Di tutte le saghe horror (un genere che si presta più di altri alla serializzazione selvaggia), quella di HELLRAISER è tra le meno scontate: merito ovviamente del suo inventore Clive Barker, che ha saputo creare fin dal primo capitolo un universo di sofferenze e piaceri di grande suggestione, dominato da figure oscure (i supplizianti, qui più sbrigativamente definiti “demoni”) che si muovono minacciosi in spazi bui dove lunghe catene spuntano all'improvviso per uccidere sanguinosamente. Dopo il primo, mitico, HELLRAISER,...Leggi tutto firmato Barker, la regia è passata a Tony Randel e quindi, qui, al buon Anthony Hickox (quello del pessimo WAXWORK, dove però le pochissime cose da salvare riguardavano proprio l’impianto visivo). Randel rimane come co-autore della storia e c’è da dire che quella è complessa e affascinante (seppure non chiarissima) come nel secondo capitolo. Quasi interamente girato di notte, HELLRAISER 3 è ancora una notevole esperienza splatter, con una fotografia un po' troppo “sparata” ma un ottimo senso dello spettacolo. Gli effetti, economici e non al livello dei migliori horror, sono comunque di ottima fattura e ripresi in modo da nascondere i loro limiti. Il cast recita discretamente e nel complesso Hickox riesce a mantenere vivo l'interesse pur senza esagerare con le novità. I nuovi compagni di Pinhead (il famoso uomo dal volto coperto di spilli, emblema della saga) compaiono solo verso la fine e tra di essi si fanno notare uno spara compact-disc e un altro con uno sparachiodi conficcato in testa. Un buon sequel, molto più creativo e personale di qualsiasi HALLOWEEN (con l’eccezione proprio del numero 3) o VENERDI’ 13.
La saga di Hellraiser poteva fermarsi al secondo film. Qui i protagonisti di quei film non ci sono più, e Pinehead diventa mattatore assoluto, una sorta di Freddy Krueger più cinico. Ora l'inferno arriva direttamente sulla terra e si materializza in una discoteca. Un seequel dagli effetti speciali efficaci, divertente e dotato di buon ritmo (merito della regia di Hickox), ma anche nettamente inferiore ai primi film. Comunque si lascai guardare. La protagonista, Terry Farrell, è nota per aver interpretato Dax in DS9.
Inizia la parabola (in senso allegorico) discendente della serie: principalmente a causa di un regista (Anthony Hickox) che, seppur figlio d'arte (del Douglas Hickox regista di Oscar Insanguinato), non ha il coraggio di addentrarsi con convinzione nel genere (stessa sorte per i patinati due Waxwork e per Warlock 2). Si punta più sul gruppo di Supplizianti e alcuni momenti sono leggermente splatter (la carneficina in discoteca, il DJ che viene tramutato in Cenobita lancia CD...), ma la storia proprio non ha coordinate precise e sfuma nel vuoto.
MEMORABILE: Cenobita Camerahead (con telecamera nell'occhio): "hai visto cosa mi hanno fatto, piccola puttana? Hai visto?"
Pronti, via e arriva il primo spezzatino umano in una sala operatoria. Poi però sembra che il film si perda con la protagonista, la sua angoscia per il padre (gli incubi) e le indagini (rallentano), che porta avanti dopo aver assistito al fattaccio. Fortunatamente l’ingranaggio filmico ripartirà con la scultura che assorbe il sangue, anche se continuerà a zoppicare; almeno fino a quando “faccia chiodata” non farà il suo ingresso (sarà già un piacere il solo sentirlo parlare). Pur sapendo troppo di TV movie, non è poi così male.
MEMORABILE: "Faccia chiodata" sputa i proiettili, intorta a parole un mezzo idiota e poi fa una capatina nel locale.
