Dedicato agli amanti del cinema di Jeunet, un film che ripropone gli stessi toni da tavola del FAVOLOSO MONDO DI AMELIE (ricercatissima fotografia compresa, qui dalla forte dominante ocra) e una puerile critica ai fabbricanti d'armi, combattuti con l'astuzia da una banda di clochard ingegnosi quanto odiosi nel loro atteggiamento sopra le righe. A salvarsi è solo il sempre bravo Dany Boon, perfetto volto da comico, ideale per una narrazione che parla per immagini sfruttando la mimica dei personaggi. E' lui il protagonista, orfano di padre morto in guerra e vittima di un proiettile vagante conficcatoglisi in testa....Leggi tutto Accortosi che i fabbricanti delle mine su cui esplose il padre hanno la sede di fronte a quelli della "sua" pallottola, decide di farla pagare a entrambi e, insieme alla banda di clochard con cui vive, elabora un piano complesso quanto piuttosto mal spiegato dalla sceneggiatura. Jeunet recupera lo stile di sempre difetti compresi, primo tra tutti una grave mancanza d'incisività che fa scorrere la storia in modo piatto persino quando le invenzioni registiche (che non mancano) potrebbero facilmente vivacizzarla; uno sterile esercizio di maniera, confezionato lussuosamente ad avvolgere una buffonaggine mai divertente, legata a un umorismo che si vorrebbe alto ma appare solo sorpassato e dedicato a chi forse si costringe a dover apprezzare tutto ciò che è lieve ed elegante.
Il cinema fantasioso e "leggero" di Jeunet non si smentisce regalandoci un altro film ricco di spunti, di personaggi naif e di garbata ricerca della felicità. Nonostante il tutto sia ben amalgamato la pellicola risulta però tutto sommato un esercizio di stile un po' vuoto, cui manca quella piccola vena poetica intravista nel precedente Il favoloso mondo di Amelie.
La grande famiglia di Jeunet torna a riunirsi e questa volta il volto del protagonista è quello di Boon; scelta azzeccata, senza dubbio, ma il resto dei caratteristi che lo accompagna non riesce a suonare un'armonia meravigliosa. Probabilmente, quando non si tratta di un capolavoro (come nel caso di Amelie) emergono le idiosincrasie dell'umorismo francese (dal nostro punto di vista) e il collante viene un po' a mancare. Poi, per carità, il cinema di Jeunet è sempre puntiglioso, attento, sontuoso, auto celebrativo: l'inquadratura diventa quadro, a limite con un minimo movimento studiato al millimetro. Al punto che a qualcuno può addirittura infastidire.
MEMORABILE: Il finale, velato di un minimo di amarezza
Film chiaramente jeneutiano, dal tono allo svolgimento, che risulta simpatico ma nulla più. Certo il meccanismo narrativo è abbastanza ben oliato e congegnato ma mancano quelle invenzioni e lo stile visivo presente in altre opere del regista. Non avvince più di tanto ed anche i personaggi della "famiglia" di Basil, non presentano nulla di particolare e memorabile nè suscitano empatia (e questo accade spesso nei film del cineasta francese).
Sarà che adoro Jeunet, sarà che i giochi di parole e le piccole pazzoidi creazioni mi piacciono, sarà tutto questo mess'assieme, ma mi sono proprio divertito. Il regista ha sempre quel tocco di magia, di poesia, quello scintillio che renderebbe onirica anche una miccia accesa. Ci sono l'inossidabile Pinon e il nuovo Boon, che finalmente mi è piaciuto (ho trovato Giù al nord faticosissimo e banale). Più simile ai primi lavori che agli ultimi due, vuoi per la fotografia, vuoi per la storia, vuoi per quel qualcosa che ti balugina in mente e nulla più.
Come sempre, il cinema di Jean-Pierre Jeunet è un moisaico naif ricco di invenzioni visive e di un gusto deliziosamente retrò che non "stomaca" perchè dotato di contenuti. Pur essendo lontani dal capolavoro, L'esplosivo piano di Bazil è un film sostanzialmente riuscito. La storia, dopo un inizio un po' stentato, decolla: i personaggi sono ben caratterizzati e il ritmo cresce progressivamente fino al riuscitissimo finale. Ottima la prova di Dany Boon, affiancato da un cast altrettanto valido.
L'esplosivo piano di Bazil è una favola assurda e dalla morale chiarissima, con un percorso lineare, creativo, "felice", che conduce dove deve condurre, laddove tutti si aspettano che finisca. Il film è saturo di contorsionisti, uomini cannone, macchinari "affascinanti", muti che discorrono col sorriso, altri che declamano proverbi ad ogni piè sospinto. Posso capire la fascinazione della poesia, io però ne resto abbastanza indifferente.
Reso orfano da una mina antiuomo ed invalido da una pallottola vagante, il buon Basil ha tutti i motivi per detestare i fabbricanti d'armi, in particolare due, rivali in affari, contro i quali eserciterà una complicata vendetta, condotta grazie all'aiuto di una banda di amici clochards... Film dal tocco jeunettiano riconoscibilissimno, con personaggi teneri e bizzarri, situazioni buffe, inquadrature fittissime di maniacale precisione. Però questa volta il ritmo latita, i dialoghi sono fiacchi, la morale assai scontata, per cui il risultato sa di maniera ed è meno divertente del previsto.
Lo stile di Jeunet si riconosce tutto, ed è un piacere per gli occhi. La vicenda narrata ha il suo perché (un uomo si vendica di coloro che gli hanno indirettamente rovinato la vita) e un piacevole alone di bizzarro umorismo, ma paga alcune parentesi piuttosto fini a sé stesse che vanno a scapito del ritmo. Il cast si comporta bene, ma la banda di clochard (obiettivamente simpatica) avrebbe meritato un maggior approfondimento; come sono finiti così, e perché decidono di punto in bianco di aiutare il protagonista? Sviluppo abbastanza buono, pur con qualche punto oscuro. Non male.
MEMORABILE: Il duetto violoncello/sega origliato (è quello di Delicatessen); Il nero che parla per continui modi di dire (simpatico il doppiaggio di Idris).
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Formato video 2,35:1 Anamorfico 1080p
Formato audio 5.1 Dolby Digital: Francese
5.1 DTS HD: Italiano
Dolby TrueHD 5.1: Italiano
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