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Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La "televisiva" Pilar Fogliati sfoggia sorprendenti doti trasformistiche e si divide in quattro per portare nello studio d'una psicanalista (Bobulova) altrettante pazienti in cura, pretesto utile a dare un filo conduttore che riunisca storie che un tempo - quando certi film a episodi andavano - non si sentiva il bisogno di legare tra loro se non molto a margine. Sono quattro personaggi dal carattere ben delineato: in alcuni casi notevolmente esasperato, in altri tratteggiato con maggiore delicatezza e attenzione all'intimità, quasi tutti contraddistinti da una forte connotazione regionale.

A presentarsi in studio per prima è Eugenia Praticò, che da Palermo...Leggi tutto si è spostata a Roma (più precisamente al Pigneto) per inseguire un sogno: scrivere per il cinema. Accompagnata da una sua sceneggiatura ("Olio su mela") che consegna a chi può, Eugenia frequenta gruppi di amici con cui trascorre ore felici (a una festa si presenta anche Levante, la cantante, nel ruolo di se stessa) e trova forse in un'autrice di successo (Fleri) una sponda per entrare nel grande giro. Con un accento siciliano esasperato tempestato da quei neologismi e intercalari tipici dei giovani di oggi, Eugenia domina la scena, straparla riuscendo sempre simpatica e spontanea, vivacissima e piena di vita, un vero torrente in piena che mette in luce la qualità di un'interpretazione sicuramente superiore all'episodio che la contiene.

Uvetta Budini di Raso (!), l'aristocratica svampita, estremizza ancora maggiormente i biascicamenti lessicali che frantumano monologhi ai confini del surreale e che potrebbero rappresentare l'aggiornamento di quelli che Verdone portava in scena col personaggio del giovane figlio dei fiori in UN SACCO BELLO. Qui però, a sostituire l'esilarante, irripetibile dirompenza verdoniana, c'è una consapevolezza superiore, un'ambizione chiara di descrivere (pur se con l'accetta) un ambiente in cui regnano l'inconsistenza e l'effimero, disegnato con una certa sapienza da uno script cui partecipa anche Giovanni Veronesi. Non che si vada troppo oltre prevedibili luoghi comuni, ma ancora una volta gli equilibrismi verbali della Fogliati permettono di godere di certi singoli momenti, o dei contrasti con la popolare rozzezza del panettiere interpretato dal sempre bravo Rodolfo Laganà.

Attraverso l'occhialuta Michela Trezza si tenta invece di scavare più a fondo nella psicologia di un certo tipo di donna, nel pudore della provinciale (abita a Guidonia) timida e non del tutto convinta di sposare un uomo (Propizio) che sarebbe pronta a tradire con un vecchio amore di gioventù. Nel linguaggio si passa al romanesco verace ma non sguaiato, genuinamente pudico anche quando per natura sbraca. E Michela sarebbe un ottimo personaggio, se il suo segmento non fosse quello in cui maggiormente gli inevitabili tentennamenti di una regia ancora acerba (sempre della Fogliati) penalizzano l'efficacia e il dinamismo del racconto, gravato da scene che spesso poco dicono (si veda quella, troppo lunga, al cimitero di notte) e alle prese con una sceneggiatura convincente solo a tratti.

Va molto meglio in chiusura, con Tazia De Tiberis, fiera del suo sentirsi superiore e convinta di poter schiacciare i maschi scegliendo le frasi giuste per riportarli al loro posto non appena provano a montarsi un po' la testa. E' l'episodio in cui più risaltano il talento recitativo e l'espressività della protagonista, davvero travolgente in una Roma che la vede padrona di una terminologia ancora una volta fitta di neologismi, di "tipo che...", ma decisi, ficcanti, che non danno tregua e intrigano. Le pause della regia si notano meno e gli occhi della Fogliati saettano rapidi, fulminano. Il rapporto con il ragazzo che frequenta da tre anni, rimproverato perché ha fissato per oltre trenta secondi il posteriore di una spogliarellista in discoteca, diventa centrale perché anche qui è una diversa prospettiva dell'amore il centro di gravità permanente. Gli mancherebbe in verità ancora qualcosa per essere davvero un buon film, in primis sotto il profilo registico, ma la Fogliati attrice è da promuovere a pieni voti, capace di reggere con ottime capacità quattro personaggi a loro modo tutti centrati, e giudicando l'insieme va premiata.



