Film che regge discretamente la prima mezz'ora e poi scopre le sue (ultra-predìvedibili) carte trascinandosi, lentamente e stancamente, verso un finale convenzionale. Film buono per qualche rassega di thrillerini estivi stile "Brividi d'estate", ma cinematograficamente improponibile nel 2011. Sprecate le tre buone interpretazioni di Morgan, Swank e Lee. Nessuna sorpresa o trovata di sceneggiatura e questo per thriller puro senza altre ambizioni è più che un de profundis. Noioso.
Il padrone di casa è sbarellato, ma lei, l'inquilina, ci mette del suo per confondergli le già logore rotelle. Prima gli fa capire che ci sta, poi sul più bello lo rifiuta ed ha un ritorno di fiamma verso il suo ex. Ce n'è abbastanza per scatenare definitivamente la follia. Gli attori sono bravi, ma quel che manca è l'elemento della tensione, perchè la sceneggiatura gioca fin dall'inizio a carte troppo scoperte. Guardabile, ma abbastanza deludente e scontato.
Sono riusciti a sbagliare tutto! Un film che non fa assolutamente paura, che non inquieta e soprattutto che non cattura, vista la trama abbastanza scontata e banalotta. La solita donna sola perseguitata da un estraneo. Il finale lo sapete anche voi. Non ha neanche il merito di farci vedere un nudo della Swank, sempre coperta nei momenti chiave (masturbazione, vasca da bagno, violenza sessuale...)
Horror domestico che si fonda sul corpo della Swank, dapprima offerto nella sua veste sensuale quando si palesa nelle continue entrate ed uscite in vasca, poi splendido esempio di forza scatenata contro il folle padrone di casa nella lotta per sopravvivere. Cunicoli, telecamere, violazione e violenza privata, privacy ottenebrata. La tensione, seppur annunciata, non difetta mai. Bel film.
Un thriller che non lascia tracce. Nonostante la presenza di un'attrice "importante" come Hilary Swank (e di una vecchia gloria come Christopher Lee), il film del regista Antti Jokinen procede sui binari di una sicura e stanca routine. La donna minacciata nella privacy della sua abitazione è un clichè e nessuna novità nè narrativa nè tecnica viene adoperata, anzi si procede su sentieri ampiamenti prevedibili, finale compreso.
La gloriosa Hammer, dopo decenni di oblio, torna sulla cresta dell'onda con questo thriller che difetta principalmente di una trama risaputa ma che comunque offre una buona atmosfera angosciosa e claustrofobica. La Swank si cala bene nei panni della donna in pericolo mentre Dean Morgan è un ottimo psicopatico. Certe sequenze lasciano il segno e la regia dell'esordiente Antti Jokinen si attesta su buoni livelli.
Un padrone di casa affascinante, gentile, disposto ad affittare un appartamento enorme ad un prezzo stracciato: troppo bello per essere vero? Il fatto che abiti nello stesso palazzo in compagnia di nonno Dracula dovrebbe mettere sull'avviso Swank, che invece abbocca e all'inizio ci flirta pure. Mal voluto non è mai troppo ed infatti finisce intrappolata in un thriller fotocopia, neppure mal fatto ma che non riserva proprio nessuna sorpresa, epilogo compreso, soprattutto per il troppo precoce disvelamento del carattere psicotico di Dean Morgan.
Elaborato come tropo della crisi immobiliare che fa sbiellare gli affittuari sarebbe stato un affondo di grande durezza. Siamo invece al repechage senza new order alcuno del bel abuse che fu: lei trova tanto di reggia a due lire, il locatario se la intorta, e la sprovveduta, che evidentemente non ha mai visto Uno sconosciuto alla porta, ci casca mani e piedi. Sciur padrùn da le bele braghe calate, che invece All'improvviso uno sconosciuto l'ha visto eccome, le viola location, privacy e intimità con feticistiche incursioni da 2 cent. Intesa la sinfonia? E sarebbe pure neo-Hammer: ma per carità!
