Kill her goats - Film (2023)

Slasher/home-invasion che si candida tra i peggiori dell'anno e forse del decennio; è in sostanza una scusa per una sequela interminabile di modelle e playmate nude e/o in abiti succinti, tra varie docce, vestiti che si tolgono e mettono ripetutamente, momenti riempitivi per fare puro metraggio, fino a un'ultima parte in cui finalmente entrano in scena i killers, tra cui il solito Kane Hodder mascherato e armato di un tagliasiepe (sigh). Qualche momento splatter non può risollevare le sorti di un lavoro che somiglia più un video di Playboy dei 90s.

Tuffo nel passato dello slash and boobs, con effetti prostetici (di ottima fattura e resa) e gentili donzelle pronte a fornire anima e (soprattutto) corpo alla smaliziata macchina da presa. Il babau di turno, che si copre il volto con una maschera da caprone ed è impersonato da Kane Hodder, regala un incipit di rara efficacia. Gli omaggi e le citazioni si sprecano, basti rilevare che la località in cui si svolge è denominata West Craven (sic). Patinato all'inverosimile, per quasi un'oretta lascia da parte la componente horror, rifacendosi con un sanguinoso finale. Aficionados only.

Oh my goat! La capra assurta alla tragedia del patinato nulla che incellophana occhi e mente dello spettatore. Lo slasher come avrebbe potuto concepirlo Hefner, lo slaughtering preso a labile pretesto per risaltare grazie forme curve civetteria di playmates assurte ad attrici, o meglio a belle presenze sceniche vocianti scarsamente sostenute da un acconcio senso di ritmo e drammaturgia, in balia dell'assenteismo sceneggiaturale e d'una regia interessata a elogiare il solo nudo da copertina qua e là rappezzato di lingerie splatter tanto per. Noia della più folta e chilometrica barba.