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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Thriller italiano d'impostazione christieana (zona "Dieci piccoli indiani"), si fa notare soprattutto per un'elegante fotografia che a ben vedere appare come la qualità migliore, insieme a qualche suggestiva ripresa e a una regia tecnicamente competente. La grande villa sull'isola è questa volta un'isolata baita di montagna dove quattro amici, che si erano rivisti a una mostra di quadri dopo sei o sette anni trascorsi lontani l'uno dall'altro, si risvegliano accorgendosi di essere stati drogati. Chi li ha portati lì? E a che scopo? Lo capiscono leggendo una lettera lasciatagli da chi li ospita e ha piazzato telecamere un po' ovunque nelle stanze....Leggi tutto La richiesta leggibile sul foglio è precisa: colui che ha ucciso Alessandro (Zurzolo), un loro amico morto in un misterioso incidente qualche anno prima, deve ora finalmente confessarlo. Perché chi li ha portati in quella baita ne è convinto: non fu suicidio, né un incidente come registrato dalle autorità.

Così, attraverso uno stratagemma molto in uso negli ultimi tempi, cominciano i flashback, che ci riportano indietro a una festa che nella medesima baita si svolse d'estate coinvolgendo loro quattro e molti altri ragazzi e dopo la quale si verificò il fattaccio. Un continuo rimpallo, quindi, tra passato e presente, che si concluderà - come facilmente immaginabile - con la soluzione del whodunit e lo svelamento del colpevole. Fino a quel momento si procederà però faticosamente, con lo sterile rinfacciarsi reciproco di colpe trascorse e i personaggi a salire inopinatamente sopra le righe dando prova di una recitazione migliorabile. E' anche questo a rendere artificioso il tutto, con Riccardo Grandi a dirigere senza la necessaria verve e a lasciare che tutto si inabissi in una piattezza che solo la bella confezione assistita da una messa in scena professionale permette di apprezzare, almeno dal punto di vista estetico. I colori, le ambientazioni, il bosco che cinge la baita, aiutano a dare una bella dimensione da thriller ambizioso, ma di tensione, purtroppo, nemmeno a parlarne.

Ci si aggrappa piuttosto alla complessità del soggetto, intricato come vuole il tipo di costruzione da giallo d'epoca da attualizzare con l'introduzione di ragazzi e ragazze dal fare "moderno". Però Michele (Lapice), Roberto (Franceschini), Federico (Antinori) e Giulio (Scicchitano) sono tutti personaggi perlopiù insignificanti: l'unico a emergere dalla banalità (interpretato in modo piuttosto monocorde, ma forse era giusto così) è il Roberto di Franceschini, prototipo dello yuppie realizzato che guarda tutti dall'alto in basso; gli altri si confondono in un anonimato poco premiante, di tanto in tanto prorompendo in reazioni eccessive e spesso ingiustificate che acuiscono la sensazione di fasullo in cui il film pare dibattersi fin dalle prime scene.

Un po' di sesso a buon mercato (ma che bella Greta Ferro, l'aspirante cantante), di atteggiamento strafottente da parte di Alessandro (d'altra parte doveva pur farsi odiare da tutti, per concedere uno straccio di movente ai quattro sospetti) e un colpo di scena che potrà piacere piazzato però dopo un finale tirato inutilmente per le lunghe. Ci voleva una direzione più vivace, anche perché quando gli attori attaccano a bisbigliare al solito si rischia di perdere intere frasi...

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/01/21 DAL BENEMERITO BUBOBUBO POI DAVINOTTATO IL GIORNO 9/08/24
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Bubobubo 2/01/21 14:16 - 1847 commenti

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Risaputissimi loci e tematiche: quattro amici-nemici che si riuniscono casualmente dopo anni di lontananza, il fantasma del quinto morto in un misterioso incidente, la segregazione forzata in uno chalet di montagna isolato dalla tormenta per fare chiarezza su un oscuro segreto del passato (e giù di ripicche, scatti d'ira, crolli emotivi...). Il film, semplicemente, ad un certo punto sembra quasi scriversi da solo, tant'è che la rivelazione del (non) responsabile, anche per la mediocrità delle prove del cast attoriale (tolto Franceschini), viene accolta da una relativa indifferenza.

Hackett 7/01/21 15:28 - 1868 commenti

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Pur nel contesto di un gioco al massacro alla ricerca del colpevole abbastanza classico e per nulla originale, il film di Grandi ha comunque il pregio di provarci credendo nei propri mezzi. Alla fine il regista riesce a confezionare comunque una pellicola che regala intrattenimento e alcuni momenti di tensione riusciti. Non tutto il cast sembra in parte, ma gli attori in generale se la cavano e la visione è gradevole.

