Co-produzione USA/Hong-Kong, con mezzo cast cantonese (con qualche nome noto dell'ambiente dei film d'arti marziali) e mezzo americano, con la star Robert Mitchum e qualche altro nome di un certo rilievo (Nielsen, in un ruolo serio). Il film, che nella titolazione italiana cerca di richiamare gli spettatori del più noto Marlowe, è un solido mix tra spionistico e poliziesco; tra location americane, europee ed hong-konghesi, traffici internazionali di droga, inseguimenti e sparatorie, ci si diverte abbastanza. Mitchum convincente. Non male.
MEMORABILE: Mitchum che con un caterpillar distrugge tutto: impagabile!
Non male questo filmetto di spionaggio che si regge in massima parte sul carisma di Mitchum, qui in un ruolo che richiama in più di una posa la sua versione di Marlowe. La trama è spiccia (come anche la sorpresa finale) ma si segue senza problemi, grazie alla regia essenziale di Clouse e anche al cast di supporto in cui si distinguono Nielsen e Dillman. Gran finale con la ruspa.
Il grande Robert Mitchum deve reggere tutto il film con la sua capacità carismatica e bravura d'attore navigato e scafato; è la sua interpretazione il vero motivo d'interesse di questo prodotto che altrimenti sarebbe poca cosa. La regia ha quel punto di impersonale che la fa simile al paratelevisivo; questo potrebbe non essere un difetto ma la sceneggiatura traballa, l'intrigo spionistico sfiora la fragilità.
Poliziesco d'azione in salsa cantonese travestito da spy movie che ha il pregio di non calare mai di ritmo, grazie anche alle numerose sparatorie ben realizzate; ma soffre una trama confusa e troppo superficiale, specialmente nello svolgimento della prima parte. Mediocre nel complesso la prova del cast: bravo Dillman, ma Mitchum pur recitando degnamente non riesce a essere incisivo. Scarso e inadeguato lo score di Schaffer.
Senza infamia e senza lodi questo poliziesco internazionale girato con indubbio mestiere e scarsa propensione ai voli pindarici. Discreta l'ambientazione cosmopolita, solido il cast di contorno e non dispiace il lato action, specie nel finale. A demerito va la prevedibilità non solo della trama quanto dei caratteri che ricalcano stancamente i ruoli dell'uomo solo contro tutti in un nido di vipere. Mitchum, comunque, regge bene la prova anche col freno a mano tirato.
Ormai Mitchum sembra relegato al ruolo del "private eye" e dopo le grandi produzioni è la volta del cinema bis, in questo caso con gli occhi a mandorla, in una storia raccogliticcia che si svolge fra tre continenti. Le vicende sono spezzettate da una sceneggiatura non all'altezza e nonostante qualche nome importante nel cast (fra cui un serissimo Nielsen) la pellicola stenta a prendere il volo abbarbicandosi spesso al carisma dell'inossidabile protagonista. Tutto già visto? Forse, ma il buon vecchio Bob una visione la merita sempre volentieri, a patto che vi piaccia il genere.
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