DIE SCREAMING MARIANNE è tra i primissimi film dell'inglese Pete Walker (in futuro specializzatosi in campo thriller e horror) ad uscire dal genere erotico col quale il regista s’era fino ad allora cimentato. Marianna è una danzatrice spogliarellista che incontra un giovane inglese (ma gli esterni sono girati in Portogallo) il quale se ne innamora e la sposa. Senonché, per un errore del poco sveglio prete metodista, Marianna risulta sposata con il testimone di lui! Fuggirà mentre suo padre e la sorellastra la cercano per ucciderla (motivi d’eredità). Una trama confusa, mal spiegata, poco coerente, che denota la scarsa confidenza col thriller del regista. Sembra quasi un goffo tentativo d'imitazione...Leggi tutto dei gialli francesi ripresi in Italia dal nostro Umberto Lenzi ai tempi di ORGASMO. Non si capisce il rapporto che intercorre tra i personaggi i quali compaiono e scompaiono in un turbinio di frasi sconnesse, alternate a interminabili silenzi e primi piani sul bel viso di Marianne, ventenne bionda dalle labbra carnose e l'occhio scuro. Si intuisce invece una certa capacità nel dirigere il cast, una dignità registica che si associa a una confezione decente, superiore alla desolante media dei film simili. Tuttavia Walker deve ancora affinare la tecnica. Per essere un giallo manca totalmente di suspense, è lentissimo, non trova mai il suo climax e tutti gli attori, pur recitando con garbo, sembrano disinteressarsi di apparire concentrati. Si parla di sesso (Marianne è chiaramente di facili costumi), di soldi (l’eredità in ballo), di doppi giochi, di volontà delittuose per un cocktail poco omogeneo; il distacco dallo spettatore è tipicamente inglese. Nel complesso un film scadente per un regista che troverà forse un unico colpo di genio con il capolavoro LA CASA DEL PECCATO MORTALE. Ingenuo.
Tolto un incipit psichedelico (il ballo in bikini di Susan George, ovvero la Marianna del titolo) del film resta a memoria ben poca altra cosa. Sorta di love-story deviata da una caccia giudiziaria cui Marianna è sottoposta e che in Portogallo deve trovare la sua conclusione. Lungaggini narrative, approssimazioni di montaggio, ritmo lento e soporifero: sono solo alcuni dei tanti elementi negativi che giustificano la totale dimenticanza di un titolo del quale tutto si può dire, fuorché sia memorabile.
Spento thriller dai ritmi molto lenti a causa di una storia poco interessante e di svariate parti che il regista avrebbe potuto evitare. Davvero poco o nulla da salvare. Era difficile pensare che il regista sarebbe riuscito a realizzare in futuro film molto interessanti e pregni di contenuti politici e sociologici. Questo però si può evitare senza problemi.
Insomma. C'è Leo Genn, Susan George e ogni tanto il film ha qualche trovata, ma inutile. La pellicola decolla e rimane per tutta la sua durata su un livello abbastanza basso. Colpi di scena a ripetizione, anche se non tutti funzionano. Solo per patiti.
MEMORABILE: La quasi "ammucchiata" in piscina, col giovane buttato in acqua, seguito dalla guardia del corpo e dalla sorella!!!
Il Walker di inizio carriera ambienta tra le scogliere dell’assolato Portogallo intrighi ereditari, gelosie e vendette in un sexy-thriller informe, sconnesso e ammosciato da inutili lungaggini. Gli unici motivi d’interesse sono costituiti dall’incipit psichedelico e bondiano, il tentato omicidio nella sauna – provvisto di adeguata suspense – e gli accenni a quella vena polemica contro le istituzioni (il matrimonio, la famiglia corrotta e la chiesa oppressiva) che si inturgidirà nelle oscurità angoscianti e irreversibili di Nero criminale e La casa del peccato mortale.
Nella prima parte accadono cose (non molte, a dire il vero) che sembrano doversi ascrivere a bizzarrie comportamentali di tipo protestatario-alternativistico, ma in realtà c'è qualcos'altro, che però lo script ci recapita in modi anemici e tempi incoerenti, con una piattezza svalorizzante. Così certi dialoghi li si deve compensare con l'appeal della George e certi altri li si vorrebbe riscattare sfregandosi le mani, palmo e dorso, sulle scarne guance del personaggio di Sandford, anche quando non c'è! Poca suspense (sauna), ma anche quando...
Walker alle prese con un thrillerino di assoluta pochezza, salvato in parte dalla bellezza della George e dalle location quasi esotiche portoghesi (bruciate dal solleone, che quasi mi veniva in mente Sunburn-bruciata dal sole). Il meccanismo da sciapo thriller lenziano fa acqua da tutte le parti e la mano dell'autore di Nero criminale si fa fatica a cogliere. Sennonchè si ha la bellezza quasi anoressica di Judy Huxtable (lussuriosa e diabolica come conviene) e la scena della sauna che verrà pure citata da Ted Post in Nightkill. Leggerino.
MEMORABILE: La scena della sauna; I due pezzi della Huxtable; La sensualità "ingenua" della George.
Un thriller (anche se chiamarlo così equivale a elevarlo a un ingiusto merito) dal ritmo inesistente e dall'andamento disordinato (una confusione che non stimola certo la voglia dello spettatore nel tentativo di comprensibilità, ma solo lo induce all'indifferenza). Degna di nota la protagonista, invece, di una bellezza che nasce da una lascivia molto terragna e un po' sfacciata. Walker come punzecchiatore dell'ipocrisia borghese è parecchio sopravvalutato.
Pete Walker riuscirà a fornire prove ben più convincenti negli anni successivi; qui si limita a dirigere un filmetto senza grosse pretese che non suscita certo grandi entusiasmi nello spettatore. Tecnicamente il film non è male, il regista ci regala anche qualche split screen funzionale alla vicenda, ma il soggetto presenta una trama non troppo convincente (e non chiarissima al 100%) e la messa in scena contiene molte lungaggini francamente evitabili. Sempre degna di essere vista la bella Susan George.
Si guarda per l'atmosfera 70s sprigionata dalle location inglesi e portoghesi. Inoltre usi e costumi di quel tempo debordano: tagli di capelli ora anacronistici, guida di veicoli con le cinture slacciate e sigarette in bella mostra, che stemperano la tensione di Marianne, bella ragazza dalla vita tormentata. Inizia un po' come una commedia e poi vira verso il giallo, ma nell'orbita di una storia che ha poco da dire, seppur riservando qualche complicazione e ambiguità, mentre gli attori fanno quel che devono. Sicuramente non il miglior film del regista.
MEMORABILE: Il matrimonio "sbagliato"; La location al vecchio monastero.
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Il ruolo del funzionario che celebra il matrimonio di Marianna (Susan George) è interpretato da Anthony Sharp, che qualche anno dopo sarà protagonista del capolavoro di Walker "La casa del peccato mortale"