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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

In uno stabile di Roma si incrociano (ma nemmeno troppo) le storie di tre diverse famiglie con i loro problemi, aperti simbolicamente dall'incidente d'auto iniziale nel quale un ragazzo ubriaco investe di notte, uccidendola, una povera donna che attraversava la strada. I genitori (Moretti e Buy) del giovane sono divisi tra il consolarlo (lei) e il rimproverarlo (lui), mentre senza nemmeno troppo accorgersene scavano sempre di più il baratro che li separa da un figlio che nella vita di cose buone pare averne combinate poche. Più apparentemente serena è la famiglia di Lucio (Scamarcio) e Sara (Lietti), che quando escono lasciano spesso la figlioletta dai vicini di casa, una...Leggi tutto coppia anziana con lui ormai avviato verso la demenza senile. Infine c'è Monica (Rohrwacher), fresca madre di una dolce bambina costretta a crescerla in assenza del marito (Giannini), costantemente via per impegni lavorativi. Tre storie che non hanno alcuna pretesa di apparire straordinarie e anzi puntano a ricostruire un quotidiano all'interno del quale ci si possa in qualche modo riconoscere. Per questo stonano - segnatamente nel segmento con Scamarcio - alcuni eccessi d'ira un po' eccessivi che avrebbero avuto bisogno d'incubare più gradatamente, prima di esplodere in tutta la loro virulenza. L'odio di Lucio nei confronti del vicino è chiaramente il sintomo di un equilibrio interno instabile destinato a trovare immediato contrappasso nella nipote del poveretto, Charlotte (Tantucci), fin da subito smaccatamente (anche qui con sfumature un po' goffe nella malizia di lei) attratta da Lucio. E' forse l'episodio che più ha da dire, a livello emozionale, e più mostra una varietà che sa farsi interessante. E' invece molto più ripetitivo e stanco quello in cui la Rohrwacher interpreta una donna tenera e svagata, rapita dalle attenzioni richieste dalla figlia ma conscia della lontananza del partner che la porta a rinchiudersi ancor più in se stessa, covando turbe destinate a non poter essere contenute oltre un certo limite. La terza storia (inizialmente quasi marginale), quella dei due coniugi costretti a fare i conti con un figlio che sembra voler rimandare le proprie colpe all'educazione sbagliata con cui è stato cresciuto, è quella che più poggia sulle spalle degli attori: sia Moretti nel ruolo difficile del giudice posto di fronte alla chiara colpevolezza del figlio che soprattutto la Buy, una volta di più davvero straordinaria nel trasmettere un'umanità e una naturalezza che in poche saprebbero restituire allo stesso modo, conferiscono all'episodio una credibilità in grado di trasformarsi nel vero valore aggiunto. Se qui non molto si ha da dire in termini di sviluppo (almeno fino a quando il personaggio della Buy non sale in cattedra diventandone l'unica autentica protagonista), le emozioni sono lasciate soprattutto alle interpretazioni. Un Moretti misurato s'impadronisce facilmente della figura del padre glaciale, indulgente solo come prima ovvia reazione ma pronto a desistere subito di fronte all'ostinata opposizione del figlio. Mentre Scamarcio, inizialmente un po' impacciato, acquisisce poi confidenza col personaggio offrendo un'interpretazione matura e solida. Le implicazioni etiche di ogni azione diventano facili spunti di riflessione, danno profondità a un'opera che però, al di là di un'accurata indagine pscologica, fatica a coinvolgere come dovrebbe, talvolta evanescente quanto la fotografia sbiancata che ne svilisce l'impatto visivo quasi a scarnificarla per ridurla all'essenziale. Una semplicità che si riflette nell'utilizzo di tecniche registiche elementari, in un ritorno al cinema costruito per veicolare prima di ogni cosa i sentimenti ma che non sempre riesce a sganciarsi da una banalità che avrebbe trovato giustificazione solo se supportata più efficacemente dalla sceneggiatura. Così invece i tanti momenti poco significativi ristagnano indebolendo l'insieme, assestato sulle coordinate del dramma in cui non c'è più posto per l'ironia del Moretti inimitabile d'un tempo.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 24/09/21 DAL BENEMERITO REEVES POI DAVINOTTATO IL GIORNO 25/09/21
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Nando 12/03/22 20:37 - 3853 commenti

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Rivisitazione di un romanzo con ambientazione diversa ma risultato efficace, nonostante la cupezza regni sovrana nel condominio in cui si intrecciano, labilmente, le vicende di quattro famiglie. Sviluppo narrativo di buon livello con una narrazione che scorre linearmente nonostante gli argomenti non siano mai brillanti. Cast importante con la solita Buy ben coadiuvata da Scamarcio e Rohrwacher. Nel complesso una pellicola solida.

Reeves 24/09/21 09:40 - 2556 commenti

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Il film che Nanni Moretti ha tenuto fermo per più di un anno per poter uscire in sala e non su una piattaforma di streaming (lodi infinite alla scelta). Originale adattamento di un romanzo, racconta di tre vite che si svolgono con scarsa interazione in tre piani diversi di un condominio borghese. Grande recitazione da parte del cast (Scamarcio il migliore, forse il meno bravo è proprio Nanni), affresco disperato di come la famiglia non sia più un punto di riferimento ma spesso una gabbia dalla quale serve affrancarsi. Coinvolgente
MEMORABILE: La seduzione malata della ragazza nei confronti di Scamarcio.

Lou 25/09/21 00:37 - 1127 commenti

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Non facile l’impresa di portare sullo schermo il bel libro di Nevo. Moretti ambienta a Roma i drammi umani delle tre famiglie del condominio di Tel Aviv adottando un approccio asciutto, cupo e disilluso, con una tensione che non cala mai e non lascia alcuno spazio alla sua proverbiale ironia. Sembra proprio che nel timbro della narrazione si rifletta l’attuale condizione dell’ormai stanco e anziano Moretti, che come sempre non rinuncia alla pretesa di imporre allo spettatore il proprio stato d’animo.

Markus 25/09/21 09:28 - 3723 commenti

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L'ultima fatica di Nanni Moretti, tratta dall'omonimo romanzo di Eshkol Nevo, è una serie di episodi sentimentalistici che s'intrecciano con una certa armonia, ma anche con una forse eccessiva virata verso guai e malefatte, tanto che si ha sempre timore che qualche ulteriore tragedia, oltre a quelle già viste, irrompa sulla scena. E' comunque un'opera ben interpretata, scorrevolissima e con una certa cura estetica (la Tantucci coglie l'occasione per un nudo "teen"). Un film che espone tanti avvenimenti ma in definitiva non particolarmente stimolanti.

Blade75 6/10/21 11:03 - 12 commenti

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Il peggior film di Nanni Moretti, che qui perde tutte le sue doti di semplificazione del linguaggio cinematografico. Alcuni personaggi inutili o discutibili, recitazione nel complesso mediocre. Ci sono scene davvero scadenti, ad esempio quella della sommossa anti-immigrati (a cosa serve?) o quella del tango itinerante, quasi un'eco del Nanni Moretti precedente, ma a sproposito.
MEMORABILE: La bambina che guarda la macchina che le è entrata in casa dopo il botto iniziale.

Galbo 9/10/21 21:37 - 12513 commenti

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Un'impresa difficile sulla carta, quella di portare sullo schermo il bellissimo romanzo di Nevo peraltro cambiandone l'ambientazione, che può dirsi compiuta brillantemente da Moretti. Tre episodi variamente intrecciati tra loro con personaggi le cui vicende recano un ampio spettro di sentimenti umani e un comune sfondo di velata malinconia sottolineata da una suggestiva colonna sonora. Tra gli interpreti, bravissima la Buy, più defilato il regista. Evocativa l'ambientazione in una bella e un pò decadente palazzina romana. 

