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TITOLO INSERITO IL GIORNO 25/10/08 DAL BENEMERITO MASCHERATO
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Mascherato 25/10/08 19:09 - 583 commenti

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L'anno di uscita è il 1969; il protagonista Jacques Brel, un po' troppo frettolosamente e riduttivamente indicato come poeta/cantautore degli anni ribelli; vi si racconta di lotta di classe (tra nobili e borghesi) nel 1750, ad un passo dalla Rivoluzione. Logico che Mio zio Beniamino passi, nelle recensioni benevole dell'epoca e non solo, come un'opera intrisa degli umori del '68. Lo è come un film interpretato da Lando Buzzanca. Il regista, del resto, Molinaro è un mestierante della commedia (Il rompiballe, Il vizietto), ma certo non un jeune turc.

Homesick 5/05/16 11:22 - 5737 commenti

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Oltre a celebrare l'amicizia e il trionfo della nobiltà d'animo su quella di blasone, l'opera di Molinaro sa fondere alla perfezione la commedia licenziosa della miglior fattura, il racconto avventuroso appassionante, la sensualità del nudo femminile - potenziata da una fotografia dai colori vivi, pieni ed eleganti - e qualche leggero tocco drammatico. Brel aderisce vigorosamente alla parte del medico squattrinato, spavaldo e libertino nelle agili interazioni con gli ottimi comprimari - alcuni dei quali dallo spiccato caratterismo, come Afred Adam - e un avvenente comparto femminile.
MEMORABILE: Brel travestito da reverendo; Adam che racconta le sue avventure a fianco del suo maresciallo; la festa prima del funerale.

Markus 16/11/17 08:43 - 3723 commenti

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Francia, 1750. Giovane medico pieno di debiti e un po' dongiovanni rifiuta il matrimonio con la sua bella, ma le cose prenderanno una piega diversa. Il film di Edouard Molinaro (regista del ben più noto Il vizietto) ha da una parte una buona resa scenica con costumi e spazi eccellentemente rappresentati, ma regge essenzialmente per la presenza dell'istrionico artista Jacques Brel (eclettico musicista e attore belga, noto per aver composto il brano "Ne me quitte pas") qui in un ruolo da protagonista assoluto.

Ronax 20/06/23 02:58 - 1310 commenti

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Scanzonata commedia francese imperniata sulle avventure di un impenitente dongiovanni, impersonato dallo chansonnier Jacques Brel, nella Francia prerivoluzionaria ancora oppressa dallo strapotere dei nobili. Impreziosito da un cast di ottimi caratteristi e da un pregevole gineceo, fra cui la giovane e fresca Claude Jade, pervaso da una garbata vena erotica che non scade mai nel volgare e da vaghi umori ribellistici in linea con lo spirito sessantottino, il film di Molinaro è un classico esempio di spettacolo popolare ma di buona fattura come ne sapeva fare il cinema di quegli anni.
MEMORABILE: Il duello fra Brel e il nobile che si conclude con la fraternizzazione dei due rivali.

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