Riconosco che il film è fatto molto bene, interpretato da grandi e bravi attori. Le scenografie, i costumi e soprattutto le musiche sono strepitose, però a me il film non è piaciuto. Forse è meglio dire che non mi ha appassionato. Duro e crudo, con immagini forti che si avvicinano all'horror, avvincente nella trama, tiene spesso col fiato sospeso. Nonostante tutto non riesco ad amarlo. Daniel Day-Lewis è strepitoso, così come Wes Studi nella parte di Magua. Probabilmente per voi sarà un capolavoro.
Dal celebre romanzo di Cooper, il regista americano per definizione più votato all'action moderno (Mann) dirige un'avventura di ampio respiro e di stampo straclassico. Nessuna sovrastruttura ideologica o complicazioni di sorta: avventura allo stato puro, personaggi semplici e lineari, grandi spazi (bella la fotografia di Dante Spinotti) ed un interprete inaspettato (DD Lewis) ma in forma, straordinariamente fedele ed aderente al personaggio. Forse un po' prolisso, ma godibile.
Film piacevole anche se per me è stato sopravvalutato. Se fotografia, paesaggi e musiche sono da ricordare, regia, trama e attori mi sono parsi, a tratti, artificiosi e non del tutto convincenti. Discorso a parte per il personaggio ben caratterizzato di Wes Studi, mentre DD Lewis e la Stowe non hanno dimostrato sufficiente forza espressiva. Ci sono alcuni momenti intensi di lotta e di intrighi, ma nel complesso un film bello senz'anima.
Ciò che rimane come impressione finale è che si sia voluta privilegiare solo la parte d'azione del libro da cui è tratto il film, tralasciando forse particolari importanti. Nel complesso è un buon film. La colonna sonora è una di quelle che si ricorda senza dubbio, tuttavia sono rimasta un po' insoddisfatta, probabilmente; in funzione della notorietà del film mi aspettavo molto di più.
I veri punti di forza di questo film sono, l'ambientazione e la colonna sonora. Seguono poi gli attori, più che passabili (un plauso allo spietato indiano, di rara cattiveria). Il protagonista, un bianco (Occhio di Falco, detto anche Long Carabine), nonostante all'inizio sembri un po' troppo hollywoodiano, diventa via via più convincente; e l'azione, quasi costante, consente alla pellicola di far mantenere vivo l'interesse dello spettatore, grazie anche a un inseguimento finale con sorprese (la decisione della sorella della protagonista). Meritevole di visione.
MEMORABILE: Arso vivo; Lo scontro finale tra lo spietato indiano e il padre (l'ultimo dei mohicani) di quello che ha appena trucidato.
Insomma. Ogni tanto c'è qualche buone scena: il ripido sentiero sul quale gli "ostaggi" devono passare, il finale, ma il tutto dà l'impressione di un filmone un po' troppo lungo e zeppo di luoghi comuni. Appena discreto il cast, buona l'azione. Quasi sufficiente.
Guerra franco-inglese nelle colonie americane del 700: due donne attraversano foreste e battaglie, aiutate da alcuni indiani e braccate da altri. Maestoso film d’avventura che non lesina sul grandioso: paesaggi mozzafiato, fotografia impeccabile, musica d’effetto (spalmata su tutto fino alla nausea), spiegamento di mezzi e comparse. Ma tutto ciò non basta: questa versione del noto romanzo è tutta esteriore, attenta all’azione, senza anima né calore, senza un senso profondo che muova le cose. Tutto è talmente perfetto da risultare arido.
Tutto pensato in grande: paesaggi (esaltati dalla splendida fotografia), scene, musica. In questo affresco spettacolare, di indubbio fascino visivo, i personaggi rischiano di sembrare figure bidimensionali, e ciò nonostante le belle interpretazioni sia di Daniel Day-Lewis che di Wes Studi. Non mancano l'avventura, il dramma, l'amore, ma il risultato finale è uno di quei film che, pur risultando ammirevoli sotto tanti aspetti, non riescono a convincere fino in fondo. Potenziale capolavoro cui manca quel "quid" di difficile definizione.
