What keeps you alive - Film (2018)

What keeps you alive
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Titolo originale: What Keeps You Alive
Anno: 2018
Genere: thriller (colore)

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/09/18 DAL BENEMERITO HERRKINSKI
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Herrkinski 3/09/18 05:44 - 8111 commenti

I gusti di Herrkinski

Dopo il simpatico Deserto rosso sangue Minihan fa centro con questo thriller/horror al femminile che mette in scena la coppia Anderson/Allen (viste entrambe in Saw: Legacy); entrambe molto brave, con una Anderson dal glaciale fascino. Vedendolo senza conoscere il plot si beneficia dell'effetto sorpresa; da mezz'ora in poi il film decolla e pur senza indugiare troppo in dettagli splatter riesce a mantenere alta la tensione. Ottima la location boschiva canadese (ben fotografata), bel lavoro di mdp e Ost migliore della norma: merita una visione.

Kinodrop 22/03/20 19:02 - 2950 commenti

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Per festeggiare il primo anniversario di matrimonio, una coppia lesbo raggiunge una pittoresca località dove sin da subito emergono elementi inquietanti sulla personalità di una delle due, che porterà a uno scontro sempre più acceso e cruento. Thriller canadese ben congegnato nella prima parte in cui emerge il torbido passato di Jackie (e si intuisce come andrà a finire), mentre la parte decisiva soffre di una sconcertante iterazione che non aggiunge nulla in termini di suspense. Una bella prova delle protagoniste in due parti antitetiche.
MEMORABILE: L'inseguimento nel bosco; La cena coi vicini; La febbrile cancellazione delle tracce di sangue.

Daniela 19/02/20 07:34 - 12662 commenti

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Una coppia lesbo molto affiatata va a trascorrere il fine settimana in una villa isolata in riva ad un lago. Tutto sembra procedere per il meglio, anche se dall'incontro con un'amica d'infanzia di una delle due emergono fatti che lasciano perplessa l'altra... Nel film precedente il regista aveva messo in scena uno scontro donna vs.zombi, qui si tratta di donna vs.donna ma in gioco è sempre la sopravvivenza. Partenza lenta ma, una volta ricevuta una "spinta" decisiva, il ritmo conosce pochi cedimenti e tiene col fiato sospeso fino all'epilogo con sorpresa. Molto brave entrambe le protagoniste.
MEMORABILE: Alla luce fredda del neon, la ricerca delle tracce di sangue

Lupus73 26/04/20 15:25 - 1494 commenti

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Una coppia di lesbiche trascorre la vacanza nello chalet di caccia di famiglia. Presto emergeranno inquietanti segnali da una delle due. L'ambientazione tra boschi (che circondano un lago) fa da cornice a una lotta di singolare ferocia da cui emergono la natura predatrice della partner psicotica e l'istinto di sopravvivenza dell'altra. Confezione moderna con ottima fotografia (utilizzo degli UV in un determinato frangente). Soggetto non originalissimo ma il film fa trattenere il fiato fino all'ultimo fotogramma (che lascia un dubbio in sospeso).

Schramm 5/09/22 20:37 - 3495 commenti

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Ad accanirsi terapeuticamente sulla protagonista è la slealtà narratologica a credito illimitato di Minihan, che introiettata la Fargeat (“io ti infinocchio all over, se non ci stai affogati”) va al parco oceanografico di Valencia a fare wakeboard sopra ogni squalo sferrando un attacco atomico contro ogni pur rivendicato iperverismo con scripteriate facciatostaggini da campionato mondiale di bunjee-jumping della credulità. Il tutto ottimamente diretto, montato meglio e fotografato che dio la manda: ma travestire da attenuanti le aggravanti fa vieppiù salire l'Annie Wilkes in noi.
MEMORABILE: Tafferuglio “mostrato” per sottrazione, col drone che scorrazza per le stanze del piano sottostante in cui avviene.

