Seconda produzione hammeriana della saga della mummia. Carreras si dimostra un regista molto valido, anche se purtroppo la parte horror è troppo sacrificata e mostrata solo nell'ultima parte. Comunque vi è atmosfera e il finale è degno di nota. Buona interpretazione di Terence Morgan.
All'inizio del XX Secolo una missione archeologica, finanziata dall'americano Alexander King (Fred Clark), rintraccia il sarcofago di Ra-Antef: da quel momento una maledizione sembra abbattersi sui componenti la spedizione e l'apice della "vendetta" si manifesta una volta giunta a destinazione, complice la mummia tornata in vita. La Hammer, dopo il buon esito de La mummia, tenta di replicare - a distanza di anni - il successo. Ma purtroppo questa volta ingaggia Michael Carreras, regista poco efficace (si ricorda per Cleo, la dea dell'amore), al quale da in pasto un gruppo d'attori sconosciuti.
Trama abbastanza convincente ma con qualche pecca per un film fatto di dialoghi e interni dove la mummia e l'orrore (malgrado un paio di scene violente per l'epoca) si vedono appena il dovuto. La mummia ha un aspetto valido in una tipica storia di maledizioni, dove si innesca un personaggio ambiguo e misterioso interpretato da Terence Morgan. L'incipit nell'antico Egitto si allontana dal classico di Karl Freund e dalla precedente mummia Hammer. Buone le ricostruzioni del sarcofago e degli oggetti nella tomba antica.
A causa di un medaglione antico si risveglia la mummia di un vetusto personaggio regale e con essa una vendetta che sembra perpetuarsi da millenni. La trama in realtà è ancora più inverosimile e la regia pressapochista, ma le cupe atmosfere "Hammer" risplendono dei tipici, fascinosi colori del Technicolor, rendendo la pellicola attraente. Buffa la mummia che ruggisce con la barcollante andatura di Frankenstein...
Un horror vecchia maniera della Hammer che parte in quinta con un validissimo incipit per poi appiattirsi intorno a una storia d'amore troppo mielosa e sicuramente forzata ma che è reso comunque interessante grazie alla valida regia e a un cast adeguato. Azzeccate le musiche e buona la fotografia. Facendo media tra l'assurda storia d'amore e i momenti topici del film il voto è sufficiente.
Siamo negli anni 60, Hammer production, dunque le atmosfere sono ben curate e le musiche suggestive. Di horror c'è pochino: la mummia, che vuole vendicarsi della sua tomba profanata, lo farà marginalmente, nell'ultima parte del film, anche se il suo spirito inquieta e aleggia da prima. Nulla di memorabile, ma svolto discretamente.
Mediocre produzione della Hammer sulla mummia al quale il passare degli anni non giova minimamente. Il copione, per quanto striminzito, si presta bene, ma è il genere horror che non sembra essere nelle corde del regista. A tratti sembra di guardare una banale commedia d’oltreoceano, priva delle atmosfere cupe e suggestionanti a cui la casa di produzione britannica aveva abituato. Sul tema sono stati realizzati film migliori e per scovarli non è necessario andare troppo indietro nel tempo.
A guardare indietro agli anni '60 si scopre che erano propri anni d'oro: anche in questo film troviamo una mano attenta, figlia dell'ottimo lavoro di Carreras ma anche di un periodo florido per la cinematografia. Film molto british, curato nel dettaglio, di impronta signorile, distaccato eppure cordiale. Eccellente la prova del cast. Nel suo complesso molto godibile. Da riscoprire.
Dopo che la spedizione archeologica da lui finanziata ha rinvenuto un prezioso sarcofago reale, un impresario lo porta a Londra per esibire la mummia come fenomeno da baraccone, incurante della maledizione che grava sui profanatori... Modesta variante del mito, con la mummia defilata che assume un ruolo decisivo solo nell'epilogo, in verità abbastanza originale. Regia anonima e confezione tirata al risparmio con pochi esterni e molti dialoghi banali, ma formalmente resa gradevole dai colori vividi e caldi delle produzioni Hammer del periodo.
Il prodotto è più che dignitoso, ma la piattezza dell'incedere (la verbosità ad allungare il brodo ristrettissimo della sceneggiatura) gli è fatale. Solita donnina in pericolo, consueto bellimbusto mentre l'attrazione principale, forse a causa delle giunture anchilosate, ci mette parecchio a mettersi in moto. Il finale appena più movimentato non riesce a colmare le lacune e la scarsa originalità.
Un “Hammer” vecchio stile ma con qualche nota distintiva, caratterizzato da buone scenografie ben fotografate, costumi curati e con attori decisamente professionali. La vicenda horror sembra assopita nella prima parte, ma poi si “sveglierà” e la mummia metterà a segno qualche colpo proibito davvero non male. Anche abbastanza violento, per l’epoca, mentre oggi alcuni elementi "tosti" mostrati probabilmente non sfuggirebbero a un'ironia generalizzata. Il colpo di scena vicino al termine risulta inaspettato e riuscito, come sostanzialmente l’intero film.
MEMORABILE: Il taglio della mano; Il cambio repentino dell'amore; La rivelazione del mistero della mummia.
Una mummia trasportata via mare come King Kong, un avido americano che vorrebbe monetizzarla come baracconata, uno studioso deluso che si dà all'alcool, egiziani che vorrebbero recuperarla. C’è un po’ di tutto in questa sfarzosa produzione Hammer: horror, giallo, romantico (con rapporti amorosi un po’ strani), intrighi internazionali, e pure qualche nota spiritosa. Un minestrone ben impiattato, ma troppo carico di sapori eterogenei. Probabilmente volevano accontentare commercialmente ogni tipo di pubblico, ma nella pratica gli ingredienti poco si amalgamano scontentando tutti.
MEMORABILE: Il taglio della mano; “Hassam, vai troppo presto, sei figlio di tua madre"; L'apertura del sarcofago; Lo schiacciamento della testa.
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Dal 20 Gennaio 2009, la Sony Pictures Home Entertainment immetterà sul mercato una serie di horror classici (in DVD) suddivisi in cofanetti da due film: nella prima uscita saranno abbinati Il Mistero della Mummia ed Il Mostro di Londra, quest'ultimo diretto da Terence Fisher nel 1960.