Il dramma di William Shakespeare rapportato ai giorni nostri in una fantomatica Verona Beach. Il film è denso di azione con tanti particolari in risalto che lo rendono molto accattivante. Nonostante non sia un fan di Di Caprio, l'ho trovato piuttosto bravo (anche se le interpretazioni migliori le offrono Leguizamo e Perrineau). Alcune sequenze risultano un po' lente ma nel complesso rimane godibilissimo. Fedele all'originale, merita di essere visto almeno una volta.
Operazione sempre al limite del kitsch, Romeo+Giulietta è una rilettura shakespiriana di indubbia originalità condotta da un regista indiscutibilmente di talento (come dimostrerà con il suo bellissimo film succcessivo Moulin Rouge). Musicalmente ricchissimo e variegato (sono abilmente mescolati diversi generi musicali) presenta uno stile peculiare, cinetico, violento (grazie anche al montaggio) ed iperealista ed è interpretato da una coppia di attori affiatata e di grande talento. Da vedere.
La più geniale trasposizione cinematografica della tragedia di Shakespeare (oltretutto nei versi originali). Il grande regista visionario Baz Luhrmann compie non una banale attualizzazione dell’opera, ma una vera e propria traduzione di stile: dal barocco poetico secentesco al barocco degli anni 90, che poi sono la musica e il videoclip. Ecco allora un film vibrante e coinvolgente, eccessivo esattamente come era eccessivo l’originale elisabettiano. Acuto e intelligente.
Brutto. Questa versione dell'immortale capolavoro mi sembra un affronto; che sia originale non c'e dubbio, ma il risultato è davvero pessimo. Tralasciando gli indubbiamente ottimi Paul Sorvino e M. Emmet Walsh che sono molto professionali, Di Caprio recita peggio di un cane bastonato, seguito a ruota dai comprimari. Non sono mai riuscito a digerire questa nuova versione.
Post-tarantiniano e transgender, il cinema di Luhrmann, è un'amalgama irrisolvibile di felleuton e soap opera, Leone e videoclip, musical e commedia dell'arte, sul quale ha l'ardire d'innestare l'interezza del testo shakespeariano. Verrebbe da prodursi in un'arringa da puristi puzzosi e snob, perché tanta cagnara non aggiunge nulla all'opera del Bardo (ma nemmeno la depaupera). Il giochetto è cristallino: in parte si sfrutta il potenziale, in parte si piega pretestuosamente il testo. Luhrmann però è un abile prestigiatore e non perde tempo: intrattiene e rispetta il cuore del racconto.
Il postmoderno che scivola nel kitsch. Se si voleva dimostrare l'attualità di Shakespeare, al di là del contesto temporale, beh nulla in contrario; purtroppo il risultato è troppo bizzarro per convincere, e non bastano certo un paio di primi piani strategici sui bei volti giovani dei 2 protagonisti inseriti nel trailer per elevare il film dalla mediocrità in cui sguazza fino alla fine. Per farlo diventare un blockbuster invece sì, bastano eccome.
Particolarissima versione del noto romanzo shakespeariano, in pieno stile Nineties (ottime scenografie, musiche, costumi) e tarantiniano ma con dialoghi fedelissimi al testo originale. Questo in effetti è il vero motivo d'interesse d'un film altrimenti banale, ed è ciò che divide la critica: chi pensa che sia un colpo di genio e un modo per rendere fedele all'opera letteraria un film appetibile alle new generations o una buffonata kitsch, posticcia e pure trash. Il resto comunque non è disprezzabile: confezione eccellente, discreti attori e bel montaggio. ***.
MEMORABILE: Il finale, molto teso anche se si sa come le cose andranno a finire.
Film di culto per la mia generazione. L'esperimento di Luhrmann a mio avviso è pienamente riuscito. Solitamente queste riletture moderne non mi fanno strappare i capelli, ma in Romeo + Giulietta il regista riesce a rendere efficaci e funzionali al film le peculiarità degli anni 90. Mi ha coinvolto e la visione mi ha ampiamente soddisfatto. Notevole la prova del cast. Film che consiglio.