Non certo da buttare questo terzo capitolo, ma guardandolo nel suo insieme e tolte le numerose e succulente sequenze gore, non resta molto di più e in certi momenti si vede come alcuni effetti pirotecnici siano piazzati uno dopo l'altro per arrivare ai canonici 90 minuti. Si svela un po' di più riguardo alla figura di Pinhead, ma la cosa non convince del tutto. Troppo vicino alla mediocrità per gli amati cenobiti, i quali prendono confidenza anche col cd... ma è troppo poco.
Dopo l'eccellente secondo capitolo (che incredibilmente era anche superiore al prototipo), c'era da aspettarsi molto di più. E invece questo terzo capitolo, pur diretto correttamente da Hickox, non è molto più di un classico horror americano moderno, destinato prevalentemente a un pubblico di teenagers. Il villain Pinhead è trasformato in un personaggio dal sarcasmo facile alla Freddy Krueger, lo splatter si spreca e tra esplosioni e massacri vari si giunge al termine di un film ben fatto ma privo delle suggestioni metafisiche del predecessore.
Terzo, stucchevole e inguardabile (a tratti demenziale) capitolo della saga di Hellraiser. La trama è stiracchiata, il tentativo di fare di Pinhead il Freddy Krueger degli anni novanta fallisce miseramente e il personaggio perde tutto il fascino e l'ambiguità che lo caratterizzava. I nuovi cenobiti sono di una stupidità sconvolgente: Cameramen ha un teleobiettivo al posto dell'occhio con cui infilza le persone, Barman lancia cocktail molotov e sputa fuoco, Cd lancia cd-rom mozzateste... Da evitare.
La serie comincia a dare evidente segno di cedimento, scompaiono i cenobiti principali (eccetto testachiodata) e scompare anche la brava Kristine. Al suo posto una scialba seppur graziosa giornalista che affronterà il male. Inguardabile il cast maschile( in particolare l'idiota muscoloso). Il film è piacevole solo nella scena della discoteca, pessimo per il resto.
MEMORABILE: Il proprietario della discoteca: "Cristo santo!" Cenobita capo: "Non proprio..."
Davvero una bella saga quella di Hellraiser che, nonostante abbia avuto alti (Hellraiser 1 e 2) e bassi (Hellraiser 4, 5) in ogni capitolo dimostra di avere ancora qualcosa da raccontare. In questo episodio Hickox abbandona la vena fantastica del primo e secondo capitolo ed intraprende un sentiero "terreno". La vicenda si svolge completamente in notturna e in locali; ragion vuole fotografia "sparata" e regia dinamica. Ci sono discreti effetti gore e personaggi davvero divertenti. Nel primo tempo si assume un atteggiamento da serial-tv noioso.
MEMORABILE: I nuovi demoni: "lo spara-cd", "il lanciafiamme" e il cameraman che diventa...
Il nome del regista faceva sperare in qualcosa di meglio e invece... né è venuto fuori un pessimo seguito (il secondo) che non ha il fascino e la visionarietà del primo capitolo e si perde dietro una storia farraginosa e davvero poco interessante. Anche gli amanti della serie faranno fatica ad apprezzarlo.
Buon sequel, anche se ormai di Barker è rimasto ben poco e il tutto sembra un viaggio onirico surreale alla Nightmare. Hickox, da buon fan del genere, non gira male e ci sono ottimi momenti, come la statua con la testa parlante di Pinhead o i sogni della Farrell in Vietnam e nelle trincee della seconda guerra mondiale. I nuovi cenobiti lasciano un po' a desiderare (uno tira letali cd come l'alieno di Arma non convenzionale!), ma Pinhead simil Freddy Krueger strappa più di un applauso. Da antologia la fusione tra Pinhead e sè stesso.
MEMORABILE: Pinhead sull'altare di una chiesa che mima la crocifissione, con vago sentore di blasfemia.
Dopo un ottimo primo capitolo e un secondo che manteneva l'atmosfera malata e opprimente del predecessore, pur risultando narrativamente meno efficace, inizia la parabola discendente artistica della serie Hellraiser. Il (poco dotato) regista Hickox si limita a riprendere pedissequamente e senza molte innovazioni la vicenda con l'inserimento di alcuni personaggi ma senza alcuna novità narrativa sostanziale. Il risultato è un film che può piacere ai cultori della serie per connotati unicamente estetici.