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TITOLO INSERITO IL GIORNO 27/02/23 DAL BENEMERITO REEVES POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/03/23
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Reeves 27/02/23 20:45 - 2556 commenti

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Esordio alla regia per Pilar Fogliati, che presenta quattro diversi personaggi attingendo dal suo già vasto (nonostante la giovane età) repertorio. Evidenti i riferimenti al Verdone delle origini (straordinaria la sua versatilità), azzeccati i personaggi (soprattutto la giovane annoiata nobile Uvetta). Guidata in parte da Giovanni Veronesi alla sceneggiatura, la Fogliati si dimostra divertente e sicura di sé.

Markus 11/03/23 01:11 - 3723 commenti

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Quattro sfaccettature della contemporanea donna italiana incarnata e auto-diretta da Pilar Fogliati, che esordisce alla regia attingendo all'antico schema a episodi di verdoniana memoria. La giovane e graziosa attrice romana dà il meglio della sua spiccata teatralità: convince per simpatia, bravura e sapiente costruzione degli ingranaggi comici e psicologici - seppur in chiave di farsa - dei caratteri umani (in sceneggiatura c'è il veterano Giovanni Veronesi). Un film da promuovere per la freschezza della protagonista, una nuova stella del cinema italiano!

Galbo 1/08/23 18:06 - 12513 commenti

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L’esordio di Pilar Fogliati guarda un po’ a Verdone un po’ a Fleabag, ma l’autrice e interprete sa imporre la propria personalità, costruendo intorno ai suoi personaggi dei microcosmi che raccontano una realtà più complessa delle apparenze. Sebbene alcuni episodi siano più “forti” di altri, nel complesso un film che descrive una realtà sociale attuale e veritiera. Ulteriore plauso alla duttilità di interprete della Fogliati, davvero camaleontica e affiancata da caratteristi più che validi.

Gabrius79 21/08/23 15:49 - 1450 commenti

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Film a episodi con una brava Pilar Fogliati che si autodirige ma che, nonostante si sdoppi in quattro ruoli, supera appena la sufficienza in quanto le varie storie sono tutte dal contenuto piuttosto debole. Ogni episodio si riscatta tuttavia grazie alla simpatia e alla verve della stessa Fogliati, che va tenuta d’occhio in quanto ci sa fare. Cast di contorno sufficiente.

Pinhead80 27/08/23 16:58 - 5102 commenti

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Buon esordio alla regia per Pilar Fogliati che interpreta anche tutti e quattro i personaggi delle storie che compongono il film. Il filo conduttore sono delle sedute di psicoanalisi che danno il la al racconto degli accadimenti. La Fogliati dimostra di saper cambiar pelle e registro mostrando una galleria di personaggi differenti tra loro ma ugualmente interessanti. Mentre i primi due episodi risultano un po' simili e molto verbosi, gli ultimi due si fanno apprezzare maggiormente e contribuiscono a rendere evidente la versatilità di un interprete sorprendente.

Nando 7/09/23 18:58 - 3853 commenti

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La Fogliati si cimenta con la regia in questa pellicola in cui dà vita a quattro personaggi tutti accomunati dal frequentare la stessa psicoterapeuta. Situazioni veritiere, talvolta lievemente forzate, ma nel complesso si assiste a un risultato fresco e spontaneo in cui l'attrice romana se la cava con personalità. Tra le quattro figure diverse cui à il volto la Fogliati sono da segnalare Tazia ed Eugenia. Discreto il cast di contorno.

Silvestro 18/09/23 14:56 - 379 commenti

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Commedia ad episodi in cui si può apprezzare il talento comico della Fogliati, in grado di interpretare quattro personaggi differenti riuscendo a dare corpo e anima a tutti. Alcuni episodi sono più riusciti di altri, ma in generale ne viene fuori un ritratto interessante delle nuove generazioni. Evidente il debito verso Carlo Verdone, citato in un paio di occasioni.

Kinodrop 21/09/23 19:27 - 3127 commenti

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Il tentativo di reggere quasi da sola quattro microstorie di varia provincialità, se in parte risulta gradevole per la duttilità di Pilar Fogliati, dall'altra risulta alquanto debole come contenuti che non vanno oltre la ripresa in tono farsesco dei tic e dei luoghi comuni che imperversano nell'immaginario femminile televisivo, oltreché nella realtà di tutti i giorni. Una regia preoccupata solo dell'intrattenimento che non riesce a conciliare spirito critico, humor e credibilità psicologica di quattro personaggi che nonostante tutto si assomigliano troppo l'uno all'altro.