Raramente allontanarsi da un’opera così conosciuta, può portare giovamento: questo è uno dei rari casi. Con coraggio Luhrman si mantiene fedele al testo di Shakespeare, ma lo reinventa per ciò che riguarda l’ambientazione, puntando tutto su scenografie kitsch e barocche e su un montaggio serrato
che conferisce gran ritmo alla pellicola, andando incontro alle generazioni più giovani, come si evince anche nella scelta dell’attore principale. Il mix finale è insolitamente riuscito ed apprezzabile. Nonostante ciò, puristi e parrucconi ne stiano alla larga, per evitare che inorridiscano
La tragedia di Shakespeare sui due famosi amanti rivisitata in chiava pulp alla Quentin Tarantino, con l'astro nasscente Leonardo di Caprio e la meteora Claire Dames nel ruolo dei protagonisti. Recitazione fedele al testo, anche se l'ambientazione americana (Verona beach al posto della nostra Verona) brucia nel mio cuore italiano. John Leguizamo è bravissimo nel suo ruolo, ciò che mi spiace è che sia stato poco utilizzato al cinema. Inguardabile la camicia hawaiana di Leonardo di Caprio, che fa scendere il film ai livelli di Miami vice. Due.
Baz Luhrmann fa le prove per il suo capolavoro (Moulin Rouge) e gira bene un film interpretato in maniera convincente. L'adattamento moderno dell'opera shakespeariana è fatto con cura e dettaglio, ma alcune cose non sono il massimo: i dialoghi originali stonano con l'ambientazione urban-underground con tanto di sparatorie, pistole luccicanti, macchinoni da rappettari incalliti... e poi lo stile eccessivamente kitsch di molte scene con continui richiami allo stile da videoclip. Può piacere, anche tanto, ma per me si ferma a due pallini.
Nonostante sia apprezzabile lo sforzo di Luhrmann nel voler mantenere i versi originali, visto l'adattamento moderno, il film non può che diventare involontariamente comico nel momento in cui chiamano "Principe" il capo della polizia e Mantova una zona desertica classicamente Usa (come Verona del resto: in riva al mare!). A parte questo però non si può non apprezzare la fotografia (da sempre uno dei pezzi forti del regista) e la cromia, davvero accattivante. Cast sontuoso anche se non sempre all'altezza e tanta tanta noia. Danes inguardabile.
Rilettura in chiave moderna del classico shakespeariano con un giovanissimo Leonardo Di Caprio. L'inizio va sicuramente annoverato tra i più agghiaccianti della storia del cinema. Ulteriori livelli infimi vengono raggiunti poi con i personaggi di Tebaldo e Mercuzio (imbarazzanti) mentre verso il finale è evidente un leggero miglioramento. Se si voleva stupire sicuramente l'obiettivo è stato raggiunto, ma l'impressione reale è che si tratti di bassissimo cinema.
La famosa tragedia di Shakespeare viene trapiantata nella California di oggi divisa dall’odio etnico tra bianchi e latino-americani, mescolando in un caleidoscopico amalgama pulp tarantiniano, musical acrobatico rampollo di West side story e barocchismi figli di Fellini, Russell e Jarman. Scandite da un montaggio sferzante da videoclip, le due ore trascorrono veloci, ma il loro effetto drammaturgico resta a livello epidermico: dopo l’ultimo fotogramma ci si è già dimenticati di storia, personaggi e attori, ricordando solo un’idea di partenza indubbiamente originale.
MEMORABILE: Prologo ed epilogo televisivi; il monologo di Giulietta.
Trasposizione moderna della tragedia di Shakespeare, con tanto di ambientazione californiana. L'idea di Luhrmann è molto originale e degno di lode è anche il mantenimento dei versi shakespeariani. Se le differenze con l'originale sono minime, alla lunga emerge qualche pecca. Di Caprio non convince, ma peggio fa una Danes in costante apnea. Il finale invece sembra buono, anche se mette ordine a una congerie di macchinone e sparatorie di cui resta francamente ben poco. Premesse e intento apprezzabili, il resto...
La tragedia eterna riportata in chiave postmoderna. Un Luhrmann audace dirige con controversa bravura questo film bislacco quanto difficile, dove si riesce miracolosamente – eccezion fatta per alcune scene, tra cui quella iniziale – a non cadere nel ridicolo: sebbene i versi in bocca alla Danes (a cui avrei preferito fortemente la Winslet) sembrino più una parodia della poesia e i personaggi di Benvolio e Mercuzio siano da rielaborare completamente, la pellicola mantiene i toni giusti riuscendo avvincente. Sornioni, però, le scene romantiche.
