Giovani mariti - Film (1958)

Giovani mariti

Volti del cinema italiano nel cast VOLTI ITALIANI NEL CAST Volti del cinema italiano nel cast

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 14/02/10 DAL BENEMERITO STEFANIA
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Stefania 14/02/10 05:08 - 1599 commenti

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Ultimi baci, ultime corse, ultimi scorci di vita da scapoli di cinque giovani di provincia (Lucca, alberata, silenziosa e severa). Film corale e rapsodico, sui momenti topici della maturazione dei protagonisti, che si compie attraverso il loro rapporto con le donne: fidanzate, innamorate o prostitute. Li fanno cambiare, e non sempre in meglio, i loro amori senza matrimonio, i loro matrimoni senza amore. Densa e smagliante la fotografia: Lucca notturna, di pietra e di nebbia, è un paesaggio lunare.
MEMORABILE: Ettore: "Sposo Mara! Sposo un miliardo!" Marcello, prima di partire per Milano:"E' tutto finito... e non ci siamo neanche picchiati!"

B. Legnani 22/11/10 01:48 - 5523 commenti

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Discreto. Con l'arrivo della Lualdi - e le vicende che ne seguono - il film prende improvvisamente quota, dopo un primo tempo un po' falso e un po' male invecchiato. Poi nascono i dubbi, i timori, le prese di coscienza. Attori tutti perfetti per i ruoli (c’è pure Ennio Girolami): su tutti Cifariello e un'aguzza Guarnieri, dagli occhi sempre protagonisti. Primo film per Roberto Chevalier! Il padre di Girolami è Guido Celano, regista di due incredibili western (cfr. lo "Spaghetti" di Marco Giusti). Location splendide (Lucca).

Pigro 2/01/13 09:20 - 9635 commenti

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Da vitelloni a mariti, ovvero da adolescenti ad adulti, nel momento di passaggio (e relativa crisi) di 5 ragazzi alle prese con le donne, trattate con infantile machismo, e alle prese con un futuro che affrontano con timore e fragilità. Ma è soprattutto il ritratto di una città di provincia (Lucca, vera, splendida co-protagonista) e della sua buona borghesia, dagli orizzonti stretti tra piazze e stradine. Una buona orchestrazione corale, un’appassionata curiosità nei piccoli anfratti della vita. E una strana incoerenza temporale.

Markus 4/08/14 16:59 - 3682 commenti

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L'aria da commedia giovanilistica/virile/spensierata che narra l’addio al celibato - uno dopo l'altro - di cinque ragazzi lucchesi si tinge, nel corso della pellicola, di commiserevole, o per meglio dire si scontra tristemente con la realtà (forse un po' insistita ai fini dello spettacolo ma in linea con il periodo “melodrammatico” del cinema Anni ‘50). Il passaggio da mattacchioni senza morale (l'arroganza della giovinezza!) alle responsabilità della famiglia genera un’analisi psicologico/culturale tutto sommato ancora attuale.

Homesick 4/07/17 08:20 - 5737 commenti

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Il narrato privo di impulsi e coesione, la chiusa brusca ed insipida e lo scarso approfondimento psicologico dei "giovani mariti" nel loro passaggio dalle vitellonate notturne a responsabilità e disincanti dell'età adulta trovano solidissimo punto d'appoggio nel ritratto della provincia, immortalata entro una lucente cornice storico-naturale di panorami, parchi, piazze, scorci, canali e rive alberate. L'intero cast denota freschezza e aderenza ai ruoli: da segnalare l'introverso e romantico Mattioli, il latin-lover Cifariello, la rassegnata sognatrice Corey e la vispa e pettegola Guarnieri.
MEMORABILE: La presa di coscienza di Girolami durante la nottata con le donnacce: «Facciamo schifo!»; Scorci e vedute di Lucca.

Daniela 28/07/17 12:49 - 12625 commenti

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Un quadro d'ambiente in cui la cornice val più del contenuto, ossia il ritratto di un gruppo di cinque amici sospesi fra le ragazzate retaggio dell'adolescenza ed i primi impegni da uomini con responsabilità e figli a cui pensare. Gli attori sono tutti in parte ma l'approfondimento psicologico è scarso, il retroterra familiare quasi assente e la sceneggiatura pare girare a vuoto, nonostante vi abbia messo mano anche Pasolini. Bellissima invece la cornice: Lucca ripresa nei suoi scorci più suggestivi, pervasi di malinconica poesia.

