In meno di un minuto Hatot racconta la "lotta" tra alcuni ladri e i poliziotti sul tetto di una costruzione. L'azione è movimentata, pure troppo. Da un inizio con un solo personaggio si passa in breve tempo a un vero e proprio scontro tra lestofanti e tutori dell'ordine, e lo spettatore fatica a seguire (perché un po' troppo confuso) ciò che avviene davanti ai suoi occhi. Il tema è un "classico" per questo regista, e lo svolgimento non ha particolari momenti d'interesse (anche questo caratteristico di molti filmati di Hatot).
La cosa più interessante (ma è anche l'unica, purtroppo) è la scenografia, perché Hatot allestisce uno spazio ristretto che pare elevato rispetto al terreno, addirittura con una guardia che rimane appesa al bordo del tetto con le due mani, con un delinquente che gliele pesta col piede fino a che l'altro sparisce (cadendo, nella finzione). Il resto è un poco ripetitivo (tentativi di cattura), ma il valore del cortometraggio, come detto, sta tutto nella costruzione dell'inquadratura.
Non è male questa fuga con scontro fra ladri e poliziotti sui tetti, ennesima versione della classica scena creata da Méliès, già ripresa da Alice Guy. In questo caso, Hatot sceglie di evitare l’orizzonte ampio e pittoresco per concentrarsi su una struttura scenica visivamente più ostica e claustrofobica, ma forse più ginnica e capace di drammatizzare l’evento, con la grande trave orizzontale e la falda del tetto che creano vie di fuga ma anche difficoltà. Potente il momento in cui il malvivente pesta le dita dell’agente per farlo precipitare.
Breve e concitato “corto” su una sfida tra guardie e ladri in cui l’unico elemento d’interesse è la ricostruzione in studio di un luogo elevato, quale appunto un tetto, scenario destinato a essere fin troppo sfruttato nel cinema muto. Poco agevole da seguire a causa di un ritmo parossisticamente sostenuto, ha comunque una sua drammaticità (ad esempio nel segmento in cui un malvivente pesta le mani di un agente, facendolo precipitare).
In questo cortometraggio di Georges Hatot non c'è molto tempo per pensare perché nel giro di pochissimi secondi si condensa tutta l'azione. In un primo momento vediamo una persona su di un tetto che viene immediatamente raggiunta da un numero nutrito di personaggi che si distinguono tra lestofanti e guardie. In men che non si dica si scatenerà un putiferio con una lotta senza esclusione di colpi. La scenografia è molto semplice, ma i personaggi riescono ugualmente a muoversi con destrezza. Da ricordare il momento in cui uno dei malviventi fa precipitare nel vuoto una guardia.
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