Enrico (Degli Esposti) torna dalla Svizzera (dove studia) a Padova per il funerale del padre e riprende i contatti col fratello (Sorel) e la cugina (Tolo), che vive con loro. Non gli ci vuole molto per capire come serpeggino in famiglia “strani” sentimenti e come la morte del padre non sia del tutto indenne da sospetti. Consolato dalla suadente voce della madre (morta pazza e suicida) che parla attraverso vecchi nastri da lui ascoltati instancabilmente, Enrico stringe una torbida relazione con la cugina la quale, disponibile, non si nega nemmeno al fratello mostrando più furbizia che volubilità. Cosa si nasconde inoltre dietro la presunta maledizione che vuole un morto in famiglia ogni dieci anni?...Leggi tutto Samperi innesta nel suo universo erotico di sempre un sottotesto giallo che però segue poco, preferendo di molto lasciare spazio a lunghi silenzi alternati a improvvise quanto incontenibili esplosioni verbali (la ex governante che sproloquia al manicomio, ancora i nastri di mamma...), amplessi, riprese ravvicinate dei seducenti sguardi della Tolo che accentra su di sé gran parte dell'ambiguità che Sorel rende invece attraverso la sua interpretazione standard (non certo travolgente). Il cast è buono, è semmai la sua direzione a lasciare piuttosto a desiderare; rimarchevoli scenografie e fotografia, piacevolmente insolita la scelta delle location e straordinaria la colonna sonora di Morricone, una volta di più in grado di lasciare un'impronta senza necessariamente ricalcare se stesso. Imbandita lussuosamente la tavola, però, il pranzo non pare all'altezza: gli ingredienti per esaltarne i sapori non mancavano, ma il cuoco li ha cucinati rifugiandosi nella sua specialità e sperando che bastasse quello a compiacere i commensali. Mentre invece le pause son troppe (le prime parole arrivano dopo dieci minuti di film, la scena dell'esame medico con elettrodi dura un'infinità senza motivo), la conclusione è insipida e finisce che anche bravi caratteristi come Ballista (il medico) e Capponi (il detective) svolgono il compitino senza incidere. Forzato il ricorso ai vitelli (vivi e morti) in più parti del film. Dispersivo, non aggiunge molto a quanto già visto nel genere.
Il giovane Enrico torna a Padova dalla Svizzera per i funerali del padre, ma fiuta subito che qualcosa non quadra: i suoi sospetti cadono sul fratello maggiore e la cugina... Feroce parabola gialla anti-familiare, scritta con la Maraini da un Samperi in forma, che ci mette tutti i temi della sua prima (e migliore) fase: il sesso, l'odio anti-borghese, il marciume della provincia. Inquietante e torbido, grazie anche alle musiche di Morricone che introducono subito atmosfere thrilling. Azzeccata l'ambientazione padovana, ottima la Tolo.
Torbidamente fascinoso, ben migliore dei successi colti con Malizia e con l'orrido Peccato veniale. Pur se qua e là sconnesso, ha una forza d'impatto notevole, con un protagonista che si muove nel marciume, ma non ha, egli stesso, tutte le rotelle a posto. Samperi spara contro la famiglia, ricettacolo di nequizie, e ci presenta una Tolo smagliante, con la quale ci regala almeno una scena indimenticabile, con lei che suona "Balocchi e profumi". Forse inutili gli ultimi cinque secondi.
Straordinario e malsano giallo diretto con perizia dal compianto Samperi. Un plauso all'interpretazione di Degli Esposti, sexy e diabolica la Tolo, viscido Sorel, interessante Capponi, adeguato Ballista dottore. Un'aria di morte e putrefazione grava durante tutta la pellicola, tra sospetti e omicidi veri o presunti. Nessun personaggio sfugge e tutti appaiono corrotti. Straordinario tema musicale di Morricone. Davvero ottimo.
MEMORABILE: Il gioco delle ombre durante l'esame, la "suonata di flauto" finale, la voce della madre registrata sul nastro.
Samperi continua qui il discorso iniziato col film precedente, con la disgregazione della borghesia, del nucleo familiare che rivela nient'altro che torbidi inganni, interessi e follie mentali: un'implosione che porta al collasso della struttura che ricade su sé stessa. Molto bello il tema di Morricone; da sottolineare una Tolo sempre bella e brava e la presenza di uno dei miei caratteristi preferiti, Gigi Ballista.
Già scagliati con forza nei precedenti Grazie zia e Cuore di mamma, gli infuocati strali di Samperi contro la famiglia borghese, dimora putrescente di decadenza morale, intrighi e incestuose morbosità, non giungono sempre a segno in quanto ottusi dalla monotonia di fondo e da una ridondante ricercatezza formale (indigeribili i nastri con i dialoghi tra madre e figlio); e anziché costituire la novità, il drappo funebre del giallo gotico (la presunta maledizione) è indossato solo come futile orpello. Ancora un po’ di pazienza: con Nenè Samperi avrà modo di ravvivare trame, regia e attori.
Un valido dramma familiare a tinte noir, dove tutto appare e tutto è. Torbido, incestuoso, ricco d'atmosfera, ma di una strana atmosfera, che gravita attorno ai personaggi, i cui caratteri sono ben delineati. Il film appare nella sua discontinua scorrevolezza, fascinoso. Significative la colonna sonora di Morricone e l'ambientazione provinciale. Interessante.
