costoso b-movie pieno d'azione e con un buon ritmo, ma poco coeso dal punto di vista narrativo. Le ambientazioni, inclusi gli interni ipertecnologici, sono suggestive, ma non mancano sequenze di puro trash, incluso lo scontro finale. La Khodchenkova sarebbe stata anche un'ottima Emma Frost.
MEMORABILE: Lo scontro sul treno ad alta velocità; La sorpresa dopo i titoli di coda.
Ed ecco l'amico adamantino in preda alla crisi esistenziale, esiziale e i mostri di un passato atomico che riaffiorano attraverso giapponesi scenari. La storia è a metà strada fra un action movie classico e giochi di mutanti, ma non incide né in un verso né nell'altro. La stessa velenosa nemica non ha appeal e il robot indistruttibile è piuttosto goffo. Il pregio del film è riportare Wolverine alle origini (vedi artigli e il contro finale anticipatorio).
MEMORABILE: La lotta sul "proiettile" ferroviario.
L'immortale Wolverine perde i suoi superpoteri per scontrarsi con chi vuole impossessarsi a tutti i costi della sua invulnerabilità. Due ore frenetiche di combattimenti senza tregua si prolungano oltremodo, asfissiando ogni capacità immaginativa dello spettatore e proponendo un Hugh Jackman tanto palestrato-anabolizzato quanto monoespressivo e impacciato. Che noia...
Per il personaggio forse più interessante del gruppo degli X-Men una trasferta giapponese sulla carta promettente: in fondo l'"artigliato" eroe potrebbe essere considerato quasi un moderno samurai. Purtroppo James Mangold non mantiene le attese. Se Jackman "veste" ormai il suo personaggio come una seconda pelle, è piuttosto la storia ad essere banale. In più i personaggi che si contrappongono al protagonista sono piuttosto deboli. Buoni gli effetti speciali. Mediocre.
Hugh Jackman, ormai alla sua quinta incarnazione del personaggio, è perfettamente calato nella parte e grazie a una sceneggiatura accattivante (non a caso è tratta da una storia di Claremont e Miller) veniamo a conoscenza di parecchi particolari sul passato di Logan. Completamente ambientato in Giappone, ne mostra solamente gli stereotipi più scontati: il pachinko, i love hotel, i treni superveloci, i ninja e la mentalità samurai. Tutto molto riuscito e di ottimo intrattenimento, anche se ci sono pochi mutanti.
Fa strano vedere un regista come Mangold dirigere un super-hero movie. Ma meno male, aggiungerei pure. Perché se il film non naufraga miseramente, data la scarsità della sceneggiatura nonostante i grossi nomi impegnati, è solo grazie alla perizia della regia aggiunta alla buona vena di Jackman che, giunto al quinto film come Wolverine, è diventato tutt'uno con il suo personaggio. Ambientazione giapponese pessima dove si rincorrono tutti i più vecchi luoghi comuni e cattivi da operetta. Qualche sequenza mozzafiato e nulla di più.
Secondo film all alone per il mutante artigliato. La storia prende pesante spunto dalla saga di Wolverine in terra giapponese con spazio al grande amore Mariko e a una nuova interpretazione di Silver Samurai. Compatta e con il giusto approfondimento la prima parte che culmina con l'adrenalinico scontro sul treno, meno convincente la seconda anche per colpa di una nemesi che assomiglia più a una escort dell'est che a un super criminale. Il risultato è comunque godibile per ogni Marvel fan. Jackman come sempre perfetto per la parte.
MEMORABILE: Lo scontro sul treno e quello contro Silver Samurai.
Primo Wolverine, per me, e penso anche ultimo. Non mi sono staccato dalla visione solo in virtù delle presenze femminili. Non tanto per un fattore di bellezza estetica, che naturalmente non manca, ma per come questa è rappresentata visivamente, con la innaturale perfezione degli spot sui prodotti cosmetici che fa sognare le donne e ora, forse, anche gli uomini. Il film è quello che deve essere: tolto l'incipit con la bomba su Nagasaki, inizia lo scontro tra buoni e cattivi e indecisi, più o meno coinvolgente. Impressiona la lingua di Viper.
Wolverine va in trasferta in Giappone e si ritroverà a combattere contro un nemico che vuole rubargli l'immortalità. Jackman come sempre si immerge molto bene nella parte di Wolverine, ma nonostante questo il film risulta essere piuttosto mediocre; la trama è debole e scontata e la stessa regia è piuttosto confusa. Diciamo che il personaggio di Wolverine funziona meglio negli X-men che in solitaria. Film evitabile anche per gli appassionati di super eroi.
Seconda occasione per Wolverine e ancora mancata, nonostante il buon Hugh Jackman sia perfetto per il ruolo e nonostante la suggestiva e interessante ambientazione giapponese. Si inizia al tempo della bomba atomica ed è bellissimo, si prosegue con una trama tutto sommato discreta ma infarcita di scene soporifere e lente che solo ogni tanto lasciano lo spazio a qualche ben riuscito scontro (in primis quello sul treno proiettile). I personaggi di contorno non convincono (Yukio è la trasposizione di un manga) e il film è poco più che gradevole.
Dopo il primo spin-off avrei dovuto capire che questo filone non offre la stessa interessante miscela di storia e azione della saga principale. Anche qui un personaggio non banale come Logan viene ridotto a una specie di Van Damme, ogni scusa è buona per un combattimento. Il tasso di inverosimiglianza dopo un po' va fuori controllo. L'ambientazione nipponica serve solo a tirare fuori i soliti yakuza tatuati, i ninja (figurarsi) e via di seguito con gli stereotipi. Veramente gramo.
Apprezzabile, anche se poco convincente, tentativo di rinverdire il personaggio di Wolverine spostando il contesto in terra d’Oriente. Purtroppo viene fuori un pastrocchio, spesso risibile, in cui i combattimenti corpo a corpo sono talmente tanti da sfiancare e spazientire anche un monaco zen. Eccessivo il distacco con la serie madre al punto da sembrare qualcosa di estraneo. L’immortalità di Logan, poi, è un pretesto narrativo che non può reggere un blocco di più di due ore, spesso fracassone e inconcludente. Decisamente un episodio deludente.
Wolverine se ne sta per i fatti propri a piangere l'amata Jean quando viene raggiunto da una nippomutante che gli porta un messaggio da parte di un vecchio amico.. Prima di dirigere quello che è forse il miglior capitolo di tutta la X-saga, Mangold aveva provato già a dare un poco di spessore umano al personaggio, fighissimo ma monocorde, fallendo però su quasi tutti i fronti: prima parte noiosa, seconda fracassona, cattivi e comprimari poco interessanti. L'unico da salvare è Jackman che ci mette un impegno degno delle migliori cause.
Mangold riesce a dare al personaggio Wolverine una storia decisamente migliore rispetto al precedente film sulla storia del mutante più famoso della saga degli X-men, realizzando non un'opera chissà quanto bella ma che comunque intrattiene finché riesce. Il cast non è molto convincente, Jackman sembra ormai stanco dei soliti combattimenti e poco affiatato con i colleghi nipponici. La location giapponese funziona, ma i "cattivi" non convincono fino in fondo, per non parlare delle scene ridondanti di Logan che ha perennemente la stessa visione. Forse si poteva fare di più.
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CuriositàMatalo! • 29/07/13 20:54 Call center Davinotti - 613 interventi
Tanto per ribadire una certa affinità tra questo film e gli 007: quando la protagonista dice a Wolverine, il quale ha appena gettato un uomo dalla finestra finito poi in una piscina sottostante: "Sapevi che c'era una piscina", lui risponde: "Non sapevo che ci fosse una piscina". E' uno scambio di battute preso a piè pari da 007 - Una cascata di diamanti, scambio tra Connery e Marc Lawrence.
DiscussioneFuretto60 • 1/08/13 21:00 Call center Davinotti - 45 interventi
Quello che mi ha colpito, nella sala del cinema, è la presenza variegata di spettatori: se quella dei piccoli e genitori al seguito e dei teen ager poteva essere scontata, non lo era altrettanto quella degli ultra sessantenni.