Intrappolarlo è impossibile, ed ecco di nuovo a turbare le vite dei poveri umani il nostro amato Pinhead: prima imprigionato in una scultura (molto inquietante) e poi libero sulla terra. La protagonista si impegna, un plauso a Bradley anche nella sua versione umana, sangue a fiumi. Magari in un paio di punti si poteva approfondire di più, ma questo capitolo risulta molto gradevole.
MEMORABILE: La soddisfazione del nostro cenobita durante il massacro in discoteca.
La pellicola si stacca quasi del tutto dagli splendori degli esordi. Manca il fascino quasi mitologico dei primi due film, eppure la mano di Barker si sente (probabilmente le sue idee meritavano qui una realizzazione migliore). Pinhead privato della sua maestosità e in parte del suo carisma diventa un villain inutilmente blasfemo e crudele, ma continua a reggere la scena grazie al suo interprete. Molto peggio va agli altri cenobiti, grossolani e inutili. Aveva il potenziale per essere il terzo capolavoro invece è "solo" un discreto horror.
MEMORABILE: Pinhead che si libera dalla statua e i suoi dialoghi con quel citrullo che finisce meritatamente distrutto.
Al terzo capitolo, la saga mostra già segni di stanchezza. Se nel secondo si cercava di ampliare la mitologia della serie, qui invece gli eventi si ripiegano in una sorta di thriller televisivo dai connotati sovrannaturali. Assente Kirsty e fallito il tentativo di modernizzare Pinhead e di introdurre dei nuovi cenobiti (veramente penosi), l'unica attrazione del film sembrano essere le scene gore, che tuttavia stancano presto.
Per ora, e senza esitazione, uno dei peggiori capitoli dell'intera serie. Gli eventi precedenti vengono ignorati e dopo esser entrati nel cubo, l'inferno arriva sulla terra. I nuovi Cernobiti tecnologici sono uno peggio dell'altro (ma a che diavolo pensavano quando li hanno creati?). Il fatto è che nessuno di loro incute terrore, anzi qualcuno fa persino ridere. Un punto a favore va alla regia, non male nelle scene d'azione e nell'intera sequenza ambientata nella discoteca.
Si avverte da subito un anticlimax rispetto ai fasti dei duecapostipiti: l'appiattimento e la banalizzazione dei personaggi segnano il passo a una messa in scena fumettistica e patinata – in linea con i grafic novel della Epic. Pinhead guadagna il proscenio ma chiacchiera sempre più del necessario, e i nuovi cenobiti sembrano usciti dai Masters of Universe. Hickox è certo un buon mestierante e il film scorre senza intoppi, ma le provocazioni si fanno tanto esplicite e blasfeme (la crocefissione) quanto poco incisive e goliardiche (il macello nella disco, già datato). Colpo di genio finale.
Pinhead tenta di entrare nell'Olimpo dei cattivoni, impadronendosi finalmente della scena, ma il risultato è decisamente scarso. Probabilmente la sceneggiatura è stata scritta in una bocciofila da un gruppo di buontemponi in preda ai fumi dell'alcol e in vena di fanfaronate. Se non fosse per gli incredibili cenobiti trash (il dj, il barista, il cameraman e la giovane tabagista) ci sarebbe veramente poco da vedere. In definitiva niente di nuovo sotto il sole (dell'inferno). Decisamente mediocre.
Il terzo cpitolo si mantiene su livelli discreti e segue decentemente - tra alti e bassi - i primi due. Come nel capitolo precedente è la parte iniziale ad essere più intrigante, essendo più contenuta e misteriosa: ci sono buoni personaggi, un locale rumoroso e Pinhead che torna come scultura di arte moderna (il suo risveglio non è affatto originale ma funziona). I nuovi cenobiti non sono all'altezza dei vecchi e la trama si ingarbuglia con storie sul Vietnam. Ottima la fotografia.
