Cast (Browne, Vargas, Ressel) da spionistico italiano Anni Sessanta, difatti come genere ci siamo vicino. Credevo peggio. Non solo si lascia guardare, ma la carica umoristica pare molto meno mielosa o sciocchina rispetto a prodotti coevi o consimili. Certo: occorre perdonare alcune semplificazioni (furgone senza scorta?) o assurdità (il messaggio criptico detto per radio?), ma alle vicende di 007 si perdona molto di più. C'è di molto peggio. Ultimo film della grande Olga Solbelli. Fra i non accreditati John Stacy.
Film spionistico italiano ambientato tra la Svizzera e un immaginario paese arabo. Se si è di bocca buona e molto votati al genere lo si potrà apprezzare. Con qualche aspettativa in più non si potrà non notare la mediocrità dell'impianto generale che parte da una sceneggiatura ricca di luoghi comuni che non si fa mancare nemmeno un'insulsa storiella d'amore. Il protagonista è un attore improponibile.
La grande rapina e i problemi scaturiti dalla conquista del bottino: un avventuroso di stampo convenzionale, strettamente imparentato con lo spionistico italiano degli anni Sessanta e la sua non sempre stabile mistura di prevedibili missioni in incognito, codici segreti, humour, amori e voltafaccia. I comprimari più caratterizzati (il mangione Dori e il cagionevole Ressel) prevalgono sull'anodina coppia Browne-Sanders. Musichette stile western di Lavagnino.
MEMORABILE: Il "cronometrista ufficiale" dell'albergo, che prende il tempo del lungo bacio tra Browne e la Sanders.
Ennesima spy-story di serie B made in Italy. Il regista si chiama Piero Pierotti e confeziona un film in linea con l'abbondante serie di questo filone in quel periodo. Trama standard, cast debole... ma quello che mi piace sono i colori degli anni '60 e l'ingenuità della cinematografia di allora. Da considerare il budget contenuto e la censura. Il film si fa vedere, ma di certo non ti inchioda sulla poltrona.
Pregi: le ambientazioni, ormai perse e lontane degli anni 60. Difetti: praticamente tutto il resto. Film di una mediocrità rara, la fiera del semplice e del banale. Sceneggiatura scritta su un fazzoletto, alcune scene da bocca aperta e imbarazzo. Solo per collezionisti e patiti del genere.
MEMORABILE: Il furgone senza scorta che trasporta milioni; I ridicoli colpi di scena del finale.
Un colpo da milioni di dollari viene già suddiviso nelle diverse competenze fra i componenti di un gruppetto di gaglioffi patentati, ma l'esito si profila complesso. Spy-story all'italiana parente povera di Ian Fleming, si fa bere come un bicchiere di vino campagnolo, senza tante pretese in fatto di qualità o di bontà. Attori modesti ma caratteristi di serie A contribuiscono alla buona riuscita di questa "frittata" cinematografica, non certo memorabile.
Uno degli ultimi film prodotti da Fortunato Misiano. Trama poco credibile (ovviamente) ma buon ritmo e qualche colpo di scena che rende piacevole la visione, anche perché ci sono tanti caratteristi (primo tra tutti Franco Ressel, viscido come solo lui sa fare) che sanno disegnare bene i loro personaggi. Probabilmente per la prima volta si parla di stati arabi che riscattano concessioni petrolifere.
MEMORABILE: Il messaggio cifrato in radio!
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