Confuso film indipendente (esterni girati solo di notte!), che mescola fantascienza, musicale, grottesco. Apologìa della lotta al Potere, in un mondo dominato dalla televisione e da altri media. L'immodestia di fondo non permette di rendersi conto delle dubbie doti del protagonista (pure regista) e che il tono grottesco di alcuni personaggi (madre e barman su tutti) sfocia nell'insopportabile goffaggine e via dicendo. Il movimento della mdp ha momenti buoni, come il montaggio. Qualche bella canzone dell'epoca e un paio di momenti azzeccati. Chiari echi da Kubrick, Pink Floyd, Carpenter...
MEMORABILE: La lotta fra le sorelle ricoperte di cartone.
Impossibile valutarlo secondo schemi di giudizio canonici. L'ambizione dell'allora esordiente Ricagno (a tratti smisurata e quindi genuinamente irritante) è quella di costruire un nuovo Quadrophenia della tarda controcultura tricolore ottantiana, un quadro distopico che mischi assieme Orwell e The Great Complotto, le primule rosse e Jo Squillo, il controllo mentale di massa e una generazione di giovani replicata su misura della vecchia. Discreta la fattura tecnica, allucinatorie (anche nella consequenzialità narrativa) alcune sequenze.
MEMORABILE: La colonna sonora; Jo Squillo al club; Madri e fucili.
Opera curiosa, ma non riuscita, che tenta di mettere in scena, con alcuni elementi fiabeschi (il cappello del Grande Sognatore), una particolare utopia, convincente nella cura dei costumi e della scenografia ma non nella sceneggiatura (da cassare alcuni personaggi troppo sguaiati) e nell'uso della struttura del musical. La canzoni utilizzate sono orecchiabili, ma il loro inserimento nel contesto della vicenda rende troppo lento lo sviluppo della vicenda. Ricagno più convincente dietro la macchina da presa che nei panni protagonista.
Ambizioso progetto su quale ci fu un po' di discussione critica nei primi anni Ottanta, allorché il film fu presentato a Venezia nella sezione De Sica. Oggi è un esempio di archeologia cinematografica, con Jo Squillo agli inizi e una vicenda sgangherata di critica al potere che risulta velleitaria e incomprensibile. Ci sono tutti i luoghi comuni delle videoclip dell'epoca, con tanti effetti e pochissimi idee; a questo si aggiunga l'interpretazione risibile del protagonista. Ugo Gregoretti sprecato.
MEMORABILE: Jo Squillo che si esibisce in discoteca.
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MusicheReeves • 8/01/21 20:07 Contratto a progetto - 801 interventi
Canzoni di Jo Squillo (ancora in versione punk), Gaz Nevada. interventi al sax di Enzo Avitabile.
DiscussioneReeves • 8/01/21 20:59 Contratto a progetto - 801 interventi
“Nel cast, c’è anche mia madre” confessa Paolo Ricagno. E infatti a Luisella Ciaffi mezzosoprano, - che è appunto sua madre - il regista ha affidato nel film la parte, importante, e interamente cantata della madre di Pirata. “Un omaggio a mia madre, e un omaggio all’opera” dice Ricagno. Ma Pirata! è anche un esperimento produttivo particolare molto lontano da film quasi miliardari con i quali convive sotto l’etichetta di “Venezia De Sica”. “Tutto questo costa solo trecento milioni” dice il regista “e il nostro è uno dei pochi film per così dire realmente ‘liberi e selvaggi’ di questa Mostra e di questa sezione tanto contestata. E non mi sembra davvero giusto” dice Ricagno “che proprio quei critici decisi, almeno a parole, a difendere le sorti del prodotto nazionale, abbiano aperto il fuoco qui a Venezia sui prodotti più giovani del cinema italiano”» (L.Delli Colli, “la Repubblica”, 31.8.1984).