Pumpkh75 14/11/22 14:10 - 1749 commenti

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Il gemello diverso di Deserto rosso sangue: Minihan costringe Brittany Allen (brava almeno quanto la Anderson) a una nuova e solitaria battaglia per la sopravvivenza, rischia forse troppo quando svela in breve tempo l’antagonista ma ha il merito, una volta fatto, di non concedersi sotterfugi né inutili digressioni andando dritto al sodo e mantenendo la tensione senza cedimenti e senza aver per forza bisogno di un qualsivoglia twist risolutivo. Bagliori e panoramiche naturali sono sfruttati con gran gusto. Ansimante e coinvolgente.

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  • Discussione Schramm • 9/01/22 19:24
    Scrivano - 7694 interventi
    WHAT KEEPS YOU SPOILED - CHI NON L'HA ANCORA VISTO CAMBI SUBITO PAGINA 

    ...signori non ci si crede, ma abbiamo lo stesso identico problemino di revenge.

    Ovvero un film ottimamente diretto, montato meglio e fotografato che dio la manda (anche se quella parentesi luminol mateprego) e con pennellature di mdp divine. Ma scritto coi mignoli dei piedi di un epilettico, e qui casca tutta la stalla. Una scemeggiatura dalla punta dei capelli agli alluci. Dopo la fargeat si sperava di non dover più assistere a certe spudoratezze di script calate in un corpo filmico che ambisce il più possibile ad aderire al verosimile. E riecco invece lo stesso identico sfondone/corto-circuito: un corpo spinto da un dirupo bello alto che va a fracassarsi contro la roccia. E la nostra resta viva. E fin qui anche anche. Non che sia in sé impossibile o implausibile, non che i miracoli o che gli incredibili colpi di culo non siano di questo mondo, ma anche sto giro è il proditorio come narrativo a non lasciare scampo, quel metterla giù alla senti io la sparo grossa tu o ci credi o ci credi. ovvero attieniti al questo è quanto perché non ti viene dato nessun indizio pregresso che possa indurti a crederci.  Tanto più a parità del rincorso verismo, che era quel chilo più debole in revenge, per quanto tenuto solido fino alla scena del malaugurio.
    Qui siamo all'aggravante. Non c'è stavolta un tono da cartoon o l'alibi dell'omaggio tarantiniano cui appigliarsi (sarebbe stato comunque un guaio, proprio perché alibi). Niente, un gracile fisico da ragazzina efebica fa un volo catastrofico che avrebbe spaccato in tre un diamante e la nostra resta in vita. Sulle prime è anche mostrato nel pieno rispetto del realismo: la nostra ha ossa e milza fracassate, un trauma cranico che lascia presagire un'emorragia interna mica da ridere (che in neanche 12 ore e un bagnetto sparisce nel nulla, neanche più l'ombra di un capillare rotto, mavacagà), presumibilmente tutte le vertebre della schiena belle spettinate. Insomma dai c'è più sangue imbibito nella roccia in cui ha crashato che in tutto il resto del film, che di emoglobina non sarà avaro (ma alfine neanche così prodigo). E ok, me la fai vedere che zoppica allucina si strascina con estrema fatica e ha l'orientamento a scazzoni dato da capogiri e microsvenimenti, per cui vabbuò e massì, credemose e tiramo innanzi con quel peluzzo di curiosità di dove si va a parare. anche perché così conciata l'ultima cosa a cui pensi è proprio che lo sviluppo successivo sia una lotta tra le due con un ribaltamento di ruoli ed effettivamente la curiosità spadroneggia. dai per scontato che non si scivoli in quella buccia di banana e pensi appunto e se mai a cose tipo toh, sopresa sorpresa, è sparita e si nasconde, cosa si inventa ora la cattivona? Che scuse tirerà fuori agli invitati a cena?
    Figata.fin qui ci credo e ci sto. vediamo come butta.

