Vita quotidiana di una giovane londinese proprietaria di un bar. Scritta e interpretata da Phoebe Waller Bridge, una serie che propone il ritratto di una donna moderna all'insegna del politicamente scorretto. Volgare e sessualmente promiscua, la protagonista rivela progressivamente un fondo di malinconia e sincerità che conquista lo spettatore anche perché si propone senza filtri censori. Accanto a lei personaggi come la sorella, che nell'interazione con la protagonista garantiscono una comicità all'insegna del paradossale. Da vedere.
Raccontata in prima persona, la vita complicata di una giovane londinese: rapporti familiari problematici, difficoltà economiche nella gestione del suo piccolo ristorante, legami insoddisfacenti con vari partner spesso occasionali. Come sopravvivere? Non prendendo nulla troppo sul serio, a partire da se stessi. L'ironia come ciambella di salvataggio per andare avanti nonostante tutto è il filo conduttore di questo serial senza paracadute, divertente ma sul filo della disperazione. Ottima la protagonista, ed anche i comprimari hanno le facce giuste, a partire dall'odiosa sorella.
Due sorelle, che più nevrotiche non si può, si trovano a fare i conti con un particolare periodo della propria vita, incrociando e scontrandosi con familiari, amici/nemici e situazioni finanziarie. Commedia british al 100% che diverte, spiazza per il suo linguaggio libero e per l'introspezione esasperata ed espressa con feroce autoironia, specie da parte della bravissima protagonista. La trovata registica di interloquire con l'uso del "a-parte" di stampo teatrale ci rende complici degli accadimenti. Ottimi gli inserti musicali e le location londinesi.
MEMORABILE: La giusta durata "psicologica" delle puntate; Il rapporto con la matrigna; Il dentone innamorato; Hillary.
Uno dei rari casi in cui non solo la seconda stagione è migliore rispetto alla prima ma anche in cui riflessioni divertenti e amare sulla vita, l'amicizia e l'amore non si risolvono né in una squadrata dell'ombelico da parte della protagonista né in stucchevoli quarte di copertina Harmony. Questa volta il racconto è davvero senza filtri e, grazie ad una durata perfetta delle puntate, senza troppi inutili giri di parole. Ottime le prove di tutti gli attori su cui spiccano la Waller-Bridge, che con disinvoltura rompe spesso la quarta parete, e una "odiosa" Colman. Ciambella col buco.
"Fleabag" è innegabilmente un soggetto che rompe: gli schemi, le amicizie, l'etichetta, le relazioni e persino la "quarta parete" interpellandoci spesso e volentieri. Non è sicuramente la bellona che ti colpisce ma ha un fascino che te la fa amare e odiare; e così accade, in effetti. Brevità delle storie e un ritmo ottimo rendono questa serie eccellente anche per il suo insinuarsi sotto una coltre di mero sesso per mettere a nudo le fragilità della protagonista, pronta a rincorrere amplessi per dimenticare l'amica Boo.
Il primo episodio fa pensare alla classica sitcom un po' sboccata e moderna, poi la storia comincia ad aprirsi e la sceneggiatura rivela tutta la sua finezza nel bilanciare situazioni assurde con una drammaticità di fondo per molti versi anche toccante. Fondamentale la protagonista (e autrice) con la sua espressività e la sua capacità di alternare i registri del comico e del patetico, circondata da validi caratteristi e assecondata da una regia quasi invisibile. Si toccano temi per certi versi tabù e l'universo femminile non è mai stato rappresentato con tanta efficacia. Da vedere.
Una serie veloce, cinica, intrisa di ironia nera, molto bene scritta e interpretata da Phoebe Waller-Bridge che gioca con la quarta parete costruendo un linguaggio innovativo, quasi teatrale (è tratta da uno spettacolo del 2013), che evolve nella seconda stagione, in particolare con l'arrivo di Andrew Scott, unico elemento in grado di "leggere" la sua linea comunicativa con lo spettatore. Meravigliosamente perdenti tutti i comprimari, tra i quali spiccano una fastidiosa Sian Clifford e un'insopportabile Olivia Colman. La amerete se avete amato After life e Bojack.
MEMORABILE: L'intro; Gli sguardi in camera; L'amica scomparsa in modo tragicomico; Il prete terrorizzato dalle volpi; La sorella perfettina; La chiusura.
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Continua con la medesima tagliente ironia, l'avventura relazionale e sentimentale della protagonista che questa volta alleggerisce il carico dell'individualismo per cercare un equilibrio con i familiari,in particolare con la problematica sorella. In più, la nostra prende una bella sbandata per un simpatico e attraente prete cattolico, con le schermaglie, le reticenze e i problemi che questo comporta. Resta integro lo humor impietoso, le mezze frasi e le allusioni mimiche, anche se con un tocco più dubbioso e amaro, ma di certo non sentimentalistico. Di rilievo il cameo di Kristin Scott Thomas nella parte di una manager rampante ma disillusa.
Voto: ***
DiscussioneZender • 30/07/19 19:27 Capo scrivano - 49335 interventi
OK Kinodrop, lasciamo qui in attesa di almeno un altro commento.
Continua con la medesima tagliente ironia, l'avventura relazionale e sentimentale della protagonista che questa volta alleggerisce il carico dell'individualismo per cercare un equilibrio con i familiari,in particolare con la problematica sorella. In più, la nostra prende una bella sbandata per un simpatico e attraente prete cattolico, con le schermaglie, le reticenze e i problemi che questo comporta. Resta integro lo humor impietoso, le mezze frasi e le allusioni mimiche, anche se con un tocco più dubbioso e amaro, ma di certo non sentimentalistico. Di rilievo il cameo di Kristin Scott Thomas nella parte di una manager rampante ma disillusa.
Voto: ***
FLEABAG (SECONDA STAGIONE) (2019) **** Finalmente parrebbe abbastanza superata l'amica Boo, ma non l'infelicità della nostra, alle prese che amori che vorrebbe e sesso a iosa che ha. In questa stagione il focus è sui rapporti familiari, ed infatti si approfondisce il rapporto con la sorella ed in parte col padre. L'elemento di rottura è un affascinante prete che conquisterà molti ma sopratutto il cuore della protagonista. Al solito acuta l'ironia, una malinconia pervadente, e momenti in cui la massima confidata nel suo cameo da Kristin Scott Thomas sulle donne ed il dolore pare maledettamente vera. (Redeyes)
DiscussioneZender • 5/02/21 08:17 Capo scrivano - 49335 interventi