Maxx g 10/10/21 12:07 - 677 commenti

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Sei anni dopo Mia madre, Nanni Moretti torna al cinema con un film che racconta tre storie di forte impatto sentimentale. I personaggi si incontrano, ma solo brevemente, per poi percorrere le loro strade. Abitano in tre piani diversi (da cui il titolo del film). Si inizia in "medias res", senza preamboli o prefazioni. Si parte dall'incidente di Andrea e da qui si dipanano le vicende, da quelle di Lucio e Sara, che affidano spesso la bambina a una coppia di anziani, ai genitori di Andrea fino alla giovane madre Monica. Un film che colpisce al cuore, da vedere.

Leandrino 11/10/21 21:17 - 520 commenti

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L'autore romano sembra puntare al cinema trascendentale di Ozu in questo intenso e doloroso film, in cui cadute personali e drammi del quotidiano intaccano la tranquillità degli abitanti di un rispettabile condominio borghese. Le vicende sono narrate con umano distacco e riescono a scansare il patetismo - ma ci si va vicini nel finale -, grazie anche alla prova equilibrata degli interpreti (che, intendiamoci, non fanno di più di quel che ci si aspetterebbe); Moretti dovrebbe invece limitarsi a dirigere, perché come attore rischia ormai di essere la caricatura di sé stesso.

Cotola 13/10/21 19:34 - 9271 commenti

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Tre piani, tre storie che si intrecciano tra loro, ove più ove meno, ritraendo così una variegata e piuttosto disturbata umanità. Forse il filo comune che le lega è il tema della colpa-responsabilità ma potrebbe esserci di più dietro le intenzioni di Moretti. Chissà. Di sicuro è l'opera più cupa del regista romano, quella assolutamente priva di ironia. Il film scorre via bene e non annoia mai ma manca di guizzi. Cast ricco, con la Buy e la Rohrwacher che interpretano la solita parte, a loro congeniale. "Gratuito" qualche - breve, per fortuna - accenno al presente. 

Myvincent 3/01/22 08:23 - 3846 commenti

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"Non sempre le parti più belle dei film sono ai primi ciak", dice il regista parlando del suo cinema e infatti questa sua ultima fatica inizia un po' in sordina per poi "complicarsi" poco a poco, svelando tutta la vulnerabilità dei personaggi alle prese con le grosse difficoltà che la vita produce. Grande capacità di descrivere le varie sfumature umane, anche quelle dei cosiddetti personaggi cattivi, con una conclusione definitiva che non arriva mai, o solo dopo molti anni di attesa. Tra gli attori primeggia su tutti Margherita Buy.

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Zampanò 1/02/22 12:40 - 384 commenti

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Se non fosse "firmato" faremmo fatica a inquadrarlo come film di Nanni Moretti. Sì, appare lui e qualche minimo indizio c'è (la valigia di scarpe), ma lo stile è anonimo, piano, ne esprime tanto di più il documentario Santiago, Italia, per dire. Tre storie intrecciate, che si fanno seguire, con alcuni picchi interessanti (il corvo, la vergine) ma senza spade sguainate. Gli attori non fanno gli straordinari, solo alla Buy viene richiesta una maggiore emotività. Prodotto medio, certo stagionato ma non brutto, che però in concorso a Cannes davvero non si comprende come ci sia finito.
MEMORABILE: Scamarcio ritrova la figlia e il vecchio nel giardinetto.

Paulaster 11/02/22 11:28 - 4624 commenti

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Le storie di tre famiglie si intrecciano anche se viene evitato l'effetto domino. La prima parte ha dialoghi asciutti fino alla rarefazione che non provocano empatia e le sparute esplosioni d'aggressività risultano eccessive. Poi il film diviene più fluente, anche se le telefonate al marito morto, la nevrosi della Rohrwacher e abbozzi processuali smorzano la componente drammatica. Moretti si ritaglia un personaggio che parla con frasi oltremodo nette e si fa riconoscere come regia nel finale per strada. La Buy è la migliore, anche se la mancanza del figlio era da rimarcare di più.
MEMORABILE: Il rapporto con la minore; Il miele al vedovo; La bomba al centro immigrati.

