Il ritorno di Casanova - Film (2023)

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Il ritorno di Casanova
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MMJ Davinotti jr
Anno: 2023
Genere: drammatico (colore)
Note: Terza trasposizione del racconto omonimo di Arthur Schnitzler dopo la miniserie TV "Il ritorno di Casanova" (1978) e il film "Il ritorno di Casanova" (1992).
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Regista depresso, apatico, svogliato, incapace di procedere nei tempi stabiliti con il montaggio del suo nuovo film da presentarsi all'imminente Mostra del Cinema di Venezia, Leo Bernardi (Servillo) si fa ennesima incarnazione della crisi in cui precipita ogni autore in una determinata fase della propria carriera. E dovendo tirare inevitabilmente in ballo la massima vetta del genere, il capolavoro felliniano per eccellenza, Salvatores si aggrappa all'estro di chi come nessuno poteva oggi interpretare un personaggio simile: Toni Servillo. Affidando a lui il ruolo principe in tale contesto si sa a cosa si va incontro, nel bene e nel male:...Leggi tutto prevedibile nella sua imprevedibilità, Servillo dà certo spessore al suo Leo Bernardi ma gigioneggiando oltremodo, compiacendosi dei suoi silenzi e degli sguardi irridenti che cozzano col realismo del montatore, un Natalino Balasso che non si concede mai una battuta per offrire una buona performance dai toni profondamente drammatici. Lasciato dalla moglie, Gianni è l'unico vero amico di Leo: accorre in suo soccorso quando può, ma risoluto a fargli capire come sia il caso di agire, senza lasciarsi scorrere tutto addosso o preoccupandosi dell'improvviso successo di un collega più giovane (Bonadei), con lui in concorso alla Mostra nonostante sia solo al suo secondo film.

Emergono l'invidia a causa della critica sedotta dalla nuova speranza emergente del cinema italiano, le difficoltà nel concludere l'opera con il produttore (Catania) che gli alita inevitabilmente sul collo, l'amore per una contadina (Serraiocco) alla quale ha concesso di partecipare marginalmente al film, quel "Ritorno di Casanova" i cui colori sgargianti contrastano con il bianco e nero della “realtà”. Il Casanova invecchiato, ospite nella lussuosa villa dell'amico Olivo (Besentini) e ammaliato dalle grazie della giovane Marcolina (Panconi), è un Bentivoglio che prende possesso del film nel film senza poter lasciare il segno, figura quasi evanescente in un'opera virtuale che difficilmente si potrebbe immaginare come riuscita e di successo, dominata dalla presa di coscienza del tempo che scorre inesorabile, dello sfiorire di un seduttore impenitente che pensa solo a come conquistare la sua preda.

In un costante rimbalzo tra le false immagini d'epoca scintillanti e quelle attuali incupite si consuma principalmente il dramma di un regista affermato che porta alla luce la propria inadeguatezza, l'incapacità di rientrare in uno schema comportamentale che gli permetta di affrontare efficacemente i problemi. In una casa in cui l'impianto domotico presenta al solito qualche imprevisto (esageratamente insistite le tediose riprese del robottino che gira per le stanze), Leo si lascia vincere dalla depressione accettandola col ghigno della rassegnazione, fa impazzire l'amico montatore e il produttore, sogna la giovane contadina. Ma Salvatores sembra affrontare un tema enorme senza la necessaria convinzione, procedendo quasi per inerzia tra scene dirette con svogliatezza che si traducono per chi guarda in noia avvilente. Ci si rianima nei singoli frammenti, si apprezza la profondità dell'approccio, ma troppo nel film galleggia in un'inconsistenza di fondo ben riflessa dalle stiracchiatissime parti in costume con Bentivoglio, faticosamente digeribili.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 2/04/23 DAL BENEMERITO MYVINCENT POI DAVINOTTATO IL GIORNO 11/04/23
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Myvincent 2/04/23 08:08 - 3744 commenti

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Casanova ormai ha le borse sotto gli occhi e cerca disperatamente i suoi ultimi colpi d'ala da vecchio gallo, più che altro schiavo della sua stessa immagine. Di lui si occupa un regista ultra sessantenne, in crisi per "il tempo che passa" e preda di risentimenti e antidepressivi. Due immagini speculari che Salvatores esalta con il suo stile fotografico molto personale. Tutta l'operazione, però, sembra troppo asservita a quella forma che il contenuto avrebbe dovuto esaltare. Servillo continua a fare unicamente se stesso, mentre è interessante il resto del cast. Ispirato a Schnitzler.

Hiphop 4/04/23 15:38 - 63 commenti

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Film piuttosto lento e, nonostante una buona fotografia e qualche personaggio indovinato, di difficile digeribilità. Qualche momento di triste malinconia, ma niente di più. La storia dei due vecchi leoni in disarmo, infatti, non convince né avvince. Come spesso ultimamente succede Servillo interpreta Servillo e lo fa, bisogna ammetterlo, molto bene. Tutto il resto è noia, o quasi.

Markus 9/04/23 12:06 - 3690 commenti

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Il Casanova invecchia e i registi pure, tanto che Salvatores ci imbastisce una farsa altalenando la tragedia d'un regista che rivede se stesso nel film che sta realizzando. Se Bentivoglio ben incarna l'ex bello del tempo che fu (i tempi vanziniani quando si permetteva di fare lo "sciupafemmine" con Carol Alt sono lontani) ma si limita a poche espressioni facciali; invece delude non poco un Servillo ormai sempre più rinchiuso nel suo personaggio egocentrico di sempre. Un film tedioso e complessivamente malriuscito, dove peraltro non si capisce dove si voglia andare a parare.

Reeves 11/04/23 14:18 - 2226 commenti

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Giunto a una certa età, Gabriele Salvatores mette in scena i turbamenti di un regista che è avanti con gli anni, non accetta di essere vecchio ma deve comunque fare i conti con l'età. Molto plumbeo e un po' cimiteriale, il film mette in scena due interpreti che di terza età vissuta con interiori contrasti sanno qualcosa, Toni Servillo e Fabrizio Bentivoglio, ma non riesce mai a decollare.

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