C'è una Fiat 128 rossa fiammante nella quale sono stati nascosti quattro miliardi di lire, e c'è chi è venuto a saperlo e pensa di rubarla ai due autisti del camion su cui sta viaggiando: sono un gruppo di ragazzi (si fa per dire, visto che definire Franco Garofalo "ragazzo" appare piuttosto difficile) pronti alla bravata del titolo. Con l'aiuto di due "sventole" (Franca Gonella e Ajita Wilson) distraggono i due e se ne fuggono con l'auto, ma uno di loro viene ferito gravemente dalla polizia, che l'aveva fermato per un semplice controllo. Si contatterà il solito medico con pochi scrupoli (Silvano Tranquilli) e la trama comincerà...Leggi tutto a infittirsi quando i "legittimi" proprietari dei quattro miliardi decideranno che è tempo di recuperarli. Gangster movie all'italiana con qualche inevitabile sparatoria, una lunga e gratuita scena lesbo, la Gonella che si spoglia e finisce a letto un po’ con tutti (tanto che anche Venantini, nel finale, pare dire: "E perché io no?" zompandoci sopra pure lui che la vede per la prima volta). Un soggetto abbastanza complesso, comunque, con qualche spunto quasi giallo e molta carne al fuoco. I piani dei personaggi coinvolti cambiano con facilità per sfruttare l'occasione e c'è di mezzo anche un riscatto improvvisato. Diretto da Bianchi Montero con un certo ritmo, non si segnala come uno dei migliori prodotti del filone "ragazzi di buona famiglia con intenti criminali", ma nemmeno demerita troppo come si sente dire. Comunque un'opera superflua e di cui nessuno avvertirà mai la mancanza.
Già la scelta del titolo è illuminante: i giovani dell'epoca così come li vedevano i vecchi, cioè tutti potenziali criminali. In più stavolta la pretesa sociologica è così sfumata che non vale la pena indignarsi e mancano quegli eccessi trash che hanno reso (comprensibilmente) cult pellicole analoghe. Soggetto intricato sceneggiato demenzialmente, con avvio lentissimo, riempitive scene di sesso, set squallidi, atroce OST prodotta con orgoglio negli USA, pubblicità imbarazzante del Crodino. Gli attori poi non aiutano di certo.
MEMORABILE: "Te metti a fà l'intellettuale, ma non potevi dì che volevi scopà?". "Ecco, lo vedi che viene fuori il subconscio?"
Quella che al principio sembra una commedia popolana si trasforma in un noir governato da una regia atrofica e da una moltitudine di personaggi senza spessore che si accavallano per quasi 90 minuti lungo una trama complessa, disordinata e piattissima; gli irriducibili estimatori del cinemabis saluteranno tuttavia con piacere la sfilata di volti tipici del genere (da Venantini a Palladino e Garofalo) e i momenti erotici garantiti dalla Gonella e da una lesbo-performance d’appartamento. La miseria del set passerà in eredità ai film di Mario Bianchi, figlio del regista.
Tanta comicità e improvvisazione in altrettante azioni condotte in modo a dir poco dilettantesco. I due meno fessi che avranno la meglio imposteranno un tipo di rapporto per nulla spirituale e totalmente materiale. Il bacio finale con la bellissima baia haitiana a fare da sfondo la dice tutta... Sempre brava e nuda la polselliana Franca Gonnella, mentre la Wilson frega come meglio non potrebbe chi fa i soliti discorsi razzisti da osteria...
MEMORABILE: Fantastico il discorso conclusivo del commendatore al senatore, che la dice tutta sugli intrallazzi di potere e sulla convenienza a non andare oltre.
La Bravata vera e propria l'ha fatta il prolificissimo Montero, insertando un po' troppo disinvoltamente sequenzucole da commedia-sexy-pronta-per-l'hard (lo spettacolino saffico offerto da Dirce Funari, i nudi della Gonella ma anche le semplici materializzazioni di Ajita Wilson e del "figliol porno" Mario) in un vago tentativo di noir scanzonato sulla ricca gioventù del nord in vena di trasgressioni illegali. Ma senza la violenza freelance dei pulp-ettoni con pariolini e sanbabilini. Con un cast di volti ignoti, stuntman e sotto-starlette non si poteva far meglio di un fumettastro senza sfumature.
MEMORABILE: Al camionista infatuato che le parla dell'operazione ai testicoli subita da piccolo, Ajita Wilson risponde sornionamente: "Capisco benissimo"...
Classico film "degenere" anni 70, ove si respira l'aria "fumata" e ubriaca di quel periodo. Sigarette, whisky e Fernet in giro per casa, valori umani zero e interesse unico per il dio denaro (e per il sesso); poi criminali spietati, soldi all'estero e politici super corrotti, tanto per gradire. Trama balorda, scene di nudo gratuitissime, regia quasi accettabile e colonna sonora buttata lì (più che altro da buttare dal balcone). Ma per l'amante di questo tipo di cinema il film diventa un cultissimo e il giudizio diviene irrazionalmente positivo.