MEMORABILE: Pinhead: "C'è un'armonia segreta che regola l'universo, Joey... suona come un rasoio che attraversa la carne".
Terzo capitolo della saga barkeriana, cerca di sfruttare la potenza del personaggio principale ovvero il mitico Pinhead. Rispetto ai primi due capitoli però la noia prevale, se non per un paio di scene di tutto rispetto (la mattanza nel locale, il ritorno di Pinhead). Un po' di passato che si mescola al presente non basta a ravvivare la sceneggiatura. Il film si gusta meglio in lingua originale che doppiato in italiano.
Continua la saga dei cenobiti da dove li avevamo lasciati alla fine del secondo film. Questo terzo capitolo della saga risulta uno dei più variopinti, con grande sfoggio di fantasia degli sceneggiatori che toccano alti livelli di trash. Ulteriori approfondimenti nel passato di Pinhead, che qui si alterna con il suo doppio buono.
MEMORABILE: La strage in discoteca; I nuovi cenobiti: telecameraman e lettore cdman.
Pinhead e company in giro per la città: produzione Made in Usa, cambia il taglio della vicenda, non più torture all'inferno ma caos e distruzione in terra e i nuovi cenobiti sono funzionali a questo: poco sadomaso e molte esplosioni, fiamme e morti. La scena della strage nel rock club è notevole e si approfondisce bene la genesi di Pinhead. Brava la protagonista e il solito Doug Bradley, anche in veste veterano della prima guerra mondiale. Spiace solo non rivedere i supplizianti del primo film. Da vedere, vale almeno il secondo capitolo.
MEMORABILE: Prima della strage nel locale, nel film in lingua originale quando appare Pinhead esordisce con un very british: "Shall we begin?" (fantastico!).
Con Hellraiser 3 la storia si rinnova, cambiano i protagonisti (ad esclusione di Pinhead) e anche l'ambientazione, dalla provincia alla città. Si comincia a intravedere un declino qualitativo netto rispetto ai film precedenti; innanzitutto vanno persi quei caratteri sadomaso, onirici e infernali che tanto avevano caratterizzato i primi due capitoli, poi gli stessi cenobiti non sembrano più usciti dall'inferno ma da un fumetto per ragazzini. Per carità il film non è male, è solo un po' deludente...
Terzo appuntamento coi cenobiti, creature in questo film più tonte che demoniache come nei precedenti: primitive e mancanti di qualsiasi strategia alla portata di quozienti intellettivi anche bassi, si ritrovano all'inizio bloccate in una statua che un po' di sangue come al solito risveglia. Più curato dei precedenti negli effetti (tecnica e budget diversi), questo numero 3 manca di originalità, è soprattutto prevedibile e il conflitto bene/male è trattato con una superficialità disarmante. Fumettone con noioso preambolo, da vedere solo se aficionados.
Pinhead diventa americano: granelli di sarcasmo sconosciuti, Armored Saint e i postriboli da discoteca, esplosioni come se piovesse e aihnoi un colpo di spugna all’ambigua galassia Barkeriana a vantaggio di una maggiore ma disordinata spettacolarità. Dalla novelle cousine al fast food però non tutto il sapore si perde perché la serialità da boogeyman e l’ambientazione notturna sono di quelle buone e la centralità di Doug Bradley è una scelta vincente e mai più replicata. Bocciati la Marshall e Bernhardt versione cenobiti, meglio gli altri.
Terzo capitolo della saga barkeriana e passo indietro rispetto al secondo, terrificante episodio. I terribili cenobiti si muovono in una produzione decisamente più mainstream riducendo al lumicino le suggestioni da incubo sciorinate nei primi due film. Pinhead si sdogana definitivamente divenendo un boogeyman al pari di Jason e Freddy e il ritmo assume connotati più indiavolati e caciaroni. Nonostante tutto però, molte sono le cose che si salvano, a partire dal massacro in discoteca per finire con Pinhead in versione messia blasfemo. Discreto.