Quando il tutto risulta essere meno della somma delle singole parti. Prese a se stanti le componenti regia, ambientazioni, fotografia, musiche, prove d'attori sono d'alto livello, alcune di altissimo, ma messe assieme poi ci si accorge che qualcosa manca. Allorchè passano i titoli di coda, si ha la netta sensazione di aver assistito sì a un gran bello spettacolo, ma anche della freddezza di fondo dello stesso. La tecnica sopraffina, al servizio dell'intrattenimento di qualità, sono comunque ottimi motivi per i quali il film merita la visione.
Maestoso ed imponente (in primis per scenari, battaglie e colonna sonora) film storico di stampo classico-avventuroso; con ottimi interpreti e scene ben fatte (alcune anche abbastanza crude), talvolta però è un po' prolisso e manca di un vero senso di coinvolgimento.
Ottimamente confezionato, è un film d’avventura molto ben girato in cui la vena di Mann, pur non essendo all’altezza di altri suoi lavori passati e futuri, permette di raggiungere alla pellicola risultati ben superiori alla media. Piacevole ed abbastanza avvincente, si segnala per una certa sobrietà sia nella durata non oceanica come spesso accade in operazioni del genere, sia negli sviluppi narrativi che evitano inutili scene madre.
Il tema musicale, "The Gael", è forse ciò che più rimane del film assieme a una natura selvaggia e affascinante che domina sui personaggi. La storia d'amore (ce ne sarebbero due in effetti) da romanzo ottocentesco (e da lì viene) in sè non è nulla di speciale, ma è resa bene. Più interessante l'altra storia: la ricerca di vendetta di Magua nei confronti di Munro. Una Madeleine Stowe stupenda e tutti gli attori principali in ottima forma. Sa creare un'atmosfera e le quasi due ore scorrono senza che ci si annoi. Non sarà un capolavoro, ma vale la pena.
MEMORABILE: La resa del forte; l'imboscata; l'inseguimento nel finale.
Film avvincente nel quale si respira un'aria d'epiche avventure di rara tersitudine. Mann riesce a dissipare quell'alone di greve prolissità che appesantisce in parte il romanzo di Cooper, affidandosi alla freschezza atletica dell'ottimo Day-Lewis e alla belluina determinazione dell'Urone Magua (Studi). Maestose le scene di battaglia; eccellente la colonna sonora; bellissima la fotografia. Per quel che concerne la storia d'amore, sono sufficienti pochi tocchi per renderla vibrante. Davvero potente.
Se dovessi scegliere tra i 10 film migliori di sempre sicuramente inserirei anche questo. Perchè Mann è bravissimo nel riuscire a creare un connubio fantastico tra avventura, luoghi magnifici e sentimenti genuini. Tradotto tecnicamente una regia sopraffina, una fotografia superba, un montaggio accorto e su tutto una colonna sonora magnifica. Per non parlare dei costumi e del trucco (nomination e premio BAFTA), assolutamente realistici. Ricostruzione del periodo perfetta. Cast in pallissima dove, oltre a Day-Lewis, merita la menzione Wes Studi.
MEMORABILE: L'agguato degli Uroni alla colonna; Tutto l'inseguimento finale con lo scontro tra Magwa e Uncas; Il sacrificio del maggiore; Magwa ed il cuore di Munro.
Gli "ingredienti" per un buon film d'avventura ci sono tutti: azione, bei paesaggi, ottima regia e fotografia, buon cast e ottima colonna sonora (di Trevor Jones). Forse il buon lieto fine "storpia" un po' troppo la storia, comunque è un film che consiglio.
Film che parte velocissimo e consuma in meno di due ore una narrazione che ne avrebbe richiesto almeno tre. Questa è la prima esecrabile scelta di Mann, che ha preferito sacrificare l'aspetto artistico a quello commerciale, sfornando così un'opera di successo ma non un gran film. In effetti i presupposti per la riuscita c'erano tutti: l'avvincente contesto storico, l'intrico fra indiani e invasori, le meravigliose ambientazioni, le straordinarie sequenze di azioni tipiche di Mann, ecc. Peccato, dunque, per le solite buffonate da blockbuster!