Schramm 12/02/22 15:54 - 3652 commenti

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Nanni ci prova, a caricare il proprio portabagagli delle medesime deterministiche riflessioni su caso e destino di Kieslowski e a fargli fare la tortuosa strada tutta tornanti incrociati di Iñárritu, ma dopo un tagliente incipit di belle speranze il cablaggio strutturato naufraga a svista in una progressiva perdita di centralità e di carisma demoralizzanti. Arroccandosi e calcificandosi in una cinerea interzona tra il non più e il non ancora, senza mai emanciparsi da quella tinellite che si sperava relegata alle fiction di Rai Uno, si schianta come niente da tre piani a pianterreno.

Orson 13/02/22 20:27 - 122 commenti

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Nel condominio più sfigato di Roma si intrecciano vari drammi familiari al limite, tra conflitti padre/figlio, sospetti di pedofilia, sesso con minorenni e donne mentalmente disturbate. Il cocktail di tragedie borghesi funziona anche, se non fosse per la recitazione di alcuni attori (tra cui lo stesso Moretti, che declama anziché recitare) e qualche scena fuori luogo come l'improbabile attacco al centro immigrati con tanto di molotov e la patetica scena del ballo in strada che rimastica con retorica i celebri "balletti" morettiani. Confezione rétro da cinema italiano anni 90.
MEMORABILE: Il nudo di Denise Tantucci.

Giùan 9/04/22 11:23 - 4754 commenti

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Il processo di "trascendenza" morettiana prosegue inarrestabile, fortunatamente fitto di insidie e trappole su cui il Nostro impavidamente frana e annaspa, senza però mai deflettere. Così le accuse di "orizzontalità" del film paiono oltreché inveritiere (lo si guarda come si legge uno di quei romanzi la cui fine giungerà comunque troppo presto), anche ignorare i lemmi del cinema autarchico, uno "spianato" narrativo che da necessariamente ombelicale si fa scorbuticamente (e magari pure sciattamente) universale, ritornando di nuovo a quella casa di Olga cui ancora Nanni invitto tende.
MEMORABILE: Nanni si mette da parte come attore in un ruolo formidabilmente ingeneroso; Gli attori quasi in preda ai loro personaggi, ai loro cliché.

Capannelle 27/04/22 19:45 - 4479 commenti

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A favore della pellicola c'è la volontà di mettere sotto accusa le mancanze e le ipocrisie genitoriali senza sconti, ma procedendo si vede come questo si traduca anche in eccessi poco credibili. A detrimento invece una messa in scena poco appassionante, magari rigorosa ma che appare piatta e didascalica in più passaggi. Passando ai singoli, se ogni tanto Scamarcio è bravo nel farsi detestare e se la Buy, abbandonata la fase dell'italica mammina, tenta qualche approccio più profondo, gli altri sia come interpretazioni che come personaggi sono decisamente dimenticabili.

Occhiandre 9/09/22 22:55 - 169 commenti

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Un cinema di sfumature minime, essenziale in tutto, per mostrare la complessità dei sentimenti. Ha il pregio di non far sembrare il cinema un'arte in crisi. Temi difficili, equilibrio, sguardo distaccato e la sensazione di non essere subito "in medias res": tutte cose attraenti. E' un film lungo che si tinge di volta in volta di toni dolorosi, oscuri o erotici con misurata pietà verso le debolezze umane, chiamando all'appello intuizioni e riflessioni dello spettatore. Interessante il contrasto fra personaggi di età diverse. Finale e risoluzione quasi felliniani...
MEMORABILE: Moretti si autoeclissa e non risponde ai messaggi in segreteria della Buy; Dionisi, fascino inquieto; Déjà vu sparsi del cinema italiano; Il corvo.

Alma 14/12/22 14:35 - 3 commenti

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Un film circolare in cui le azioni e le reazioni dei protagonisti ruotano su se stesse, scontrandosi con l'orgoglio più profondo, il vuoto della solitudine, il forte senso della giustizia, la tanto agognata bussola morale e la disperata voglia di amare ed essere accettati. È un film sulle parole non dette, sull'intransigenza sentimentale che crolla grazie a un dirompente desiderio di perdono. Tre piani non verticali, ma circolari. Da vedere!

Rambo90 21/04/23 15:46 - 7815 commenti

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Un Moretti completamente drammatico, altalenante nei risultati, forse perché non padrone del soggetto. La storia più interessante è quella di Scamarcio, che trova anche un regista che lo sa dirigere con disinvoltura, la più mutevole e la più densa di implicazioni psicologiche. Più statiche le altre due storie, sebbene ben interpretate, ma poco coinvolgenti, in particolare quella con la coppia Giannini-Rohrwacher. Zero spazio per l'ironia, ed è un peccato perché rimane l'arma con cui Moretti sapeva disegnare meglio le sfumature.

Thedude94 27/04/23 23:38 - 1125 commenti

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Nanni Moretti si mette da parte come attore protagonista in questo suo film per far spazio ai personaggi di un appartamento borghese raccontando storie tristi e malinconiche che spaziano nell'arco temporale di 15 anni e girano tutte intorno a intrighi morali e psicologici. Non male sono le prestazioni attoriali, in particolare Scamarcio, la Buy e la Rohrwacher, che hanno a che fare con personaggi difficili da trattare per il loro carattere fragile. Non una storia facilmente digeribile, che a tratti può anche stancare, ma tutto sommato positiva per la rotta che il regista intraprende.

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Pigro 4/05/23 08:38 - 9888 commenti

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Nelle crepe della famiglia e delle angosce contemporanee che quelle famiglie frantumano: l’ossessione del pedofilo, la solitudine della madre, il conflitto col figlio, ovvero tre storie di piccole disperazioni e di quotidiane lotte per la sopravvivenza, che si sviluppano in una specie di soap opera concentrata (15 anni in 2 ore), ad alto tasso drammatico ma con un sottofondo malinconico e dolciastro che evolve in un epilogo un po' troppo conciliante, forse per paura di affondare troppo il coltello nelle ferite. Comunque tagliente.

Anthonyvm 28/06/23 17:47 - 6062 commenti

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Tre storie di genitorialità travagliata e di amore tarato, per una ragione o per l'altra, si sovrappongono all'interno di una palazzina borghese romana. Quasi un'antologia spezzettata, che come spesso accade in questi casi funziona a intermittenza, fra passaggi genuinamente intensi e altri che sforano nell'esagerazione (il pestaggio selvaggio di Moretti) o nell'approssimativo, che si tratti di dialoghi (la crisi di autostima della ragazzina vogliosa davanti al rifiuto di Scamarcio) o di forzature (il vasetto di miele "riconciliatore"). Fra alti e bassi, il pathos sta a galla. Okay.
MEMORABILE: I dubbi di Scamarcio; Il corvo in casa; Comunicando al marito morto via segreteria telefonica (King-style); Il surreale arrivo dei danzatori vaganti.

Il ferrini 31/07/23 23:29 - 2499 commenti

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Migliore di quanto si dica ma certamente poco morettiano, anche perché non è sua la sceneggiatura, sebbene in certi dialoghi spunti fuori. Nanni si ritaglia un ruolo molto marginale mentre lascia largo spazio a Scamarcio, in una parte piuttosto sfaccettata e contraddittoria, e alla Rohrwacher che lentamente sprofonda in una follia di grande impatto emotivo. Tante belle idee, su tutte l'elaborazione del lutto attraverso una vecchia segreteria telefonica. Ma il film ha una fotografia veramente terribile e anche la recitazione di certi comprimari lascia perplessi.