Paulaster 11/10/23 18:04 - 4624 commenti

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Film a episodi per quattro pazienti di una psicoterapeuta. Stile da commedia che ricalca il primo Verdone in cui la Fogliati (con recitazione un filo accentuata) dà vita a discrete caratterizzazioni (e si nota la mano di Veronesi in fase di scrittura). Il primo è verace con una punta di orgoglio femminile, il secondo merita per un personaggio di attualità di solito non utilizzato. Il terzo è più convenzionale come romanità espressa e si apprezza l’onestà di fondo. Il quarto è un buon esempio di protofemminismo non scontato. Debole l’introduzione coi social.
MEMORABILE: Il fonico fintamente sposato; Le mete delle vacanze in giro per il mondo; Le chiacchere con la escort.

Didda23 2/11/23 11:15 - 2439 commenti

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Un'opera a dir poco soprendente, che si distacca dalla mediocrità dell'attuale panorama italiano alle prese con infiniti remake di opere (soprattutto d'oltralpe). Colpisce l'abilità di scrittura che sa parlare soprattutto a un pubblico under 30 (seppur non inventando niente - vedasi tutta la scuola comica italiana). Un cinema fresco, anche nella buona interpretazione del cast, che si fa perdonare per talune cadute (la scena al cimitero è di una lunghezza estenuante) dovute alla scarsa esperienza. Registicamente acerbo, ma con un inizio così potente il futuro sarà scintillante.
MEMORABILE: L'incredibile personaggio di Eugenia Praticò (il miglior episodio in assoluto); Il panettiere di Laganà; L'incontro con la escort.

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Giùan 13/01/24 08:33 - 4754 commenti

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Al di là degli esplicitati riferimenti, ciò che colpisce un sacco in questo esordio è la freschezza narrativa, coniugata a una non comune consapevolezza recitativa con la quale Fogliati cala i suoi 4 assi (non di un colore solo), sopperendo a quella mancanza di "contesto" endemica alla nostra commedia da decenni, con una conoscenza dei personaggi che la porta non a stigmatizzarne sterilmente comportamenti ma ad abbracciarli teneramente senza nascondercene per questo ristrettezze di orizzonte e visione. Meglio i primi due capitoli, nei successivi echeggia certo vittimismo di risulta.
MEMORABILE: Il birignao della sicula Eugenia e il carrello al Pigneto; Il formidabile Laganà panificatore; L'aggiornamento eccenombesco del faccio cose vedo gente

Jandileida 18/01/24 16:53 - 1610 commenti

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La Fogliati rispolvera la costruzione a episodi, con tanto di cartelli introduttivi "mostruosi", riuscendo a dare una botta di freschezza alla commedia italiana. Pur pagando il prezzo di un forse inevitabile scompenso qualitativo tra le quattro storie (originali e ben centrate le prime due, discreta l'ultima, troppo forzatamente Vitti-Magnani la terza), l'attrice romana riesce a descrivere credibilmente l'oggi, a divertire e a dare buona prova di una capacità mimetica non scontata. Un'opera prima promettente, sperando di continuare a scovare buone storie da raccontare.

Capannelle 4/02/24 19:04 - 4479 commenti

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La Fogliati rivela una discreta capacità nel sostenere personaggi diversi e di sicuro non si accontenta del compitino. Difficile però che la sua formula possa risultate vincente a lungo e va detto che ognuno dei quattro episodi mostra delle debolezze, marcando troppo le caratterizzazioni nei primi due e andando per banalità nei secondi due. Regia funzionale, bene il montaggio e le musiche che accompagnano con efficacia il tono sbarazzino dell'opera.

Rita 29/02/24 12:11 - 1 commenti

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Film molto piacevole, con diversi registri e sfaccettature; Pilar Fogliati sorprende, conquista, è spigliata e bravissima nel dare una connotazione realistica alle differenti interpretazioni. Uno spaccato, o meglio più d'uno, ben proposti, di una società odierna nevrotica e complessa, spaziando dall'argomento studio/lavoro in ambito artistico alla sfera sentimentale.

Furetto60 12/09/24 21:19 - 1209 commenti

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Serie a episodi che nelle intenzioni vorrebbe esprimere la vis comica della Fogliati, donna che, per quanto affascinante, ancor prima è divertente. Purtroppo lo script esalta sin troppo l’attrice, lo spettacolo diventa spesso un one woman show, appiattendo il pur valido contorno; aggiungiamoci che le vicende sono piuttosto fiacche ed ecco come sciupare tanto talento.
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