Minka Kelly (Sarah) arriva al College ma la sua compagna di stanza è molto strana... Thriller con due "notevoli protagoniste", ma Leighton Meester qui è favolosa e davvero brava nell'interpretare questa "strana ragazza". Il film è una produzione di medio livello con una tensione che cresce per tutta la durata.
Mediocre ma tutto sommato vedibile questo thriller prodotto dalla Screen Gems. La confezione risulta piuttosto professionale e qualche discreta sequenza ricca di pathos è presente (a tal proposito cito quella della psicopatica che aggredisce una ragazza mentre si stava facendo la doccia, togliendogli un piercing dall'ombelico, o quella del gatto che viene "arrostito"). Gli attori risultano discreti nei rispettivi ruoli e vi è anche un volto noto del cinema horror made in italy, Tomas Arana.
Thrillerino scontato, esile e privo di introspezione psicologica dei protagonisti. Finale affrettato e per nulla esplicativo. Eppure si lascia guardare e non manca di una certa tensione. Brava Leighton Meester nel ruolo della biondina disturbata passivo/aggressiva, nella media del genere il resto del cast. Se non si hanno eccessive pretese, si può guardare.
College americano. Stanze ai due lati di corridoi che terminano quasi sempre con bacheche ricche di ogni sorta di annunci. Biblioteche, tempo libero in abbondanza, feste e morti assortite. Questa una summa del sottogenere college-teen horror, di cui il film de quo partecipa. Simpatico quanto scontato e prevedibile nel suo incedere in una sorta di pseudo-lesbismo trascinante una mente già malata come quella della perfida Meester. I frequentatori di questo sottobosco filmico non resteranno comunque troppo delusi. Piccolo ruolo per Tomas Arana.
Dagli amici ti guardi Iddio: con le buone, con le cattive e con le pessime, Rebecca mira a diventare la prima moglie della sua roomy, e fin dal primo minuto abbiamo già bell'e desunto che la single white female non ci metterà molto a rivelarsi la sua peggiore amica. Abuse-movie in spolvero tutt'altro che grande, sulla pedissequa falsariga di titoli che resero egregio il sottofilone, dal taglio grammaticale invero non disprezzabile, ma atmosfericamente poco acuminato e in scacco matto narrativo sul nascere. Handicap senza vie d'uscita, almeno fino alla tardiva impennata degli ultimi 5'. Bolso.
Film poco originale che gioca tutte le sue carte sul ben noto meccanismo delle amicizie (o amori) fatali. Se non ci fossero già state decine di pellicole uguali forse potrebbe meritare un giudizio più magnanimo. Oltre alla rabbia provata verso la pazza in questione, che semina morti come noccioline per futili motivi, c'è ben poco da notare in un film piatto, prevedibile e che pare destinato al circuito home video.
Scialbo thriller degno di nota solo per gli ultimi dieci minuti. La storia è di quelle già viste in altri film del genere e non presenta alcun tipo di novità. Alcune cose sono proprio buttate lì senza essere approfondite (la visita a casa dei genitori della compagna di stanza, poteva avere uno sviluppo migliore). Un filmetto senz'anima che non lascia tracce nella memoria dello spettatore.
Di storie in cui l'amicizia diventa ossessione (e anche qualcosa di più) il cinema è pieno e questo è l'ennesimo esempio del sottogenere, declinato in horror. Non manca un pò di tensione ma tutto è filtrato attraverso una sensazione (pesante) di già visto e di assoluta prevedibilità, che coinvolge ambientazione e ovviamente trama. Interpreti bravini.
Imbarazzante derivato di Inserzione pericolosa e consimili. Imbarazzante non per la tecnica - invero regia e attori operano entro i normali standard dei prodotti cinematografici stranieri contemporanei -, ma per essere vuoto e prevedibile dal principio ala fine, tanto che l'unica incognita riguarda il tipo di morte che dovrà subire il povero gattino... Piccola partecipazione per Tomas Arana, volto ben noto dei thriller e horror italiani degli anni Ottanta.
MEMORABILE: La minaccia sotto la doccia; Rebecca che si autolesiona.