Gli spunti per realizzare un prodotto interessante c'erano tutti: regia rinomata, cast di alto livello, colonna sonora di Morricone (qui ispiratissimo: molti brani e tutti notevoli), storia (sulla carta) intrigante. Eppure l'impianto non funziona: i vari spunti della trama (dall'incesto alla maledizione) non riescono a creare coinvolgimento, i dialoghi "colti" non funzionano e il tutto risulta privo di mordente e piuttosto noioso (e con finale discutibile). Passabile per i già citati cast e confezione, ma si tratta di un'occasione sprecata.
Un ottimo sottofondo musicale e una serie di primi piani introspettivi mi hanno fatto amare parecchio quest'opera. Sappiamo tutti che gli affari mal si conciliano a poesia interiore e migliori intenzioni, ma come crudeltà di rimando siamo a livello de Il sesso degli angeli, di differente ambientazione, ma abbastanza similare per reazioni e impulsi emotivi... Degli Esposti giganteggia in pellicole come queste, ma pure Sorel e la Tolo sono congeniali ai loro ruoli. Fuori luogo invece la parabola del figliol prodigo e la leggenda della maledizione.
MEMORABILE: L'iniezione di cianuro e la profezia dell'ex domestica internata.
Film che vive tutto, probabilmente troppo, su una sorta di aria di marcescente suggestione che mai si palesa però in una qualche concreta intuizione propriamente cinematografica. Così a restar memorabile è lo score di un Morricone particolarmente in vena, mentre la compassata regia di Samperi poco si addice al sincopato montaggio di Kim Arcalli e a uno script che oscilla tra anticipazioni di capitale umano e tare alla De Roberto. Discreta la prova del cast, con Degli Esposti perfetto alieno in seno e una Marilù Tolo di gelida seducente umidezza.
Samperi gira un giallo che tratta di una famiglia bene sullo sfondo di una bella Padova, che nasconde terribili segreti. Il risultato è altalenante, con momenti molto interessanti e altri che si perdono in lungaggini che finiscono per annoiare. Di questa pellicola si ricorderà di sicuro la buona prova del giovane Degli Esposti e della misteriosa Tolo, come anche del bravo Sorel. Ottima la colonna sonora di Morricone.
Ricorda per certi aspetti, ma in tono decisamente minore, i pugni di Bellocchio. Ma i fendenti che tira Samperi sono meno dirompenti e corrosivi, seppure il regista sa descrivere con efficacia il marciume familiare. "Colpa" forse dell'innesto "giallo" che anticipa, per certi versi, pellicole italiche future. E quel finale affrettato e moralista grida sinceramente vendetta. Si tratta però in ogni caso di una pellicola con i suoi perché che si lascia seguire piacevolmente anche se gli sviluppi narrativi non sono certo imprevedibili. Interessante e bello lo score di Morricone.
In una Padova astratta un dramma familiare smaltato di giallo cerebrale, dal tessuto figurativo morboso e ambiguo, antinaturalistico, con qualche accensione visionaria. Il protagonista si aggira tra serpenti, fantasmi e sfingi sensuali; su di lui, sin dalle prime inquadrature, sembra gravare un destino da vittima sacrificale. Samperi non gira un capolavoro (certa verbosità non lo aiuta) ma ha idee di regia chiare; Morricone sottilea l'atmosfera velenosa con flauti classici e sibili elettronici.
Ritratto di famiglia borghese nel suo interno, atavicamente malato come nelle migliori tradizioni letterarie e non. Il clima di tedio è insopportabilmente pesante, peggiorato da dialoghi a volte del tutto insulsi e con pretese di alta cultura. Sprecata la presenza di Jean Sorel nel ruolo di cattivo dal volto angelico. Chi vi cercherà un contenuto giallo sarà deluso.
Terzo lungometraggio per Salvatore Samperi; il plot non si distacca particolarmente dalle tematiche già affrontate dal regista in Grazie zia e Cuore di mamma. Il messaggio di fondo che Samperi vuol mettere alla berlina è fin troppo evidente: meglio una famiglia ricca e fintamente felice che non una verità che possa sfasciare certi falsi valori. Rimarchevole l'eleganza della messinscena, anche se un po' fine a se stessa.
Film di Salvatore Samperi interessante per le atmosfere torbide che riesce a creare molto più che per il ritmo, sin troppo compassato. La vicenda già dall'inizio mostra più o meno come potrebbe dipanarsi, il regista non nasconde nulla e preferisce utilizzare un'atmosfera sospesa che funziona molto bene. Manca però la vivacità e soprattutto mancano veri e propri avvenimenti. È tutto più o meno lasciato ai dialoghi e all'immaginazione dello spettatore. Operazione affascinante quindi, anche perché è un tipo di film che Samperi sapeva fare. Ma manca qualcosa per definirlo riuscito.
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DiscussioneZender • 28/03/11 17:19 Capo scrivano - 48467 interventi
Chiedo scusa per il tempo che vi sto facendo aspettare ma ho avuto alcuni problemi,sto comunque cercando di fare il possibile per mettere i frame..
Chiedo ancora scusa per i tempi !
DiscussioneZender • 11/07/11 21:21 Capo scrivano - 48467 interventi
Non preoccuparti, noi si aspetta :) Quando avrai tempo farai.