MEMORABILE: "Puah, pensa che mio padre per guadagnare un miliardo ci ha messo 30 anni..."
Sarà che non m’aspettavo nulla da questo film... invece, come spesso accade, i pregiudizi si sono ribaltati in positivo: Montero assicura un ritmo insperato a una vicenda criminale che attinge alle cronache di allora con i figli di papà "alla Vallanzasca". La pellicola, inchiodata agli Anni '70 (le acconciature, il Fernet Branca, il J & B), non ha alcuna pretesa sociologica - almeno credo e spero - ma solo un intrattenimento destinato a far cartellone nei fumosi cinemini di periferia di quel tempo. Immancabili le nudità (davvero gratuite).
Poliziottesco poveristico ma non da buttare via e comunque migliore di quanto l'incipit facesse presagire. Certo, il cast non è dei migliori (Tranquilli e Venantini si aggrappano al mestiere, la Gonella all'esibizione del proprio corpo) e i siparietti erotici sembrano messi lì giusto per allungare il minutaggio, ma la storia non è male e viene raccontata con buona scorrevolezza. Finale quasi a sorpresa. Ovviamente è necessario amare il nostro vecchio cinema di serie B per trovarlo digeribile...
il plot sarebbe anche interessante; peccato che il cast, a parte qualche caratterista (Venantini, Felleghy e Garofalo) sia di livello piuttosto basso e le bellezze del film poco incisive nonostante i tanti nudi gratuiti. Le musiche sono da dimenticare, la regia impalpabile. Il film riprende la storia dei giovani di buona famiglia e poco avvezzi al lavoro che che tentano la bravata del titolo ai danni di malavitosi di professione. Alla stessa stregua di Rivelazioni di un maniaco sessuale al capo della squadra mobile: evitabile.
Prodotto senza infamia e senza lode supportato da un cast relativamente anonimo (esclusi Venantini, Tranquilli e qualcun altro). Storia di una banda di malavitosi specializzati in riciclaggio di denaro, applicato grazie a un falso commercio di automobili; verrano ostacolati da un gruppo di ragazzi. Finale quasi a sorpresa.
Pellicola piuttosto mediocre, che racconta (in modo a volte poco lineare) le gesta criminose di una improponibile banda di giovani della Roma "bene". Nel cast raggiunge a stento la sufficienza il solo Tranquilli: in generale l'espressività latita, come del resto la regia e l'azione. Si segnalano parecchie scene di nudo femminile, comprese quelle dell'ex trans Ajita Wilson. Musiche scialbe, registrate a NY: ce n'era bisogno? In definitiva un film per soli amanti incalliti degli anni 70.
MEMORABILE: La polizia irrompe nella casa dei giovani, con goffa lentezza (anche la sparatoria successiva è imbarazzante).
Sgangherato poliziesco di Bianchi Montero a uso e consumo dei cinema di seconda visione. La scarsezza di mezzi limita purtroppo questo film e si riesce ad arrivare al finale grazie a una trama tutto sommato credibile e al mestiere di qualche caratterista uso a muoversi in questi ambiti cinematografici. Il resto, comprese le scene di nudo, non lasciano segni di sorta, se si esclude la Wilson, bella e brava. Il cinema di genere ha sicuramente prodotto di meglio, ma La bravata non è uno dei suoi figli peggiori.
Casareccio noir/poliziesco sulla scia dei simili del periodo, inserito nel sottogenere dei ragazzi violenti provenienti dalla migliore società, con i misfatti del Circeo ancora in cronaca nera. Di fatto si tratta del tipico prodotto di serie Z in cui i momenti di comicità involontaria sono preferibili a quelli (nelle tiepide intenzioni) volontari, però una trama ce l’ha e anche coerente, e il finale inatteso eleva senz’altro il giudizio, altrimenti minimo. Tranquilli insegna che per vestire i panni del medico radiato occorrono barba lunga e cravatta allentata...
Dopotutto le bravate si fanno così: senza pensarci troppo; con l’incoscienza di chi non ha un piano. Visto sotto questo aspetto, il film è perfettamente conforme al titolo; se invece valutiamo la sua qualità, dominano ingenuità e improvvisazione, sia a livello di testi che recitativo. Se la cavano Tranquilli e Venantini, mentre Armando Marra tenta di alleggerire facendo il giullare, spesso fuori luogo. Anche la trama dà sovente la sensazione di traccheggiare mentre decide cosa fare. Le protagoniste rimangono comunque le fiammanti carrozzerie delle Fiat 128 coupé… e della Funari.
MEMORABILE: Le vivaci sopracciglia del carrozziere; Il dottore in Ciao; Garofalo alla Wilson: “Con te è diverso”; La perfetta curva dorsale della Funari.
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.
HomevideoZender • 20/10/08 09:30 Capo scrivano - 48960 interventi
Direttamente dalla magnifica collezione Geppo di Germania ecco la fascetta originale della rara vhs della Poker Video: