Pessimo drammone erotico, noioso e deprimente. Mal diretto, fotografato e musicato con pochissima cura e interpretato senza troppa convinzione de Stefania e Amanda Sandrelli e dal pessimo Alan Cross. Sceneggiatura lenta ed insopportabile che sfida più volte il ridicolo. Le stanche scene di sesso non risvegliano lo spettatore. La chiave (anche se accostabile solo per il genere e per l'attrice protagonista) di Brass è veramente su un altro pianeta. Veramente brutto.
Melodramma lievemente osée su una coppia in crisi, con una trama tragicomica (con tanto di flashback) e persino accenni incestuosi. Pedestre sfruttamento del ritrovato appeal commerciale di Stefania Sandrelli, brava nei flashback in cui appare come una giovane barista sbarazzina, fuori parte come sciuretta titolare di boutique. Solo per fans della Sandrelli, ma comunque è arduo arrivare alla fine.
Giornalista, durante un viaggio in aereo, s'immagina un romanzo a carattere morboso, protagonista del quale è deputata la bella moglie, nella vita reale causa di un periodo di crisi matrimoniale. Ispirato dal romanzo omonimo, scritto da Moravia, Soldati tenta di sfruttare la notorietà cui la Sandrelli è andata in contro girando il brassiano La chiave. L'idea del film non è malvagia, eccezion fatta per la risoluzione finale, quantomeno inadeguata. Stefania Sandrelli è brava, ma purtroppo la messa in scena, la recitazione e la confezione finale del prodotto non riesce a varcare la mediocrità.
Imbarazzante e pedestre riduzione cinematografica di un romanzo di Moravia (peraltro non memorabile) caratterizzata da una struttura piena di flashback ed andirivieni temporali che non giovano alla fluidità dell'andamento narrativo. L'unica cosa ad abbondare è la noia, che non viene diluita nemmeno dalle scene erotiche abbastanza goffe e poco sensuali e convincenti. Evitatelo.
Mediocre e noiossisimo film erotico. Va sui due pallini in quanto, confrontato agli orripilanti erotici di serie b della seconda metà degli anni ottanta, si può pure vedere. La Sandrelli madre se la cava, la figlia non tantissimo. Non da buttare, ma comunque mediocre.
Ispirato a un romanzo di Moravia, solo che invece de L'Attenzione sembra La Noia, tanto tediose sono le vicissitudini del protagonista (Ben Cross, un cane al 120%). Erotismo borghese virato sul morboso soft, sfruttando per quanto possibile la sensualità della Sandrelli e la freschezza della Cavalcanti (oltre all'acerba Sandrellina, qui all'esordio), in una confezione patinata ma non troppo, molto anni '80. Già detto che Cross è un cane? Ripeterlo non è affatto superfluo...
Tratto da uno dei romanzi meno riusciti di Moravia, che comunque aveva l'intento di raccontare, più che l'attenzione, la "disattenzione" di uno scrittore per la realtà circostante, e la sua incapacità di comunicare con essa. Nel film, tutto questo è appena abbozzato, resta un certo erotismo a buon mercato, esornato peraltro, specie negli adattamenti dei dialoghi, da un certo ermetismo autoriale scopiazzone. "Le ambizioni sbagliate" di Gianni Soldati regista!
Gradevole pellicola soft-erotica ambientata a Roma, interpretata dalle Sandrelli di cui la senior è una moglie insoddisfatta, ma sempre attraente, mentre il marito, l'insipido Cross, ha seri problemi di testa. L’atmosfera è cupa, disperata, morbosa e il film si segue bene fino all’inatteso finale, aperto e ambiguo, che eleva il giudizio. Valido il commento sonoro.
Riduzione su celluloide da Moravia, scandita dai tempi erotici delle due Sandrelli: Stefania davvero strabordante nella sua (vana) ricerca di complicità e Amanda ingenuamente vestita di sensuale morbosità. Ben Cross si muove tra le due abbastanza bene, complice la sua espressione visiva inconfondibile. Meno sciocco di quanto possa apparire prima facie, l'opus di Soldati coglie spesso nel segno (distanze, pulsioni, fantasie discrasie e realtà in frantumi) anche se non manca di qualche caduta di ritmo. Da riscoprire.
MEMORABILE: Il "piedino" ininfluente a un Cross distratto.
Interessante lavoro di Soldati tratto da Moravia, che rifugge scene propriamente softcore per concentrarsi maggiormente sull'atmosfera, sempre in bilico tra decadenza, malinconia e qualche ombra di morbosità. Se le prove attoriali non sono eccelse, gli interpreti sono comunque in parte; sorprendente il cambio di look della Sandrelli dai flashback al presente, mentre Amanda alla sua seconda prova se la cava. Notevoli gli scorci della città, cupi e periferici, tra vecchi quartieri dormitorio (bellissimo l'inizio) e appartamenti spogli. Non male.
MEMORABILE: L'inizio; I flashback; L'accenno incestuoso; Il finale ambiguo.
Penoso, noioso, diretto senza gusto, recitato svogliatamente dalla Sandrelli madre (la figlia si salva); particolarmente rovinosa è la prova del protagonista maschile. Un disastro con pretese autoriali e intellettuali che naufragano nel mare dell'insulso e della morbosità d'accatto. Uno di quei prodotti anni '80 di conclamata decadenza di certo cinema italiano. Irritante e quindi evitabile.
Nulla di che, questa elaborazione cinematografica del romanzo di Moravia. Gli attori non danno gran prova ma a mancare è soprattutto tutto il contorno (essenziale): la storia procede con intoppi e l'attenzione dello spettatore è messa a dura prova da flashback e risoluzioni poco chiare. La noia prevale su tutto. Bello il clima morboso, ma in sostanza è un film evitabilissimo.
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Ricordo che all'epoca la curiosità intorno a questo film ( con relativo battage pubblicitario) girava intorno alla circostanza che le Sandrelli madre e figlia recitavano in una pellicola hot, con un sospetto di incesto....
Direttamente dall'archivio privato di Buiomega71, il flanetto di Tv Sorrisi e Canzoni della Prima visione Tv (mercoledì 26 ottobre 1988) di L'attenzione:
Amanda Sandrelli è ospite alla finale del XXXV Festival di Sanremo il 9 febbraio 1985, dove a Pippo Baudo anticipa l'uscita nelle sale dell'Attenzione: