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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Un Maccio Capatonda meno esplosivo del previsto, che pur conservando il suo stile tenta un approccio da film autentico, che non somigli a una semplice unione di sketch ma che sappia raccontare una storia, che segua l'idea principale tentando di sviluppare credibili relazioni tra i personaggi; senza tuttavia rinunciare del tutto a quella comicità autentica che da sempre caratterizza le produzioni del simpatico autore.

Ennio Storto (Capatonda) ha un negozio di elettronica e vive il suo tempo sfruttando al massimo ogni tipo di innovazione tecnologica, dalle app per appuntamenti ai siti porno nei quali scegliere le “categorie” preferite, dai sensori per il parcheggio ai social,...Leggi tutto che utilizza per promuovere gli articoli che vende in negozio. Lo aiuta suo fratello (Sermonti), che tuttavia non condivide con lui la stessa eccessiva dipendenza dalla tecnologia. Immaginate cose può succedere quando un giorno, come per magia, Ennio si ritrova in un 2023 clamorosamente "arretrato", un 2023 in cui il tanto temuto millennium bug ha bloccato ogni tipo di progresso nel campo costringendo il mondo a proseguire con i modem a 56k, con i telefonini non certo smart e con internet tremendamente depotenziato rispetto gli standard attuali. Per lui è un vero incubo, e naturalmente è da qui che nascono le parentesi più divertenti.

Si convince così che, per tornare al 2023 “parallelo” da cui è sciaguratamente uscito, deve procurarsi il modem a 56k della ragazza (Gatti) che glielo aveva portato a riparare. Scopre che lei non ha tutte le rotelle a posto e vive in un “ospedale psichiatrico” insieme a un altro gruppo di giovani. Non sarà facile ottenere ciò che cerca, ma nel frattempo ne approfitterà per uscire con la giovane, farci amicizia e conoscere il nuovo mondo al quale pare condannato.

L'idea era buona, Capatonda la persona giusta per interpretare il disadattato incapace di rinunciare alle comodità del “futuro”, ma il film non ingrana come dovrebbe, s'inceppa causa una regia ancora poco capace di donare fluidità al tutto e una sceneggiatura sorprendentemente asciugata dei colpi di genio a cui Maccio ci aveva abituati. Che non mancano (si pensi al fratello “disgestico”, che quando si aiuta coi gesti li scambia, creando equivoci pesanti), ma che sono distribuiti troppo sporadicamente. Lui stesso sembra aver smarrito parte della propria inconfondibile verve nella ricerca non richiesta di un'interpretazione più tradizionale, che poco si addice alla sua impagabile maschera comica. I due film precedenti erano tutt'altro che perfetti, ma conservavano ancora intatta l'insana follia tipica di Capatonda e, seppur claudicanti, sgangherati, si salvavano per molte buone trovate, che qui invece latitano.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 18/11/23 DAL BENEMERITO MAGEREHEIN POI DAVINOTTATO IL GIORNO 23/11/23
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Magerehein 18/11/23 09:57 - 1058 commenti

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Un intoppo fa sì che un seduttore tecnologia-dipendente finisca in un singolare mondo parallelo. Se da un lato è inevitabile provare un minimo di nostalgia per certi elementi del passato che oggi non esistono più (le videoteche soprattutto), dall'altro questa commedia risulta nel complesso una delusione. L'umorismo bizzarro tipico di Capatonda non si vede quasi mai e l'assenza dei suoi compari di lunga data (sostituiti da modeste controparti) contribuisce a dare al tutto un senso di generale piattezza e mancanza di brio; talvolta si ridacchia, ma per lo più ci si annoia. Modesto.

Galbo 18/11/23 15:58 - 12465 commenti

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Commedia paradossale piuttosto originale, che unisce il tema del salto temporale con quello del tecnologico retrò. Sebbene alcuni personaggi (tipo quello del fratello del protagonista, interpretato da Sermonti) non siano troppo "centrati", l'insieme è nel complesso piuttosto divertente ed è riuscita la caratterizzazione di un ambiente analogico che non si è tecnologicamente evoluto come quello di Ennio. Funziona l'effetto nostalgia con piccole ma funzionali trovate (il pseudo "smartphone" costruito nel finale). L'umorismo stranito di Capatonda è funzionale al tipo di film.

Daniela 18/11/23 21:08 - 12814 commenti

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Il proprietario di un negozio d'informatica totalmente dipendente dalla tecnologia si trova catapultato in un universo alternativo in cui, a causa dei disastri combinati dal millennium bag, il progresso informatico si è fermato ai tempi dei modem 56k... Idea simpatica, anche se non molto originale in quanto lo spaesamento dovuto a salti temporali è stato già tante volte raccontato al cinema, ma il film conferma quanto visto nelle precedenti occasioni: formidabile nei corti, l'umorismo stranito di Maccio Capotonda funziona a intermittenza nei lungometraggi.