Un soggetto come questo ben si sarebbe concesso al secolare plot trapunto di assi cigolanti, scassambrella spettrali e scintigrafie deambulanti. E invece no. A far gli onori di casa alla dottoressa Hilary c'è un bell'omone in carne e ciccia, un peeping-Tom col chiodo fisso in testa sia da vivo che da morto... Nel ruolo da complessato Dean Morgan non entusiasma a dovere, per via della poca convinzione nel plasmare il registro espressivo sulla duplicità del personaggio; la Swank invece sprizza ancora quella gran carica agonistica accreditatale in eterno da Million dollar baby. Il neo-gotichello si dilegua alla chetichella.
Thrillerino dalla trama fin troppo prevedibile (soprattutto perché disvela troppo presto le carte in tavola, eliminando ogni dubbio su chi possa essere il villain di turno), con ben poca tensione e attori bravini ma sprecati (c'è anche Christopher Lee, in un ruolo praticamente secondario). Non brutto né noioso, ma uno di quei film che dopo dieci minuti dalla fine hai già scordato.
Nel genere si è visto di assai meglio e la Swank dovrebbe imparare a scegliersi film migliori, se non vuol passare presto nel dimenticatoio. Dove mancano le idee si cerca spesso riparo negli effetti sonori e Jokinen sembra un primatista della banalità. Anche come tensione è difficile trovarne, visto che Dean Morgan non funziona, tutto è prevedibile e Christopher Lee gioca a fare la comparsa.
Poco da disquisire: storiella gracile, senza pathos, con una coppia di attori (per carità, in altre pellicole molto bravi) palesemente svogliati e una regia linda e precisa da sembrare innaturale: sembra uno di quei thriller abulici da terza serata estiva di metà anni 90. Sacrilegio massimo, quella scritta Hammer a inizio film che ci avverte su chi ha prodotto il film. Profondamente debole.
Thriller stravisto, dalla confezione professionale ma senza inventiva né colpi di scena che non siano prevedibili. La tensione scompare insieme alla trama risaputa e la regia non tenta nulla per cercare di sorprendere lo spettatore. Buona la prova del cast, in cui fa capolino un Christopher Lee ancora inquietante, ma i film della vecchia Hammer erano un'altra cosa.
Il film sembra un minestrone riscaldato: dall'appartamento troppo poco caro per essere vero, all'ex fedifrago pentito, allo psicopatico avvenente, ai cunicoli nascosti nei muri, allo sparachiodi... un insieme di elementi presi da altri film e mischiati senza aggiunta di sale e pepe. Peccato. Un film che si può evitare senza sentirne la mancanza.
Patetico thriller che sa di già visto sin dalle prime battute. La sceneggiatura è assolutamente noiosa e prevedibile. Il risultato è che la tensione non sale mai, come invece dovrebbe accadere quando si guarda un film del genere. Da ricordare solo per la marginale comparsa di Christopher Lee. Davvero troppo poco.
La Swank si produce questo film, cucito a misura sulla sua persona, dove racconta il crescente problema dello stalking, velato da una situazione molto classica sia nella letteratura che nel cinema contemporanei. Lo svolgimento è di ottima fattura, confezionato a hoc e con un impianto visivo che vira su quei toni scuri dal leggero sapore gotico che ti fanno subito capire di essere sulla East Coast. Perde qualche punto per la velocità con cui svela alcune cose e personaggi, scarsamente approfonditi.
MEMORABILE: Il grande Christopher Lee, purtroppo poco sfruttato.
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Però, dico io, come Norman Bates metropolitano potevano caparne uno un po' più ambiguo ed espressivo...
L'unica ambiguità di questo Dean Morgan è quella dei tratti fisiognomici: gemello eterozigote di Robert Downey jr o clone iperproteico di Javier Bardem?
"Lo scopriremo solo morendo..."
DiscussioneZender • 10/07/12 18:18 Capo scrivano - 48365 interventi
Downey jr. è uno dei più ricorrenti, come sosia. L'ultimo visto in tv era Xavi, centrocampista campione d'Europa.
Prima che iniziasse il film ho visto una sfilza impressionante di compagnie produttrici, come se per racimolare i fondi fossero andati in giro col cappellino (modello alitalia).
E i frutti si vedono..