    Poi? Il patatrac. Così malconcia e zoppa, e dopo una nottata all'addiaccio sotto la pioggia senza medicamenti né cibo, la moribonda trova la forza erculea di sgambettare come un cerbiatto fino alla casa e una volta là il fegato di autoricucirsi i peggio sbreghi con ago e filo (ce lo diranno solo nel sottofinale, che era un medico: bella prova davvero, quando si dice la disonestà intellettiva e narrativa) e ti dici che niente, disgraziatamente la fargeat ha proprio fatto infausta scuola. minihan deve essersi detto “aò ma se l'ha fatto lei perché non dovete lasciarla correre a me?” il perché è presto detto: la supereroina della fargeat almeno aveva dalla sua la forza della dddrogah, mezz'etto di peyotl, il tutto in un registro ormai avviato verso l'iperpop il supercamp e l'extrasplatter mica pistacchi. la tua ha solo quella della disperazione e dello choc. un po' pochetto per farla anche, così fracassata e dissanguata, sbracciare in barca.

    E avanzando il film va solo che peggio: sotto choc emotivo, fisicamente traumatizzata da nord a sud, ha pure la meglio sulla psicopaticona perché attenzione: la milza è solo sfregata, la caviglia solo storta e non rotta e tutto quel che c'è di davvero rotto o lussato và che se lo ricompone da sola manco fosse l'uomo gomma dei fantastici 4. Con tutto quel sangue ovunque e la testa rotta. Già, la testa? Due antidolorifici e passa la bua?

    Ma che scuole di scrittura ha fatto sto tizio? Ma l'umiltà di un minimo di consulenza medica a monte? Son quelle cose che ti fanno incazzare mille volte peggio di annie wilkes. Che ricerche d'anatomia vengono condotte prima di scrivere una storia come questa? Che per carità, mi starebbe alla grandissima se il film fosse calato da praticamente subito in un clima e in un tono di iperbole e inverosimiglianza da fumetto supergore e non che parte integerrimo e rigoroso e di colpo sbraca e ti dice stacce o la porta è quella. Ed è possibile mai che nessuno in tutta la crew non abbia timidamente fatto notare che si stava saltando lo squalosauro? Che il regista non abbia contezza di una sparata fuori dal vaso simile e non dica “beh effettivamente forse sto un po' esagerando”? Macchè. e se le permettono pure di liberarsi al volo da legacci che una psicopatica di primissima come quella è improbabile abbia tenuto allentati, è solo un sogno, ché nella realtà ha due possibilità di impossessarsi al volo di un fucile che sta proprio a mezzo metro dalla sua testa e lei cosa fa? Nella prima occasione non lo imbraccia nemmeno per provare a impedire che vengano uccisi i coniugi amici, la seconda dici “oh valà che te ne sei accorta” e lei invece si concentra su un portagioie con dentro le collanine delle altre vittime, peraltro anche ben nascosto rispetto a un fucile sotto il naso.

    A questo punto ti arrendi e dici ok, da qua può anche succedere che diventa hulk o la salvano le altre ex morte divenute zombi, ormai s'è fatto impunemente 30 figuriamoci se mi scompongo sul 31. che infatti arriva nel più scorretto dei modi, con una siringa trovata chissà come e dove senza che ti venga non dico fatto vedere ma nemmeno inturie. cioè dai non è neanche minimamente alluso. Ce l'ha perché si, l'ha trovata fuori campo e tu fottitene del come e se non te l'ho mostrato non è un tuo problema, fatti bastare che s'è detto en passant che la cattivona era diabetica. Ma è proponibile procedere così proditoriamente? Per che razza di idiota viene preso lo spettatore?? E quanto improbabile è che a rovescio di posizioni finalmente avvenuto lei non solo la risparmia perché ancora innamorata malgrado tutto, salvo poi tornare indietro dopo essere scappata?? l'evidenza è l'evidenza: il fail narratologico è esponenzialmente titanico su tutta la linea e i 20' conclusivi sono un'epopea dell'assolutamente ridicolissimo (non tanto quel decidersi a prendere il fucile – era bella che l'ora eh -, ma quell'alzatona di ingegno di collegare il pc alle casse dello stereo nella speranza che “la loro canzone” sparata a volume 30 la richiami, ma ti supplico!).