Mikeywalsh 19/11/23 14:24 - 1 commenti

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Un trama che mescola sapientemente e con un po' di follia satira e avventura, comicità e romanticismo senza mai cadere in moralismi o effetto nostalgia. Maccio finge infatti di fare nostalgia per dire qualcosa di ben più complesso, tanto che a un certo punto sembra non di vedere il film, ma di essere osservati. È il momento di togliere il pregiudizio su Maccio che funziona solo negli sketch perché insieme a Mainetti, Sibilia e probabilmente Cortellesi rappresenta un faro del cinema italiano popolare ma di grande livello. Attenzione spoiler: Il migliore dei mondi non esiste.
MEMORABILE: (Alfredo) "Non mi è passata!" (Ennio) "Cosa?" (Alfredo) "La voglia di fare la rivoluzione!".

Pinhead80 19/11/23 23:32 - 4949 commenti

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Maccio Capatonda sorprende tutti con un film lontano anni luce da quello che ci si sarebbe potuto aspettare. La storia è quella di un uomo che si ritrova catapultato, apparentemente suo malgrado, in un mondo in cui la tecnologia non si è sviluppata come ai giorni nostri. Scoprirà il piacere di potersi relazionare con le persone in maniera spontanea e naturale. Chi si aspetta la classica comicità a cui ha abituato l'attore abruzzese può rimanere deluso perché l'opera esce dall'ordinario e va a sviluppare una tematica interessante in chiave riflessiva. Spiazzante ma per niente male.

Jandileida 21/11/23 16:01 - 1588 commenti

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Che Maccio sia più un centometrista che un maratoneta è cosa risaputa. Intelligentemente, stavolta non prova a replicare i suoi stralunati e stranianti corti ma vira più verso una comicità di tipo tradizionale, che riesce però a mantenere una certa vena acuta e sagace. E così ci si ritrova in un futuro alternativo che sono poi i nostri '90, tra Nokia e Blockbuster, in cui la vita forse era più facile e, se non si potevano mangiare le fragole, si poteva mangiare la trippa senza Tripadvisor. Nulla di straordinario o troppo originale, dunque, ma qua e là divertente e con buon ritmo.

Puppigallo 22/11/23 10:36 - 5341 commenti

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Maccio diluito è sempre un rischio; e qui, soprattutto nella seconda parte, esce la pochezza di una sceneggiatura piuttosto banale, in cui gli unici veri momenti simpatici e con un loro perché sono rappresentati dal vero Capatonda, che si limita a fa capolino qua e là in una pellicola anche vedibile, ma che non offre nulla di veramente originale, a parte la caratteristica del fratello, in puro stile Maccio (è "disgestico"). Si può quindi vedere, ma resta comunque senza infamia e senza lode.
MEMORABILE: "Ah il mitico Hitlerone"; Le indicazioni del pescatore e la reazione del protagonista; Io devo vivere al 40%; "Nome cognome e come si chiama".

Hiphop 23/11/23 10:58 - 63 commenti

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Grazie a semplice artificio, l'eroe della commedia viene mandato indietro nel tempo, ma solo per pochi anni. Il film riesce a creare un effetto spaesamento notevolissimo. Maccio si ritrova infatti nell'epoca pre smartphone e per lui, uomo tecnologicamente dipendente, la vita diventerà un incubo. Alcune gag decisamente riuscite, la durata non eccessiva, la simpatia del protagonista e di alcuni comprimari ne fanno un film consigliato.
MEMORABILE: La tua droga è la droga!

Il ferrini 27/11/23 23:32 - 2439 commenti

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Macchia dimostra di essere capace di scrivere una sceneggiatura coesa e pur non rinunciando alla sua vena nonsense, stavolta non si limita ad appiccicare gag ma costruisce personaggi veri. Sermonti (molto Stanis) è un'ottima spalla e la Gatti è piacevolmente immersa nel ruolo new age affidatole. Non è un certo un genere nuovo e il rischio "boomer" è dietro l'angolo, eppure il film scivola via magnificamente, facendo ridere ma soprattutto pensare al motivo per cui stai ridendo. Un piccolo gioiello che col tempo acquisterà valore.

Didda23 21/12/23 10:00 - 2436 commenti

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Un'opera sostanzialmente mediocre, con una sceneggiatura che valorizza pochissimo la trascinante comicità di Capatonda. Lo spunto iniziale era anche interessante (la tecnologia è ferma al 2000 causa Millenium bug), ma lo sviluppo non è certo originale e i momenti veramente riusciti fanno fatica a raggiungere le dita di una mano. Si salvano il mestiere di Capatonda e la bravura di un sempre credibile Sermonti (qui troppo poco utilizzato), mentre la Gatti è rinchiusa in un ruolo totalmente privo di spessore. Regia routinaria, ma accettabile nella gestione dei tempi comici. Deludente.
MEMORABILE: Ennio che entra facilmente in empatia con le donne sfruttando la tecnologia; Il fratello "disgestico"; Stefano Lavori.