MEMORABILE: Pinhead si libera dalla statua; Gli omicidi in discoteca; Pinhead e soci in città.
Fin dai primi minuti si nota come l'atmosfera abbia completamente cambiato pelle a favore di uno stile più americano, meno cupo e più commerciale. La trama è alquanto telefonata e anche Pinhead assume le caratteristiche del tipico boogey-man che vuole farsi spazio lasciando scie di sangue sul suo cammino. Non manca la componente splatter, ma l’essenza originale sembra smarrita assomigliando a un fumettone appena passabile e niente più. Il solco con il passato è stavolta è troppo evidente. Cameo per i mitici Armored Saint!
Onestamente un capitolo inferiore ai primi due. La strage al Boiler Room Club è la cosa migliore, la scena in chiesa è interessante ma il resto appare poco convincente, con personaggi stereotipati senza alcuna crescita. La non brillantissima regia di Hickox non ha saputo dare quella sferzata necessaria a superare l'impasse narrativo. Mezzo pallino in più per l'amarcord personale.
Buonissimo seguito! Se il numero 2 era un vero e proprio secondo tempo del primo mitico capitolo, complice anche il prosieguo della storia e la conferma del cast, qui ci si allontana un po’ (arrivando più dalle parti di Elm Street) dalla poetica di Barker ma si affronta una linea differente senza per questo far perdere d'interesse. Buonissimi gli effetti, ottima l’interpretazione del cast: si empatizza con la giornalista e mal si sopporta il proprietario del night club. Uno dei migliori seguiti della saga. Inquietante il finale!
Film meritorio, soprattutto per la professionalità attoriale e registica che gli conferisce una patina di serietà quando il contenuto, al contrario, è meramente trash. A partire dalla statua "animata" in cui è intrappolato Pinhead, proseguendo con il backgrond di quest'ultimo corredato da uno pseudo colpo di scena già visto altrove, finendo con le scorribande splatter per le vie della città dei cenobiti (sorta di cyborg che si portano dietro gli attrezzi del mestiere svolto in vita).
MEMORABILE: La strage al Boiler Room, che ha ispirato un episodio di Ash vs Evil Dead.
Sotto certi punti di vista è meglio del numero due; Pinhead (i cui ideali si fanno più definiti) guadagna l'ottima voce di Romano Malaspina, la storia raccontata è più immediata e meno contorta, il cast fa il suo onesto dovere. Per contro la sceneggiatura è spesso facilona, alcuni elementi di base restano mal spiegati (non serviva aprire la scatola per richiamare i supplizianti?) e al nostro prima austero Puntaspilli è venuta la kruegerite (era proprio necessario?). La deriva presa è piuttosto roboante ma adeguatamente grottesca e visionaria. Effetti appena involuti ma ancora buoni.
MEMORABILE: La bionda scuoiata in tempo zero e assorbita; I nuovi bizzarri cenobiti (occhiocamera, scagliadischi, sputafuoco...).
"C'è un'armonia segreta che regola l'universo, suona come un rasoio che attraversa la carne". Quel che perde in originalità e atmosfera cupa e malsana, il sequel di Hickox lo riprende in quanto a ritmo, trash-appeal e splendidi effetti speciali (Bob Keen). Gore a profusione, cenobiti nuovi di zecca in libera uscita (coi nuovi adepti Monroe col chiodo fisso in testa e la fumatrice sexy in guêpière). E poi il mitico Pinhead, la cui storia si arricchisce di un background bellico, capace ormai di destreggiarsi tra sogno e realtà manco fosse Krueger.
MEMORABILE: La carneficina al night; La colonna infame scolpita nel dolore; "Credi che il mondo dei tuoi sogni mi sia precluso?".
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si, i minuti sono circa 4, non 8.. ma la scena a cui mi riferivo manca, ho controllato testé. invece quella di sesso tra monroe e la bionda è la stessa tra dvd e br....
