Appena finita la guerra un americano, cuccettista per le stesse ferrovie tedesche che portavano gli ebrei nei lager, è coinvolto in un attentato terroristico nazista. Buona l'idea del treno come viaggio nella memoria e nel futuro di un'Europa compromessa e marcia. Notevole ma virtuosistica la fotografia fosca e lugubre, con improvvisi squarci cromatici, che ben si presta alla stupefacente visionarietà dell'intero film, quasi un fumetto noir. Bella la voce fuori campo che regola con i countdown (pazzesco quello finale) la vicenda. Spiazzante.
Von Trier ci racconta una storia che coinvolge le emozioni della sfera privata e quelle di un'intera nazione, la Germania dell'immediato dopoguerra. I contrasti forti, ma anche la sensazione di terrore ed orrore per tutto ciò appena trascorso si riassumono perfettamente nel bianco e nero rovinato, con qualche sprazzo di colore per richiamare l'attenzione sulle ancore di salvezza. Montaggio affascinante e visionario; in definitiva da non perdere.
Per questo film coniò la frase di "masturbazione dello schermo": frase provocatoria, paradossale frutto di quella creatività anomala e spiazzante del regista. In una sorta di guscio psicanalitico Von Trier racchiude l'immediato dopo guerra tedesco attraverso un'alternanza di montaggi realistici e onirici, di riflessioni indotte dall'interruzione del bianco e nero col colore, di messaggi politici convulsi dove i vinti-carnefici diventano vittime e i vincitori-giusti dominatori implacabili.
MEMORABILE: La scena del viaggiatore inglese di origine tedesca che cerca di farsi aiutare a convincere la moglie a scendere dal treno, terrorizzata dalle rovine.
Bisogna già riconoscere al primo Von Trier sapienza tecnica e una ricercatezza formale di grandissimo talento. Tutto a servizio di un affascinante e oscuro viaggio nella memoria nell’immediato dopo guerra del II scontro mondiale, con echi metacinematografici. Nazisti irriducibili con all’interno doppiogiochismi, identità perdute e furenti arrivismi politici, un protagonista in balia degli eventi (forse troppo) che, sbarcato nel vecchio continente in cerca di un lavoro, sarà schiavo di un amore impossibile e già figlio di un'Europa decadente.
Sin dalle prime immagini, accompagnate dall'ammaliante voce fuori campo (in originale del grande Von Sidow), si resta affascinati ed invischiati da ciò che si sente
e da ciò che accade sullo schermo. In seguito la storia fa il suo lavoro e coinvolge non poco (specie in alcuni momenti, soprattutto quelli scanditi dalla voce off), ma
a colpire è uno stile visivo che, per quanto già molto gigione e pretenzioso (a volte ai limiti della gratuità e dell'irritazione), è ricco di belle immagini e di soluzioni che lasciano il segno.
Al secondo film c'è tutto il campionario di vizi e di qualità del regista danese. Per me il miglior film di Von Trier.
Un giovane ragazzo americano viene coinvolto nel tentativo di compiere una strage a bordo di un treno. Stupisce il soggetto scelto per il film e la scelta di svilupparlo utilizzando la voce fuori campo, che introduce ogni volta in una sorta di dimensione onirica. Il quadro storico è ben rappresentato nell'alternanza del colore con il bianco e nero e nelle fugaci visioni di desolazione e morte che vivono fuori dai finestrini. Uno sguardo severo immerso nelle macerie della memoria. Affascinante.
L'apprendistato del giovane americano idealista Leopold Kessler prezzo la Zentropa, società ferroviaria ricostituita nella Germania del primo Dopoguerra. Dopo L'elemento del crimine Von Trier sperimenta ancora col suo cinema-rebus audiovisivo, in questo caso in bianco e nero oscuro e sprazzi di colore ad arte. L'elogio alla macchina, il treno come lo stato o la macchina militare, è parte dell'affresco storico revisionista che affonda nella weltanschauung wagneriana e nel gioco degli assemblaggi intellettuali, proiezioni e sovrapposizioni, a volte collocati per ostentare virtuosismo.
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In realtà il film è in bianco e nero e solo dei
piccoli pezzetti qua e là sono a colori. Si possono mettere entrambi? In caso contrario credo sia meglio segnalare il bianco e nero visto che la proporzione rispetto al colore è di
90 a 10.
Cotola ebbe a dire: In realtà il film è in bianco e nero e solo dei
piccoli pezzetti qua e là sono a colori. Si possono mettere entrambi? In caso contrario credo sia meglio segnalare il bianco e nero visto che la proporzione rispetto al colore è di
90 a 10.
Uno dei pochi Von Trier che mi devo ancora vedere (ho una registrazione sul canale Sky Cult)
DiscussioneZender • 30/05/14 19:29 Capo scrivano - 48960 interventi
Purtroppo se c'è anche qualche pezzo a colori tocca mettere a colori, Cotola, abbiam sempre fatto così... Entrambi non si può fare.