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Paulaster 6/12/23 18:03 - 4542 commenti

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Informatico iperconnesso si ritrova vent'anni indietro tecnologicamente; spunto attuale per sottolineare il distacco dalla quotidianità e la schiavitù degli smartphone. Le trovate sul tempo ormai passato fan simpatia fin quando l'attenzione va sulle vicende studiate per tornare al presente. Seconda parte senza costrutto e scarsa la presenza di "Stefano Lavori". Capatonda ha qualche sparuta idea scopiazzando qua e là tra i generi. Il ruolo di Sermonti ha il fiato cortissimo.
MEMORABILE: La connessione a Altavista; Alexa in carne e ossa; Il salto con l'auto.

Diamond 12/12/23 17:13 - 300 commenti

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Idea di base banale ma funzionale con questo nuovo corso di Maccio che, pur mantenendo fondamentalmente il suo stile, sforna un film maturo che diverte sì ma fa anche riflettere sulla nostra ormai totale dipendenza dalla tecnologia. Buona la messa in scena, geniali alcune trovate. Il film mostra il fianco in un'ultima parte troppo sbrigativa che meritava uno sviluppo migliore (se non diverso). La strada però è quella giusta.

Fabbiu 24/12/23 10:59 - 2155 commenti

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Maccio Capatonda assicura un equilibrio tra le caratterizzazioni della sua comicità a una struttura narrativa omogenea e più tradizionale. Non tutto è perfettamente funzionale: il suo personaggio è perfettamente credibile nel suo essere grottescamente dipendente dalla tecnologia, un po' meno lo è il fratello "disgestico"; la citazione di "Natale al cesso" è anche un po' forzata, non tutte le invenzioni sono riuscite (le stampanti che smuovono i tavoli). La storia è comunque originale e divertente, il ritmo comico è garantito e alcuni momenti hanno persino del poetico.

Occhiandre 9/02/24 12:55 - 168 commenti

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Film divertente nella prima parte ma che sembra uno spot pubblicitario della Apple costringendo a chiedersi: è la marca del telefonino a fare la differenza? Perché è grazie all'ossessivo attaccamento al suo iPhone che Maccio fortuitamente incontra la ragazza dei suoi sogni, un modello per nulla obsoleto costei. Le donne di altra età più "analogica" o sono suore o sono serve o sono scambiste... Per non parlare di quelle che lo prendono per un maniaco stalker (non è che vadano molto lontano dalla realtà). Spacciare la dipendenza da dispositivi tecnologici per rivoluzione non è credibile.
MEMORABILE: Tomas Arana in un ruolo inaspettato ma importante; Le gag sull'universo anni '90; Pietro Sermonti "disgestico".

Anthonyvm 1/05/24 01:41 - 5912 commenti

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Che accadrebbe se l'uomo-tipo degli anni 2020, assuefatto agli smartphone e ai social, si ritrovasse in un presente alternativo in cui la tecnologia non progredisce dal 1999? Spunto simpatico e aperto su numerosi orizzonti riflessivi, che il buon Maccio non sa tuttavia sfruttare appieno. Il tentativo di cimentarsi in una commedia meno ridanciana e più intimamente esistenziale rispetto ai suoi standard decade in un umorismo vacuo, mai abbastanza profondo per appassionare, anche a causa di personaggi di contorno poco riusciti. Meglio la prima tranche, costruita su gag "vecchio stile".
MEMORABILE: Sermonti disgestico; Problemi di caricamento delle foto porno; Imbarazzi al ristorante; Sostituti "analogici" di Alexa e dello smartphone; Steve Jobs.

Kinodrop 25/05/24 19:25 - 3056 commenti

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Ennio Storto, che si identifica quotidianamente con tutti i comfort offerti dalla tecnologia avanzata, per cause fortuite si ritrova stranamente in una bolla temporale ferma agli anni '90 e quindi con oggetti "primordiali" dal punto di vista performativo e in una società totalmente ignara del progresso intercorso. Un'idea simpatica che avrebbe potuto generare una quantità di situazioni paradossali e ironiche e che invece si impantana nella velleità di Maccio di andare oltre la sua verve comica, stiracchiando lo stesso input in una banalità di sketch spenti e personaggi poco azzeccati.

Felloni 11/06/24 23:43 - 18 commenti

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Un passo falso per il comunque bravissimo Maccio. La trama è debole e frammentaria, in quanto il paragone tra i due mondi tecnologicamente differenti si diluisce in svariate scenette non perfettamente connesse tra loro. C'è poco da ridere, quasi per niente, ma alcune parti sono veramente imbarazzanti; altre sono forzate e poco scorrevoli, in altre ancora si nota tutta la pesantezza dell'operazione nostalgia. Siamo anni luce da un ottimo film come Omicidio all'italiana e si può dire che è il Maccio che non ti aspetti, purtroppo.
MEMORABILE: L'appuntamento; Stefano Lavori.
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  • Discussione Mauro • 26/12/23 09:57
    Disoccupato - 12176 interventi
    Sul cast: il nome di Turbo Paolo è scritto così (e non Paolo Turbo) sia nei titoli di coda, sia su IMDB (non esiste un profilo a nome Paolo Turbo e nell'altro profilo è segnalato solo il film di Maccio Capatonda).
    Ultima modifica: 26/12/23 13:11 da Zender