Classica vicenda a tinte religiose con l'eterna sfida tra bene e male che si consuma nell'America rurale, quella dei coloni intrisi di bigotteria e che immancabilmente hanno avuto un qualche avo coinvolto nella caccia alle streghe. La confezione è buona, il film si vede in maniera scorrevole e pure il cast ha un suo peso, per contro una storia davvero troppo derivativa e prevedibile fa rimpiangere il fatto che non si sia voluto osare di più. Per incalliti spettatori di horror senza grandi pretese.
Fotografo finisce ad indagare su una ragazza dai poteri miracolosi in una cittadina di provincia. L'inizio preso in prestito da La maschera del demonio faceva sperare in un horror gotico di miglior fattura, invece ci troviamo di fronte all'ennesimo horror soprannaturale/demoniaco tra possessioni, miracoli ed eventi diabolici; lo script scricchiola, il confronto tra bene e male, chiesa e laici è scontato, la CGI orrenda distrugge le poche scene di paura e in generale si sbadiglia a tutto spiano. Cast completamente sprecato, produzione Raimi/Tapert assolutamente inspiegabile. Evitare.
Capitato in un villaggio alla ricerca di uno scoop, un giornalista in disgrazia si imbatte in una ragazza sordo-muta che inizia improvvisamente a parlare sostenendo di farlo per conto della Madonna. Ma dove c'è Dio, il Diavolo non è lontano... Promettente per quanto scopiazzato l'inizio in chiave stregonesca, ma quel che segue è un horror forcaiolo di modesta levatura piuttosto noioso in cui anche le poche sequenze in teoria spaventevoli sono compromesse da effetti speciali mediocri. Dispiace per Morgan che continua a buttarsi via con questi dimenticabili filmetti.
Una ragazza opera della strane guarigioni attribuendo alla Madonna il merito. Ma c'è veramente la Vergine Maria dietro tutto? Un film visionario ma povero nel quale non si capisce se vi è un che di canzonatorio, ma comunque incapace di soddisfare lo spettatore. Spiliotopoulos attinge qua e là ma in sostanza dirige una tipologia di film che una volta impostato viaggia da sé... senza andare troppo né come ritmo narrativo né in termini di contenuti.
Baggianata afflitta dai quei cliché che la religione desta quando è piegata alle peggiori esigenze del mainstream e infestata da una successione degli eventi comicamente pretestuosa. Ne escono tutti a pezzi: la storia grossolana e infantile, Morgan e il suo stucchevole sorriso sornione, gli effetti in CGI men che mediocri, regia e sceneggiatura (una mano unica) che meriterebbero diecimila Ave Maria come penitenza. Il peggio, però, è in quella sensazione ineluttabile di ridicolo volontario che non si scrolla via neanche chiudendo gli occhi. Buio pesto.
Niente manifestazioni psicologiche fra delirio e allucinazione in questa piccola storia di provinciali invasati. La disgregazione dell’Io, tanto cara ai possession movie, viene banalizzata attraverso una sintesi narrativa a dir poco ridicola. Un ABC del jumpscare da videogame in cui a salvarsi non sono nemmeno i deliri i CGI da cartone animato. Un gran peccato, perché il faccino da angelo indemoniato di Cricket Brown avrebbe meritato sicuramente un film migliore. Da evitare.
All’inizio, nonostante i luoghi comuni (il giornalista in decadenza professionale, l’ambientazione folk-horror), si fa apprezzare, soprattutto grazie al mestiere di Morgan. Purtroppo il gioco mostra la corda quando si deve ricorrere alle finezze psicologico-teologiche e, invece, come di consueto, regista e sceneggiatori si armano di clava. Gli effettacci prendono allora il posto della storia grazie a streghe ringhianti ed elementi infernali di varia natura visti migliaia di volte. Ecpirosi risolutiva da manuale con sbadiglio incorporato.
Inspiegabile che nel 2021 si portino avanti progetti di questo tipo. Dall'incipit baviano, neanche malvagio, il film intraprende ben presto i binari di una contrapposizione bene-male talmente polarizzata nell'impostazione manichea da appiattire ogni possibile sfumatura narrativa. L'eccesso di jumpscares e la resa degli effetti visivi, uniti a una fotografia patinata, rendono completamente indigesta la visione. Da salvare il visino della Brown e la presenza serafica di Morgan.
Ennesimo horror demoniaco che non rende merito al romanzo di James Herbert e che trasforma la storia in un film scontatissimo che non convince e che finisce per annoiare. Peccato perché gli elementi per far bene c'erano tutti, a partire da un cast tutt'altro che anonimo e da un'ambientazione suggestiva che lasciava presagire momenti di vera inquietudine. Il risultato purtroppo è sconfortante sotto ogni punto di vista, a partire dagli effetti speciali che non impressionano nessuno e che portano l'opera a un livello di credibilità pari a zero. Occasione persa.
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In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DiscussioneDaniela • 30/05/21 12:27 Gran Burattinaio - 5809 interventi
Soggetto basato sul romanzo Shrine dello scrittore britannico James Herbert. pubblicato nel 1983.
DiscussioneZender • 30/05/21 17:01 Pianificazione e progetti - 45838 interventi