Game change - Film (2012)

Ascesa e (semi)caduta di Sarah Palin, governatrice dell'Alaska scelta da McCain come futuro vicepresidente nella campagna elettorale del 2008. Ultra-conservatrice, pia, moglie e madre perfetta, sembrava la scelta giusta per conquistare voti, soprattutto femminili, ma... Formidabile sguardo dietro le quinte di quel grande spettacolo che sono le elezioni USA, con cast eccezionale in cui i sempre bravi Harrelson e Harris affiancano Moore, impressionante per mimetismo. Ne risulta un ritratto spietato ma non caricaturale. Molto interessante.

Docu-dramma politico che si pone il compito di rappresentare il dietro le quinte delle elezioni Usa 2008; più precisamente andremo a seguire l'entourage di Sarah Palin. Certo il film non si propone come critica, ma di sicuro non fa nulla per evitarlo. Tratto dall'omonimo libro, racconta la dura verità della politica che in America, come nel mondo, è tutta una questione di decisioni giuste o sbagliate che siano, come si evince dal pentimento dello stratega repubblicano. Molto buona la recitazione, che offre interpretazioni credibili.

Prodotto dalla HBO e diretto dall'esperto di film sulle campagne elettorali presidenziali Jay Roach è sia un ottimo esempio di prodotto televisivo (lontano anni luce dalle passive, vetuste fiction nostrane) che un saggio, forse frettoloso ma dialogico ed energico, sulla potente macchina del management pubblicitario che gestisce, fagocita, talvolta addirittura "crea" la politica americana. L'istrionismo della Palin-Moore (finalmente lontana dai ruoli che ne stan stereotipando il talento) gli dona poi un imprevisto risvolto di psicanalisi sulla femminilità.

Non mi ha convinto appieno, forse perchè lo confronto mentalmente con il capolavoro W. di Oliver Stone. Ma appunto là era Stone, qui Jay Roach, noto più che altro per la trilogia di Austin Powers. Non impressiona la tirata sulla potenza dell'establishment mediatico americano, già trattata con molta più ferocia in altri film e si respira una eccessiva piattezza televisiva, in parte riscattata da attori di calibro coma la Moore, Harris e soprattutto il grande Harrelson. Furbamente anti-Palin (è prodotto dal democratico Tom Hanks).

Ben si prestava la figura di Sarah Palin alla realizzazione di un film sul "backstage" di una storica elezione americana (quella che portò Obama al potere). Nelle mani di un regista di spessore poteva venirne fuori un capolavoro. In quelle di Jay Roach un film abbastanza godibile, grazie alle performances di un ottimo gruppo di attori (e con una brava protagonista, che somiglia parecchio al suo personaggio), ma eccessivamente didascalico, e in cui si sente la mancanza di una voce critica sui meccanismi della politica made in USA.