    In tutto ciò il problema vero che più fa sanguinare gli occhi è che come in revenge, se ti sale tutto il codice penale e il satanismo man mano che il film si dipana, è proprio perché questo è diretto coi controfiocchi ed esteticamente impeccabile e dentro un bijoux simile la prima cosa che ti viene negata è la più sacrosanta: la sospensione dell'incredulità. Viene pensato che devono esistere scuole di cinema che insegnano ad abolirla, perché non si spiega. Il consiglio conclusivo è lo stesso dato alla fargeat: per la prossima prova, deponi la penna e affidati a uno sceneggiatore degno di essere definito tale e non scriverti da solo un film dove a una certa si ha l'impressione che in sede di stesura ti deve essere venuto un ictus.
    E a proposito di scrittura: la sonata al chiaro di luna come antifrasi della follia è roba più vecchia di mia bisnonna e della sua trisavola sommate ed è da misery che ha discretamente polverizzato le biglie.

    Revenge almeno, una volta lambito l'implausibile lo abbracciava a tutta vita e lo serviva a cento colonne portandolo alla massima esagerazione, regalandoci se non altro un bloodbath godurioso che in parte faceva quasi dimenticare l'enorme incazzatura (epperò diamo a cesare quel che gli spetta: qui quanto è registicamente bello il tafferuglio “mostrato” in omissis, col drone che scorrazza per le stanze del piano sottostante in cui avviene?).

    qua non si va oltre l'indisponenza, fino a un finale che svetta tra i primi classificati dell'ending più ciaone di sempre (il respiro di lei che alla seconda caduta è ancora viva -  vuoi il medio o il braccio a 90?).