MEMORABILE: Il momento finale in cui Romeo (un bravo DiCaprio) beve il veleno.
Il cinema di Luhrmann è un gran frullatore che darà buoni frutti in futuro ma questa rivisitazione mi è rimasta particolarmente indigesta. Esagerata e sovente, colma di simboli e dialoghi eccentrici che talvolta colgono nel segno ma che alla lunga stancano e non permettono ai personaggi di prendere consistenza.
Sebbene detesti il musical, questo film è sublime. Originale, magnificamente interpretato, classico ma innovativo, crudo ma romantico, attualissimo nonostante siano passati 20 anni. Splendida colonna sonora, tuttora godibile. Coraggioso: attualizzare personaggi shakespeariani è quantomai azzardato, ma risparmiarci l'ennesimo rifacimento lodevole. Pelle, borchie e petti nudi per i cattivi. Camicia hawaiana e crocefisso coatto per Frate Lorenzo. Ali candide a Giulietta e armatura leggiadra per Romeo. Geniale.
Coraggioso e apprezzabile tentativo di Luhrmann di dare nuova linfa a un classico. Più rivolto alle giovani età pur mantenendo in toto il testo, si rivela colorato e pieno di gioia nella prima parte (dove son presenti le scene migliori). Nel prosieguo si appesantisce anche per il ruolo troppo carico degli adulti e alla lunga la Danes si rivela meno adatta al genere drammatico. Di Caprio mostra già una certa maturità scenica.
Rilettura in chiave postmoderna del dramma di William Shakespeare. Baz Luhrmann pompa a mille la storia con momenti che rasentano l'azione e l'adrenalinico. Purtroppo l'interesse e il coinvolgimento scemano lentamente man mano che ci si avvicina al finale, toccando quasi la noia. Leonardo Dicaprio convincente nel ruolo di Romeo. Colonna sonora mediocre.
Versione modernizzata della celebre vicenda dei due giovani veronesi che all'inizio non fa nulla per far adattare lo spettatore al nuovo contesto. Anzi, lo disorienta con un eccesso di vivacità e di colori. I toni eccessivi non calano (come il costante ricorso all'iconografia religiosa) ma il fascino immortale della storia narrata, la buona tecnica realizzativa e la sofisticata area culturale fanno prendere fisionomia al film riportandolo nei giusti binari.
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Ewan Mc Gregor fu sottoposto a provino per il ruolo di Mercuzio.
Fonte:Imdb
HomevideoGestarsh99 • 8/09/11 11:52 Vice capo scrivano - 21546 interventi
Disponibile in edizione Blu-Ray Disc (+ Dvd) per 20th Century Fox:
DATI TECNICI
* Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
* Formato audio 5.1 Dolby Digital: Ceco Polacco
5.1 DTS: Italiano Francese Tedesco Spagnolo
5.1 DTS HD: Inglese
* Sottotitoli Italiano Inglese Tedesco Olandese Spagnolo Bulgaro Croato Ceco Polacco
* Extra Shaking Up Shakespeare (Picture in Picture con il regista e tecnici)
Dietro le quinte inedito
La musica
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Zender, scusa, dopo la chiusura di parentesi potresti scrivere nel mio commemto ''e tarantiniano'' per favore? Così credo di aver finalmente trovato il termine che meglio mi definisce quedt'opera ;-) !
Mercí
Sinceramente sì, a causa di montaggio, inquadrature citazionistiche e colori moderni e penetranti. E ricordo che trovai anche un paio di citazioni da film fulciani che Tarantino avrebbe sicuramente fatto se avesse girato lui il film (verso l'inizio ricordo qualcosa che mi richiamò chiaramente alla memoria Una Lucertola con la Pelle di Donna, anche se non mi riviene in mente precisamente cosa).
Tarantiniano??? Ohibò! Questa sì che è bella! Secondo me Luhrmann non c'entra proprio nulla con Tarantino, sono proprio due mondi radicalmente diversi. Luhrmann è delirio "camp" all'ennesima potenza. Romeo+Juliet è la perfetta conseguenza di Ballroom, che peraltro è del 1992, cioè dello stesso anno delle Iene. Insomma, Luhrmann non solo ha un mondo creativo tutto suo, che è quello dell'eccesso camp, colorato e barocco, ma di certo Tarantino l'ha visto dopo aver iniziato a fare cinema e quindi a lavorare con il suo stile.