Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Tremenda incursione di Ettore Scola nel filone nostalgico, col bianco e nero e il colore ad alternarsi nella memoria storica del cinema Splendor, nato all'epoca del muto e mantenuto in vita dalla passione (ma nemmeno troppa) del proprietario interpretato da Marcello Mastroianni. Le imprecisioni nell’affastellare locandine di film di annate completamente diverse non si contano, le ridicolaggini pure (Marina Vlady e Mastroianni che in un flashback dovrebbero avere vent'anni e ne dimostrano minimo cinquanta), l'approssimazione regna sovrana, i continui sbalzi temporali da un'epoca all'altra creano un caos fastidioso e il finale onirico con la neve è la disgustosa ciliegina...Leggi tutto sulla torta. Dispiace vedere non solo Mastroianni ma anche Massimo Troisi (è il proiezionista del locale) sprecati in quest’orgia di ricordi male amalgamati: il bravo attore napoletano riesce ancora a infilare due o tre scenette spassose ma sono davvero poca cosa, a fronte delle quasi due ore di durata. Diretto stancamente, ozioso, è un film antipatico pure per l'eccessivo spazio lasciato agli spezzoni di opere dell'epoca: da LA GRANDE GUERRA al POSTO DELLE FRAGOLE, da IL SORPASSO a METROPOLIS è tutto un riproporre intere sequenze o dialoghi fuori campo che presi così davvero non vogliono dire nulla. E stendiamo un pietoso velo sulle vicende amorose che ruotano intorno a Marina Vlady (è la maschera), provata testimonianza di un polpettone mortalmente noioso. Un paio di idee simpatiche (e tutte relative al personaggio di Troisi) forse ci sono, ma non certo tali da giustificare la visione.

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TITOLO DAVINOTTATO NEL PASSATO (PRE-2006)
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B. Legnani 30/12/07 23:03 - 5519 commenti

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Non perfettamente riuscito, ma non così tremendo. L'amore per il cinema mi pare sincero, nonostante la tremenda retorica del tremendo finale: ma prima qualcosa di buono, di intenso, si era visto. Massimo Troisi su tutti (e lo dice uno che non lo ama alla follìa). Poi, certo, Nuovo Cinema Paradiso è di un altro pianeta, si sa...
MEMORABILE: Troisi che cerca di adescare spettatori per Toro scatenato.

Galbo 20/10/08 05:59 - 12372 commenti

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Curiosamente contemporaneo ad un'opera sullo stesso argomento Nuovo Cinema Paradiso , appare molto meno riuscito dell'opera di Tornatore, principalmente a causa di una sceneggiatura più fiacca che, pur documentando un sincero amore per il cinema (e per il luogo sala cinematografica), appare retorica e poco sviluppata, con intrecci narrativi poco interessanti e talora inconcludenti. Da lodare l'impegno del cast, in un film comunque limitato.

Neapolis 29/02/12 21:05 - 183 commenti

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Terribile incursione, oserei dire, da parte di Scola. Fortunatamente gli epitaffi tardo nostalgici di Scola e Tornatore sulla fine del cinema si sono dimostrati sbagliati, perché il cinema stesso ha ritrovato nuove idee e nuova linfa al al suo interno. Certo che Scola ce l'ha messa tutta per dare la botta finale al cinema con tutte le ridicolaggini già da altri evidenziate. Un Mastroianni stanchissimo e svogliato (nonostante si reciti nella sua Arpino) e uno spaurito e frastornato Troisi; si salva solo Panelli.

Pinhead80 18/09/12 11:41 - 4715 commenti

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Splendor, ovvero un vecchio cinema gestito da un terzetto ben assortito (Mastroianni, Troisi, Vlady) che ama il cinema, capace di meravigliare continuamente e di fissare nel tempo e nella storia personaggi e battute donando loro l'immortalità. Un omaggio al cinema sincero e sentito che pecca per l'eccessivo utilizzo di immagini tratte da altri film e di un finale un po' tirato via, ma che comunque vale la pena vedere almeno una volta.

Lupoprezzo 20/09/12 23:47 - 635 commenti

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D'accordo, la storia è imbastita in maniera grossolana e gli attori non sembrano impegnarsi granché; tutto è subordinato alla necessità quasi imbarazzante di Scola di inchinarsi al cinema, dichiarandogli il suo infinito amore. La sceneggiatura contagiata dall'eccessiva passione quasi fanciullesca ingarbuglia le carte, tanto che dal punto di vista della fruibilità manca il bersaglio. Ma il genuino tributo di un innamorato si guarda con un po' di ammirazione e commozione. Insomma, dal lato sentimentale non è da buttare. Paolo Panelli il migliore del cast.