Enzus79 10/08/23 22:12 - 3037 commenti

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Tratto dall'omonimo romanzo di Eshkol Nevo: la vita dei residenti di un'abitazione è cambiata da eventi di varia natura: sospetti, omicidio e risentimenti familiari su tutti. Dramma molto introspettivo con sfumature cupe e che alla fine lascia un po' con l'amaro in bocca. Nell'ultima parte le dinamiche sembrano rasentare la forzatura. Cast convincente. Poco apprezzabile la colonna sonora.

Gabrius79 29/09/23 10:11 - 1450 commenti

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Film decisamente cupo di Nanni Moretti che offre uno spettacolo dignitoso per le due ore di durata. Tre sono le storie che talvolta si intrecciano fra loro e probabilmente quella più riuscita annovera come protagonisti Scamarcio, la Lietti e in seconda battuta la Tantucci. Bene comunque anche la storia, con protagonisti un Moretti in parte defilato e una bravissima Buy. Meno riuscito il segmento (che pare non decollare mai) con la Rohrwacher e Giannini. Il cast di contorno è apprezzabile.

Deepred89 23/11/23 02:27 - 3784 commenti

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Mentre il cinema italiano inizia ad adattarsi a ritmi e stilemi dei prodotti straight-to-piattaforma, Moretti si mantiene ancorato ai drammoni para-televisivi dei due decenni precedenti riprendendone tre dei volti simbolo. Tale atmosfera da prima serata tv intacca fotografia, montaggio, musiche e recitazione (Moretti nettamente il peggiore del cast), ma la sceneggiatura possiede qualche buona intuizione (la segreteria, il viaggio a sorpresa) e un buon ritmo narrativo, pur al netto di passaggi banali o non adeguatamente sviluppati. Fallimentare il tentativo di pre-finale poetico.

Daniela 15/07/24 00:00 - 12916 commenti

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Per la prima volta alle prese con un soggetto non originale ma tratto da un romanzo, Moretti racconta le vicende più o meno incrociate di un gruppo di persone che abitano in una palazzina residenziale romana. Il film è dignitoso e gli attori si impegnano pur senza allontanarsi dai ruoli consolidati, ma si avverte che c'è qualcosa di troppo e nello stesso tempo qualcosa che manca. Il troppo sono alcuni eccessi melodrammatici che stonano nel contesto di realismo adottato, ciò che manca è quell'ironia caustica che aveva reso tanto particolari le opere migliori del regista.
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  • Discussione Uomoocchio • 24/09/21 13:10
    Galoppino - 6 interventi
    E cosi' nella penuria di nuovi titoli in sala, aspettando 007, arriva questo nuovo Moretti, Tre piani. Mi pare che la critica, spesso troppo accondiscendente, stavolta sia invece troppo cattiva. E" un drammone su colpa, responsabilita', liberta'. Insomma temini leggeri, ma avvincente anche se troppo lungo. I tre piani oltre che a quelli della palazzina dove e' ambientati, forse alludono proprio alla coscienza personale, alla legge e al desiderio, in contrasto con loro? E se migliore di obbrobrii tipo Palombella rossa, e' inferiore anche agli zenith morettiani. Il suo non e' mai stato un cinema che fa godere l'occhio, a parte certi sprazzi di Sogni d'oro e Habemus papam, ma qui davvero il rigore estetico, il giansenismo cinematografico morettiano rischia la piattezza e sconfina col televisivo. Dov'e' il limite tra bresson e la simil fiction? E irrisolto cone spesso nel regista l'equilibrio tra reale ecdurreale ( i oersonaggi che in 10 anni non invecchiano, il prefinale felliniano). Comunque da vedere. Bravi scamarcio e la buy. Moretti interprete no
  • Discussione Reeves • 25/09/21 23:49
    Formatore stagisti - 732 interventi
    Beh Palombella rossa obbrobrio non direi, ma ogni parere è lecito. Condivido invece il fastidio per il fuoco incrociato della critica contro il film. Mi sembra che a Moretti succeda ciò che accadde a Benigni: prima tutti lo incensano, poi tutti contro
  • Discussione Mauro • 1/02/22 11:57
    Disoccupato - 12295 interventi
    E' morto Paolo Graziosi