Sciocchezza horror splatter semiamatoriale distribuita dalla Troma, che evidentemente ha riconosciuto nel film di Pericles Lewnes le caratteristiche tipiche del suo modo di intendere il cinema indipendente. In effetti in REDNECK ZOMBIES sangue e demenzialità non mancano di sicuro: dopo che un militare maldestro s’è fatto fregare il suo bel barile di scorie nucleari da un gruppo di bifolchi contadini del Maryland, la diffusione dell'epidemia zombistica è praticamente cosa fatta: i bifolchi (ovvero i redneck del titolo), attratti dal colore verde acceso del liquido radioattivo, pensano bene di distillare una bevanda che vendono e distribuiscono agli amici del paese (c’è...Leggi tutto perfino una mamma che ci riempie il biberon al suo piccolo). Il risultato, ovvio, è una campagna infestata da zombi cannibali che attaccano chiunque passi dalle loro parti. Una trama elementare, condita da fiumi di dialoghi di nessuna utilità e da effetti speciali che - se non altro - sono messi in scena discretamente con abbondanza di sangue e interiora. E’ questa l'unica qualità del film, che ci condurrà a un prevedibile finale in cui l'orgia splatter (con qualche spunto parodistico che anticipa di molto il geniale SHAUN OF THE DEAD) raggiunge vette notevoli. Per il resto attacchi sporadici, personaggi bizzarri e lunghe quanto tediose allucinazioni (uno dei tanti effetti collaterali della bevanda) rese attraverso l'uso di filtri ed effetti probabilmente già in dotazione alla cinepresa con la quale il film è girato. Classico prodotto Troma che però non ha sufficienti trovate weird da renderlo particolare.
Non si può certo elogiare più di tanto, questo film di serie Z, ma c'è da dire che nel suo delirio risulta piuttosto simpatico e alcune gag sono davvero divertenti. E' uno zombie-movie, come si deduce dal titolo, e lo stratagemma dei vivi di far finta di barcollare come zombi per non essere notati da quest'ultimi, che tutti ricorderanno ne L'Alba Dei Morti Dementi, lo si vede per la prima volta proprio in Redneck Zombies. Perfetto per serate a base di birra, cibi grassi e demenza.
Trattandosi di uno dei primi ultragore indipendenti interamente girati in video si può in parte ammirare il suo relativo pionierismo, tenendo però conto che lo stesso anno Peter Jackson sfornava, più o meno a parità di budget e mezzi, una perla come Bad taste. La qui presente zom-com è una noiosa e infantile barzelletta che sopravvive nella memoria solo grazie alla resa e all'abbondanza (ma soltanto dopo trenta minuti buoni) degli effettacci sanguinolenti. La semiamatorialità della confezione e la puerilità delle gag sono invece irritanti. Il titolo vale più del film stesso.
MEMORABILE: Il bimbo di due anni tramutato in zombi; L'occhio succhiato dal teschio; Fingendosi zombi per non essere attaccato; Gli zombi sciolti col deodorante.
Prodotto Troma girato SOV che non delude le aspettative degli amanti della casa di produzione; siamo infatti in quella terra di mezzo tra horror splatter e commedia nera, con personaggi parodistici (i luridi rednecks, i campeggiatori scemi) e SPFX grand-guignoleschi e caserecci, in verità piuttosto efficaci. La trama strizza l'occhio a vari precedenti del genere, su tutti Il ritorno dei morti viventi e quello degli zombi, ma il citazionismo si spreca e l'originalità non era ovviamente l'obiettivo principale; di certo si cercava di divertire il fan del gore, tutto sommato riuscendoci.
MEMORABILE: La scenetta che cita l'autostoppista di Non aprite quella porta; Il redneck ciccione.
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