Marcello Cesena faceva parte (con Ugo Dighero, Maurizio Crozza, Mauro Pirovano e Carla Signoris) del gruppo comico chiamato Broncoviz, per un breve periodo sulla cresta dell'onda nel palinsesto notturno di Raitre con Serena Dandini e “Avanzi”. Passato al cinema con il deludente ma insolito PEGGIO DI COSI’ SI MUORE (assieme ai vecchi compagni) riprova con I MARI DEL SUD a innestare sul tessuto della commedia italiana qualche spunto comico surreale e trovate che sembrerebbero un po' più costruite della media. Ma già l'aver affidato le gag femminili a due straniere come Victoria Abril (attrice almodovariana brava ma che non doppiata...Leggi tutto fatica a essere divertente in una lingua non sua) e Barbara Bouchet (che letteralmente distrugge con un'inflessione monocorde i simpatici intermezzi finto-pubblicitari, una vecchia specialità dei Broncoviz) dimostra poco acume. Come al solito quindi gran parte delle velleità umoristiche del film ricadono sulle spalle di Diego Abatantuono, il quale è anche in discreta forma ma è costretto a interpretare dialoghi spesso ingenui e scadenti. E dire che l'idea era eccellente: una famiglia (lui, lei e la figlia) di ricchi borghesi costretti a rinchiudersi in cantina durante le ferie d'agosto per non far capire agli amici di non avere più i soldi per raggiungere gli agognati Mari del Sud. Cesena tratteggia i suoi personaggi con spirito nuovo, ma è tremendamente incostante. Così a qualche trovata simpatica ne corrispondono troppe altre che fanno cadere le braccia e a lungo andare ci si stanca. E il finale è alquanto deludente, soprattutto a dispetto di una prima parte, di preparazione, che sembrava promettere decisamente meglio. L’unica attrice in forma pare Chiara Sani, la vicina perennemente in calore. Ma la direzione del cast è mediocrissima.
Il film parte da un'idea originale e brillante, degna della vecchia ed immortale commedia italiana. Purtroppo regista e sceneggiatori non riescono a svilupparla validamente e tendono a riportare la vicenda in un contesto macchiettistico senza sviluppare adeguatamente i personaggi. Si sorride più volte per le trovate comiche ma l'impianto complessivo del film risulta debole nonostante la buonissima interpretazione di Diego Abatantuono.
Ecco una pellicola (italiana!) che non mi stupirebbe vedere remakata, tra qualche anno, dagli Americani. Marcello Cesena, ex Broncoviz, ha talento registico da vendere (come ha già dimostrato al suo esordio cinematografico, Peggio di cosi si muore) e pensa al cinema hollywoodiano fin dai titoli di testa animati, che lui stesso ha ideato con un occhio al Saul Bass di Psycho e La donna che visse due volte (mentre la colonna sonora di Bernardo Bonezzi, eseguita dall'Orchestra Filarmonica di Praga, hermanneggia virtuosa). Non un miracolo, ma...
Una famiglia in tracollo finanziario si nasconde in cantina per due settimane per far credere ai vicini di essere andata in vacanza. L'idea è simpatica e divertente, ma Cesena sceglie una narrazione da commedia all'italiana, innestando qualche gag (si ride poco) sulla struttura della trama (a tratti ben ritmata), sullo sfondo di una critica dell'ipocrisia sociale. Manca la follia giusta per raccontare una storia paradossale, oppure manca l'amarezza, sta di fatto che il film funziona a metà. Abatantuono efficace.
Visto per caso una sera d'estate su Canale 5, è un film molto minore nella carriera del Diegone nazionale: una commediola (che magari ai tempi veniva definita sofisticata) che non ha picchi vertiginosi, ma neanche cadute di tono (tipiche dei nuovi registi italiani). Da vedere se capita in programmazione (come è successo al sottoscritto).
Simpatico, neanche troppo disprezzabile. Con alcuni camei eccellenti (Barbara Bouchet, Nando Gazzolo) e difatti la regia è del talentuoso Marcello Cesena. Diego Abatantuono risulta simpatico, il film godibile fino alla fine. La visione è consigliata...
