Note: Aka "Mi vida sin mí". Soggetto tratto dal racconto "Pretending the Bed Is a Raft " della scrittrice statunitense Nanci Kincaid pubblicato nel 1997.
Ann, giovane madre sposata, scopre di avere solo pochi mesi da vivere, così mette nero su bianco una serie di obiettivi da raggiungere prima della morte, nascondendo a tutti la propria malattia. Asciutto ed essenziale come non potrebbe esserlo un blockbuster, ma al tempo stesso struggente e commovente abbastanza da rendere facile essere e indulgenti verso la controversa scelta di Ann. La Coixet ci mette una regia minimale e pulita e un coinvolgente soggetto da sospensione dell'incredulità, Sarah Polley si conferma attrice di primissimo livello.
MEMORABILE: Ann e Lee in macchina ad ascoltare "Senza Fine" cantata da Gino Paoli.
Scopre di avere pochi mesi di vita, decide di non dirlo a nessuno e di concedersi ciò che non ha mai fatto: le unghie nuove, un amante, la visita al padre in carcere... Il titolo è bello ma rispecchia poco il racconto, che è semmai "la mia vita come avrei voluto". Uno strano film che su un'impostazione tutto sommato fredda e programmatica, devota allo stile di certo cinema indipendente americano fatto di primi piani e camera a spalla, inserisce alcuni momenti più intensi. Bravissima Sarah Polley.
Particolarmente a rischio il tema del film di Isabel Coixet. Poteva diventare un drammone strappalacrime insostenibile. E' invece un buon film permeato da un sentimento di sottile malinconia che fa paradossalmente aumentare il gusto per la vita. Questo grazie ad una sceneggiatura equilibrata, una regia intimistica e una buona prova del cast con molti volti noti anche in piccole parti.Bella colonna sonora con un Gino Paoli d'annata.
La Coixet riesce a raccontare le sue storie con grande sensibilità e delicatezza, senza scadere nel polpettone melodrammatico che tanto piace al pubblico dalla lacrima facile. Bravissima la Polley, che la regista riutilizzerà altrettanto bene in La vita segreta delle parole. Interessante anche la parte della Harry, specie se la si ricordava solo come la Blondie che imperversava negli '80... Non scade nel banale e i dialoghi sono decisamente ben scritti. Film intenso ed equilibrato. Ottimo praticamente tutto il cast. Da vedere sicuramente.
MEMORABILE: Il responso del dottore; la registrazione dei messaggi; la parentesi del sogno al supermarket; l'incontro nella casa vuota.
Un Canada da piccola cittadina, colmo di semi-povertà e brillanti prodotti consumistici che vengono dipinti da una fotografia non invadente ma dai magnifici contrasti, che svettano nella scena della lavanderia automatica, tra piccolo spazio d'intimità e la freddezza delle luci al neon. La storia rischia di essere lacrimosa ma evita qualsiasi divagazione melodrammatica; merito anche della bravissima protagonista, che porta sulle spalle l'intero film. I suoi intenti riusciranno fino all'inverosimile, ma è tutto sommato un prezzo dolceamaro da pagare per un film leggero e toccante.
MEMORABILE: I dialoghi di Ann, giovane proletaria che è in realtà già "saggia" e conosce la vita e la società; Gli scambi di battute con il dottore.
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Il titolo originale dovrebbe essere My Life Without Me considerando che si tratta sì di una coproduzione Spagna-Canada, ma il film - pur essendo diretto da una spagnola - è girato in inglese. Lo stesso Imdb riporta come titolo originale (anzi, addirittura come unico titolo) proprio My Life Without Me.
Quindi propongo di mettere come titolo originale quello di Imdb, che pare essere anche quello più coerente, portando il titolo spagnolo negli "aka".
DiscussioneZender • 27/05/10 09:58 Capo scrivano - 47209 interventi