Come definire il primo film extra-jugoslavo di Dusan Makavejev? Un delirio para-godardiano traboccante di simbolismi e organizzato secondo logiche imperscrutabili, teso a mescolare l'eccesso con la poesia, la delicatezza del tocco (ampliato dalle soavi musiche) con l'asprezza dei contenuti (che ci fanno le riprese documentaristiche delle vittime di Katyn?). Una storia bifronte, che non s’incrocia e racconta da una parte le peripezie di una miss - vergine - destinata a sposare il rampollo ricchissimo d’una megera, dall'altra il viaggio sulla Senna di un'imbarcazione sulla cui prora è montata una gigantesca maschera di Marx. Si procede di situazione in situazione tra autentici colpi di genio (l’omicidio...Leggi tutto nello zucchero) e lunghe parentesi volutamente scioccanti (la comune in cui la gente mangia vomitando e urinando) che lasciano il tempo che trovano. Non è in discussione il talento nella scelta di location o di trovate capaci di lasciare il segno (l'interminabile, cieca danza della splendida Carole Laure nel cioccolato per uno spot sta lì a testimoniarlo), quanto la capacità di amalgamare il crogiuolo anarchico secondo una logica che lo renda in qualche modo godibile non solo epidermicamente. Va bene la massima libertà d'espressione, ma per renderla fruibile ci voleva o più omogeneità o più genio. La Prucnal che seduce i minori è vestita come Cicciolina!
Film folle ed eccentrico, piuttosto difficile da seguire a causa del gran numero di metafore politiche ma indubbiamente forte e coraggioso. La regia non scende a compromessi con niente e con nessuno e tecnicamente non è nemmeno male, ma nell'insieme il film fatica moltissimo ad ingranare, nonostante molte scene risultino indubbiamente forti e coraggiosissime. Buon cast, con attori a proprio agio anche nelle scene più estreme e colonna sonora eterogenea. Il finale è citato verbalmente in La messa è finita. Non per tutti i gusti ma da vedere.
Film delirante e complesso in cui il filo narrativo (che si snoda attraverso due
storie) è solo la scusa che permette al regista di dare corpo alle sue pulsioni ed
ossessioni che trovano spazio in tutta la pellicola ma che esploderanno in modo
conclamato in uno dei finali più folli che si siano mai visti sullo schermo. Di un'audacia incredibile e di altri tempi: oggi nessuno si sognerebbe di girare e produrre una pellicola del genere. Non meraviglia che sia sparito dalla circolazione o passi censurato. Assolutamente non per tutti i gusti.
Continua in questo film l'esplicita adesione al pensiero di Reich. Alla maniera del Movimento Panico è un surrealismo anarchico, metaforico e grottesco, satirico e senza limiti; inno alla liberazione degli istinti sessuali, speziato da Otto Mühl e filmati di Katyn; non senza riservare uno sguardo critico a marxismo e capitalismo. Giocoforza è un film che vive di sprazzi, di ricercato lirismo e deviazioni feticiste, sulla continua soglia della spazzatura nonostante tutto necessaria. Lo sporco è parte di noi prima ancora che di questa società.
Interessante come reperto di un'epoca, di un certo spirito anarcoide e di un'idea d'arte estrema. Certo, nella storia delle parallele avventure erotiche di Miss Mondo e della donna sul battello-Marx si può leggere una satira visionaria e grottesca di comunismo e capitalismo. Ma il succo del film è la provocazione, come si intuisce dall'esibizionismo di coprofagia, pedofilia, vomito e altre amenità. Il cattivo gusto (il filmato d'epoca su Katyn) si mescola a qualche scena suggestiva. Ma più che épater les bourgeois rischia di annoiare.
Cancelliere del terso Reich, Makavejev dà candidamente per scontato che abbiamo tutti interiorizzato Wilhelm, Marx e Proudhon, gli sfugge di mano contenitore e contenuto di tutto quel che vorrebbe (talvolta ingenuamente) allegorizzare, vomita beato quintalate di indigeste simbologie criptiche a buffo che probabilmente nemmeno lui comprende, prende a sonore randellate dialettica e buon gusto con provocazioni spicciole e balenghe. A singhiozzo, bellezza, suggestione e sensualità di alcune scene non si negano, ma la coesione marcisce in panchina. La prova che la troppa libertà porta al peggio.
Frastornante e anarchico come pochi altri film. Una Carol Laure sensuale, pazza, repressa, catatonica. Un film che vive di sprazzi feroci e assurdi come nelle scene del convitto delirante nella comune, tra orinazioni, esibizionismi e defecazioni. La follia impera in questo film sghangherato ma dal fascino malato assolutamente conturbante e perverso.
MEMORABILE: La bellissima Laure che se la gode con la cioccolata; Il banchetto delirante.
Folle, spregiudicato e senza precedenti, un vero e proprio viaggio dal forte impatto visivo che però stenta a decollare (e in diversi punti rimane abbastanza incomprensibile). Tanti i concetti politici espressi e il sesso (con tutte le sue perversioni) è sicuramente uno degli elementi portanti della pellicola. Il tutto è diretto con mano (davvero) sapiente, gli interpreti funzionano, ma la la noia domina in maniera (a dir poco) esorbitante.
MEMORABILE: Il (curioso) battello; Le numerose sequenze sessualmente esplicite; Il concorso di Miss Mondo.
Uno dei registi jugoslavi più anarchici e sardonici della sua generazione giunge, nel suo peregrinaggio verso l'eccesso iconoclasta, a martellare le tempie delle ideologie contrapposte (?). Ne esce fuori un baraccone kitsch, scentrato e sproporzionato, ricco di intuizioni geniali (la nave con Marx a prua, la figura del matador, il bagno nella coppa di cioccolato) ma anche di trovate di dubbio gusto (gli inserti di Katyn, la troppo lunga scena della comune). Schiaffi a destra e a manca ma più di qualcuno, oggi, finisce nel vuoto.
MEMORABILE: "Hej na wysokiej pyrni / Cosik sie mi cyrni / Hej cy to kupa gnoja / Cy dziewcyna moja? "
Miss Mondo sposerà un milionario e avrà altre avventure. Parte iniziale divertente al limite del demenziale che è solo il preambolo per digressioni verso una libertà espressiva e di condanna politica (forti le immagini di Katyn). Prosieguo più eterogeneo con un erotismo che diviene sfrontato ed eccessivo (le carezze ai bambini), perdendo ogni briglia nella fase della comune. Nel complesso si segue anche per solidarietà con la protagonista. Il ruolo del marinaio russo appare scollegato dal resto. Finale dolcissimo.
MEMORABILE: Miss Congo; Il bodybuilder lombrosiano; La testa fuori dalla valigia; Il regista che fa scendere la cioccolata.
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DiscussioneZender • 30/04/11 10:50 Capo scrivano - 48960 interventi
Ehm, Kanon, hai scritto:
"inno alla liberazione degli istinti sessuali, speziato da Otto Mühl e filmati di Katy& #324"
I codici sono evidentemente andati dolcemente a quel paese. Cosa significa "Katy& #324"?
Zender ebbe a dire: Ehm, Kanon, hai scritto:
"inno alla liberazione degli istinti sessuali, speziato da Otto Mühl e filmati di Katy& #324"
I codici sono evidentemente andati dolcemente a quel paese. Cosa significa "Katy& #324"?
Probabilmente per la "n" accentata che ho usato. Credo che si possa anche scrivere Katyn, senza accento.
DiscussioneZender • 30/04/11 15:25 Capo scrivano - 48960 interventi
Sì, grazie. Sempre meglio usare la scrittura "all'italiana", anche se non è corretta... Altrimenti il rischio è appunto quello di far impazzire Il Programma.
CuriositàZender • 8/09/13 17:34 Capo scrivano - 48960 interventi
Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:
Lucius ebbe a dire: Ma oltre alla vhs cartonata dell'Espresso esiste qualche dvd in lingua italiana?
Oltre quella editata dall'Espresso "I classici proibiti" (quella che ho anch'io), e stato distribuito in vhs anche dalla Mondadori e dalla Durium (che credo usino tutte e tre lo stesso master cut)
C'è il dvd americano della Criterion (credo fuori catalogo) che si vocifera sia uncut. Da noi e ancora assente una edizione digitale che le renda giustizia
Dal sito Italiataglia, la descrizione delle scene tagliate nella versione italiana:
1) Rapporto sessuale tra il marinaio e Anna nel battello, nelle parti culminanti e più realistiche;
2) rapporto sessuale tra il cantante e la moglie del miliardario, da quando vengono portati nella cucina del ristorante. (solo il distacco della copia);
3) la moglie del miliardario che bacia con insistenza il pene di uno dei convitati;
4) tentativo di seduzione di Anna nei confronti del bambino (una parte).