DiscussioneNoncha17 • 10/06/17 01:36 Pulizia ai piani - 1067 interventi
In realtà , al cinema, uscì solo come Hellraiser III, il sottotitolo e stato aggiunto dopo. In vhs come Inferno sulla terra, poi, tanto per creare casini, come Inferno sulla città
DiscussioneNoncha17 • 10/06/17 01:55 Pulizia ai piani - 1067 interventi
Buiomega71 ebbe a dire: In realtà , al cinema, uscì solo come Hellraiser III, il sottotitolo e stato aggiunto dopo. In vhs come Inferno sulla terra, poi, tanto per creare casini, come Inferno sulla città
E' uscito un nuovo cofanetto della Midnight Factory contenente i primi tre film. A differenza del precedente cofanetto della Koch Media, questo è arricchito da tanti extra, a partire dal documentario del 2015 Leviathan - La storia di Hellraiser e Hellbound: Hellraiser II. Il terzo film è proposto sia nella versione cinematografica che in quella integrale. La versione cinematografica è quella censurata e proposta nel precedente cofanetto, mentre quella estesa contiene varie scene tagliate, prive di doppiaggio e coi sottotitoli in italiano. Tra queste, quella che avevo notato nel vecchio dvd Storm Video. Il nuovo bluray della Midnight intercala le scene tagliate con formato 4:3 nel corso del film in alta definizione. Diciamo che il passaggio tra formati durante la visione può dare fastidio allo spettatore ma comunque è un modo per riproporre finalmente la versione completa del film.
HomevideoZender • 30/11/22 14:49 Capo scrivano - 48850 interventi
Si sa cosa si vede nelle scene tagliate (a parte quella del dvd Storm)?
Si sa cosa si vede nelle scene tagliate (a parte quella del dvd Storm)?
Le scene son concentrate fino al primo incontro onirico tra Elliot e la protagonista. Si tratta per lo più di scene di raccordo che aggiungono poco alla trama, forse l'unica interessante è durante l'incontro di cui sopra, dove vi sono molti più dettagli truculenti dei soldati maciullati nella trincea
HomevideoZender • 1/12/22 14:56 Capo scrivano - 48850 interventi
L'attrice Paula Marshall interpreta due ruoli e una "comparsa" : il primo ruolo è quello di Terry, la malinconica ragazza di J.P. Monroe, il secondo è quello del cenobita Dreamer (detta così perchè Pinhead la premia facendola sognare, dato che lei non sognava mai). Tra due ruoli fa anche una "comparsa" come Sandy senza pelle (il "senza pelle" è un tratto distintivo dei primi 3 capitoli della saga).
fonti: imdb e hellraiser fandom
MusicheDave hill • 17/03/25 14:15 Magazziniere - 142 interventi
Il brano "Hellraiser " è stato scritto da Ozzy Osbourne, il suo chitarrista Zakk Wylde e Lemmy Kilmister. Ozzy la registrò per il suo album No More Tears (1991), mentre i Motörhead la registrarono come parte della colonna sonora del film Hellraiser III - Inferno sulla città e in seguito la pubblicarono come singolo nel 1992. Successivamente il pezzo venne incluso nell'album March ör Die (1992). Nel videoclip dei Motorhead, Lemmy sfida a carte Pinhead (Doug Bradley) e, ovviamente, bara. Un incauto spettatore, reo di essersi seduto al cinema nella poltroncina antistante quella del cenobita, viene trasformato nello Snaggletooth, la mascotte ufficiale dei Motörhead (creato graficamente dall'artista Joe Petagno da un'idea di Lemmy ed apparso per la prima volta nel 1977 nell'album Motörhead: il dente tagliato dello Snaggletooth rispecchia il dente rotto di Kilmister. Petagno ha creato quest'immagine che è un misto tra un cinghiale, un cane feroce e un gorilla. Successivamente sono stati aggiunti, sempre su consiglio di Lemmy, l'elmetto e la catena).