Ragazza entrata insieme al ragazzo in una casa disabitata assiste a un delitto. Riuscita a fuggire, non solo non trova più il ragazzo scomparso, ma comincia a essere tenuta d'occhio da qualcuno.. Il buon Larraz dirige un bel thriller morboso, che non spinge sul pedale del sangue, ma presenta molti nudi e soprattutto una buona tensione. Il tutto sorretto da un buon cast. Consigliato.
Chi è il misterioso assassino che ha sottratto una delle foto alla bella fotomodella Valerie? Forse qualcuno del suo entourage? E perché proprio quella foto? Sfaccettati personaggi si avvicendano al centro di un thriller d'annata ben congegnato. Su tutto aleggia lo spettro di un misterioso individuo in una Londra d'epoca che purtroppo si vede troppo poco. Si riaprono le indagini su un vecchio omicidio irrisolto e dimenticato e la verità verrà finalmente a galla. Illineare ma fascinoso, riesce ad interessare più per la storia che per lo svolgimento.
La bella e sensuale Valerie, modella di professione, una nebbiosa sera ha la disgrazia di assistere ad un enigmatico delitto. Quello che più colpisce in questo giallo è la quasi totalità di semi-oscurità delle scene, ben girate e con un sottofondo sonoro consono. La trama si rivela semplice alla fine, ma il thrilling c'è e penetra nella mente dello spettatore, efficacemente.
Qui Larraz fa esattamente il contrario di quello che avrebbe dovuto fare e tutto ciò che si salva del film sono la fotografia, le maschere incas nonché la bellezza e la bravura della protagonista. Assodato e perdonabile l'aver imperniato i suoi film sulla falsa angelicità di Lanchbury, l'errore più grossolano sta nell'aver dato un movente chiaro e banale all'autore del crimine e avere arzigogolato oltremisura i dettagli fondamentali dell'auto e delle foto scomparse, fino a lasciare allo spettatore dei grossi punti interrogativi alla fine della visione.
MEMORABILE: Il rapporto incestuoso, anticipatore della scena di Bad boy Bubby; La cantina trasformata in piccionaia; Il riconoscimento della camera da letto.
Il classico giallo per amanti degli anni Settanta, rilassante nella sua rassegna di luoghi comuni: una bella ragazza (la Allan lo è davvero), un assassino, atmosfere morbosette, andamento lineare. Larraz aggiunge poco o nulla al canone, anzi vi si adagia con pigrizia sacrificando impennate creative, accelerazioni di sceneggiatura o grandi sorprese. Ne risulta un prodotto medio, piacevole e nulla più.
Deludente, soprattutto se si pensa al nome del regista, thriller spagnolo che non riesce a creare il livello giusto di tensione per ciò che racconta e per ciò che succede sullo schermo. Lo spunto di partenza non sarebbe nemmeno male, ma la sceneggiatura
non è capace di tenere celate le carte e la soluzione finale, almeno per ciò che riguarda l'identità dell'assassino, è intuibile già a metà pellicola e sicuramente ben prima della fine. Molti e generosi i nudi femminili e qualche, riuscita, venatura morbosa. Gli si
può dare un'occhiata.
Giallo/thriller iberico, ma di ambientazione londinese, che presenta una trama interessante che, però, giunge all'epilogo quasi per inerzia, lasciando i personaggi un pò abbandonati a se stessi. Larraz comunque ha dalla sua un buon gusto per l'atmosfera e per la tensione e spinge a più riprese sul pedale della morbosità, lesinando invece sulla violenza esplicita. Buona prova del cast (Andrea Allan è una protagonista da stropicciarsi gli occhi!) per un film sicuramente imperfetto ma permeato di quel fascino tipicamente anni '70.
Gialletto inglese che tenta (a volte riuscendovi) di coniugare atmosfere genuinamente creepy (in tal senso Larraz, con un fosco background campagnolo e sapiente uso di scene buie, dimostra di saperci fare) e tocchi sleazy-morbosi degni della scuola italica dell'epoca (non male il rapporto incestuoso, tutt'altro che suggerito, fra zia e nipote). Ne risulta una discreta collezione di momenti cupi e tensivamente riusciti, purtroppo compromessa da un ritmo nel complesso fiacco e da uno script impreciso, oltreché assurdamente prevedibile nelle sue sfumature "whodunit". Quasi sufficiente.
MEMORABILE: La bella Andrea Allan assiste al non-amplesso con omicidio; Le maschere artistiche; Il bizzarro studioso di piccioni; Il finale nella casa "svanita".
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Segnalo la qualità scadente del dvd della Mosaico Media, ai limiti dell'accettabile. Peggio di una vhs riversata per intenderci. Ma per chi come me ama il regista, l'acquisto è d'obbligo.
Fortunatamente l'ho pagato solo 4,80 euro...
E lo fanno uscire pure a tiratura limitata...
Ecco,volevo precisare che a volte m'è capitato di sbottare quando certi thriller nostrani vengon ricercati solo per essere denigrati,in quanto a raffrontarli con titoli esteri come questo, c'è da dire che neanche un Helia Colombo nel film La polizia brancola nel buio fa degli errori come Larraz nel film in esame.
Ed è per lo stesso motivo che confermo che in molti generi, fra cui sicuramente i thriller di quell'epoca, il cinema italiano vince su tutto il cinema straniero con dei doppi 6-0.
Fanno eccezione le coproduzioni, ma l'impronta italica c'è sempre. E lo dico nonostante abbia dato un voto sufficiente a L'ombra dell'assassino in quanto un qualcosa da salvare c'è, ma l'errore di arzigogolare così un particolare fondamentale non è da poco, e in nessun film italiano l'ho visto commettere. Se poi qualche utente ha sottolineato la non corrispondenza fra giorno e notte in un film di Dallamano, direi che quello è un errore molto più trascurabile...FAUNO.