Excess flesh - Film (2015)

Il film di Kennelly veste i panni della disgregazione psicotica ma lo fa in una chiave unicamente contemplativa, senza digressioni narrative o sottotesti introspettivi, preferendo la scorciatoia onirica al sentiero realista. Brave le due protagoniste, obnubilate dalla paranoia e dall’autolesionismo, dagli incubi allucinogeni e dal malvagio sortilegio social(e) perpetrato dai demoni del cibo. Finale gore tra drame interieur e body horror.

Dato che il realismo estetico è una dottrina alquanto scomoda e impegnativa, Patrick Kennelly cambia direzione e opta per la filosofia visionaria. “Excess Flesh”, infatti, è un un vaso traboccante di delirio e cattivo gusto, tra catabasi e catarsi, feticci tossici e sferzate (body) horror. Notevole e per certi versi disturbante, ma il duello femmineo sul body-shaming poteva essere ancora più audace. Brave le due antitetiche protagoniste.

Corpo anagramma di porco. Il cibo dismisura del mondo. Il cibo che cancella modella condiziona consola atterrisce ingolosisce ingelosisce. Il cibo come cine-installazione arthouse da azionismo viennese. In questa sorta di Starry mouths Kennelly ci sa fare un totale nel forgiare figure e suggestioni deputate all'incesto che ora galleggiano ora affogano in una ost cui sta stretto ogni superlativo. Pecca però di smodato platonismo, tra idee in sfavillante tenue de soirée orfane di passerelle narrative. La casa consglia la degustazione con contorno di Strickland, Mylod e Gaztelu-Urrutia.