L'idea di partenza è felicemente singolare ma troppo stringata. Cesena riesce a non far assumere alla vicenda un fiato troppo corto con una regia tutto pepe (mdp sempre mossa, per di più sensatamente) e una buona dose di astute trovate comiche. Il registro prediletto dall'artista genovese è quello surreale, che dimostra di saper padroneggiare efficacemente. Abatantuono all'inizio sembra spaesato ma poi ingrana il ritmo giusto divertendo parecchio. Stravagante il resto del cast che unisce glorie come Gazzolo e Cannavale alla televenditrice Chiara Sani.
Film che avevo visto in parte in passato, ma che ieri sera mi è capitato di vedere interamente in seconda serata su Canale 5. Buona la trama ed un ottimo Abatantuono che riesce sempre a far ridere; ma tutti i protagonisti sono eccellenti, dalla Abril alla Steigerwalt. Una piccola curiosità nel film è che inizia con Iacchetti che fa il meteorologo: non lo ricordavo nel proseguimento del film e infatti rimane relegato alla sola sigla...
MEMORABILE: Abatantuono che cerca di fare la spesa gratis. Le infinite televendite della Bouchet.
Una famiglia si trova sul lastrico proprio il giorno prima della partenza per una vacanza in un paradiso tropicale ed è costretta a nascondersi in cantina. Lo spunto non è proprio originalissimo ma è ben sviluppato in un film dai toni surreali e bizzarri. Bravo Abatantuono. La Abril non rende. Bene la Steigerwalt. Sorprendente Chiara Sani, perfetta nella parte dell'esuberante vicina. Film singolare, si può vedere.
MEMORABILE: Chiara Sani che ordina al fidanzato di trivellarla come un pozzo petrolifero.
Film molto simpatico diretto dal talentuoso ma mai troppo valutato Marcello Cesena. La trama non è gran cosa, ma si risolleva grazie a trovate comiche di rilievo e tempi comici alle volte impeccabili. Inoltre, a impreziosire la pellicola, c'è un Abatantuono vulcanico, mentre la Abril mi è sembrata un po' estranea al contesto. Benissimo invece la giovane Steigerwalt e la Sani nel ruolo della vicina esuberante. Ottime anche le comparsate di Gazzolo e della Bouchet (in uno spot-sfottò). Buono.
MEMORABILE: Il tentativo di Abatantuono di fare la spesa gratis; Le televendite della Bouchet.
Allegra commedia nata con il puro intento di far ridere (e ci riesce in pieno). Viene tratteggiata una società fatta di convenzioni, obblighi sociali e ipocrisia. La regia è pulita e senza pretese, Abatantuono è come sempre divertente e pure Victoria Abril è su buoni livelli. Da vedere con il giusto spirito e in compagnia.
MEMORABILE: Abatantuono alle prese con il frutto esotico.
Causa tracollo finanziario una famiglia passerà le vacanze in cantina. Trama che si limita a raccontare chi si nasconde forzatamente e con l'unico diversivo dei vicini di casa che controllano la situazione. Abatantuono è troppo isolato per dare un contributo comico, la Abril è più preoccupata a fare la madre e l'unica con qualche cartuccia è la Sani (con il sesso o la suocera). Chiusura tra polizia, allagamenti e incendi a cui manca il ritmo indiavolato.
MEMORABILE: La cisterna in cantina; Le voglie della Sani; Abatantuono allucinato.
L'idea è divertente, gli attori ci sono (a parte la figlia) ma l'intera operazione viene condotta costantemente sopra le righe, risultando alla lunga stucchevole nel suo inseguire a tutti i costi la risata. I momenti che funzionano meglio sono legati all'insolita coppia Abatantuono/Abril ma anche la Siani piazza alcune gag riuscite. Curioso ma non deprecabile l'utilizzo della Bouchet, limitato a brevi spot televisivi, inutile invece quello di Iachetti. Cannavale sprecato. Trascurabile.
Il film parte piuttosto bene e riesce a incuriosire, specie nella prima parte. La seconda, purtroppo, perde colpi e diventa per quasi tutto il tempo noiosa; solo Abatantuono riesce a ravvivarla un po' più degli altri. Il resto del cast (in cui troviamo una Abril simpatica ma spaesata) non è molto coinvolgente. Non manca qualche risata, ma la pellicola poteva uscire con “le ossa meno rotte”.
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DiscussioneGeppo • 12/11/09 12:15 Call center Davinotti - 4268 interventi
Zender, per favore, aggiungi al cast del film: Barbara Bouchet (presentatrice TV) ed Enzo Cannvale (inquilino di Abatantuono).
Grazie.