Gabrius79 22/01/21 17:57 - 1444 commenti

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Un film dal taglio psicologico in cui i quattro protagonisti devono capire chi di loro sia il vero colpevole della morte di un loro caro amico. La tensione c’è, anche se non si affetta con il coltello. Il cast è discreto, con Franceschini di poco sopra gli altri in quanto a bravura. Peccato che la pellicola si affievolisca quando si mostrano i flashback per raccontare a monte la storia. Al netto di quelli, la storia coinvolge abbastanza.

Daniela 29/01/21 00:24 - 12888 commenti

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A distanza di qualche anno dal loro ultimo incontro, quattro amici (sic!) si ritrovano bloccati in un chalet sperduto in mezzo alla neve, senza la possibilità di fare ritorno alle loro case se non dopo la confessione di un delitto fatto passare per suicidio... Tavola apparecchiata per un gioco al massacro magari poco originale ma che poteva essere stuzzicante nonostante i toni forzati ed i dialoghi didascalici se solo gli invitati avessero saputo recitare bene la loro parte ed invece qui le prove attoriali vanno dalla sufficienza risicata alla bocciatura senza appello. Mediocre.
MEMORABILE: E meno male che erano tanto amici, chissà che poteva succedere altrimenti...

Victorvega 8/02/21 11:44 - 502 commenti

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Avrebbe tutto della webserie (il cast giovane, la recitazione propria di quella tipologia, la location (quasi) unica) e sarebbe una serie superiore di gran lunga alla media nel suo genere. Inquadrata come film, seppur penalizzata dalla chiusura delle sale e perciò destinata alle piattaforme di streaming, paga alcune manchevolezze: la recitazione sommaria, la mancanza di un certo carattere che la identifichi maggiormente come horror o che spinga l'acceleratore sulla tensione. Belle (e non da webserie) le inquadrature dall'alto. Discretamente avvincente.

Rambo90 22/02/21 02:37 - 7790 commenti

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Un'occasione mancata: la regia di Grandi e l'atmosfera c'erano, aiutate da una fotografia giusta e dalla bella location. A mancare è una sceneggiatura degna di nota, visto che già dopo i primi 10 minuti si cede alla noia tra flashback dai dialoghi particolarmente sciocchi e una seconda parte piena di twist uno più brutto dell'altro. I protagonisti recitano benino ma sono mal asserviti dal copione. Peccato perché si intuisce tra le righe la volontà di fare qualcosa di diverso per il nostro cinema.

Cotola 5/11/21 22:26 - 9251 commenti

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Quattro amici si ritrovano isolati in uno sperduto chalet di montagna: qualcuno li ha reclusi lì, per scoprire chi di loro è stato responsabile (anni prima) del suicidio - ma è stato davvero tale? - di un altro amico. Storia e sviluppi sono più che noti, ma chi ama questo genere di storie può dargli un'occhiata poiché non manca del tutto l'interesse nello scioglimento del whodunit. La sceneggiatura però non è capace di mantenere alta la tensione per la durata del film, a causa degli inevitabili flashback che servono per spiegare caratteri e dinamiche. Cast così così, risultato pure. 

Buiomega71 18/12/21 01:06 - 2994 commenti

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Il talento di Grandi c'è, la tensione e la cattiveria (la chiusa inaspettata e crudele) anche. Si prentende di scegliere il male minore, si battibecca tra il piccolo occhio da grande fratello da gioco al massacro con amplificazioni di isolamento forzato e ne esce uno dei migliori thriller ansiogeni tricolore del periodo. Flashback estivi rivelatori, tra omosessualità rifiutata e scenate d'isterismo, nell'inverno i lupi, le pistole e le violente rese dei conti tra la neve, dove Grandi non risparmia su cinismo e ferinità. Nulla da invidiare a simili prodotti d'oltreoceano.
MEMORABILE: Ma guarda un po' chi è la mogliettina; Ale che rinfaccia cattiverie agli "amici"; Il risveglio nella gelida casupola; A tu per tu con il lupo.

