La legge del mitra - Film (1958)

Ricostruzione accurata delle gesta criminali di George R. Kelly detto Machine-Gun per la sua bravura con il mitra. Tipicamente diretto in economia da un Roger Corman d'annata ed interpretato in modo più che convincente da un giovane e ancora semi-sconosciuto Charles Bronson, la pellicola concentra le nostre attenzioni più sul carattere e sulla psicolgia del gangster piuttosto che sull'azione che comunque non latita. Divenuto negli anni un must dei drive-in, è una delle migliori opere di genere del regista e della famosa casa di produzione A.I.P.

Corman trova nel gangster movie un genere nel quale affondar le unghie del suo cinema accellerato, diretto, quasi brutale. La precisione spietata con cui è ritratta la figura di questa mezza tacca criminale, a cui il mitra serve giusto a celar la propria codardia e il suo terrore per la morte, è implacabile, come pieno di contestualizzati e mai banali rimandi psicanalitici si rivelano i personaggi di supporto. Bronson è bravo ma il meglio lo dà Susan Cabot, viscida gattina pronta a far le fusa per il più forte e a mostrar gli artigli quando è braccata!

Uno dei migliori lavori di Corman. Veloce, essenziale e senza un grammo di grasso ad appesantirlo. Colpisce la reinterpretazione del gangster movie in cui l'eroe è visto come un uomo pavido di fronte alla morte, eterodiretto dalla donna e pronto a consegnarsi alla polizia in cambio della pelle. La seconda parte cede un poco alla pura narrazione poliziesca, ma la tensione delle ultime sequenze (lo sparo a bruciapelo) soccorre a tale mancanza. Solido il cast.

Davvero molto buona questa prima incursione nel gangster/movie da parte di Corman, incentrata sulla figura di un personaggio abbastanza atipico per il genere: un criminale apparentemente risoluto e smargiasso, ma in realtà terrorizzato dall'idea della morte, superstizioso e succube della sua donna. Qualche piccolo difetto dovuto all'economia di tempo e di mezzi con cui è stato girato, ma la sceneggiatura è ben oliata e il ritmo incalzante. Primo ruolo da protagonista per Bronson, alle prese con un personaggio diametralmente opposto rispetto a quelli che lo renderanno celebre.

Corman gira questo gangster movie col suo stile asciutto personalissimo, mischiando cinismo e fragilità nel descrivere il personaggio principale, un giovane Charles Bronson al solito capace e credibile. La storia si divide curiosamente in due parti, quella delle rapine alle banche e quella del rapimento a scopo di estorsione. Ma alla spregiudicatezza senza sconti si contrappone la fobia alla morte, rintracciabile anche nei più innocui simboli quotidiani. Finale con catarsi inclusa. Molto dark il ruolo di Susan Cabot.