Graf 1/11/14 02:13 - 708 commenti

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Splendor come nome del luogo fisico di un cinema ma splendor anche come attributo del cinema che indica tutto il suo fulgore e luccichio. Una pellicola crepuscolare sul tempo che passa e che trascina via con sé la magia dei film proiettati sul grande schermo. Malinconia e nostalgia a piene mani, modi sommessi e sfumati per officiare l’elogio funebre del cinema. Sceneggiatura non rifinita, fabula piuttosto prolissa, interpreti spenti (sopratutto Mastroianni) per un film in fondo superfluo. Rimane la testimonianza d'amore di Scola per il grande schermo.
MEMORABILE: Il singolare e inaspettato finale felliniano.

Kinodrop 29/11/14 15:52 - 2909 commenti

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E' abbastanza ovvio che un cineasta come Scola renda omaggio al mondo del cinema attraverso la storia di una sala che via via perde il suo pubblico. Dopo il felliniano 8 e 1/2 e Tornatore, bisognava misurarsi con ben altro impegno, anziché affidarsi a una trama zoppicante, prevedibile, alla sequela di spezzoni storici e un finale imbarazzante. Legnosissimi gli attori "congelati" nel tempo dallo stesso trucco; si salvano solo qualcosa di Troisi e il fascino della Vlady. Musichetta patetica che annoia invece di sottolineare le vicende.
MEMORABILE: Lo smontaggio delle insegne e degli arredi dello Splendor; Troisi che cerca spettatori per la sala; Il triste strip-tease senza pubblico.

Saintgifts 19/02/16 16:33 - 4098 commenti

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Amarcord di Scola sul cinema in Italia, partendo dal Ventennio, con proiezioni gratuite nelle piccole piazze (davvero si proiettava Metropolis?), fino agli anni ottanta, con il cinema (le sale cinematografiche) in crisi, complice anche la tv. Nostalgica la parte documentaristica, con folle che si catapultavano in sala fino al "In platea solo posti in piedi", le retrospettive disertate e poi il disinteresse quasi totale. Meno interessante la vicenda che lega i personaggi, storia che fatica a stare assieme, nonostante il collante Marina Vlady.
MEMORABILE: La facciata del cinema Splendor.

Ryo 16/05/20 13:53 - 2169 commenti

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Mastroianni è favoloso come proprietario del cinema. Marina Vlady enigmatica e voluttuosa nel ruolo di sua moglie e cassiera. Massimo Troisi è superbo in quello del proiezionista ossessivo. Ciò di cui parla il film è la gloria del cinema e la volubilità del pubblico. Ha alcune somiglianze con Nuovo Cinema Paradiso, che è di poco precedente, e questo potrebbe spiegare perché Splendor non ha trovato un pubblico più vasto. A prescindere resta certamente un film magico e toccante che si sa distinguere.

Sevillano 25/09/20 23:44 - 11 commenti

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Un omaggio delicato e non pretenzioso al cinema e ai cinema (in tal senso agli antipodi del contemporaneo e "hollywoodiano" film di Tornatore) il cui maggior pregio sta nella sincerità che lo sostiene, ma che pecca di troppo didascalismo e una sceneggiatura stringata. A Scola si può consentire la licenza poetica, in fondo simpatica, di far interpretare agli stessi protagonisti i loro ruoli da ventenni, forse un po' meno un finale che qualcuno ha giustamente definitio "felliniano". Ottimi Panelli e la Vlady, Troisi (che rifa Troisi) e Mastroianni molto meglio in Che ora è.
MEMORABILE: La sberla da dieci milioni, pura commedia all'italiana.

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Cineandrea 15/03/23 21:37 - 1 commenti

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Un'immagine triste e malinconica sul disagio delle sale cinematografiche. Nonostante la storia d'amore in età avanzata tra Mastroianni e Vlady, e la lentezza del film, c'è un sentimento che alla fine prevale, l'amore per il cinema, che non si mostra più di tanto ma non viene trascurato. Poi la colonna sonora di Trovajoli, giusta ed emozionante. Troisi alla fine emerge un po' come quello di mezzo, tirando fuori qualche gag esilarante e sbiadita.
MEMORABILE: La frase "Solo posti in piedi".

Paulaster 12/10/23 18:01 - 4375 commenti

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Scola cerca di ricreare l'effetto nostalgia degli anni d’oro del cinema e finisce per celebrarne la fine. Dato che anche lui era un regista importante, avrebbe dovuto chiedersi come mai le sale si sono svuotate. I contributi filmati spaziano tra le diverse epoche creando solo una confusione visiva; alcuni esempi sembrano troppo impegnati per un cinema di provincia (la retrospettiva russa, Z). Troisi si spoglia della sua vis comica e se ne apprezza la generosità recitativa; Mastroianni non si discute mentre la Vlady in alcuni momenti amorosi non è credibile. Discreto il finale.
MEMORABILE: Il cinema dei preti; La mano a carte; Lo strip-tease nell’intervallo; La neve al cinema.
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