Lupus73 12/03/22 12:27 - 1538 commenti

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Alcuni amici sono riuniti in uno chalet tra le nevi durante un weekend, ma qualcuno li osserva dalla telecamera per via di un amico morto nel passato recente. Sorta di dramma-giallo in cui tutti sospettano di tutti; l'ambientazione suggestiva è ben resa dall'ottima fotografia, il canovaccio merita se non fosse per una sceneggiatura con dialoghi troppo schematici, affatto favoriti da una recitazione poco fluida; inoltre qualche taglio avrebbe giovato, visti alcuni punti un po' stagnanti e forse di troppo. Simpatico il siparietto con colpo di scena alla fine.

Deepred89 12/09/22 01:58 - 3777 commenti

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Curioso giallo in baita su un poco credibile suicidio avvenuto nel passato, dotato di una messinscena professionale (chiudiamo giusto un occhio sui brutti balletti al ralenti), di un discreto cast per una volta dalla buona dizione e di un soggetto magari non innovativo, ma intrigante. Purtroppo la sceneggiatura non gli rende un buon servizio, puntando più su stereotipi (litigi, ferimenti, inseguimenti ghiacciati e zoppicanti alla Shining) che su un vero crescendo di indizi intorno al delitto, con lunghi flashback dalle troppe divagazioni. Il finalissimo però lascia soddistatti.
MEMORABILE: Il finale: onesto, coerente e rispettoso verso l'appassionato, che spinge ad arrotondare il voto per eccesso.

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  • Discussione Buiomega71 • 18/12/21 10:18
    Consigliere - 26461 interventi
    Per il sottoscritto uno dei migliori thriller ansiogeni tricolore degli ultimi anni, che ben poco ha da invidiare a titoli fac-simile d'oltreoceano.

    Grandi il talento c'è l'ha eccome, e mette in piedi un tesissimo gioco al massacro innestando le coordinate di Scegli il male minore, l'occhio del grande fratello che guarda impassibile lo scannatoio che vien da My little eye, amplificando l'isolamento forzato in uno chalet sperduto nella neve sulle orme di The Lodge.

    Ne esce un opera carica di defribillazione e nervosismo, sorretta da un cast azzeccatissimo (su tutti Franceschini e Lapice), che viene spezzettata da flashback estivi rivelatori tra omosessualità, scenate d'isterismo, ciniche verità vomitate in faccia ai presunti amici e rapporti sessuali alquanto squallidi (Chiudi la porta!), per poi ritornare tra l'inospitalità dei monti innevati, tra lupi, pistole nascoste sotto la sedia, telecamere, mezze verità e segreti inconfessabili, fino alla violenta e ferina resa dei conti finale sulla neve, dove dovrebbe saltare fuori il vero colpevole, se non fosse per la chiusa finale, che arriva improvvisa (occhio alla mogliettina), inaspettata e sottolineata di impietosa crudeltà.

    Grandi non molla mai la presa della tensione, con un occhio a Tarantino (Scicchitano legato alla sedia , pesto, come il poliziotto delle Iene, l'intelaiatura alla The hateful eight), al Carpenter della Cosa (attenzione anche alla OST) e l'altro ai meccanismi di Saw (la prigionia e del perchè sono stati chiusi in quella baita, le telecamere, i bigliettini, la pistola nascosta), ma con uno stile personale che porta il nostro cinema ad un respiro quasi internazionale.

    E come Fulci e Bava insegnano, nessun personaggio la racconta giusta, tutti hanno scheletri nell'armadio e sanno essere parecchio sgradevoli, gettando una luce oscura individuale, tra chi se ne approfitta per il proprio tornaconto, chi si rode dalla gelosia, chi si crogiola per un amore non corrisposto, chi succube di un reiterato bullismo e anche la vittima, Alessandro, non che fosse un esempio di simpatia e bontà, ragazzetto viziato e stizzito pronto a prendersi gioco di quelli che dovrebbero essere i suoi amici.

    Coadiuvato dall'ottima fotografia di Timoty Aliprandi, Grandi , come un regista che sa il fatto suo, immerge tutto nel rigido inverno della Sila, fa esplodere cattiverie e violenza e i quattro amici diventano nemici da cui guardarsi bene le spalle, in un atmosfera claustrofobica da kammerspiel dell'orrore, dove salta fuori il peggio di ognuno.

    Una piacevole sorpresa che mixa abilmente scampoli di giovanilistico (la festa estiva) al più brutale "survivor movie", fino al colpo di scena finale.

    Insieme a I figli della notte e Padroni di casa uno dei migliori film di "genere" prodotti nel nostro bel paese, che raschia via il luogo comune di chi ci vorrebbe ormai spacciati, guardando con nostalgia al passato.

    E Grandi potrebbe essere una garanzia...
    Ultima modifica: 18/12/21 10:44 da Buiomega71