    per quel che mi consta, facciamo che sbagliare è umano, Minihan. Vedi di non perseverare, che in casi simili sfanculare fa sentire divini.
  • Discussione Daniela • 9/01/22 21:57
    Gran Burattinaio - 5928 interventi
    Caro Schramm, il tuo post mi ha messo di buon umore, hai ragione ovviamente sull'implausibilità di certi passaggi ma nel genere horror i personaggi duri a morire sono un cliché talmente comune che sinceramente non ci faccio quasi più attenzione - salvo casi clamorosi come la tizia di Revenge che finisce impalata da parte a parte ma riesce a spalarsi e a medicarsi da sola manco fosse la sorella più tosta di Rambo.
    Ultima modifica: 9/01/22 22:00 da Daniela
  • Discussione Lupus73 • 10/01/22 00:03
    Call center Davinotti - 55 interventi
    Dipende sempre dal compromesso personale dello spettatore nei confronti dell'opera: i livelli tanto alti di fatica della mia "sospensione dell'incredulità" vengono compensati dalla qualità artistica della pellicola? L'arte espressa dal film vale il fatto che io mi beva o faccia finta di bermi tutte le assurdità propinate in sceneggiatura? Ovviamente questo è ampiamente soggettivo. 
  • Discussione Herrkinski • 10/01/22 04:08
    Consigliere avanzato - 2631 interventi
    Schramm, ti dico la verità, ho ormai vaghissimi ricordi del film quindi non sono in grado di dire la mia a riguardo. Vedo che però né io né gli altri abbiamo fatto notare l'implausibilità dei fattacci, quindi o il regista li ha dissimulati molto bene o non mi (o ci) sono risultati così fastidiosi nel contesto della pellicola. Per dire, la scena d'impalamento di Revenge che cita Daniela me la ricordo bene, proprio perchè ero scoppiato in una fragorosa risata. Quindi boh, dovrei rivedere questa per rinfrescarmi la memoria..
    Ultima modifica: 10/01/22 04:08 da Herrkinski
  • Discussione Lupus73 • 10/01/22 11:55
    Call center Davinotti - 55 interventi
    Nel caso di Revenge, a me sembra che la regia abbia optato molto per quel tocco assolutamente fumettistico (con lei che diventa una sorta di super-eroina vendicatrice, il branding dalla lattina), che molto spesso permette di concedersi licenze per azioni iperboliche/poco verosimili in sceneggiatura, ma molto spettacolari. In questo senso viene data la priorità alla spettacolarità a scapito di quanto possa essere plausibile o credibile.
    Del resto la storia del cinema si basa anche su questo, però capisco che a volte viene superato un limite che lo spettatore non riesce ad accettare. Come dicevo, questo è ampiamente personale.
  • Discussione Schramm • 10/01/22 12:29
    Scrivano - 7694 interventi
    Lupus73 ebbe a dire:
    Dipende sempre dal compromesso personale dello spettatore nei confronti dell'opera: i livelli tanto alti di fatica della mia "sospensione dell'incredulità" vengono compensati dalla qualità artistica della pellicola? L'arte espressa dal film vale il fatto che io mi beva o faccia finta di bermi tutte le assurdità propinate in sceneggiatura? Ovviamente questo è ampiamente soggettivo. 
    nel mio caso e per il mio sentire e intendere il problema è aporetico, resta cioè il fatto che la sola qualità artistica tecnica estetica formale o l'originalità stilistica (o della tessa trama) non possono bastare anzi stanno a sottozero se in qualche modo non determinano tutto quanto pertiene a sistemi e meccanismi narrativi.
    questo mi vale se come in tal caso mi si sta raccontando una data storia (fatta di concause, rapporti di azione e reazione) in un dato modo, ci si aspetta che questa fili e "righi dritto" proprio per il modo scelto. insomma se mi dai eccellenza formale bene bravo bis ma se questa non è d'aiuto a una sospensione dell'incredulità, la qualità mi diventa, come dicevo nel post a monte, un'aggravante. una cattiva sceneggiatura (uso cattiva perché le dinamiche evolutive del narrato sono pura mala fede) in un'opera che fa fuoco e fiamme in fatto di estetica rovina proprio l'ottimo portato registico (che pure riconosco, il film ha stilistici passaggi da standing ovation), facendo imbestialire il doppio (difatti sarei più per giustificare l'inverso: un'ottima sequenza di idee addentrata in una regia maldestra può invece in molti casi portare allegramente a casa il film).

    nello specifico minihan rispetto a un revenge (sul quale sostanzialmente concludiamo le stesse cose) ha scelto un approccio tonale e formale diametralmente opposto, più attiguo al realismo, per poi però comportarsi narratologicamente nella più scorretta delle maniere né più né meno che in revenge. la qual cosa mi indispone il doppio, perché la fargeat una volta sbracato, si allontana sempre più dal pianeta terra sia nei cosa che nei come, prediligendo l'esasperazione di tutto. perché sa che da lì l'ha sparata troppo grossa e non resta che spararla sempre più grossa.
    minhian invece vuole fare il furbo. sbraca e svacca, ma aggrappandosi con unghie e denti a un'iper-realismo abbastanza lontano dal tarantinismo spicciolo o dal fumettaccio. e peggio pure cercando di coglionarti (ribadisco: non è accettabile che dopo una caduta simile una si ricompone ossa e sbreghi da sola solo perché è una studentessa di medicina, e per di più ciò me lo rendi noto solo nel finale. ma l'abc del raccontare, santi numi!).

    poi andrebbe anche aggiunto che personalmente non sapevo niente di niente del film, non sapevo abbracciasse il savage survival, non sapevo un'oncia di trama, per come iniziava mi ricordava addirittura certe mattonate romance francesi tipo la vie d'adele difatti lungo il primo quarto d'ora l'irritazione era così oltre le stelle che stavo per cannarlo (questo per rimarcare quanto sia differente e rigoroso il mood adottato dal regista). non immaginavo quindi una virata di genere simile. e quando c'è stata, non la immaginavo certamente calata in un così inattendibile revenge 2.0