Una mezza delusione; considerato il regista e l'attore protagonista mi aspettavo di più. E' la storia in sé a non avermi appassionato più di tanto. Paesaggi maestosi ben ritratti dalla fotografia di Dante Spinotti. Grandi corse e combattimenti. Poca verosimiglianza, poco approfondimento. Nulla di realmente memorabile.
Da un buon romanzo ecco uscire l'ennesimo film sugli scempi della "civiltà" europea portatrice di progresso. La pellicola, la cui colonna sonora è entrata nell'immaginario collettivo, ci fa scivolare piano piano nel verde delle foreste per accelerare con le cacce dei nostri tre mohicani. La sottotrama d'amore non disturba troppo, e anzi riesce a far mantenere un bel ritmo a tutto il racconto. Tutto pare andare come deve, ma a noi piace anche per questo, forse. Un Day-Lewis assolutamente in parte. Da vedere.
Pur prendendosi parecchie libertà rispetto al romanzo di Cooper (un classico della letteratura avventurosa), si tratta senz'altro di un bel film. Mann mette da parte i manierismi e la ridondanza in cui spesso incapperà nelle pellicole d'azione, dirigendo con senso del ritmo e misurata bravura una storia che brillava già di luce propria. Ottima ricostruzione d'epoca, bravi interpreti, personaggi interessanti e anche i risvolti sentimentali non risultano né invadenti né stucchevoli. Belle la fotografia di Dante Spinotti e la colonna sonora.
MEMORABILE: Le imboscate degli Uroni; La parte che si svolge all'interno del forte; Il finale.
Cinema storico-avventuroso anni '90 alla sua ennesima potenza. Fotografia impagabile, location e costumi curati all'inverosimile, scene di guerra spettacolari, ma la trama e i personaggi non mi hanno detto o lasciato pressoché niente (in particolare la storia sentimentale); persino Daniel Day-Lewis, attore che venero, qui è abbastanza ininfluente, sebbene almeno la sua preparazione fisica per il ruolo sia evidente. Di molto inferiore al quasi contemporaneo kolossal gibsoniano. Quando la colonna sonora è più ricordata del film in sé.
MEMORABILE: Le scene di guerra a colpi di mortaio tra Francia e Inghilterra.
Sullo sfondo della guerra franco-inglese del XVIII secolo le vicende del guerriero bianco Nathan, adottato da una famiglia di mohicani e coinvolto suo malgrado nel conflitto. Mann è un regista di ampio respiro che si cimenta nel remake del film omonimo datato 1936 e che può giovarsi di tecniche ovviamente più moderne senza farle esondare, ma asservendole alla storia. Ne nasce un film potente, cruento e virile, credibilmente epico e con un Day-Lewis particolarmente ispirato. Paesaggi mozzafiato e musiche meravigliose. Da vedere.
MEMORABILE: Sul finire, il sacrificio di Alice, che si getta nel burrone sulle note di "Promentory".
Dal romanzo di Cooper datato 1826 Michael Mann trae un possente film d'avventura classico impreziosendolo con il suo gusto visivo e infarcendolo di un'epica mai banale. La natura selvaggia è protagonista tanto quanto i personaggi umani e ne segue il destino con muta solennità. Sullo sfondo della battaglia tra francesi e inglesi, Mann imbastisce una storia d'amore per nulla scontata grazie all'ottima coppia Day Lewis/Stowe. Di grande respiro la regia che non dà tregua nel suo susseguirsi di fughe e inseguimenti mozzafiato. Splendida la OST.
MEMORABILE: Il sacrificio di Duncan; Il primo agguato degli Uroni.
Splendida pellicola di Mann dal romanzo di avventura di James Fenimore Cooper. Epico e visivamente intenso, diretto come sempre alla grande dal regista americano; basterebbero le potenti scene di battaglia o i cieli e i paesaggi fotografati meravigliosamente da Spinotti. Grande ls colonna sonora, bravi Daniel Day-Lewis, Madeleine Stowe e lo spietato Wes Studi.