Il film è buono: la ragazza soffre di un disturbo che si chiama "dipendenza affettiva", a causa del quale sviluppa un attaccamento morboso e ha paura dell'abbandono; ovviamente ciò non è amore verso una persona ma ossessione, addiction. Ne soffro anch'io e non è facile vivere con una simile paura costante di un abbandono. Non è un film chissà quanto sorprendente, ma mi è piaciuto. Mi ci identifico davvero, nella biondina nel ruolo della psicopatica.
L'ossessivo bisogno di possesso mostrato da Rebecca (una inquietante e molto in ruolo, Leighton Meester) maschera, con buona probabilità, le reali pulsioni omoerotiche di una adolescente sulla via delle prime necessità sessuali. The roommate affronta sottotraccia questo leitmotiv, in favore di un approfondimento psicologico delle personalità femminili liceali in via di formazione, costrette a convivere in luogo comune. Il regista dimostra particolare cura al dettaglio visivo, rendendo preziosa e "vivace", protagonista anche la M.d.P.
Se da un lato rammenta l'ottimo Inserzione pericolosa, dall'altro contestualizza la vicenda all'interno di un college annacquando la tensione con i soliti stereotipi da teen-movie. Di sicuro c'è che le protagoniste sono un gran bel vedere e che Billy Zane quando si tratta di fare il cattivo ha sempre la faccia giusta, fin dai tempi di Ore 10: calma piatta. Thrillerino prevedibile in cui l'unico sussulto (niente di nuovo nemmeno qui) riguarda l'uccisione di un animale. Lo si guarda, non ci si annoia, ma contestualmente lo si dimentica.
Chi trova un'amica, trova un tesorror. È quel che avviene in questo soap-thriller universitario teentinnante di amicizie più che morbose, schizofrenia non trattata e stalkeraggio minatorio-omicida. Lo svolgersi della trama è trito e ritrito, un sillabario base del genere "sanguisughe & dintorni", con l'estranea super-espansiva, premurosa e servizievole che si attacca come un cirrìpede al guscio della protagonista cercando di far terra bruciata attorno di ogni concorrenza distrattiva. Le interpreti son belle statuine, il disegno psicologico è irrilevante. E la fascia di mercato, adolescenziale.
Una ragazza al college si ritrova una compagna di stanza un po' appiccicosa ma scopre che qualcosa non va e che non è semplice premura. Teenage thriller (con confezione negli standard) che inizia piuttosto stanco e fatica a decollare ma poi diventa gradualmente più interessante in un crescendo di follia verso un finale con buona tensione (e la Meester offre una discreta prova da ragazza schizzata). Alcune trovate azzeccate (più psicologiche che sanguinarie), evidenti le forzature, ma siamo nella norma e tutto sommato il film si può guardare.
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Si trova esattamente nella parola "arrostito&".
DiscussioneZender • 15/07/11 09:36 Capo scrivano - 48876 interventi
Vero. Questo dipende però dal fatto che hai un Pc "strano" che quando arrivano i commenti trasforma tutte le tue virgolette in codici lunghissimi. Usa meno virgolette possibili, e soprattutto toglile sempre dai titoli dei film, che non vanno MAI virgolettati. Magari dai un occhio a queste regole, in cui sono spiegate alcune cose da sapere, grazie:
Zender ebbe a dire: Vero. Questo dipende però dal fatto che hai un Pc "strano" che quando arrivano i commenti trasforma tutte le tue virgolette in codici lunghissimi. Usa meno virgolette possibili, e soprattutto toglile sempre dai titoli dei film, che non vanno MAI virgolettati. Magari dai un occhio a queste regole, in cui sono spiegate alcune cose da sapere, grazie:
Non pensavo di avere un pc "strano".
In ogni caso seguirò i tuoi consigli, da ora in poi zero virgolette. ;)
DiscussioneZender • 15/07/11 15:15 Capo scrivano - 48876 interventi
Non è il termine giusto, "strano", l'ho detto solo per farla breve. In realtà si tratta di semplice compatibilità tra diversi sistemi. Il programma a volte traduce le virgolette in codici astrusi, quando arrivano da alcuni Pc.
DiscussioneRaremirko • 20/10/15 23:32 Call center Davinotti - 3863 interventi
Bene Zane che fa sempre piacere rivederlo, anche se qui si vede poco; carine le protagoniste.