Festa Campanile trae da un suo romanzo un film ricercatamente drammatico e dalle venature erotiche, ma il risultato è destinato a replicare l’ennesimo film neo-sofisticato all’italiana con personaggi imborghesiti e annoiati avulsi dalla vita reale. Gazzara nella solita parte di gigione che si trova - suo malgrado - in situazioni erotiche (così è moralmente giustificato). La Muti affascina come sempre ma non essendo molto dotata come attrice è in definitiva fuori parte sia in vesti sensuali, sia drammatiche (che non mancano).
In definitiva non mi è dispiaciuto, anche se -specie nella prima parte- ci sono alcuni dialoghi ultra-letterari che muovono quasi alla risata involontaria. Fortunatamente col passare dei minuti il film migliora e si crea una certa atmosfera, anche se è chiaro che non tutto funziona come potrebbe. Forse la Muti era poco adatta ad un ruolo così complesso; ma che bello poter vedere il grandissimo Romano Puppo in un ruolo puramente attoriale, non d'azione...
Pasquale Festa Campanile dirige un film tratto da un suo romanzo: il risultato è di qualità discontinua con bei momenti (ad esempio il suggestivo finale) che si alternano ad altri in cui il regista fa fatica a mantenere la tensione narrativa. Buona la prova dei due protagonisti, con Ornella Muti tutto sommato credibile in un ruolo non facile.
Pellicola che affronta un argomento ispido, difficilissimo e scomodo in ogni epoca: la malattia mentale. Tratto dal romanzo di Pasquale Festa Campanile che ne ha fatto, poi, una propria riduzione cinematografica, il film non manca di possedere tratti che coinvolgono profondamente lo spettatore. Gli interpreti assolvono a dovere i ruoli chiamati a svolgere e la sceneggiatura regge bene il ritmo cinematografico.
MEMORABILE: L'inarrestabile avanzata di Nicole nell'immensa fagocitante distesa marina sotto lo sguardo impotente e inerte di Dino.
Poco e niente importa conoscere il romanzo dello stesso artefice del film. Al suono di musichette ripetitive e lagnose imperversa la stasi vegetativa. Se la prima parte, instillando vago mistero, dispone alla visione - pur dovendo sorbirsi dialoghi intellettuali all'acqua di rose e scene da comico involontario o discutibilmente risolte - la seconda non riesce a cougulare un'atmofera emozionale e drammatica degna di attrattiva. La tragedia è tanto facilmente intuibile quanto raggiungibile e non scuote.
Da un suo racconto, Campanile trae questo psicodramma che affronta con un certo successo il tema delle malattie mentali; la Muti, bellissima (persino nell'ultima parte col cranio rasato), rende bene le scene di crisi e allucinazioni così come gli slanci sensuali, imprimendo un tormento costante al personaggio che risulta credibile; stranamente meno bravo Gazzara, funzionale alla storia ma piuttosto imbambolato. Tra location friulane e venete si snoda questa sorta di versione italiana di Repulsion e Images; visione un po' pesante ma d'indubbio fascino, può meritare una riscoperta.
MEMORABILE: L'allucinazione con gli scarafaggi; La Muti seduce uno sconosciuto in spiaggia; Il finale.
Pasquale Festa Campanile dirige il film dal suo omonimo romanzo toccando un tema abbastanza tabù, la malattia mentale. Buona l'interpretazione di Ornella Muti, ragazza affetta da schizofrenia che un giorno in spiaggia, dopo quasi essere affogata in mare, incontra Ben Gazzara, fumettista famoso che si innamora follemente di lei. Il film cerca di farci capire l'enorme difficoltà della convivenza tra una persona normale e una affetta da disturbi mentali. Il film è godibile fino alla fine con un finale non scontato. Ambientato in una Trieste splendida.
Una giovane ragazza viene salvata da un possibile annegamento e si lega a un fumettista più grande di lei che ben presto finirà per innamorarsi della bella fanciulla. Film intenso e drammatico che esplora il mondo delle difficoltà mentali in maniera raffinata e delicata. La Muti con la sua bellezza conturbante riesce a rendere credibile il personaggio interpretato e Gazzara gigioneggia nella parte dell'uomo infatuato che perde la bussola per quella che diventerà la sua musa. Sia l'ambientazione che le musiche sono ottime e la parte finale, per quanto prevedibile, toglie il fiato.
Fumettista si invaghisce di una ragazza schizofrenica. Melodramma amoroso in tinte psichiatriche in cui Gazzara sembra non capirci granché con le variazioni umorali della Muti. Lei ha un ruolo sfaccettato a cui riesce dargli un senso di credibilità, anche se le numerose nudità non sempre funzionano. Anche qualche snodo, soprattutto con l'altra donna e i pareri del medico curante, rimane incollato alla vicenda. Qualche scena forte e un finale non scontato, che rimane impresso.
MEMORABILE: L'aggressione delle degenti; Gli scarafaggi; I capelli rasati e la faccia di Gazzara.
Da un suo romanzo, Festa Campanile trae un film sulla malattia mentale trattandolo con una certa delicatezza e meritevole sobrietà. Ha anche il merito di essere interessante e suggestivo ma, purtroppo, solo a tratti. Abbastanza spesso diventa invece ripetitivo e anche prevedibile, finale compreso, come - e non solo - nel rapporto tra i protagonisti, fatto di troppe fughe e ritorni. Colonna sonora un po' lagnosa. Gazzara non particolarmente ispirato, mentre la Muti fornisce una prova non disdicevole, specie se si pensa al ruolo non facile che interpreta.
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Mi dicono dalla regia che il film ora è disponibile in DVD, perciò l'acquisto sarà d'obbligo! La copertina è a dir poco inguardabile: l'hanno modificata malamente, non solo cambiando il font del manifesto originario (perché?) ma girando la Muti verso il manifesto e mettendo il reggiseno... viola! Bah...
HomevideoZender • 6/11/10 18:22 Capo scrivano - 48273 interventi
Ahah, è vero, il font era completamente diverso da quello originale. Guarda poi la cover in altri posti (qui si vede male): c'è un orrendo effetto Photoshop sulla povera Muti...
Oggi ho acquistato il dvd: confermo la pessima cover, ma debbo dire che la qualità del film è abbastanza dignitosa, sia dal punto di vista delle immagini che del suono, per cui, nel complesso, consiglio l'acquisto anche se temo di essere il solo ad esserne entusiasta eheh
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima Visione Tv (mercoledì 10 ottobre 1984) di La ragazza di Trieste:
ciao ragazzi, ne parlo qui, anziché in 'location' perché in questo momento non ho a disposizione immagini a supporto, ma rivedendo ora a spezzoni il film, noto (e non lo ricordavo) che alcuni passaggi sono stati girati anche a Venezia, in particolare una scena con Ben Gazzara e una bionda seduti al tavolino di un bar in Campo Santa Maria Formosa, inoltre si vede anche il Ponte della Libertà con una fiat, guidata credo sempre da Gazzara nel film, in uscita da Venezia (direi location di passaggio).