Note: Soggetto di Chris Kazan, figlio del regista. L'episodio di guerra ricordato nel film ispirerà anni dopo Brian De Palma per "Vittime di guerra". Film d'esordio cinematografico per James Woods.
Una giovane coppia che vive con il figlioletto in una casa isolata in mezzo alla campagna riceve la visita inaspettata di due ex commilitoni di lui. Mentre il suocero forcaiolo lega con i nuovi venuti, il ragazzo rivela alla compagna i motivi del loro malanimo nei suoi confronti. Regista di film di successo zeppi di divi, Kazan si reinventa con quest'opera girata in economia, con attori semi-sconosciuti (compreso Woods agli inizi). Una riflessione sul Vietnam, e più in generale sulla guerra e le sue conseguenze psicologiche, essenziale, che colpisce nel segno.
MEMORABILE: L'uccisione del cane, il trasporto del corpo dell'animale attraverso i campi coperti di neve
Il penultimo film di Kazan, pur non essendo certamente tra i suoi più celebri, merita
la visione. Il regista gira una pellicola di estremo interesse e lo fa con pochi soldi,
dirigendo al meglio un cast di giovani attori su cui spicca l'esordiente Woods.
Merito della riuscita è però anche della sceneggiatura che si dimostra molto coraggiosa
poiché piena di coloriture ambigue (alcuni aspetti restano poco chiari così come certe frasi ed atteggiamenti della moglie) e poiché non serve allo spettatore nessun personaggio simpatico e positivo. Non fatevelo scappare.
"In guerra fai cose che non faresti nella vita normale...": ma non finisce più la guerra, e la vita normale si svela nella sua essenza più barbara e primordiale, perenne conflitto finalizzato al dominio sull'altro, unica legge vigente, quella del taglione. Continua la guerra nella quieta casetta del New England, come nella giungla del Vietnam, continua con le sue trappole, i tradimenti, i soprusi emotivi, le violenze verbali, le strategie subdole, continua fino ad una disfatta senza armistizio. Kammerspiel documentaristico, di agghiacciante, desolato realismo.
MEMORABILE: Il suocero,quando i visitatori gli rivelano che il genero non partecipò allo stupro della vietcong:"L'ho sempre detto che quello è mezzo finocchio..".
Qando piccolo è bello, anche per ricordarci che la mancanza di fondi a volte è un comodo alibi per registi senza idee. Atmosfera semplice ma perfetta e personaggi tutti ambigui che con le loro azioni denotano aspirazioni frustrate. Brutalità e tenerezza che arrivano a confondersi. Sullo sfondo il dramma di una guerra atroce ma anche il difficile stare in piedi di una famiglia che ha perso da tempo fiducia in sè stessa.
MEMORABILE: La figura del suocero è di spietata efficacia.
L'incipit è su di un paesaggio bianco di neve dove i primi raggi del sole colorano l'orizzonte tra gli alberi. Dall'esterno, attraverso le finestre, vediamo luci che si accendono e personaggi senza voce. È l'unico momento di quiete, ma già carico di una tensione, ancora immotivata, che crescerà di minuto in minuto, fino a prendere lo stomaco. Tensione e ambiguità (che non avrà una spiegazione) dominano il film, ma ci sono anche machismo e crudeltà. In guerra esistono regole non scritte, che vanno rispettate, ed anche nella vita, ma senza giustificazioni.
MEMORABILE: Il grosso cane che corre libero e azzanna il piccolo cane bianco verrà, per questo, ucciso con un colpo di fucile. È la legge del più forte.
La guerra in Vietnam è non tanto il tema quanto il grimaldello che fa deflagrare le dinamiche più violente della società americana, direi quasi la natura più intima e primitiva della frontiera. La giovane coppia stritolata, in un nevoso paesaggio rurale da finis terrae, dai reduci visitatori e dal padre/suocero uniti nell’esaltazione machista e bellicosa è l’anello debole di un mondo ridotto a una perversa animalità di ritorno. Che Kazan racconta sposando lo stile del free cinema, ma con una cupezza da brividi.
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E un gran film Caesar, fidati. Purtroppo da noi non uscì mai ne in vhs ne tantomeno in dvd. Io ho una registrazione notturna(1992!)da Raiuno, in versione originale sottotitolata. Sicuramente ci sarà in versione import.
Buiomega71 ebbe a dire: E un gran film Caesar, fidati. Purtroppo da noi non uscì mai ne in vhs ne tantomeno in dvd. Io ho una registrazione notturna(1992!)da Raiuno, in versione originale sottotitolata. Sicuramente ci sarà in versione import.
Buio, esite il dvd italiano, edito da dolmen. Ho controllato sia su dvdstore che su amazon.it
Buiomega71 ebbe a dire: Strano, Area film non mi dà nulla. Probabilmente e un fuori catalogo. Non sai in che anno e uscito più o meno? Grazie, Buio, troppo buono!
E' veramente un bel film, l'economia di mezzi non gli nuoce, anzi, gli dà una "grana" di realismo cupo, ispido: è bellissimo. Io ho il dvd della Dolmen (inglese con sub italiani), trovato per caso in un'edicola qui a Roma. Spero tu riesca a trovarlo, in caso contrario fammi sapere. Buona visione anche a Caesars!
Capannelle ebbe a dire: Stefania ebbe a dire: E' veramente un bel film, l'economia di mezzi non gli nuoce, anzi, gli dà una "grana" di realismo cupo, ispido: è bellissimo.
Appena visto, confermo quello che scrivi.
Incredibile a dirsi ma da questo film inizia la mia conoscenza di Elia Kazan. A mò di gambero. Sono contenta che tu l'abbia visto! Anch'io di Kazan conoscevo solo i mitici Fronte del porto, Splendore nell'erba e Un tram che si chiama desiderio, questo mi ha sorpreso perché è un'esperienza diversa. E' un revenge&rape invece che rape&revenge, direi, è un film di guerra in tempo di pace, è girato proprio come un film di guerra, i corridoi della casa sembrano trincee, i campi innevati sembrano una giungla... E il finale
SPOILER quello scarno, freddo "Are you ok?" del marito alla moglie, come se la cosa atroce che è appena successa fosse un normale "incidente di percorso" a cui rassegnarsi, è veramente agghiacciante!