Rassegna estiva:
Postatomica-L'estate italiana del dopobombaCarnimeo, dopo una sfilza di commediacce più o meno scollacciate, torna sui passi del suo amato western (in chiave postatomica) e saccheggia impunemente (forse più lo script di Sacchetti e della Briganti) dai due
Max Max, dove del primo prende di peso i due poliziotti all'inizio e la Exterminator (una specie di Supercar dei poveri) al posto della Interceptor (dove sfonda pure una roulotte come nel caposaldo milleriano) e del secondo la figura di Welz nel goffo e truce Bilbao e il ragazzino selvaggio (l'insopportabile Venantini jr), nonchè l'assalto alla caronava motorizzata nel deserto e l'acqua (bene prezioso) al posto della benzina.
Le solite location desertiche, miserelli mezzi di trasporto che tentano, goffamente, di emulare le modifiche milleriane su quattro ruote, violenza (che caratterizza il genere) ai minimi termini (da segnalate una decapitazione motociclistica) dove il nome di Giannetto De Rossi nel reparto SFX faceva sperare in qualcosa di meglio.
Restano la tortura al ragazzino (con braccio meccanico strappato e poi rattoppato con il nastro isolante) nel covo di Bilbao, la ferinità della pantera nera della Cunningham (non dissimile dalla sudditanza femmineo/sadica della "schiava" nera di
Django 2) con artiglio sfregiatore pre fredkrugeriano e i mutanti deformi nella desolata centrale idrica (con rimasugli lanciafiammeschi alla
Fuga dal Bronx), sul modello di quelli dell'
Altra faccia del pianeta delle scimmie, che al posto della bomba idolatrano l'acqua.
Tutto il resto viaggia sui binari della noia e della convenzionalità da tipico action poveristico da Eurospin, con i soliti inseguimenti, le solite esplosioni, le solite sparatorie senza colpi in arrivo e con le più classiche morti teatrali, l'eroina femminile di sciapa inconsistenza (Alicia Moro), i soliti vecchi burberi dal cuore d'oro (Pigozzi ex astronauta, riparatore meccanico ben poco credibile e che filosofeggia, con nostalgia, sulle bellezze naturali della terra pre apocalisse atomica) degli effetti sonori dell' innesco della bomba "elettronica" sullo stile "
la sua soddisfazione è il nostro miglior premio" e almeno un momento stracultrash, dove Venantini jr, durante la riparazione al suo braccio bionico, si sbronza di birra e non riesce più a controllare l'arto (ai livelli infimi del
Gariazzo più delirante) che nemmeno nei
Bud Spencer da oratorio.
Non male l'intuizione dell'anti eroe di Iannucci (una copia farlocca di Terence Hill più che di Mel Gibson) che pensa solo al suo tornaconto, vanificato da un finale speranzoso
SPOILER la pioggia
FINE SPOILER da latte alle ginocchia.
Fondamentalmente un copia e incolla postnucleare di nessun spessore e senza un briciolo di personalità registica (quasi tutta pem-pem-pim-pum-pam e bombe a mano).