Rufus68 18/08/18 11:01 - 3825 commenti

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Ancora una volta Bolognini stupisce con un mirabile bianco e nero in cui un cast debordante di bellezza e gioventù supplisce, grazie alla pura presenza, a ogni carenza di sceneggiatura. Il lento sgocciolare dei dialoghi e dei movimenti dei protagonisti in una Lucca metafisica simbolizzano lo scorrere del tempo e il mutare degli animi in modo quasi impercettibile; alla fine, però, il resoconto delle vite appare allo spettatore in maniera evidente e implacabile. Peccato una prima parte un po' facile (le gozzoviglie dei vitelloni).

Myvincent 27/12/20 08:24 - 3727 commenti

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Cinque amici, tutti attraenti ed eleganti, alle prese con la vita di provincia, le donne e i limiti della loro personalità. Si scontrano fra di loro eppure sapranno, anche qui, cogliere le occasioni per andare avanti. La morale s'incentra sulla impossibilità di restare fermi ai cambiamenti che impone la vita, inevitabilmente. Peccato per le garrule sciocchezze sull'amore e le spacconate virili che spesso prendono il sopravvento su quella che sarebbe potuta diventare un'occasione per descrivere più a fondo la gioventù della fine degli anni '50 in Italia.

Zampanò 2/02/21 20:40 - 381 commenti

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Pasolini, sceneggiatore, stavolta la tocca soft: zero (quasi) lucciole, nessuno finisce ammazzato o in mano agli strozzini. Un procedere felliniano scuote i vitelloni di Lucca, certo molto meno divertenti dei riminesi, seriosi, banalotti anche nei passatempi e nei piccoli guai. Eppure Pasolini venne premiato a Cannes per la migliore sceneggiatura, segno che la jeunesse dorée di provincia sempre meno impaurita dal timor di Dio suscitava affezioni. Bolognini svolge con adeguatezza. Interlenghi meglio degli altri, ruolo comodo per Cifariello; lucente la Lualdi.
MEMORABILE: La bionda danza "Day O" di Belafonte al juke box, nell'indifferenza dei ragazzi.

Cerveza 18/06/23 14:15 - 358 commenti

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Un gruppo di giovinastri, disperatamente aggrappato alla propria condizione di celibato, viene intralciato dal loro corrispettivo femminile che invece sogna amore e matrimonio. Un'ora e mezza di noiosissime, ripetitive e prevedibili schermaglie amorose in cui non succede assolutamente nulla. Come specchio per le allodole vengono rastrellati tutti i bellocci (e bellocce) dell'epoca; mancano forse solo Anna Maria Ferrero e Maurizio Arena, compensati da un paio di francesi che aggancino il mercato transalpino: loro sì che impazziscono (e incredibilmente premiano) per queste non-storie.

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  • Discussione Pigro • 2/01/13 09:27
    Consigliere - 1659 interventi
    Nel mio commento concludo accennando a una "strana incoerenza temporale". Spiego qui di che si tratta. A un certo punto il primo marito dice che la moglie aspetta un bambino. Poco dopo la voce narrante dice che al termine della settimana c'è un dato episodio, e durante quell'episodio vediamo comparire il primo marito con il figlio che ha già almeno 3-4 anni. Non solo: dal momento in cui il primo marito si sposa al momento in cui gira col figlio (quindi nell'arco temporale che dovrebbe essere almeno di 4 anni), l'amico più piccolo, che all'inizio del film fa presumibilmente l'ultimo anno di liceo (visto che sembra già ventenne, ma dice di non averli ancora compiuti), continua a fare il liceo, come se, appunto, fosse passata una settimana o poco più e non 4 anni.
  • Discussione Daniela • 28/07/17 12:59
    Gran Burattinaio - 5930 interventi
    x Pigro,
    leggo solo ora la tua chiosa, dopo aver visto il film in notturna. Hai proprio ragione, è una cosa inspiegabile: il personaggio interpretato da Raf Mattioli sembra bloccato in una eterna adolescenza. Mi è venuto da pensare a quanto questo "lapsus" sia stato in un certo modo profetico, considerato che l'attore è morto molto giovane: a differenza degli altri colleghi, non è mai invecchiato.
  • Discussione Pigro • 30/07/17 15:25
    Consigliere - 1659 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    x Pigro,
    leggo solo ora la tua chiosa, dopo aver visto il film in notturna. Hai proprio ragione, è una cosa inspiegabile: il personaggio interpretato da Raf Mattioli sembra bloccato in una eterna adolescenza. Mi è venuto da pensare a quanto questo "lapsus" sia stato in un certo modo profetico, considerato che l'attore è morto molto giovane: a differenza degli altri colleghi, non è mai invecchiato.


    Ah però, non lo sapevo. Un lapsus profetico davvero inquietante...