"Filmone" in puro stile hollywoodiano, ma in senso buono. Porta con successo nelle atmosfere del romanzo di Cooper facendoci immergere nelle guerre europee combattute sui territori americani colonizzati, dove indiani buoni e cattivi parteggiano per Inghilterra o Francia a seconda dei loro interessi. Bravissimi gli attori, respiro epico e storia avvincente, rimangono scolpite nelle mente le musiche e le riprese panoramiche del sentiero nel finale. I dialoghi sono enfatizzati all'americana ma si sposano bene con il contesto avventuroso.
Ricerca del kolossal a tutti i costi per Mann; fotografia come sempre curatissima, musiche orchestrali onnipresenti, ricostruzione storica ben fatta, scene di massa girate con senso del ritmo... Ma tolto l'aspetto tecnico e formale, il film si inchioda a più riprese in dialoghi prolissi e il protagonista, nonostante l'impegno, risulta inadatto al ruolo e poco incisivo. Nel complesso quindi un'opera che al di là dell'esteriorità lascia ben poco e che rischia di scontentare sia l'amante dei kolossal che quello del semplice avventuroso d'azione.
Avventura extra per Michael Mann, specialista del neo-noir, qui alle prese con il romanzo di James F. Cooper. Supportato da un Daniel Day Lewis forse meno convinto del solito, ma sempre ottimo attore, Mann confeziona il prodotto al meglio; epicità nelle battaglie, ma senza sfociare troppo nella spettacolarità. Superba anche la fotografia di Dante Spinotti, frequente collaboratore di Mann. Unica pecca, una leggera prolissità.
In un’America ancora acerba e dai tratti somatici non ben definiti, si odono i rintocchi della cieca bramosia che rende gli uomini delle marionette in movimento. All’interno di uno scenario geopolitico tanto precario e in evoluzione, trova spazio il sentimento più puro che rinvigorisce l’albero avvizzito della natura umana. Troppo facile sottolineare il contributo della colonna sonora, elemento chiave nell’enfatizzare i momenti più significativi. Stesso dicasi per i maestosi paesaggi che donano un’ariosità rara.
Film molto sopravvalutato, che dietro ai bellissimi scenari, alla bella colonna sonora (che noia però, dopo un po'!) e alle buone scene di battaglia nasconde una pochezza incredibile: ha poco da dire, è molto lento nel suo andamento e all'inizio avanza anche in maniera confusa, salvo poi riprendersi nel finale. E per buttare un po' di fumo negli occhi ecco la solita storiella d'amore inutile. Non è tutto da buttare via, ma la sufficienza non la raggiunge.
Durante le guerre coloniali combattute a metà del '700 tra inglesi e francesi, un bianco adottato dalla tribù dei Mohicani salva le figlie del Colonnello britannico dalla tibù nemica degli Uroni. Spettacolo visivo e straordinaria ricostruzione storica fanno di questo film un'avventura epica in cui tutto è funzionale alla sua riuscita; i paesaggi straordinari dei monti Appalachi, i ricercatissimi costumi e la stupenda colonna sonora sono gemme che impreziosiscono una storia già di per sé avvincente.
MEMORABILE: La scena dell'inseguimento finale.
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Sono qui, abbattuto da una fucilata di longue carabine. Non è una morte del tutto male, no? Con una splendida anzi splendidissima colonna sonora. Da ragazzo il libro non mi aveva entusiasmato. Adesso, nella senilità, il film è piaciuto davvero molto. Invece Daniel Day-Lewis, fantastico qui e altrove (Il mio piede sinistro, Gandhi, Nel nome del padre, ecc...) in Gangs of New York mi è un pò dispiaciuto, non perchè ha mostrato di essere adatto anche ad un ruolo di cattivo( Bill il macellaio gli calza a pennello) ma perchè sono un romantico e lo preferisco nel ruolo di Occhio-di-Falco, eroe ruvido ma positivo.
Tanti uroni a tutti.
Renzo.